La Cgil del Silenzio
Domani si svolgerà a Roma la manifestazione della CGIL dal titolo "Il futuro è dei giovani e del lavoro"(?) deliberata dal Comitato Direttivo della Confederazione il 17 settembre scorso. La manifestazione è l'evento sindacale più importante dopo quella dei metalmeccanici del 16 ottobre scorso che era riuscita a strappare ad Epifani la promessa di uno sciopero generale che non si farà e, se si farà, sarà fuori tempo massimo a giochi già fatti.
Osservo innanzitutto la distanza tra l'annunzio della iniziativa e la sua realizzazione: più di due mesi! Non discuto il fatto che essendo la CGIL una organizzazione complessa, elefantiaca, ha bisogno di tempo per mobilitare le persone e portarle a Roma. Ma settanta giorni diventano un fatto politico che svilisce l'iniziativa e ne fa un mero evento burocratico, un adempimento che consentirà alla nuova segretaria di fare il suo battesimo di folla in un comizio che sarà certamente affollato dal momento che la gente sente il bisogno imperioso di esprimere la propria protesta, la rabbia per come si sta degradando la sua condizione esistenziale.
Osservo ancora che non si tratta di uno sciopero generale ma di un "comizio" nazionale realizzato di sabato il giorno indicato da Bonanni per gli "scioperi". Sospetto l'esistenza di un patto "parasociale" che accompagna il patto sociale tra sindacati e padronato italiano di vera e propria abrogazione dello sciopero generale. Negli ultimi drammatici due mesi, a differenza della silenziosa Italia, la Francia, la Spagna, la Grecia, il Portogallo hanno dato vita ad uno o più scioperi generali per difendere i salari ed il welfare minacciato dalle "crisi" provocate per costringere l'Europa ad americanizzarsi rinunziando alla civiltà del suo sistema di protezione e sicurezza sociale. L'Italia ha registrato una offensiva contro il welfare e la condizione dei lavoratori e delle loro famiglie davvero pesante e molto erosiva non solo di salario ma anche di diritti. Al pari della Gran Bretagna di Cameron perderà nel giro dei prossimi tre anni mezzo milione di posti nella scuola e nella pubblica amministrazione e per sempre. Con la complicità delle parti sociali ha peggiorato il suo sistema pensionistico notevolmente innalzando l'età di godimento ed escludendone i precari. Di questo si è vantato Tremonti in Europa sostenendo che l'Italia è stata l'unica nazione a fare una riforma strutturale della sua previdenza senza scioperi!! Il Parlamento ha approvato in via definitiva il cosidetto collegato lavoro (1441) studiato da legulei del padronato per rendere difficile la difesa dei lavoratori nel contenzioso ed introdurre il cosidetto arbitrato che apre la via alla privatizzazione della giustizia e riduce la sfera di intervento del Magistrato.
Dopo aver lasciato passare la legge Gelmini sulla scuola limitandosi a dare una qualche assistenza alle lotte dei precari senza mai dare loro la dignità di una vertenza nazionale e politica, in polemica con la Fiom spesso richiamata all'ordine , CGIL spalleggiata dal PD,
ora insiste sulla cosidetta "produttività" che in soldoni significa accogliere le richieste
di Marchionne e della Marcegaglia sulla cosidetta fabbrica Italia.
La manifestazione di domani si presenta ai giovani con uno slogan pubblicitario vuoto di proposte e che non toccherà per niente e non inciderà sul processo di precarizzazione della occupazione. Il lavoro precario è già diventato maggioranza su quello a tempo indeterminato ed i meccanismi sono tali che nel giro di qualche anno il lavoro a tempo indeterminato finirà con lo scomparire quasi del tutto. Al lavoro precario si unisce sempre il sottosalario e la negazione dei diritti (ferie, tredicesima, malattia). Si calcola che circa sei milioni di precari guadagnino meno della metà delle tabelle contrattuali delle categorie di riferimento. Ebbene la proposta della CGIL si limita a chiedere l'introduzione ed il miglioramento del miserabile ammortizzatore sociale introdotto recentemente e che non supera i 200 euro mensili e solo per pochi mesi! Che magnifico futuro per i giovani e per il lavoro!
La Camusso chiede un cambio di agenda. Intanto fa uno sciopero che conviene sopratutto alla Confindustria perchè chiede due cose che gli industriali vorrebbero come l'aumento degli ammortizzatori sociali e lo sgravio fiscale e poi chiede investimenti nel Sud che sono graditi agli imprenditori come inceneritori e rigassificatori e qualche opera pubblica. Il cambio di agenda non viene chiesto.
La Cgil asseconda la manovra del governo resistendo soltanto dove non le è consentito di
"trattare" come nella questione universitaria e, finora, la questione operaia dove però il grosso della pretesa padronale è già passato in centinaia di deroghe dai contratti ottenuti nella contrattazione diffusa nel territorio.
Che cosa avrebbe potuto e dovuto chiedere la CGIl organizzando una lotta vera al posto del comizio di sabato? L'abrogazione della legge Biagi, la revisione del sistema pensionistico, il ripristino del turnover nella pubblica amministrazione, l'abrogazione della legge Gelmini, l'abrogazione del collegato lavoro, la riconquista del valore pieno e non derogabile del contratto di lavoro, la fine delle privatizzazioni e delle esternalizzazioni,
miglioramenti dei salari..... Non si tratta di un piattaforma utopistica o addirittura provocatoria, ma del dovere minimo di un Sindacato degno di questo nome e della sua tradizione i cui valori stanno scomparendo nell'azione di oggi. Dovrebbe anche insistere per l'stituzione del Salario Minimo Garantito e per una Europa opposta a quella che si sta delineando sotto la spinta ricattatoria di WallStreet che mira alla distruzione del ceto medio e della società solidale.
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it
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