"Se vincerà l'Ulivo non avrete niente da temere"
Ho trovato questo articolo del Corriere della sera del 1996 che racconta di
un comizio fatto da D'Alema dentro la sede di Mediaset, presenti
Confalonieri, Dell'Utri, lo staff dirigente i dipendenti. D'Alema promette
il ridimensionamento della Rai pubblica e l'afflusso della maggior parte
delle risorse finanziarie della pubblicità alle casse di Berlusconi che, da
allora, si è arricchito incommensurabilmente.
Questa linea dell'Ulivo ha posto le basi per la crisi della democrazia
italiana squilibrata da una concentrazione di potere mediatico tv e carta
stampata che non ha eguali nel mondo. In questi anni dal 96 in cui la il
PD ha governato per la loro metà non si è mai affrontato con serietà il
conflitto di interessi e frequenti sono stati gli accordi tra la destra
berlusconiana ed il PD per creare una realtà parlamentare bipolare del tutto
avulsa dal mandato e dal controllo popolare e nominata dalle segreterie dei
Partito. Con la conventio ad excludendum di Veltroni e Berlusconi si è fatto
uno sbarramento elettorale e Veltroni ha scomunicato per sempre la "sinistra
radicale" sostenendo l'autosufficienza del PD. Ha scoraggiato il voto
comunista sostenendo la inutilità, Inoltre il PD ha usato il suo enorme
potere sullo apparato dirigente della CGIL per piegarla ad una politica di
subalternità e di vero e proprio tradimento dei lavoratori con la rinunzia
allo sciopero generale e l'accettazione dello sgretolamento della
occupazione nella scuola e nella pubblica amministrazione.
Ora Bersani lancia la ridicola iniziativa della raccolta di dieci milioni
di firme. Firme che non saranno mai raccolte e che comunque non serviranno a
niente dal momento che la politica del PD non è per niente diversa da quella
del Popolo della Libertà.
Pietro Ancona
http://archiviostorico.corriere.it/1996/aprile/05/Alema_alla_Fininvest_patto_sulle_co_0_9604052726.shtml
Il segretario del Pds ha parlato nella sede di Mediaset: " Se vincera' l'
Ulivo non avrete niente da temere "
D' Alema alla Fininvest: patto sulle tv
" Bisogna riscrivere insieme le regole " . " Alla Rai una rete nazionale,
una federalista e niente pubblicita' " -------------------------
. Massimo D' Alema visita gli studi della Mediaset di Silvio Berlusconi e
tende la mano alla Fininvest. Dopo aver rassicurato dipendenti e dirigenti
dell' azienda che non ci sara' per loro alcun rischio in caso di vittoria
del centro sinistra, il segretario del Pds annuncia la sua totale
disponibilita' ad "un' intesa" per riscrivere insieme le regole radio tv.
Secondo il leader della Quercia, che ribadisce l' esistenza del conflitto di
interessi per Berlusconi che gli impedisce di diventare premier (e Dini e'
d' accordo), le trattative per una nuova normativa tv dovrebbero ripartire
dalle conclusioni della Commissione Napolitano. Soddisfatti i dirigenti
Fininvest, primo fra tutti il presidente Confalonieri. Il leader del Polo
esulta: "Ha fatto mea culpa". Secondo D' Alema anche la Rai dovra' cambiare
assetto e limitarsi a due reti, una nazionale e una federale, finanziate
solo con il canone, senza pubblicita' . Protestano i sindacati di Saxa
Rubra. Dagli Stati Uniti Scalfaro cerca l' armistizio con Fini. Tenta, con
una telefonata, di sospendere il duello a distanza nato dal suo discorso in
Messico sui rischi di un presidenzialismo troppo forte "e che mortifichi il
Parlamento". Il leader di An gliene da' atto. Certo, a Scalfaro deve essere
costato non poco tendere la mano a una destra che lo ha accusato di
interferenza. Il presidente della Repubblica ha poi rassicurato Clinton:
"Gli ho detto che chiunque vinca le elezioni, non c' e' alcun dubbio che le
grandi linee della politica estera italiana non cambieranno. E questo era
importante affermarlo, perche' i Paesi che ci conoscono possano continuare a
darci credito". Breda, Buccini Caprara, Di Caro, Monti alle pagine 3, 4 e 5
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