venerdì 5 novembre 2010

Lo schiaffo di Marchionne

Lo schiaffo di Marchionne

Marchionne si è incontrato con il neoministro dell'industria ed a quanto pare ne ha ricavato quello che voleva. Uscendo ha avuto la grande generosità di dire che la Fiat non lascerà l'Italia ed ha negato di averlo minacciato prima . Ha detto che il mercato non deve essere drogato (sic!) dagli incentivi per la rottamazione. Segno evidentissimo che ha ottenuto i soldi in altro modo anche se non sappiamo ancora quale. Ha confermato la scelta dello stabilimento a Pomigliano d'Arco che darà lavoro a cinquemila persone. Naturalmente, per sfuggire ai pochi obblighi di legge che ancora restano in piedi dopo il collegato lavoro, la fabbrica di Pomigliano sarà una Newco, una Fiat che giuridicamente ha un altro vestito per non pagare dazio ed azzerare quanto non le conviene.
Dopo l'incontro con il Ministro, Marchionne si è riunito con Bonanni ed Angeletti ed hanno confabulato da "complici" come vuole Sacconi su come meglio affrontare il dissenso Fiom visto che i licenziamenti e le tante indimidazioni messe in atto da qualche tempo a questa parte non hanno sortito l'effetto di terrorizzarne i dirigenti operai ed indurli
a più miti consigli.
Questo incontro è uno schiaffo in piena faccia a Susanna Camusso. Uno schiaffo che ha accolto con una discriminazione la segretaria della Cgil appena eletta.
La mancanza di galateo di Marchionne risulta incomprensibile dopo le accoglienze positive tributate alla Camusso dalla Confindustria, dal mondo imprenditoriale, dai giornali e dallo stesso ministro del lavoro che spera in una "maggiore disponibilità". Anche Cisl ed UIL avrebbero potuto evitare l'incontro separato per non pregiudicare subito i rapporti con la nuova segretaria.

Ma forse la Camusso era stata avvertita e consultata ed aveva deciso di non partecipare. L'incontro separato esercita una pressione forte sulle resistenze della Fiom che vede proseguire ed andare avanti la trattativa senza che si tenga in nessun conto le sue ragioni e la sua proposta. Potrebbe quindi essere usato nel rapporto Cgil-Fiom per indurre quest'ultima a smussare ancora la sua opposizione. Ecco quindi che la mancata presenza della CGIL non sarà drammatizzata e non costituirà motivo per mettere in discussione l'unità sindacale riconfermata dalla Camusso nonostante tutto.
L'incontro separato di ieri viene dopo la firma della prima parte del Patto Sociale. Quattro punti sono stati siglati da CGIL assieme alla Cisl ed all'UIl e presentati al governo che parteciperà alla grande intesa. Non è contraddittorio l'incontro separato di Cisl ed Uil con la Fiat dopo la firma comune del Patto Sociale? Oppure il Patto Sociale appartiene alla linea Marcegaglia che non vuole rompere con la CGIL e la considera il suo alleato migliore?
Tra parentesi: come fa la CGILa firmare un Patto Sociale dopo l'approvazione della legge 1141 (collegato lavoro), l'annunzio della soppressione di trecentomila posti di lavoro nella pubblica amministrazione, il diniego del governo di rivedere la legge Gelmini?
Come mai nel Patto Sociale non c'è un richiamo alla dolorosa questione della delocalizzazione delle imprese che angustia intere regioni del Paese? Sono davvero accettabili e senza rimedio il caso OMSA, il caso Bialetti, i tantissimi casi che stanno facendo delle zone industriali un deserto di capannoni abbandonati?
La linea "lavoro contro diritti" sarà portata avanti con forza e determinazione dal padronato italiano e dal governo. Non incontra grandi resistenze nel PD che è sempre disponibile a dare una mano per convincere la gente della scoperta del secolo e cioè che senza lavoro non ci sono diritti e che quindi è meglio il lavoro senza alcuna condizione che almeno ci permette di non morire di fame assieme ai nostri figli.
Se la segreteria della CGIL, come pare, si costituirà con i soli rappresentanti della maggioranza commetterà un errore. Si dirà ai lavoratori che non c'è speranza di un accoglimento delle loro istanze e dei loro interessi e che si andrà avanti per la sua strada collaborazionista con il padronato. La CGIL sbaglia perchè la presenza della minoranza di Rinaldini e degli altri blocca lo smottamento e la disgregazione della sua base sociale sempre più delusa, inquieta, arrabbiata. La sinistra CGIL ha evitato una emorragia di iscritti ma non può essere discriminata e sopratutto ignorata nelle sue ragioni. Non potrà assistere impotente allo sviluppo della più grande ristrutturazione mai fatta nell'economia italiana: quella dei diritti delle persone.
La società italiana è preda di malessere legato alle stolte politiche della destra liberista realizzate nelle leggi e nei contratti con la collaborazione di giuslavoristi del tutto al servizio del padronato. La legge Biagi, la riforma delle pensioni, il collegato lavoro, le deroghe contrattuali e la politica delle newco,l'attacco al welfare ed alla occupazione nella pubblica amministrazione hanno fatto dell'Italia un paese-incubo per chi ha bisogno di lavorare per vivere.
Pare che si perseveri su questa strada. I benpensanti a pancia piena sono tutti convinti che i lavoratori debbono cedere per il bene della Patria...
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
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