martedì 9 febbraio 2010

Una risposta di Giulietto Chiesa: Non votare!

Martedì, Febbraio 09, 2010

Suicidio IDV, e adesso?

Scritto da Lettere Martedì 09 Febbraio 2010 10:39
Lettere Una riflessione sul futuro di un'alternativa politica dopo la "Svolta di Salerno" di Antonio Di Pietro, che ha imbarazzato molti suoi sostenitori, e dopo le frammentazioni micro-identitarie della sinistra. Giulietto Chiesa risponde a un lettore.

Buongiorno, sig. Chiesa.
Dopo la "svolta" moderata dell'Italia dei Valori, l'accettazione passiva e acritica della stessa linea da parte di Sinistra e Libertà, l'atteggiamento ambiguo di Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani, A CHI E' POSSIBILE DARE UN VOTO ALLE REGIONALI?
Siamo ormai allo sfascio totale anche degli ultimi residuati della sinistra, purtroppo.
Devo rassegnarmi a non votare o ad annullare la scheda? Ripiegare temporaneamente su Ferrando, per quanto non condivida affatto certe sue posizioni internazionali che purtroppo rischiano spesso di portare acqua al mulino degli Stati Uniti?
Come direbbe Lenin, CHE FARE?
A questo punto, penso davvero che uno dei principali interlocutori per Alternativa possa essere Comunisti-Sinistra Popolare di Marco Rizzo. Anzi, sarebbe forse il caso, per quanto possibile e nel rispetto delle legittime differenze, tentare di unire gli sforzi in una battaglia comune. Cosa ne pensa in proposito? E' possibile secondo lei arrivare a una convergenza con il compagno Rizzo?

Grazie ancora per tutto!

Luca Donini

Caro Luca,
io non voterò alle prossime elezioni regionali. Ogni voto dato a questa masnada di persone senza bussola significa autorizzazione a continuare a fare quello che hanno fatto fino ad ora.
"Alternativa", nella mia idea (poi sentiremo anche gli altri che stanno arrivando) dialogherà con tutte le persone, iscritte o non iscritte ai partiti, votanti o no, che capiscono l'esigenza assoluta di una nuova società, appunto alternativa a questa e in grado di portarci fuori dal disastro. Il meschino attardarsi in tattiche e tecniche non fa che confondere le idee in testa alla gente e dilaziona il compito più essenziale: costruire un programma per l'uscita da questo mostruoso pasticcio che è il capitalismo finanziario in cui viviamo.
Ci sono momenti - questo lo è - in cui bisogna prendere fiato e raccogliere le idee, guardando al futuro un pò più lontano. Altrimenti facciamo come quello che si iscrive all'università senza sapere nè leggere nè scrivere. Noi siamo cosi' in questo momento. Non abbiamo la conoscenza perchè quelli che erano i nostri leaders non l'hanno predisposta. E non abbiamo l'organizzazione, perchè gli stessi ce l'hanno demolita. Non abbiamo neanche voce, perchè costoro l'hanno data solo a Berlusconi.
Bisogna ricominciare daccapo, come fecero i comunisti quando arrivò il fascismo. E quello che sta per arrivare è una edizione più raffinata del fascismo, ma altrettanto brutale e violenta, se ci ribelleremo. L'unico problema che non so risolvere è: quanto tempo ci vorrà? Immagino molto. Mentre la crisi ci arriva addosso a tutta velocità.
Ma poichè non ho una risposta teorica, mi affido alla prassi: comincio. Vedremo chi ci sarà, quanti ci saranno, quanti capiranno. E allora cercheremo insieme di misurare il cammino.
Io non penso a stringere alleanze con Partiti e Movimenti. Ciascuno mi interessa individualmente. Chi vuole può venire e penso che con molti potremmo fare cammino insieme. Anche con il movimento di Marco Rizzo. Interlocutori sì. Parecchie cose che dice sono molto simili a quello che penso io. Non tutte. Per esempio mi piace la proposta di legge d'iniziativa popolare per il ritorno al posto fisso, con la reintroduzione degli uffici di collocamento pubblici e l'istituzione di un fondo nazionale di solidarietà. E' una proposta intelligente, realizzabile. forte. La firmerò e credo inviterò tutti i miei sostenitori a firmarla.
Certo quello che dice il movimento di Rizzo non mi è nemico. L'ho detto anche a lui. Ma c'è un problema che lo condanna, prima ancora di cominciare, all'isolamento e alla minoria. E' come nascere nani. Capisco il suo problema, ma non posso seguirlo su quella strada. Mettere la Falce e martello sopra tutto, usare il termine socialismo, sinistra, etc è solo in apparenza un radicamento. In sostanza - lo dico con affetto per tutti quelli che ci credono - è come piantare un bonsai. Resterà piccolo, piccolissimo, ininfluente. Perchè lo zoccolo è ormai piccolo, piccolissimo. Oltre questo zoccolo ci sono i milioni che il comunismo e il socialismo non sanno neppure cosa sia stato e cosa potrebbe essere. Una generazione non ha sentito parlarne che male (anche molte calunnie ha sentito, ovviamente). Ma milioni hanno un'idea di sinistra che è la stessa che esce dalla bocca di coloro che la sinistra hanno tradito e istupidito.
Partitre con quei simboli, con quell'armamentario di idee (molte delle quali ancora valide, altre non più) significa tagliarsi fuori fin dall'inizio dal contatto con la grande massa degli altri.
Io con "questi altri" m'incontro ormai da dieci anni, ci parlo, so chi sono, come ragionano. So che potrebbero partecipare, con noi, al cambiamento. So che cercano una maniglia comune cui aggrapparsi. Ma so anche che non lo faranno sotto la falce e martello, che o non conoscono, o disprezzano. Non senza torto
Quindi ci muoveremo per cercare convergenze. Su battaglie comuni. Non conosco appestati. Conosco onesti e disonesti, conosco intelligenti e stupidi. Scelgo i primi in ogni caso.

Cari saluti
Giulietto



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