giovedì 10 settembre 2009

professori licenziati e brachicefalismo della politica

Professori licenziati e brachicefalismo della politica
====================================
Ieri sera il tg3 sicilia ha dato notizia della manifestazione dei precari della scuola organizzata dai Cobas. Hanno fatto vedere per qualche secondo l'immagine del corteo di moltissimi insegnanti e poi hanno intervistato un professore di quelli che perdono il posto. Piangeva! Parlava dei suoi tre figli e del mutuo da pagare e si domandava cosa potrà fare e dove. Ha trascorso moltissimi anni da precario nella scuola, ha quasi cinquanta anni, aveva subito il precariato come un maltrattamento che comunque gli assicurava il pane quotidiano. Non si aspettava di trovarsi fuori, sbattuto in mezzo ad una strada, con un sussidio di disoccupazione forse pari ad un anno (solare o scolastico?) pari al sessanta per cento di quanto percepiva, meno di ottocento euro mensili. Un dramma sociale ha preso corpo e si è abbattuto come un uragano su decine di migliaia di famiglie italiane quasi tutte meridionali dal momento che è stato il Sud fino ad ora a fornire i quadri alla pubblica amministrazione ed alla scuola mentre il nord prospero ha avuto l'industria ed i commerci. I due killer della destra italiana Brunetta e Gelmini hanno lavorato di mazza e di bulino per dequalificare il welfare, l'offerta della scuola pubblica, privatizzare parte della pubblica amministrazione e attaccare e criminalizzare con una prolungata campagna di diffamazione e di ingiurie (fannulloni) i lavoratori pubblici, per scompaginarli e ridurne il peso sociale. I Sindacati confederali non hanno fatto una piega! Hanno fatto finta di non sentire! Si apre un doloroso periodo. Oltre centomila famiglie saranno travolte da
una "riforma" che non consentirà speranze. Il turn over dei prossimi anni non aiuterà di molto il riassorbimento degli esclusi.
Mentre si svolge questo dramma del lavoro intellettuale in uno scenario in cui gli operai si fanno stiliti e sono minacciati di altri settecentomila licenziamenti oltre quelli già avvenuti mentre le cose per le aziende vanno bene (basta vedere le quotazioni in borsa), Comuni e Regioni indebitati per circa trenta miliardi di euro continuano non solo a mantenere oligarchie di politici pagati da stipendi strepitosi ma anche a proliferare nuove mangiatoie per i loro clienti. La privatizzazione dei servizi comunali e la relativa costituzione di tanti nuovi consigli di amministrazione e l'assunzione di managers appesantirà
i costi e tenderà a soffocare le cittadinanze. L'Italia ha oggi 110 Province, il doppio di quelle che aveva alla sua nascita, e queste gravano parassitariamente con le Regioni amministrate da politici i cui stipendi sono quasi tutti equiparati a quelli dei senatori. La politica costa diecine di miliardi di euro
senza neppure fornire servizi di un qualche interesse alla collettività. Il brachicefalismo costituito dalle oligarchie degli "eletti" accomuna maggioranza ed opposizione in una unica grande mangiatoia. L'oligarchismo bipartisan o multipartisan distrugge ogni credibilità di battaglie politiche di cambiamento.
La destra italiana sta infliggendo durissimi colpi ai lavoratori mettendoli letteralmente sul lastrico. Con la legge Biagi ha creato un precariato di invisibili di milioni di giovani molti dei quali sono stati travolti
dalla crisi senza che qualcuno se ne accorgesse. Un precariato che allontana la prospettiva di una stabilità e di un futuro certo. Con l'attacco al lavoro intellettuale scompagina un settore tra i più attivi della democrazia sociale del Paese. La scuola italiana è sempre stata un sostegno alla libertà ed al progresso civile. Il rancore velenosa che la destra ha sempre avuto contro la scuola ivi inclusi i testi scolastici "comunisti" finalmente si sfoga pienamente. Il panorama sociale è ora cosparso di rovine.
Non sarebbe onesto sostenere che la responsabilità di quanto ci sta succedendo è solo della destra.
L'impianto ideologico liberista delle "riforme" è assai presente ed attivo anche in parti importanti di quella che una volta era la sinistra. Ichino, Letta, Bersani e tanti altri non sono distanti dall'idea di scuola statale della Gelmini e dall'idea di sanità e di pubblica amministrazione di Sacconi e Brunetta.
Le forze antagoniste a questa offensiva contro i lavoratori sono i sindacati di base ed i partiti della sinistra radicale. I Cobas pur essendo capaci di grandi momenti di mobilitazione sono discriminati da Governo e Parlamento ed isolati dalle Confederazioni. La loro rappresentatività viene misconosciuta! I partiti della sinistra radicale si leccano ancora le ferite della loro espulsione dal Parlamento e fanno quel che possono. La bilancia pende a destra. Sarà molto duro recuperare l'Italia alla civiltà proposta dalla nostra Costituzione. Una parte del paese fa la guerra civile all'altra per spogliarla di tutto.

Pietro Ancona
pietroancona@tin.it
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it

Nessun commento: