sabato 31 gennaio 2009

Più regole, più salari, più pensioni!!!

Niente soldi alla Fiat, alle banche
===============================

restrizioni severe alle delocalizzazioni ed alle filiere.

Non è affatto vero che la crisi che travolge il tessuto produttivo del Paese abbia tutte cause oggettive, fatali, ineluttabili.
Aziende che funzionano perfettamente con ottimi rendimenti decidono di trasferirsi altrove per fare altro o per sfruttare migliori condizioni di servaggio della manodopera.
Altre si dedicano alla moltiplicazione dei costi specialmente se producono per la pubblica amministrazione attraverso filiere speculative che spremono il lavoro dei precari e lo rivendono a peso d'oro all'acquirente finale.
La libertà del mercato è un bene che va preservato ma anche regolato. Bisogna instaurare severi restringimenti alla libertà di smobilitare costringendo l'azienda ad assolvere al suo ruolo sociale nel tessuto del territorio in cui è inserita.
Anche le filiere per le mere prestazioni lavorative o altro vanno esaminate al microscopio dal momento che non so più pagare un ingegnere mille euro al mese e rivendere senza colpo ferire il suo lavoro a cinquemila e anche più.
I soldi che chiede la Marcegaglia (otto miliardi di euro) vengano destinati all'aumento dei salari. Gli ammortizzatori non servono a niente. Sono soltanto manifestazioni statali di complicità con le nefandezze di una imprenditoria priva di scrupoli.
Dando soldi alla Fiat o ad altre imprese non si risolve la crisi ma si aggrava. Soltanto migliorando la domanda con consistenti incrementi retributivi e delle pensioni si può rimettere in moto il treno dello sviluppo.
Infine si deve cambiare modello produttivo. Non dobbiamo pensare di produrre per sempre auto o elettrodomestici di scarsa qualità. Bisogna orientare la produzione verso nuovi prodotto socialmente più utili. Produrre per arricchire la società e non solo per consumare.
Pietro Anconahttp://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it

Nessun commento: