mercoledì 3 novembre 2010

Dissenso della minoranza CGIL per la segreteria Camusso

Una scelta faziosa della maggioranza CGIL

Pubblico la dichiarazione della minoranza CGIL sulla scelta e sulle dichiarazioni di Susanna Camusso neo segretaria generale della CGIL.
Aggiungo che si è fatta una scelta che non tiene in nessun conto del profondo malessere dei lavoratori italiani e che continuerà su una linea di
cessione sempre più drammatica ed accelerata dei diritti che residuano dopo il disastro del collegato lavoro, della riforma biagi, della legge gelmini, della legge sulle pensioni e dell'editto Marchionne.
La Camusso si è collocata su una linea trattativista con Confindustria e Governo e di nuovi e più profondi legami con Cisl ed UIL.
Aggiungo che colpisce l'assenza di una ricerca di convergenza con la minoranza della CGIL che è certamente assai più rappresentativa del venti per cento che gli fu assegnato dal "centralismo democratico" e burocratico che tuttora governa la più grande organizzazione dei lavoratori italiani. La scelta di Camusso è opera di una maggioranza arrogante che andrà avanti per la sua strada senza tenere conto nè dei guasti sociali che produrrà nè delle ragioni della sua base sociale.
Pietro Ancona


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Rinaldini, i motivi del no dell'area "Cgil che vogliamo"
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Pubblichiamo l'intervento dell'ex segretario generale della Fiom, oggi coordinatore dell'area programmatica "Cgil che Vogliamo", tenuto al direttivo del sindacato sulle dichiarazioni programmatiche di Susanna Camusso
"La riserva di voto sul segretario generale da me espressa in consultazione è sciolta: non sono d’accordo con le dichiarazioni programmatiche di Susanna Camusso. È in corso un confronto tra le parti sociali cui la Cgil partecipa senza nessun coinvolgimento né mandato del Comitato Direttivo. È stato sottoscritto un primo blocco di intese da inviare al governo del tutto sconosciuto agli organismi della Cgil.

Ho avuto modo nei giorni scorsi di vedere i testi pubblicati sui siti delle controparti senza peraltro trovarne traccia alcuna nell’informazione interna. Ho letto, tra l’altro, che 'le parti sociali ritengono essenziale che siano incrementate e rese strutturali tutte le scelte normative volte a incentivare la contrattazione di secondo livello che collega gli aumenti retributivi all’aumento della produttività e redditivitàì.Così si interviene direttamente sulla stessa dinamica della contrattazione, così si assume una parte significativa del modello contrattuale che Confindustria, Cisl, Uil hanno già sottoscritto in dissenso con la Cgil che non ha firmato quell’accordo.

Dove come quando abbiamo assunto questa decisione? Camusso ci ha appena spiegato che continuerà il confronto, affrontando il capitolo della produttività sulla quale sono chiare le posizioni di Confindustria, così come espresse da Bombassei nel recente convegno di Genova. Con quali posizioni la Cgil si è seduta e si siederà a quel tavolo?

Aprire questo confronto mentre il collegato sul lavoro, costruito sulla base di un avviso comune tra le parti sociali, Cgil esclusa, distrugge il diritto del lavoro, mentre il governo blocca la contrattazione nel pubblico impiego, mentre Federmeccanica e Confindustria annullano il contratto nazionale di lavoro rappresenta una scelta sbagliata e subalterna. Camusso ci ha spiegato che l’eventuale sciopero generale sarà deciso dal Comitato Direttivo di dicembre sulla base di una valutazione sullo stato di avanzamento delle risposte delle nostre controparti.

Cosa significa? Che il governo deve ritirare il collegato sul lavoro? Che deve annullare il blocco della contrattazione pubblica? Che Federmeccanica deve cancellare le deroghe? Pare evidente che quando si parla di 'avanzamenti' ci si riferisce solo al patto sulla produttività, quello che la presidente di Confindustria chiama il patto sociale, annunciandolo per dicembre. Se questo è, si apre un gigantesco problema di democrazia in Cgil.

Camusso ha annunciato un Comitato Direttivo prima della manifestazione del 27 novembre per discutere la proposta della Cgil su democrazia e rappresentanza: se le coordinate di tale progetto sono quelle espresse oggi, se nessun riferimento è presente al referendum io non sono d’accordo. Non c’è chi non veda che il referendum è ben altra cosa di una consultazione certificata. Per quanto riguarda infine la vita interna dell’organizzazione, non c’è stato alcuna visione realmente democratica sull’esercizio del pluralismo interno:non è rispetto del pluralismo pensare ad una pregiudiziale adesione al programma.

La storia della Cgil ha visto differenti soluzioni al tema. Questa è decisamente la peggiore, la meno rispettosa delle diversità, la meno autenticamente democratica. Per l’insieme di queste ragioni esprimo il mio dissenso alle dichiarazioni programmatiche. Ovviamente, una volta eletta dal Comitato Direttivo, Camusso sarà il segretario generale di tutti".



Articolo riproducibile citando autore e fonte (www.rassegna.it)




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