Cara redazione,
non condivido la vostra posizione sulla questione tibetana. Mi sembra di rivedere tutta la vicenda della pulizia etnica del kossovo quando le cose stavano in modo completamente diverso.
Voi ignorate come questa provocazione occidentale contro la Cina usa cinicamente la questione dei diritti umani per mutilare la Cina come si è mutilata la Serbia.
Voi non tenete conto di come tutto sia cominciato da un pogrom dei sanguinari monaci tibetani (leggete Terzani al riguardo) contro inermi cittadini cinesi dati alle fiamme.
Voi fiancheggiate con la vostra ambiguità una campagna di calunnie del neocolonialismo. La repressione cinese nel Tibet è falsa quanto le armi di distruzione di massa di Sadam Hussein.
Informatevi su che cosa era il regime teocratico del Dalai Lama prima della rivoluzione del 59. Lo stesso Sergio Romano del Corriere della Sera è assai più obiettivo di voi.
Pietro Ancona
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9 commenti:
Sono senza parole.
ma come si fa ad essere così tanto spudoratamente schierati?
OHHH !!!!
poveri cinesi incompresi, loro che sono andati ad occupare il Tibet (ammazzandone 1.200.000 abitanti), per portare la modernità ed il progresso, ohhhhh!!! poveri incompresi !!!!!
Ma ti svegli !
NESSUNO, E DICO NESSUNO, VA' AD OCCUPARE UN ALTRO PAESE PER BONTA!
INFORMATI SULLE RISORSE DEL TIBET E SCENDI DALLE NUVOLE.
pensavo che gli USA e l'Iraq fossero bastati, ma tu no, tu ti schieri sull'onda del tuo affetto attaccamento all'idea che i comunisti siano buoni.
Scusami, ma quanti anni hai ?
solo l'ingenuità e l'affettività possono giustificare una posizione così penosamente talebana, in una nazione come la nostra, che è sì eticamente marcia, ma che dà la possibilità di leggere e di informarsi.
tu no, non ti informi, ti schieri.
non ho parole,
certo è bello credere che ci siano i buoni ed i cattivi, così, solo per appartenenza ideologica, quando
capirai che non è così facile, sarà un grande momento per te.
un caro abbraccio al mio amico Talebano
Marialuigia.
scusami, ti rubo l'invito
commenta con schiettezza. Mai avere timore della verità
Pietro
rispondimi, per piacere.
Cara amica,
vedo che ti hanno lavato il cervello alla perfezione. Io non sono spudoratamente schierato (come te). Non condivido il regime cinese che mi pare una combinazione tra stalinismo e liberismo. Ma questa non ni offusa la vista: Vedo che nel Dafur gli americani hanno fomentato una guerra spoventosa per sottrarre una zona ricca di petrolio allo Jemen. Sempre Gli Usa (pi� la servile europa) ha frammentata la Jugoslavia, ha sottratto il kosovo alla serbia e fottendosene dei millenari templi ortodossi tiene al potere gli assassini dell'UCK che hanno dato vita ad un regime mafioso che per� consente agli usa una base militare enorme.
Gli Usa ed il loro agente Cia Dalai Lama (sul quale ti mando a parte una scheda) hanno organizzato un pogrom contro la popolazione cinese di Llasa e organizzano nel mondo la pagliacciata della contestazione della fiaccola.
I cosidetti diritti civili dei tibetani equivalgono alle armi di distruzione di massa di Sadam Hossein ed ai terroristi talebani. Pretesti per camuffare guerre colonialistiche per guerre umanitarie.
Cari saluti.
Scusa gli strafalcioni e tra questi Jemen al posto di Sudan
Pietro
http://www.wikio.it/societa/religione/induismo?wfid=50060704
ho letto caro Pietro,
ho letto e scusami ma mi lasci ancora una volta allibita.
ma tu hai presente la situazione odierna dei diritti umani in Cina ?
e cosa vorresti raccontarmi, che sono andati in Tibet a difendere i diritti umani dei Tibetani ?
e tu hai letto i commenti che sono stati postati su quell'articolo?
mi spieghi perchè i cinesi hanno avuto la necessità di andare a liberare il Tibet?
una nazione che non ha il minimo rispetto della vita umana per quale motivo sarebbe andata a difendere, 50 anni fa le vite dei tibetani?.
io non ho altro da aggiungere, informati su quello che è accaduto in Cina nel passato e su quello che vi accade oggi.
mi dispiace, ma non hanno scuse e non hanno una sola motivazione valida per essere là dove sono, a parte forse il fatto di avervi già trasferito sei milioni di Han e di aver costruito la linea ferroviaria per portarvi più facilmente altri milioni di persone.
quindi, tesoro, di genocidio si tratta, in tutti i casi.
non c'è nulla che possa giustificare questo
tu parli di lavaggio del cervello, ti ringrazio, ma ti invito ad usare il tuo.
http://www.direonline.it/portal/page/categoryItem?contentId=159623
per il resto cerca pure tu, ce ne sono tante di notizie in giro.
la sapevi quella del collagene nelle creme cosmetiche estratto dai cadaveri dai condannati a morte ? o degli organi espiantati ?
è roba di un paio di anni fa.
insomma, non ti lasciare offuscare dall'ideologia, il mondo è pieno di sofferenza e dolore e non c'è nulla che possa giustificare chi li provoca, nulla.
per questo una minima protesta che non faccia passare sotto silenzio questo come accade a tante altre situazioni simili è la benvenuta.
ricordati di tutti i giornalisti che vengono uccisi in Russia,
del massacro dei ceceni, e di tutte quelle altre situazioni di cui non si sa quasi nulla.
noi ce ne stiamo in questo ventre di vacca e facciamo finta di non sapere e di non sentire, questo è già vergognoso, ma cercare di trovare una giustificazione lo è ancora di più.
perciò continua la tua opera di educatore, ma fallo sul serio, educa al rispetto della vita, anche di chi la pensa in modo diverso da te. allora potrai capire cosa sta facendo Tali Fahima e non solo usare il suo operato.
Maria Luigia
Cara maria luigia,
ti consiglio di leggere questa nota scritta da chi è mille miglia lontano dal mio modo di pensare
http://www.finanzainchiaro.it/dblog/articolo.asp?articolo=411
Cara maria Luigia,
spero che aprirai il cuore alla verità
Leggi intanto questa nota
La Stampa – Fuori dal coro: "No, non siamo tutti tibetani"
========
la stampa di Torino
C'è chi ha reagito anche solo per una questione di gusto, o di
insofferenza verso il mondo dello spettacolo, come Carlo Ferdinando
Russo, direttore della rivista Belfagor. «Mi ha colpito la messinscena
hollywoodiana, con tutti quegli attori». E ha aderito subito al
manifesto che lo storico Domenico Losurdo sta lanciando in questi
giorni, contro le manifestazioni pro-Tibet, che secondo lui fanno
parte di una colossale montatura. Nella generale mobilitazione a
favore dei monaci tibetani e contro la repressione cinese, qualcuno
comincia a farsi venire dei dubbi.
Si disegna fra gli intellettuali italiani, ancora con contorni
sfocati, e molto differenziata ovviamente al suo interno,
un`imprevedibile area del no, che va da Gianni Vattimo a Sergio
Romano. Lo storico ed editorialista ha scritto proprio ieri sul
«Corriere», rispondendo a un lettore, che quella tibetana è stata una
«insurrezione conservatrice». Ha parlato di «furia devastatrice» da
parte dei monaci, per concludere che «quello cui abbiamo assistito...
non è, se non in parte, uno scontro fra democrazia e dittatura».
Perciò «non è necessario essere marxisti o anticlericali per osservare
che la Cina recita in questa faccenda, sia pure coni modi intolleranti
di un regime autoritario, la parte della modernità, e che i monaci,
come si sarebbe detto una vota, quella della reazione».
La presa di posizione è forte. Isolata? «Non so; le lettere che ricevo
dei lettori sono per due terzi almeno dalla parte del Tibet e dei
monaci». E gli «intellettuali», nella gran maggioranza, per ora
tacciono, almeno che lui sappia. «Non sono affermazioni molto
popolari, diciamolo», scherza l`ambasciatore. Chi invece non si tira
indietro, molto più a sinistra, è ovviamente Losurdo. Ha dedicato alla
storia cinese vari lavori, e non ha dubbi sul fatto che sia in corso
una vera e propria aggressione contro la Cina. «Il problema del Tibet
non va confuso con quello dei diritti umani - dice -. E la
rivendicazione sul Tibet fa parte della storia cinese, non di quella
del partito comunista». Questo non significa che sia perciò stesso
commendevole. «Già, ma quante occupazioni ci sono, nel mondo, e ci
sono state, nella storia? Perché usare due pesi e due misure?» Già,
perché? «Perché non si può ignorare un aspetto geopolitico. Quando nel
`51 la Cina ha proceduto alla cosiddetta "liberazione pacifica del
Tibet" nessuno ha protestato. Gli Usa hanno sempre riconosciuto alla
Cina nazionalista la sovranità su quel territorio».
