giovedì 2 febbraio 2012

l'art.18 nella carriera politica di Monti

Articolo 18 per la carriera politica di Monti?

L'impianto accusatorio dei liberisti all'art.18 è basato su falsità ed interpretazioni di comodo della realtà. La signora Marcegaglia parla di "dicotomia insopportabile" tra coloro che sono protetti dall'art.18 che sarebbero privilegiati e come tali additati al pubblico disprezzo come "privilegiati" e coloro che non lo sono e parla delle partite Iva fasulle e delle altre porcherie previste dalla legge Biagi per eludere i diritti e pagare salari ridicoli ai giovani come se non fossero gli imprenditori a farne largo e scandaloso uso. Per cancellare la dicotomia la misura da prendere è una sola: estendere l'art.18 a tutti i lavoratori che oggi ne sono esclusi e cioè a quanti operano nelle aziende con meno di 15 dipendenti e quanti lo sono per leggi di favore che si sono fatte per talune associazioni. Ripeto: la giustizia non consiste nel togliere la tutela della non licenziabilità senza giusta causa a quanti oggi l'hanno ma nell'estenderla a quanti sono vittime di contratti atipici veri e propri fumus giuridici che purtroppo la magistratura non ha impugnato ed avrebbe potuto farlo milioni di volte. I giovani dei contratti atipici purtroppo non hanno la forza per impugnare per i ricatti ai quali sono costretti ed a questa condizione la feroce destra liberista vorrebbe costringere tutti i lavoratori italiani. Propongo alla Magistratura italiana una seria inchiesta sui contratti a partita IVA, a progetto, su tutti i contratti atipici. Sono tutte truffe!
Oggi la Marcegaglia se ne esce confessando la verità sull'art.18 : dobbiamo presentare la la sua abrogazione ai mercati ed all'Europa per migliorare l'immagine e la credibilità dell'Italia e avanza la proposta di limitarlo soltanto ai casi di licenziamenti per discriminazione. Ma questi casi sono già regolati dall'art.15 dello Statuto dei lavoratori!
Il Presidente del Consiglio, il governor Monti, in una delle sue numerose comparsate televisive ha definito "pernicioso" l'art.18 e morto il posto di lavoro fisso. E' stato molto sussiegoso e pedagogico quando ha indicato ai giovani la via della libertà dal posto fisso. Non ho dubbi che parlando della molteplicità delle esperienze lavorative che si farebbero senza posto fisso non si riferiva nè ai suoi figli nè ai suoi nipoti. In Italia sono famosi i moralisti ed i pedagoghi che indicano agli altri o ai figli degli altri le cose da fare. Sembra che i giovani italiani non dovranno più "bamboccioni" come li aveva definiti il suo defunto collega di centro-sinistra Padoa Schioppa. Il quale però ha sistemato molto bene i suoi tre figli in importanti organismi dove guadagnano un sacco di soldi e certamente anche se si annoiano con il posto fisso non hanno l'incubo della scadenza del contratto o di doversi pagare l'ospedale e le medicine in caso di malattia o infortunio.
L'Italia è il Paese delle anomalie. E' anomalo che le trattative con i sindacati fatti con tono ancora più minaccioso da quello usato verso la CGIL da Sacconi si svolgano soltanto per togliere sempre mai per dare qualcosa ai lavoratori. La Fornero minaccia che andrà avanti anche senza accordo perchè è convinta che l'opinione degli italiani le è favorevole. Populismo fascista in cui si evoca la piazza contro il diritto delle persone! E' anomalo segno di un paese malato il fatto che è il Governo assai più della Confindustria a premere per abilire l'art,18. Un sondaggio recente su migliaia di imprenditori ha detto che sono indifferenti alla questione e c he suggeriscono la soluzione di altri problemi come quelli del credito bancario e delle infrastrutture. N on tutta la confindustria è allineata dietro i falchi e l'atteggiamento della stessa Marcegaglia è più di allineamento alle posizioni di Monti che di spinta autonoma. Il Presidente del Consiglio che spinge verso la rottura delle parti sociali o la sottomissione dei sindacati ai dicktat del governo è del tutto fuori delle Costituzione che non prevede un Governo che reclama la cessione di diritti che i lavoratori detengono da quaranta anni , diritti che hanno fatto soltanto del bene anche alle imprese e reso civile l'Italia. Evidentemente Monti vuole consegnare l'art.18 a quelle famose dieci banche che decidono lo spread e pavoneggiarsi facendo la ruota come un tacchin o con i suoi colleghi euroatlantici e di riuscire laddove altri ci hanno provato da D'Alema a Berlusconi Vuole dimostrare non solo di sapere fare bene i compiti assegnatigli ma anche di andare oltre!
Io credo che l'Italia ricaverebbe più slancio e più sviluppo estendendo il diritto alla giusta causa a tutti. La rigidità delle norme in passato ha fatto bene. Ha stimolato l'innovazione tecnologica e nuove ingegnerie delle imprese. La deregolation e la flessibilità deprimono verso il basso il mercato del lavoro. Il lavoratore competente ed esperiente è un bene per le aziende e se diventa usa e getta e costretto a fare il bracciantato in tante cose diverse (ammesso che ci siano) non sarà più il patrimonio di professionalità e di abilità tecnica o manuale come lo è ancora oggi in quelle aziende dove nonostante la monotonia dal quale Monti lo vorrebbe liberare costituisce un punto di riferimento anche per quanti vi arrivano.
Pietro Ancona
già consigliere CNEL

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