Le tre voci di Cernobbio
A Cernobbio la grande borghesia italiana dell'industria e degli affari si riunisce anche anno per aggiustare la sua strategia di egemonia sociale e politica. Un appuntamento nel quale si scoprono le novità, gli orientamenti che saranno suggeriti alla classe politica di destra e non solo. La sinistra non ha niente di simile. Non riunisce mai i suoi stati generali della politica e del sindacato e di quelle che una volta si chiamavano organizzazioni di massa e che oramai da tempo sono diventate organiche alla destra (la cooperazione, l'artigianato, gli agricoltori). La sinistra non ha niente da proporre. Accetta le indicazioni e fa proprie gli imput della destra liberista italiana la più retriva ed infrequentabile della Unione Europea.
A Draghi che con una qualche ingenuità e sincerità di servitore dello Stato proponeva il modello tedesco il Ministro Tremonti ha risposto schernendolo che "è roba da bambini": l'Italia non ha bisogno di imitare il modello tedesco, andrà avanti per la sua strada.
In effetti l'Italia creata da Berlusconi da Tremonti dalla Confindustria con la servile collaborazione del PD e dei sindacati confederali è profondamente diversa dalla Germania. Non si propone il bene di tutti ma identifica nel bene del padronato il bene di tutti, il Dio Moloch al quale sacrificare ogni cosa.
La borghesia italiana ha trovato la sua Germania nella spoliazione sistematica di venti milioni di lavoratori dipendenti. La fetta di PIL fatta di salari è stata drasticamente ridotta fino quasi a diventare trasparente. Un enorme massa di miliardi di euro sono transitati dal lavoro dipendente a quello autonomo e delle professioni, al capitale ed alla finanza. Questa enorme massa di denaro alimenta il benessere delle classi possidenti che sono in grado di risparmiare ed occultare all'estero almeno duecento miliardi come abbiamo visto con il cosidetto scudo fiscale.
L'altra Germania della borghesia italiana è il welfare. La scuola viene sottoposta ad una spaventosa cura dimagrante che la dequalificherà per sempre e le vengono sottratte qualcosa come nove miliardi di euro, una sottrazione che dovrebbe essere ottenuta dal licenziamento di duecento mila professori.
La sanità viene colpita per cinque miliardi di euro che nella migliore delle ipotesi dovranno essere presi dalla fiscalità generale cioè in grandissima parte dai lavoratori dipendenti (quasi gli unici a pagare fino all'ultimo centesimo le tasse).
Ma, oltre a queste due Germanie, Tremonti ne ha altre: il blocco degli investimenti nel Sud, le privatizzazioni che dovunque realizzate sono state deleterie per i servizi e per le tariffe imposte......
Ma la vera Germania di Tremonti sta nella canina disponibilità dei Sindacati Confederali non solo ad accettare i dicktat dei Marchionne ma, come certi servizievoli ascari, ad indovinare la volontà del padrone. Ed ecco la proposta di Bonanni di riservare gli scioperi e le manifestazioni soltanto al sabato per non danneggiare le imprese. (ma se lo sciopero non danneggia la produzione a che cosa serve?)
Questo Ministro del Tesoro che, a tempo perso usa come acchiappacitrulli citazioni di Marx, parla
a favore del posto fisso salvo a mantenere nello Stato italiano una immensa quantità di precari biagizzati, gode della stima e della simpatia di una opposizione che lo vedrebbe volentieri come Primo Ministro al posto di Berlusconi.
Il vero volto di questo signore ogni tanto appare dietro la cortina fumogena e la prosopopea del grande salvatore delle finanze italiane. Sembra quasi sempre sul punto di affermare che senza di lui l'Italia affonderebbe subito peggio della Grecia. Il vero volto è quello mostrato sulla legge per la sicurezza del lavoro. Anche questa una "roba", un "lusso" che l'Italia non può permettersi!
Ma la situazione italiana è angosciante non soltanto per le enormi pompe che il governo ha attivato sul monte salari e sul welfare ma anche e sopratutto per l'accelerazione del processo di destrificazione
della opposizione italiana. La Marcegaglia ha chiesto ieri a Cernobbio un nuovo patto sociale. Non è mai sazia e quanto è riuscita ad incassare dai sindacati negli ultimi venti anni non le basta. Vuole ancora di più, di più.... Il nuovo patto sociale è basato sulla abolizione dei contratti nazionali di lavoro e sulla introduzione di sistemi di sfruttamento del lavoro sempre più sofisticati a volte oltre il limite della sopportazione fisica. La stagione autunnale si apre con l'agenda proposta a Cernobbio e prima ancora a Pomigliano d'Arco. I lavoratori debbono cedere tutto!!
La Marcegaglia ha lodato Susanna Camusso. Non dubita che sarà una fedele e diligente collaboratrice per il successo dei suoi programmi.
Questa fiducia della Marcegaglia è ben riposta. Il PD al quale fa riferimento la Camusso e che controlla la CGIL propone una stretta sul diritto di sciopero, l'abolizione dell'art.18, la decontrattualizzazione, il mantenimento e l'aggravamento del precariato, la riduzione ai mini termini del welfare. Non si limita a questo: attacca gli ultimi fortini di resistenza. Alla Fiom D'Alema e Damiano hanno ingiunto di "inghiottire il rospo".
L'Italia che esce dalla somma, dalla convergenza di queste linee, è un ammasso di rovine umane e sociali. Una sofferenza sociale che sta raggiungendo quasi tutti i venti milioni di lavoratori dipendenti e le loro famiglie. L'Italia come la Polonia, la Serbia, la Tunisia. La differenza sta nella ricchezza delle classi privilegiate. In Serbia o in Polonia nessuno è ricco quanto la Marcegaglia e Berlusconi.
Pietro Ancona
già consigliere CNEL
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it
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