sabato 11 settembre 2010

il pd e la destra

Il PD e la destra

La faccia contratta dall'odio di Enrico Letta, l'aggressione di Bersani ai giovani che hanno contestato Bonanni definiti "squadristi"costituiscono un punto derimente della politica italiana e segnano il definitivo passaggio del PD all'area "moderata" e cioè di destra. L'area che sostiene Marchionne nella sua opera di cancellazione dei diritti dei lavoratori nelle fabbriche italiane, che non ha alzato un dito per lo storno di otto miliardi di euro dalla istruzione alle spese di guerra, che accetta l'oligarchismo di una classe di politici gaudente, elegante, frequentatrice di ristoranti di lusso, dedita al consumismo ed appena tornata dalle vacanze tutta pimpante ed abbronzata.
Bersani ha gettato le carte in tavola. Ha detto chi è e che cosa vuole essere: il suo modello è Blair, il PD dovrà essere come il New Labourist che gettò alle ortiche il socialismo, posò la classe operaia e la sua maledetta abitudine di pretendere il the alle cinque come i gentiluomini inglesi. Speriamo che come Tony Blair non finisca alcoolista per i rimorsi della guerra scatenata in Iraq.
La Fiom è la testa di turco di Bersani. Strapazzandola e criticandola mostra alla signora Marcegaglia quando è bravo a contenere le pretese dei metalmeccanici. Nello stesso tempo mostra alla signora il suo carniere con dentro la CGIL che non ha fatto niente di importante sul licenziamento di duecentomila professori della scuola italiana, che non ha agito contro le deroghe al ccnl sottoscritte da Cisl ed Uil.
Il progetto del gruppo dirigente del PD è di sostituirsi alla destra di Berlusconi e Bossi mantenendo inalterate le garanzie che questa ha offerto alla imprenditoria ed alla borghesia parassitaria. Dentro il PD non esiste una sola corrente di sinistra. La stessa Rosy Bindi che sembrava la più sensibile ai problemi dei lavoratori e della sofferenza sociale non fa niente di diverso dei suoi colleghi del gruppo dirigente. Dentro il PD diverse destre si combattono tra di loro per la conquista del controllo del partito. Veltroni, Letta, D'Alema, Bersani, Franceschini fanno a gara a chi conquista per primo le posizioni più gradite all'elettorato di destra .
L'involuzione del PD fa del Parlamento italiano l'unica assemblea legislativa del mondo in cui sono presenti soltanto rappresentanze di destra. Questo fa dell'Italia un regime. Se Berlusconi e Bossi fossero fronteggiati da un grande partito socialdemocratico o socialista non avrebbero la libertà con la quale stanno sfasciando la Costituzione e la coesione sociale. Mentre i professori vengono licenziati Bossi fa concedere un contributo di ottocentomila euro alla scuola leghista della moglie e la giunta di centro-sinistra di Pesaro pensa di stanziare un milione di euro per la scuola privata. Sul fronte dei diritti dei lavoratori non c'è differenza tra le posizioni di Sacconi e Cazzola e quelle di Ichino e Letta. La difesa della pace è stata abbandonata da molto tempo anche dalle componenti cattoliche del PD. Noglobal è diventato per il PD quasi sinonimo di terrorismo. I sindaci di centro-sinistra gareggiano con Alemanno e con i leghisti nella persecuzione dei rom che vengono scacciati dai loro campi e criminalizzati. Nessun interesse viene mostrato per la gravissima situazione delle carceri italiane.
Se il PD è questo non capisco la voglia di Vendola di concorrervi per le primarie. Ammesso che Vendola li vinca e diventi il candidato del PD potrà forse cambiare la natura del PD? Non credo proprio! Inoltre mi sembrano assolutamente suicide per la sinistra le offerte di Ferrero o di altri per un Nuovo Ulivo. Il centro-sinistra non offre alcuna possibilità di apertura verso le istanze della sinistra cosidetta radicale che poi tanto radicale non è.
La sinistra dovrebbe abbandonare l'ossessione elettorale e parlamentaristica. Il problema non è quello di portare qualcuno in Parlamento ma di ricostruire un forte movimento sociale, un nuovo sindacato, un nuovo partito dei lavoratori che deve essere davvero "vetero" come spregiativamente dicono i nuovisti alla Letta, cioè impregnato di ideali di giustizia, libertà, democrazia e sopratutto eguaglianza.
L'Italia è diventato un paese di diseguali fatto da gente che si sollazza in panfili da venti milioni nel mare antistante Villa Certosa e da chi, come la madre di Trento, viene privata del figlio perchè guadagna soltanto cinquecento euro al mese. A questa Italia di diseguali si è votato il PD. Ma nel Paese cresce l'insofferenza verso questa Oligarchia stupida e priva di prospettive per il futuro. In una Italia in cui i lavoratori sono sempre più poveri ed infelici, in cui viene demolito il welfare, in una Italia asservita agli USA il ricordo del ruolo del movimento operaio e socialista torna alla memoria degli anziani e viene riscoperto dai giovani. La criminalizzazione di Rubina Affronte che ha avuto il coraggio di contestare Bonanni non porterà il PD molto lontano....
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it

2 commenti:

Anonimo ha detto...

condivido pienamente la sua analisi. manchiamo appunto di un partito social-democratico vetero-ottocentesco, cioè radicato nel territorio e nei luoghi di lavoro: sezioni, case del popolo, tessere e congressi. Oggi si decide davanti ai caminetti, poi si organizzano "primarie democratiche" a cui può partecipare chiunque passi per la strada, compresi gli stranieri senza carta d'identità: ed è giusto cosi, tanto non è li che si decide. dario gasparini

Anonimo ha detto...

io ho commentato ma non l'hai pubblicato... alla faccia!