domenica 16 gennaio 2011

Sergio e Susanna

Sergio e Susanna



Ieri il Direttivo della CGIL si è riunito per valutare l'esito del referendum a Mirafiori e trarne le doverose indicazioni politiche. La signora Camusso ha invitato i presenti a tributare un applauso alla Fiom come premio della sua valorosa ed efficace resistenza nella battaglia campale di Torino. L'applauso c'è stato ed è stato seguito da una dichiarazione della segretaria della CGIL rivolta familiarmente a Sergio (il negriero Marchionne) ricordandogli che con l'autoritarismo non si governano le fabbriche ed ad una richiesta alla Fiom di concordare il "rientro" in fabbrica. In quanto allo sciopero generale chiesto a gran voce e non solo dai meccanici neppure a parlarne: la CGIL si limiterà a scioperare "con la fiom"e cioè avremo un comizio della Camusso e di altri dirigenti confederali da qualche parte che certamente insisteranno sulla necessità di risolvere il problema della rappresentanza in fabbrica come se questo fosse il solo problema posto dall'usake della Fiat. Insomma, la signora Camusso ha fatto una operazione maquillage scaltra e rapida sulla sua immagine per fruire del capitale di simpatia e di consensi che la Fiom ha creato sopratutto con la sempre chiara, limpida, efficace incontrovertibile esposizione che Maurizio Landini ha fatto ripetutamente della ragioni del No al piano Fiat.

Mentre la CGIL continua a lasciare sola la Fiom pur applaudendola Sacconi per conto del Potere di destra suona il corno di caccia ed apre la grande partita della generalizzazione dei principi di Mirafiori a tutti i lavoratori italiani. I lavoratori italiani da questo momento sono braccati diventano selvaggina. La CGIL finge di non vedere e di non sentire e lascia fare secondo una tecnica collaudata che ha portato negli ultimi anni alla perdita di diritti e di salario. La Marcegaglia annunzia che la Fiat rientrerà presto in Confindustria perchè gli industriali hanno una altissima coscienza di classe ed una ideologia che non ammette sfarinamenti. Resteranno uniti e si scateneranno nella caccia ai diritti favorita dalle disgraziate condizioni economiche e sociali della popolazione. Nelle loro aziende saranno ammessi soltanto sindacati "gialli" disposti a fare da sorveglianti da kapò.

Il modello Mirafiori sarà diffuso ed imposto. Ha ragione Marchionne a brindare con il rampollo degli Agnelli sul successo del referendum. E' davvero una svolta storica. Nelle condizioni di oggi si ripete Palazzo Vidoni con Berlusconi al posto di Mussolini e la Camusso al posto di D'Aragona. Non è vero che la storia ripete la tragedia come farsa. Quasi sempre la tragedia viene ripetuta come tragedia. Lo scaltro capitalismo italiano si mette alla testa della linea di pauperizzazione della classe operaia e del ceto medio europeo

ritenendo di sopportare la concorrenza cinese e dei paesi emergenti con la regressione alla barbarie della Manchester dei tempi di Marx.

Non tutto è scontato e non è detto che le ciambelle della destra riescano tutte con il buco.

Intanto il 28 gennaio allo sciopero partecipano anche i Cobas i sindacati di base che da quasi venti anni soffrono nelle aziende le condizioni di esclusione e di emarginazione che si sono inflitte alla Fiom. Auspico una revisione autocritica forte del comportamento che i sindacati della CGIL hanno tenuto in questi anni nei confronti dei Cobas che speso sono diventati la punta di diamante della resistenza alla violenza padronale. Molti dirigenti dei cobas hanno pagato con il licenziamento la loro indomabile resistenza. Il 46 per cento di Mirafiori è anche frutto della appassionata lotta dei cobas che nella RSU vi contano per il sette per cento. Attorno alla Fiom ed ai Cobas si può rifondare una CGIL davvero dei lavoratori e per i lavoratori come si rifondò nel 1926 con Bruno Buozzi e dal 1930 in poi con Giuseppe Di Vittorio.

Pietro Ancona

http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/

www.spazioamico.it



ps: sembra che tutti i numeri dati da Marchionne per Mirafiori siano sballati. Bonanni chiede che gli investimenti partano entro sei mesi. Ma perchè sei mesi? Non esiste un mercato per assorbire 280 mila Suv.

Marchionne, ovvero il bluff del SUV

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