sabato 10 gennaio 2009

lettera a Irene

Cara Irene,


spero che tu sia molto più giovane di me che ho superato i settanta, sto molto bene in salute nonostante porti tre bypass da circa venti anni, ma ogni tanto mi sento le ossa pesanti ed il fiatone. La cosa più triste della vecchiaia è il senso di impotenza fisica. Perchè questo discorso sulla vecchiaia? Stasera rai tre si è aperto con un apocalittico discorso di Obama sui guai dell'economia americana. Ha parlato di cinquecentomila persone che hanno perso il posto ed ha detto che saranno anni durissimi. Subito dopo hanno mostrato alcuni quadretti di vita americana ed hanno fatto vedere una cosa di cui sento tuttora l'umiliazione, la vergogna, il disagio: una vecchia donna di 84 anni, dalla faccia rosea somigliante alla moglie di Bush senior che lavorava da cameriera in un posto affollato e correva da un tavolo all'altro. Intervistata ha detto: se perdo il lavoro sono finita!
Mentre guardavo arrossendo di vergogna sentendomi come essere umano in qualche modo coinvolto mi sono ricordato di aver letto, qualche tempo fa, nel magazine del Corriere della Sera, un terribile servizio sui vecchi americani che lavorano : un ottantacinquenne, con le mani deformate dall'artrite, magazziniere in un supermercato e, cosa impressionante per la sua barbarie, una signora novantacinquenne, ancora bella, magra, con i capelli come si usava portarli negli anni dei telefoni bianchi che raccontava alla giornalista come si alza tutte le mattine alle quattro, usa tre diversi mezzi per arrivare all'ufficio alle nove dove fa la dattilografa certo non per tanti soldi. Disse: senza questi soldi non posso comprarmi le medicine per sopravvivere ancora. Ogni sera ritorna (ritornava) a casa con il buio.
Ebbene, penso che sia profondamente immorale una società che costringe le persone tanto anziane a lavorare. Ho fatto il sindacalista tanti anni. Credo che nell'incrudelire con gli anziani spostando sempre più in alto l'asticella della messa a riposo ci sia un dato ideologico. In una società i poveri servono soltanto per produrre ricchezza ai ricchi. Non debbono avere niente. La ricchezza è riservata soltanto ai ricchi, non ci sono obblighi sociali. Le Costituzioni basate sulla coesione delle classi sono oramai tutte carta straccia. Io sono andato in pensione con l'ottanta per cento della media delle retribuzioni degli ultimi dieci anni. Credo che fosse un criterio giusto. Al mio caro amico Luciano Lama che spiegava come e perchè i pensionati si debbono accontentare di meno rispondevo che un ragazzo può
mangiare pane e mortadella per un certo tempo se lo fa un pensionato gli viene l'ulcera.
Il problema non è quello delle risorse che ci sono ma del loro accaparramento.
Nella presentazione apocalittica della crisi che fa Obama c'è un calcolo ed una omissione: si omette di prendere atto che il liberismo ha fatto fallire la democrazia la libertà e dissestato le società, c'è il calcolo di indurre la gente che vive di lavoro a non pretendere, ad accontentarsi delle briciole delle grandi
abbuffate di soldi che i managers fanno (a volte anche a spese degli azionisti delle società che spolpano).
E' fallita una società che fa lavorare i vecchi anzicchè pensionarli e curarli e spende triliardi di dollari in armi per sterminare i poveri della terra. Lo stesso Obama che si dimostra uno scaltro "americano" non andrà lontano. Non ha neppure i margini di tempo e di possibilità che ha avuto Bush.
Pietro Ancona

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