Ci avviciniamo rapidamente alla fine di questo altro anno orribilis per le classi povere della società italiana. La destra sta realizzando, uno dopo l'altro i suoi obiettivi, forte della esperienza fatta in Inghilterra e negli USA di dismissione del welfare e di compressione dei redditi da lavoro. Ieri la destra ha messo nel carniere due fondamentali prede: l'università pubblica ed il contratto collettivo di lavoro infischiandosene della protesta di centinaia di migliaia di studenti e professori ed ignorando l'opposizione della Fiom. La Gelmini ha generosamente annunziato che incontrerà gli studenti dopo averli sbaragliati con la truffaldina approvazione della legge al Senato. Magari farà cadere qualche briciola dal tavolo, ma nulla di più. L'impianto neocon della riforma universitaria resterà intatto e comincerà subito ad escludere molti sulla base del metodo "meritocratico" che premia i provenienti dalle famiglie benestanti ed integrate. La Fiom, sindacato di gran lunga maggioritario tra i metalmeccanici, in conseguenza del suo rifiuto a firmare il patto aziendale proposto dalla Fiat, sarà emarginata e forse esclusa dalla rappresentanza interna
riservata solo ai sindacati organici alla ideologia Fiat come la Cisl, l'Uil e la Fismic. La linea è quella di andare oltre l'isolamento della Fiom addirittura criminalizzandone la presenza dentro lo stabilimento Mirafiori dal momento che, come scrive "Il Sole 24 Ore", non sarebbe più consentita dalla legge. Il colpo inferto da Marchionne e dalla Marcegaglia, con la solerte copertura del "complice" Sacconi, ai lavoratori italiani è durissimo. Si è alzata la forca dove impiccare la Fiom che la CGIL ha abbandonato al suo destino dal momento che contemporaneamente stringe accordi di ferro con la Confindustria e con la Cisl e l'Uil.
Insomma ieri sè è chiuso l'anno orribilis per il patto sociale italiano che aveva consentito il mantenimento di un certo equilibrio sociale ed aveva assicurato dignità ed una qualche sicurezza alla popolazione. Nel 2011 approderà una Italia diversa in cui anche lo Stato e le sue istituzioni vengono occupate dal gruppo economico e politico dominante. Lo Stato viene "liberato" di cinquecentomila dipendenti a vantaggio di gruppi dirigenziali di supermanagers che per quanto nell'ordine delle migliaia non costeranno di meno. Le famiglie dei lavoratori dovranno rinunziare a fare laureare i figli e non avranno i soldi per pagare gli asili nido. La fetta di Pil destinata al profitto ed alle rendite si ingigantisce, mentre viene erosa e ridotta quella del lavoro dipendente.
> Bisogna dare atto a Berlusconi (che ieri ha lodato Marchionne ed approvato gli accordi di Mirafiori) che è stato abile e capace di guidare il passaggio dell'Italia dall'interclassismo alla dittatura della destra e della sua maggioranza. E' stato più bravo di tanti suoi colleghi che affollano le riunioni di Bildelberg. Ha destrutturato lo stato sociale e sta strutturando lo stato dei padroni confrontandosi con le questioni fondamentali del lavoro, dei diritti, della scuola, della sanità, della politica estera. La sua politica, la politica della destra italiana è rivolta alla costruzione di uno Stato ideologico impregnato dai valori del liberismo. Sbaglia di molto Bersani ed il PD ad attaccare Berlusconi ed il suo governo
sulla base della efficienza e spingendosi financo a parlare di fallimento di un decennio. Ma quale fallimento? La destra ha realizzato quasi tutto quello che voleva. Le sue "riforme" sono state in grande parte fatte. Dalla legge Biagi all'accordo di Mirafiori si sviluppa il più poderoso attacco che fosse mai stato sferrato alla condizione esistenziale di venti milioni di lavoratori italiani e delle loro famiglie. E' ridicola e grottesca la pretesa di Bersani di dire che il centro-sinistra farebbe meglio del centro-destra. Meglio che cosa? Bersani è d'accordo su tutte le cose che la destra italiana ha realizzato per umiliare il blocco sociale progressista: è d'accordo sulla legge Biagi, sul collegato lavoro, sulle riforme Gelmini, su Marchionne e sulla politica estera della quale accetta le guerre coloniali e rimprovera a Berlusconi le cose sulle quali dovrebbe essere d'accordo: i rapporti con Putin e con la Libia!!.
Questa politica del PD non è alternativa al berlusconismo perchè ne condivide le scelte fondamentali. Bersani ed i suoi vorrebbero soltanto dimostrare alla borghesia italiana di essere più bravi nella tutela dei suoi interessi della destra. Il suo errore é quello di non essere comunista e di volere ad ogni costo rassicurare che non lo é.
Berlusconi ha già dato tutto quello che il suo blocco sociale sempre più asociale e barbaro chiedeva. Si illude Bersani se pensa che la Marcegaglia e la Confindustria, allettate dalla resa della CGIL, cambieranno campo e si illude di diventare la guida di un blocco moderato diverso da quello attuale. Prima del PD la destra potrà scegliere Casini o Fini ammesso che abbia voglia ed interesse a farlo.
Ecco perchè considero cretinismo politico la linea del PD e di Bersani. In Italia c'è un vuoto enorme in Parlamento che aspetta di essere riempito: manca un forte partito socialista o comunista che abbia un pensiero forte, una ideologia più forte di quella reaganiana della destra. Questo Partito è il solo che possa recuperare lo Stato voluto dalla Costituzione ma deve essere attivo nel Paese spingendo la lotta sociale oltre il recupero delle posizioni perdute in questi anni. Ponendosi come obiettivi l'abrogazione della legge Biagi, del collegato lavoro, delle riforme della scuola e dell'università, della politica estera.
Ripristinare il contratto a tempo indeterminato per tutti ed alzare i salari di almeno il venti per cento. Sono obiettivi che anche la parte più responsabile dei "moderati" italiani potrebbe condividere.
> Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it
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