domenica 30 dicembre 2012
Astensione o voto di prossimità e di opposizione?
Astensione o voto di prossimità e di opposizione?
In occasione delle elezioni siciliane ha preferito astenermi come il 53 per cento dell'elettorato siciliano e non sono pentito. Ho fatto bene perchè bisogna sdradicare l'istituzione regionale dall'ordinamento politico italiano. La regione produce solo danni perchè per alimentare se stessa divora una parte sempre più consistente delle risorse. La regione ha dato vita ad una oligarchia di ducetti. E' fonte perpetua di corruzione,. I palazzi della politica regionale sono costosissimi. La regione produce disoccupazione ed altera l'economia locale drogandola.
Ma questa condizione localistica regionale non ricorre per le elezioni nazionali. Una astensione di massa per quanto possa suonare rimprovero alle classi dirigenti sarebbe soltanto autolesionistica per quanti credono che si possa risalire dal buio in cui siamo stati precipitati dal berlusconismo e dal consociativismo del PD che pur di arrivare al governo ha alterato le sue caratteristiche popolai diventando un partito di benestanti-benpensanti che sostengono l'agenda Monti.
L'unica formazione politica per la quale si potrà votare è la lista Ingroia che certamente non è la lista comunista che io auspicavo ma che ha avuto il coraggio, la temerarietà di sfidare i giganti della destra e dell'europa che hanno in mano la stragrande maggioranza del Parlamento.
Sarebbe una grave umiliazione per il sentimento di giustizia di ognuno di noi se Grasso dovesse essere eletto ed entrare in Parlamento ed Ingroia sconfitto dovesse rimanere fuori dalla porta. Sarebbe la vittoria definitiva dello Stato-Mafia. Inoltre sarebbe grave non riportare in Parlamento forze comuniste, verdi, e la stessa Italia dei valori vittima della congiura massmediatica ordita con la Gabanelli. Di Pietro e Ferrero hanno firmato per il referendum dello art.18. Sono sempre stati dalla parte degli ultimi, dei lavoratori dei precari.Non condivido di Ferrero il suo adeguarsi alla sinistra europa che, a mio avviso, fa scelte sbagliate e non lotta l'imperialismo ma questa cosa per il momento lasciamola da parte. Ne parleremo dopo le elezioni meglio se non avremo il naufragio disastroso della lista Rivoluzione Civile.
Sbaglia il giudice Di Lello ad attaccare dal Manifesto la scelta di Ingroia. Ingroia merita incoraggiamenti piuttosto che stroncature che vengono fatte oltretutto da chi non è più parte attiva dello scontro politico-sociale. Dedichi le sue attenzioni il giudice Di Lello ai terribili guasti costituzionali che la politica di Napolitano e di Monti stanno arrecando all'Italia e dia anche lui una mano a costituire un seppur piccolo distaccamento di sinistra in Parlamento. Meglio di niente. Potrebbe incoraggiare gli italiani alla resistenza ed a ripartire verso un equilibrio migliore tra destra e sinistra in Italia. .
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