La reazione degli Stati dell'Unione Europea alla tragedia che si è consumata in Grecia è stata agghiacciante. Non una sola parola di solidarietà per un popolo che è stato scelto dai cravattari di WallStreet come cavia sulla quale sperimentare il potere della finanza diventato assoluto. Il primo potere del mondo occidentale! Certo ci sono responsabilità della destra greca nella crisi che ora divora il Paese come ci sono responsabilità delle classi dirigenti italiane nel nostro debito pubblico. Ma la Grecia ha subito una vera e propria esecuzione fatta eseguire dalla UE ad un Parlamento che, come quello italiano, non ha il coraggio di indicare una alternativa. Mi ha colpito la figura fisica del Ministro delle Finanze Greco che sembra il prototipo del capitalista miliardario grasso ben nutrito ben rasato dai bei guancioni lucenti di certi quadretti in cui vengono rappresentati il ricco ed il povero che minacciava il Parlamento delle terribili conseguenze che avrebbe avuto un voto negativo al piano imposto dalla UE. Il guancione di Venizelos mi ha fatto pensare ai tantissimi greci travolti dalla crisi e ridotti a vivere per strada. Che c'entra Venizelos con il popolo greco? A me sembra più un uomo della eurocrazia che assieme a Papademos sta strizzando le ultime stille di sangue alla dissanguata nazione.
La reazione degli Stati europei è stata fredda, meschina e ci deve fare riflettere. La Germania ha fatto la faccia feroce del cattivo esattore ed ha subito spostato in avanti l'asticella. Ha detto che non basta avere approvato le misure ora bisogna che vengano realizzate presto ! Gli altri Stati hanno voltato la faccia da un'altra parte oppure hanno fatto come Napolitano che non ha trovato niente di meglio da dire che l'Italia non è la Grecia!
Eppure, il meccanismo della valanga che ha travolto la Grecia potrebbe travolgerci tutti come ci è stato possibile tastare quando nel giro di alcune settimane lo spread è stato alzato da 160 a quasi 600 punti per essere ora a 360. E' chiara la gestione politica dello spread in una strategia di strangolamento dell'Italia alla quale è stato improvvisamente presentato il conto, è stato richiesto di rientrare dal debito come se questo, peraltro, non fosse per oltre la metà anche credito di italiani. La Grecia in fiamme brucia l'Europa fallita dalla quale è igienico scappare a gambe levate. Niente può esserci di peggio della trappola nella quale siamo cascati. Soltanto il recupero della nostra sovranità nazionale potrà salvarci a meno che non si realizzano le riforme del mercato finanziario che possono scoraggiare la speculazione e l'economia di carta. Ma le banche controllano gli Stati ed i mercati non saranno "regolati". Non si farà neppure la tobin tax, non si nazionalizzeranno le banche, non si farà niente che possa contrastare un potere assoluto che ha colonizzato l'Europa.
La solitudine e la disperazione del popolo greco ci siano di monito. In Europa non si è levata una sola voce che abbia espresso vera solidarietà. I sindacati italiani aspettano di cedere quanto resta dei diritti dei lavoratori spinti da un Capo dello Stato dimentico della Costituzione e da un partito che pur essendo erede del PCI e della DC è diventato liberista nella dottrina e nella politica.
Colpisce il contesto antidemocratico della tragedia greca. I personaggi di questa sono gli eurocrati e la Germania che agisce come se fosse l'Europa. Le istituzioni europee a cominciare dal Parlamento sono stati ignorati. Sarà durissimo ricominciare da un'altra parte ma dobbiamo farlo se non vogliamo cessare di esistere come Paese e come popolo.
Pietro Ancona
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