domenica 12 dicembre 2010

Leonardo Sciascia ed i comunisti

Leonardo Sciascia ed i comunisti



Serata di grande cultura civile ieri allo Steri di Palermo. Si presentava il libro di Emanuele Macaluso "Leonardo Sciascia ed i comunisti". Lo illustravano, oltre che l'autore, Peppino Di Lello, Michele Figurelli, Gioacchino Lanza Tomasi. Presenti le figlie di Sciascia e tanti "compagni" in parte canuti e quasi nessun giovane come se la "discontinuità" proclamata da Occhetto alla Bolognina abbia occluso ogni comunicazione tra passato e presente, abbia cancellato o addirittura colpevolizzato il passato. Oggi viviamo in un tempo-non tempo che non ha radici, non ha storia, non produce storia e non sembra avere un futuro. La fine delle ideologie e cioè l'adesione della sinistra italiana al pensiero unico del capitalismo ha privato ognuno di noi e l'Italia stessa della sua identità. Per questo sento gratitudine profonda per la ricostruzione-rievocazione che Macaluso ha fatto nel suo libro della storia della sinistra siciliana e della vicenda nazionale come la storia di noi quando c'eravamo ed eravamo vivi. La Bolognina per i comunisti ed il craxismo per i socialisti sono stati causa di due guerre perdute quasi per sempre dalla sinistra e dalla cultura italiana ed oggi viviamo in una palude mefitica e siamo nelle mani di personaggi come Marchionne, la Marcegaglia, Berlusconi, Fini....

Macaluso ha scritto un libro sul grande eretico pervaso di nostalgia e commozione. Nostalgia per una stagione della nostra vita in cui si è combattuto il fascismo e si è lottato nella zolfara e nel feudo per riscattare non solo minatori e braccianti ma il popolo siciliano

Sciascia ed i valori di cui era portatore intransigente vengono recuperati pienamente uno ad uno, polemica per polemica. Ne viene fuori la straordinaria attualità di un maestro di libertà e di laicità. Le polemiche di Arlacchi, Cammilleri, Amendola, del Comitato Antimafia vengono tutte contestate ad una ad una e la "verità" sostenuta da Sciascia sulla politica, sul compromesso storico, sulla magistratura, sul caso Moro, sulla scomparsa di Majorana viene non solo recuperata ma difesa. Macaluso è stato uno dei più importanti dirigenti del PCI. E' stato nella segreteria con Palmiro Togliatti. Anche se era a sua volta eretico non mi aspettavo da lui una adesione così ragionata, così convincente alle battaglie a suo tempo combattute da Sciascia. Il suo riconoscimento dell'opera di Sciascia è stato accompagnato da una affettività ed una sorta di gratitudine commoventi.

Il punto essenziale di conflitto tra Sciascia e il PCI è stato il compromesso storico inventato da Berlinguer in uno sviluppo particolare del pensiero togliattiano. Il compromesso storico ancor prima della Bolognina è stato causa del disarmo ideologico culturale e alla fine anche morale del partito comunista italiano ancora prima della fine della URSS accettata acriticamente come "fallimento" del comunismo. Il compromesso storico scaturito da una riflessione sul Cile è la dichiarazione di resa del socialismo: non si può governare senza la borghesia. Oggi, nell'era della globalizzazione, sappiamo bene che cosa è la borghesia in quanto classe e di quanto sangue e di quante lacrime sono intrisi i cosidetti valori occidentali che scacciarono il comunismo ed il comunitarismo.

Ecco: sono della opinione che dobbiamo giungere ad una netta nostra separazione dal compromesso storico e dalla Bolognina e naturalmente dal craxismo oggi degenerato in berlusconismo e nell'infame degradazione del sistema politico italiano. Recuperare le ragioni non solo di Marx ma della esperienza del comunismo nel mondo..

Spero che ci si voglia dedicare anche a questo. Una rottura con la discontinuità, un recupero pieno dei fili della nostra storia, della nostra identità, del nostro passato che è il nostro solo possibile futuro se vogliamo continuare a credere in un destino migliore dell'umanità.



Pietro Ancona

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