Una finta trattativa
Marchionne fa lo spaccone ed il duro ed interrompe la trattativa. Vuole l'azzeramento di tutto. Mirafiori non esiste più come Fiat ma diventa una Newco. Quindi si pretende l'azzeramento del contratto di lavoro e la firma di un contratto aziendale da parte di ogni singolo lavoratore. Marchionne chiede anche un referendum e conta sulla
gravità della situazione sociale di Torino per piegare i lavoratori ad accettare qualsiasi condizione compresa quella di diventare bestiame umano, macchinario vivente,
schiavi in fabbrica senza diritti e che debbono evitare assolutamente di ammalarsi, di prendere una influenza, perchè la loro vita dipenderà dal fatto di avere o non avere una salute di ferro.
Non provano nessuna vergogna la Fiat, il Ministro del lavoro, i tanti fans di Marchionne come Fassino, Chiamparino, praticamente tutto il PD ad accettare, a dare per scontata una truffa giuridica equivalente al gioco delle tre carte che fanno certi lestofanti come la costituzione di una Newco. Mirafiori non c'è più e al suo posto, cucù, appare una nuova società. Sappiamo tutti che trattasi di un sotterfugio, di uno escamotage per spogliare i lavoratori di ogni loro diritto acquisito, della loro identità. Da quando questo mezzo di coercizione e di forzatura è stato usato con l'Alitalia pare sia diventato essenziale per gli imprenditori italiani. Ma per l'Alitalia la proprietà è cambiata. Qui si tratta sempre degli stessi proprietari che denominano diversamente quanto già possedevano.
La Newco dovrebbe fare Suv, un macchinone odioso ed inquinante sfoggiato spocchiosamente dai prepotenti nel traffico cittadino, spesso seconda o terza auto per il suo acquirente, insomma un prodotto che socialmente è dannoso, puro consumismo e pura distruzione di risorse. Questo prodotto dovrebbe essere venduto per metà negli USA e non si capisce perchè dovrebbe essere fatto in Italia.....dove sta la ratio di questa scelta? Insomma la Fiat si fa due newco una a Pomigliano per fare una auto senza alcun futuro come la Panda e destinata ad un pubblico povero e l'altra a Torino per produrre un mostro ecologico dal costo elevato che sarà acquistato da una fascia di consumatori che non ha problemi di far quadrare il bilancio a fine mese... Ma che comunque non sono tantissimi. Due scelte ad occhio e croce perdenti nel medio e nel lungo periodo offerte da Marchionne come fossero veri e propri miracoli della sua capacità di condottiero....
Il comportamento dei sindacati al tavolo della trattativa è davvero di una arrendevolezza straordinaria! Non possono inghiottire il rospo della fuoriuscita dal contratto nazionale che legittima la loro stessa esistenza, ma non vogliono dispiacersi Marchionne e tutto l'establiscement politico italiano che gli tira la volata. La Camusso è stata cautissima nelle parole e chiede l'intercessione della Marcegaglia ed intanto lavora per aumentare dentro la Fiom l'opposizione a Landini e Cremaschi e si è già visto con talune dichiarazioni dei torinesi. E' difficile per la Fiom conservare la sua combattiva identità restando dentro la CGIL. La confederazione ha una influenza politica ed un potere organizzativo nel territorio che finisce sempre con il prevalere. La Camusso prende tempo. Sa che la crisi lavora in suo favore e ridurrà alla "ragione" altri dirigenti della Fiom. E' solo questione di avere pazienza e continuare a lanciare segnali. D'altro canto l'intreccio degli interessi tra i sindacati e tra questi e la confindustria è tale da condizionare ed omologare i loro comportamenti sempre di più a quelli voluti dalla vulgata della competitività. I meccanici torinesi come tutti i lavoratori italiani sono messi dinanzi il ricatto della crisi. O lavoro senza diritti o disoccupazione! Una crisi che ogni giorno che passa appare sempre più una politica voluta dai ceti dominanti dell' Occidente per togliere al più presto quanto si è conquistato in un intero secolo e tornare alla barbarie precivile e pregiuridica che pensavamo di non dover conoscere mai più.
Ma è anche possibile che Marchionne ponga condizioni inaccettabili sapendo che non possono essere accettate nonostante l'accondiscendenza della maggior parte dei sindacati. Insomma per scaricare su altri la responsabilità di investimenti che non vuole fare e che agita solo ai fini delle quotazioni in borsa..
Può darsi che non abbia nessun piano industriale degno di questo nome e che i suoi interessi siano più finanziari e che produttivi. La flessione delle vendite di auto Fiat dovrebbe allarmare il governo ed i sindacati italiani e magari far capire che questo interlocutore è poco credibile e le sue provocazioni vere e proprie recite teatrali.
Penso che la Fiom dovrebbe cambiare politica verso i Cobas ed in genere i sindacati di base e con questi costituire una massa critica più valida nella difesa dei diritti dei lavoratori insidiati non solo dal padronato ma anche dai comportamenti di Cisl ed Uil e della destra politica che in Italia ha estensioni enormi. Fiom e sindacati di base potrebbero contare su un'area di milioni di lavoratori sempre più delusi dal sindacalismo di regime e dalla stessa CGIL che ha lasciato passare senza reagire importanti fatti come il collegato lavoro, la legge Gelmini, la legge Biagi.
Pietro Ancona
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento