sabato 15 gennaio 2011

il lager Italia

IL LAGER ITALIA



Sono stato sveglio fino alle tre del mattino per seguire lo spoglio del referendum alla Fiat. Fino a quell'ora il no era vincente con il 53 per cento dei voti in un terzo dei seggi.

Se questo risultato fosse stato confermato stamane l'Italia sarebbe diversa, più libera, più fiduciosa nel proprio futuro. Ma non sarà così e ne sono amareggiato.

Nello studio di Paragone di Rai due Formigoni e Cota masticavano amaro e quasi non avevano più il coraggio di riproporre i loro argomenti sulla "modernità" e sulla importanza dell'investimento promesso da Marchionne. L'enorme portata politica di una vittoria della Fiom si leggeva nei loro volti sempre più lividi.

I collegamenti di Rai 2 con Mirafiori mostravano una folla di persone che davanti ai cancelli aspettava l'arrivo dei risultati delle schede già scrutinate. Colpiva e commuoveva la presenza di tanti, tantissimi anziani, vecchi operai della Fiat, in piedi nel freddo della notte torinese per partecipare ad una vicenda che riguarda altre generazioni di lavoratori. Questa presenza degli eroi delle grandi lotte degli anni settanta, coinvolti emotivamente nel braccio di ferro tra Davide e Golia, unisce gli operai di oggi alla loro grande storia che è tanta parte della storia d'Italia, dalla occupazione della fabbrica del 1920 ai grandi scioperi contro il nazismo durante la guerra di Liberazione.

Stamane leggo che ha vinto Marchionne con il 54 per cento dei voti. La fabbrica si è spaccata in due. Decisiva per la vittoria del si è stato il voto degli impiegati che hanno sparigliato la partita con i loro 446 voti. La fabbrica operaia nella sua maggioranza ha respinto l'ultimatum di Marchionne rafforzato dallo sconcertante intervento in TV del Ministro Sacconi che ha minacciato la nascita di "una nuova era delle relazioni industriali". Ho anche letto che il rappresentante della Fiom allo scrutinio ha avuto un malore e si è accasciato a terra quando il si ha fatto il sorpasso spegnendo le speranze di conservare la libertà e la democrazia in fabbrica.

La FIOM è la vincitrice morale del referendum. Un referendum che, come quello di Pomigliano non andava fatto e che introduce in Italia il brutale sistema degli industriali americani usato per peggiorare la vita dei lavoratori. La Fiom ha lottato in condizioni di grande difficoltà ed isolamento fin da Pomigliano. Se fosse stata sostenuta dalla CGIL sono certo che non avrebbe perso la grande battaglia di stanotte che, come ha osservato Berlusconi, costituisce uno spartiacque, un punto di cambiamento irrevocabile che riduce quasi a zero la possibilità dei lavoratori di influire con la contrattazione sul proprio regime di lavoro. La CGIL si è tenuta sempre a grande distanza dalla Fiom, ha manifestato ostilità

ed ha intessuto rapporti con Cisl, UIL e Confindustria rivolte ad indebolirne la contestazione.

Oggi si riunisce il Comitato Direttivo della CGIL che prenderà atto del risultato e chiederà alla Fiom di rispettarlo. Landini, Cremaschi e Rinaldini dovranno attendersi più critiche che sostegni e riconoscimenti della loro opera di difesa dell'autonomia e del futuro dei lavoratori.

Come in tutte le altre vicende dalla legge Biagi al collegato lavoro, alle riforme della scuola e delle università, al peggioramento delle pensioni il "fattore tempo" è quello che è stato usato per fare passare tutte le scelte della destra economica. La CGIL non ha combattuto davvero nessuna battaglia per salvare i diritti ed il patrimonio democratico dei lavoratori. Avrebbe potuto aiutare la Fiom pretendendo che il referendum gravato dal ricatto aziendale non si facesse. Se avesse proclamato lo sciopero generale nei giorni scorsi avrebbe incoraggiato quanti hanno votato il si a malincuore timorosi di perdere il lavoro in una Torino in crisi.

Da oggi inizia la rottamazione dei contratti di lavoro di tutte le categorie. Nel 2011 i lavoratori passano dai diritti agli obblighi e avranno meno possibilità di difendersi nel posto di lavoro e nei tribunali. La classe operaia che era tornata ad esistere per merito della Fiom subirà pesanti colpi di maglio. Ogni singolo lavoratore sarà solo e nudo davanti al suo datore di lavoro.

Pietro Ancona

http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/


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