domenica 11 gennaio 2009

verso nuove sconfitte

Dopo la cannonata a salve del 12 dicembre
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Non mi ero sbagliato a definire lo sciopero della CGIL del 12 dicembre
scorso una cannonata a salve. In effetti non ha avuto alcun seguito e non
poteva averne dal momento che non aveva avanzato alcuna rivendicazione
limitandosi in un documento sulla crisi scopiazzato da scelte ministeriali a
chiedere il niente, qualche aggiustamento burocratico alle feroci misure del
governo ed associandosi come Bertoldo ad una richiesta demagogica ed
irrealizzabile di flexisecurity: la concessione della CIG o equipollenti
ammortizzatori sociali ai precari, una proposta che nasce dai contorcimenti
dialettici derivanti dall'accettazione della realtà giuridica del
precariato. Gli ammortizzatori sociali per il precariato,possibili in
situazioni fisiologicamente normali, sono assurde e pazzesche in un Paese in
cui il precariato è una Patologia creata dalla destra economica e politica
per sostituire gradatamente il contratto di lavoro a tempo indeterminato e
per tenere sotto il tallone di ferro del ricatto i nuovi assunti nelle
aziende ed anche nella pubblica amministrazione. I precari
"
Alla fine del mese di settembre hanno raggiunto quota 2.812.700. Sono il 12
per cento del totale degli occupati in Italia. Dal 2004 al settembre scorso
sono aumentati del 16,9 per cento. Ben 5 volte di più dell'incremento
registrato dai lavoratori dipendenti a tempo indeterminato che sono
cresciuti, nello stesso periodo, del 3,1 per cento. Il Mezzogiorno è la
macro area dove sono più numerosi: ben 940.400 pari al 33,4 per cento del
totale nazionale. "

Chiedere per questa massa di circa tre milioni di persone alle quali vanno
aggiunti i finti autonomi ammortizzatori sociali è una follia. Per questi
lavoratori la soluzione è un rientro nella normalità del rapporto di lavoro
a tempo indeterminato (è anormale un contratto a termine rinnovato sei volte
e oltre) ed il varo di una politica di sostegno dell'economia. Bisogna
chiedere la trasformazione dei contratti a termine ed atipici in contratto a
tempo indeterminato, senza farsi frastornare dal terrorismo sulla crisi che
attraversa tutta l'economia capitalistica dopo le ruberie delle finanziarie
americane.
Mentre il Direttivo della CGIL si limita a dire al Governo di non fare
furbizie(è già la seconda volta che parla di furbizie dopo l'annunzio della
settimana corta -edizione maligna ed antioperaia delle 35 ore francesi)
Sacconi si inventa come rendere ancora più amara e difficile la vita ai
lavoratori proponendo Casse Integrazioni differenziate per Regioni ed
insistendo sulla riduzione della settimana lavorativa , una sorta di cavallo
di troia per scardinare dall'interno l'art.18 ed il contratto a tempo
indeterminato. Per fortuna molte delle nefandezze che propone il Governo non
possono realizzarsi per difficoltà obiettive che nascono sempre quando si
vuole fare entrare nella stalla l'asino per la coda. Ma ciò non toglie
nulla alla disgraziata inadeguatezza della iniziativa della CGIL (degli
altri due sindacati non ne parlo nemmeno essendo acquisiti al padronato ed
al governo) incapace di proporre la difesa del salari e delle pensioni
attraverso la loro indicizzazione, l'abolizione
della legge sacconi-maroni (biagi), poteri statali al delegato alla
sicurezza, il salario minimo garantito contro paghe orarie inferiori financo
a due ore l'ora, l'abolizione dei ticket sulle medicine, l'abrogazione di
tutte le norme di peggioramento delle pensioni, un tetto invalicabile agli
stipendi da mille e una notte dei managers pubblici e privati, la gratuita
degli incarichi politici e la commisurazione degli incarichi amministrativi
a qualcosa non superiore del dieci per cento delle paghe epicali.
Ma la CGIL non avanzerà nuove proposte. Ha il tabù con il quale ha
maledetto la normale attività sindacale di richiesta di miglioramenti della
condizione dei propri associati e dei lavoratori. I lavoratori italiani oggi
sono i peggio retribuiti d'Europa ma questo non preoccupa nessuno.
Quindi si andrà avanti cercando di migliorare di qualche virgola i decreti
e le decisioni che
spoglieranno del tutto i lavoratori italiani dei loro diritti, chiuderanno
per sempre la speranza
già abbandonata quando qualcuno decise che le classi non c'erano più ed io
ho sempre le traveggole quando leggo le statistiche Istat che da più o meno
sempre attorno a ventiquattro milioni di persone la classe operaia che non
c'è più. Qualcuno l'ha cancellata con un trattino di penna........mentre
aumentava di numero.
Pietro Ancona
sindacalista cgil in pensione

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