lunedì 26 marzo 2012

La politica di riduzione del danno

La politica di riduzione del danno

La politica di riduzione del danno che la CGIL ed il PD perseguono per quanto animata da buoni propositi non si può accettare. Il danno è diventato troppo grosso, troppo mostruoso per potere essere ridotto. Anche ridotto continua ad essere grosso e mostruoso. L'accettazione del modello tedesco da parte del Governo non sanerebbe il vulnus al diritto al reintegro che è il solo che restituisce l'onore e la dignità al lavoratore che era stato allontanato. Se non fosse cos' non si capirebbe perchè Marchionne preferisca pagare lo stipendio ai tre operai reintegrati pur di non accettare il diritto al loro rientro in fabbrica. Non appena sarà passata la riforma del lavoro sarà una carneficina nei posti di lavoro. Quindi dobbiamo fare di tutto per bloccarla. Per questo annunziare uno sciopero alla fine di maggio quando la battaglia si sta combattendo in queste ore è sconcertante: alla fine di maggio i buoi saranno tutti scappati dalla stalla e nessuno potrà recuperarli. Confesso di essere molto deluso
per come la CGIL sta combattendo questa fondamentale vitale battaglia. Molto deluso! Intanto nei posti di lavoro comincia a serpeggiare la paura e forse si stanno già facendo le liste di proscrizione. Ma assieme alla paura serpeggia tanta voglia di resistere. Non c'è lavoratore che non capisca la portata dirompente della questione. Bisogna fare partire un programma di scioperi e di lotte da subito e non aspettare passivamente la fine di maggio. Spero che il sindacalismo di base la fiom i movimenti e quanti non vogliono che l'Italia diventi un regime tunisino intervengano.

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