sabato 20 giugno 2009

la guerra preventiva degli USA in Iran

La guerra preventiva degli USA con l'Iran
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Gli Usa escono allo scoperto per spalleggiare apertamente il golpe "populista" del loro quisling Mausavi che, appena iniziato lo spoglio, si era proclamato subito immediatamente vincitore per dare il via alla grande eversione antidemocratica di questi giorni. Non ci sono dubbi sulla vittoria di Ahmaninejad come ben sanno gli stessi americani che avevano monitorato le elezioni con ben due sondaggi di pubblico dominio. Ma tutto era stato preparato minuziosamente per dare vita ad una "rivoluzione colorata" come le tante che abbiamo visto e che sono state dimenticate presto dalla opinione pubblica occidentale sempre pronta a difendere libertà e democrazia dei cattivi di turno o trattati come tali dagli Usa. Ieri il Congresso americano, dopo avere stanziato altre centoseimiliardi di dollari per le guerre con l'Iraq e l'Afghanistan ha espresso simpatie per la
"rivoluzione"iraniana ed oggi Obama-Bush che fino all'altro ieri si dichiarava indifferente e pudicamente guardava da un'altra parte ricordando che per lui Mousavi equivaleva ad Ahmaninejad oggi minaccia lo Stato iraniano dicendo di stare attento perchè gli occhi del mondo sono tutti fissati su di lui. Questa uscita di aperto
appoggio smaschera la natura di sovversismo e di tradimento della patria del movimento "verde" ma dimostra anche la difficoltà a fare come in Ucraina, in Georgia, in Bielorussia ed altrove...
Gli Usa sono in guerra preventiva con tutto il mondo. La loro pax è fatta di distruzioni, montagne e montagne di cadaveri, bombardamenti, occupazioni militari, asservimento colonialistico, inquinamento, distruzione dei
beni archeologici e della storia dell'umanità. Ma anche di "rivoluzioni colorate". Le uniche nazioni che "rispettano" sono quelle che hanno affidato
dopo l'intervento degli squadroni della morte ad incalliti criminali, a regimi militari come quello colombiano che tiene in galera diecine di migliaia di contadini dopo averli depredati delle loro terre assegnate alle loro multinazionali. Il pianeta è stretto in una rete di basi militari usa che hanno lo scopo di controllare innanzitutto la nazione dove sono collocate. In Italia le basi militari ed i depositi nucleari USA servono innanzitutto a controllare la fedeltà del nostro Paese. L'Iran (lo chiamerei volentieri Persia) non minaccia nessuno ed è minacciato da vicino da una israele dotata di oltre mille testate nucleari e di un esercito tra i più potenti del mondo.
L'Iran è in pericolo come lo sono la Russia, la Cina, l'India e tutti i paese che non sono stati marchiati dalla presenza di una base militare Usa. Ma forse questa ennesima ciambella al signor Obama- Bush terzo non riuscirà con il buco.
http://www.osservatorioiraq.it/modules.php?name=News&file=article&sid=7771
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Delirante.

Se Ahmainejad ha vinto, deve avere i migliori scrutatori elettorali sulla faccia del pianeta, capaci di scrutinare a mano 40 milioni di schede in meno di 4 ore.

La gente per strada a Tehran se ne frega della pax americana, non sa neanche cos'è. A questo punto, in realtà se ne frega pure di Mousavi, che è più un simbolo che altro. Gli Iraniani non si stanno facendo massacrare da una settimana per difendere gli Americani, nè Mousavi. Sono stufi di un regime che non capiscono, visto che è nato prima che il 70% di loro nascesse, e essendo in contatto con il mondo esterno, si fanno domande.

Quella che stiamo vedendo è una lotta per i loro diritti, per cui queste persone sono disposte a morire. E come minimo richiede un po' di rispetto.

Anonimo ha detto...

Come fate ad identificarvi con un movimento che sfrutta e strumentalizza i giovani per portare al potere un membro della teocrazia con il pelo lungo trenta centimetri sullo stomaco appattato con la Cia, il Mossad per fare il Quisling della Persia?
Quali sono le parole d'ordine della rivoluzione? A morte a morte Ahmanidied e viva viva Mousavi. La rivoluzione è tutta qui. Non c'è altro.
Pietro Ancona

Anonimo ha detto...

Se conoscesse un minimo il farsi, saprebbe che la traduzione "a morte" si traduce più correttamente con il nostro "abbasso".
La teocrazia non è il motivo d'essere di questa rivolta, non è in dubbio la natura del sistema di governo. Nessuno dei manifestanti ha mai detto di voler stravolgere il sistema di governo: quello che vogliono è essere ascoltati perchè il risultato delle elezioni è quantomeno sospetto.
Lasci perdere CIA e Mossad, per favore, non è detto che ogni volta che succede qualcosa a questo mondo siano sempre coinvolti pure loro.

Anonimo ha detto...

Si legga la storia delle rivoluzioni colorate. I capi del golpe iraniano sono membri illustri dell'estambliscement. Uno è ricchissimo e possiede trecento università private. I giovani sono strumentalizzati e scagliati contro il regime. Ma la parola d'ordine della "rivoluzione" non è libertà ma tutto il potere a Mousavi.
Pietro Ancona