LA FALSA RAPPRESENTAZIONE DEL DICTAT FIAT DEL 23 DICEMBRE (c.d. ACCORDO MIRAFIORI)
Viene fatto riferimento, per dare un tono democratico all'operazione, all'art. 19 dello Statuto dei Lavoratori,dicendo che se ne è fatta applicazione. Falso. Non l'hanno rilevato i giuristi dell'impresa proni al dictat di Marchionne, come Ichino, ma va detto che il citato art. 19 sulle Rappresentanze sindacali Aziendali (RSA) fa esplicito riferimento alle "associazioni sindacali firmatarie di contratti collettivi di lavoro applicati nell'unità produttiva", e quindi , nel caso in questione, anche e necessariamnte alla Fiom cgil firmataria di un ccnl, che se pur illegittimamente disdettato, continua ad essere vigente, per sua disposizione normativa, sino allla scadenza del 31.12.2011 e, comunque, sino a quando non verrà rinnovato. Senza dire, poi, che la cgil, di cui la Fiom è parte essenziale, è firmataria dell'accordo interconfederale del 20 dicembre 1993, certamente da applicare pure alla Fiat, relativo alla costiuzione delle RSU, e secondo il quale i componenti di queste ultime, elletti direttamente con metodo proporzionale puro da tutti i lavoratori, subentravano, come sono subentrati, ai dirigenti delle RSA nella titolarità dei diritti di cui all'art. 19 e seguenti Statuto del Lavoratori. Ebbene, con il c.d. accordo Mirafiori (in realtà dictat padronale), da un lato si "abroga" e si "disapplica" illegittimamennte, perchè non ne avevano il potere, il succitato accordo interconfederale, ridando vita alle meno democratiche RSA al posto delle RSU - (nelle prime, infatti, i componenti sono designati dalle associazioni sindacali, nelle seconde sono eletti da tutti i lavoratori, anche non iscitti ad alcun sindacato) -, dall'altro si dispone, nell'allegato 1, sub "Diritti sindacali", art.1, che la RSA (di Mirafiori) sarà costituita solo dalle organizzazioni sindacali <
Cremaschi ha quindi detto la pura e semplice verità scrivendo su Liberazione del 28 dicembre scorso che il dictat di Mirafiori ha un precedente storico preciso nel patto sociale firmato a palazzo Vidoni il 2 ottobre 1925 da Mussolini, la Confindustria, ed i sindacati "collaborativi" di allora, quelli cioè nazionalisti e fascisti; patto con cui vennero eliminate le "commissioni interne e negato il diritto dei lavoratori di scegliersi liberamente le proprie rappresentanze". La reazione critica espressa al riguardo di Pierluigi Battista sul Corriere è puramente ipocrita, propria di chi si professa "liberale" a giorni alterni, e solo quando sa di non disturbare il padrone.
Va pure sottolineato che quel che non dicono i giuristi dell'impresa, come Boeri e Ichino e la parte politica di loro riferimento, da PD a Rutelli, concordi del tutto in ciò con Marchionne e Berlusconi, è che il citato accordo interconfederale dle '93 dispone, nel rispetto dell'art. 39 cost. e quindi del pluralismo sindacale, che alle elezioni delle RSU, a differenza che nelle RSA, partecipino anche i sindacati non firmatari di accordi applicati nell'azienda.Non a caso nel disegno di legge 1872/09 presentato da Ichino, Rutelli e compagni ed oggi riproposto come una bandiera da tutto il PD, vengono escluse le RSU con la reintroduzione delle sole RSA e con la espilicita subordinazione di queste alle associazioni sindacali esterne all'azienda. In detto disegno di legge inoltre, dopo aver affermato che <
Per loro, come per i Pierluigi Battista ed i Sergio Romano, la democrazia è rispetto delle regole solo quando conviene, altrimenti è considerata un inciampo per l'accumulazione capitalistica, ed è, quindi, da limitare e sospendere con un Craxi, un Berlusconi, un Mussolini o un Marchionne. Confermano che, come abbiamo sempre detto, c'è una profonda contraddizione fra democrazia dispiegata e capitalismo.Ecco perché, d'accordo con Berlusconi vogliono che sia modificato, abrogato, l'art. 41 della Costituzioe, che così dispone : <
Avranno una grande e dura risposta il 28 gennaio con lo sciopero dei metalmeccanici, cui hanno già detto di aderire tutti gli studenti d'Italia, la nuova generazione cui il capitalismo ha negato e nega ogni futuro. E il PRC e tutta la sinistra, che la durezza dello scontro di classe ha oggi riunito sino a SEL, facendo svanire le illusioni ed i sogni di alleanze con Casini, Fini e tutto il PD, spingeranno perché la cgil proclami al più presto lo sciopero generale. Con ciò isolando fra i lavoratori, se dovessero persistere ad essere proni e collaborativi, quei sindacati, che come i D'Aragona ed i Rigola di ieri, osannano oggi il regime Berflusconi-Marchionne
Luigi Ficarra
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