Saremmo quindi di fronte a una montatura? «Questo non significa che
non ci siano problemi. Ancora nel `98, secondo l`autorevole
rivistaForeign Affairs, nella regione autonoma tibetana il 60-70 per
cento dei funzionari erano di etnia, appunto, tibetana. E vigeva la
pratica del bilinguismo. L`etnia han, cioè i cinesi, poteva fare per
legge un solo figlio. I tibetani tre». Un Eden. «Non dico questo. Però
lo riconosce anche Romano, che a Lhasa c`è stata una rivolta violenta,
un pogrom. Come si fa a non capire questo? La verità è che l`America
sta cercando di smembrare la Cina». E c`è di più, c`è una memoria
razzista. «Il mito del Tibet contrapposto alla Cina l`ho trovato già
in Gobineau, il teorico della razza. Tibetani ariani, quindi
"bianchi". Questa stessa mitologia passa per 9 nazismo e secondo me
arriva anche a quanti oggi contestano le Olimpiadi nella piazza
dell`Occidente». Non sarà un po` troppo filocinese tutto questo? «Se
si rilegge Huntington, Lo scontro delle civiltà, troverà che lo
studioso americano diceva:"se dovesse riuscire davvero
l`industrializzazione su larga scala della Cina, sarebbe il più grande
avvenimento storico degli ultimi 500 anni". Faccia i conti: si risale
fino alla scoperta dell`America. Le sembra strano che qualcuno cerchi
di impedire tutto questo?»
Al manifesto stanno aderendo in parecchi: per esempio l`antichista
Luciano Canfora, o lo storico Angelo D`Orsi. II quale non si avventura
oltre, ma ribadisce una sua convinzione fondamentale: «Ci vuole
cautela. Quella che sta trionfando è una versione dei fatti
unilaterale e discutibile. Non sono un sostenitore della Cina, o della
repressione, ma non si può presentare il Dalai Lama come il difensore
della libertà e della democrazia. Il Tibet era uno stato teocratico,
prima dei cinesi. E allora fermiamoci e proviamo a ragionare.
Insinuiamo, com`è nostro dovere, il dubbio critico». Ipotizzando
addirittura un complotto geopolitico? «Non sono uno specialista. Ma
non escludo che si cerchi di mettere la Cina nell`angoletto, come si
dice a Roma». Anche il comico Daniele Luttazzi, se è per questo, non è
uno specialista. Ma, sul suo sito, sembra aver trovato la soluzione
con una vignetta. Titolo: «Repressione in Tibet». Testo: «Dite a
Veltroni che metta in lista un tibetano ma anche un cinese. Problema
risolto».
di Mario Baudino
in La Stampa del 11/04/2008)
Lun 14 Apr 2008 1:25 pm
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La Stampa – Fuori dal coro: "No, non siamo tutti tibetani" C'è chi ha reagito anche solo per una questione di gusto, o di insofferenza verso il mondo dello... Edoardo Magnone
magnone.edoardo.tokyo...
1:25 pm
allora,
spero che aprirai il cuore alla verità
come mai il genocidio, culturale e fisico dei palestinesi ti muove emotivamente e quello dei Tibetani no?
Non ti sembra che Israele sia uno stato molto più moderno e industrializzato della Palestina ?
ricomincio, un'invasione non si fa con i tamburi, bisogna essere economicamente ed industrialmente più forti, così Israele ha vinto la guerra dei sei giorni, così i suoi elicotteri possono alzarsi in volo per andare ad infilare qualche missile nei letti o nelle macchine dei palestinesi dopo che qualcuno dei suoi straccioni si è fatto saltare per aria.
tutto questo gli israeliani lo fanno dopo essere stati massacrati per secoli (ma tu nel tuo blog sorvoli).
come mai la tua verità è così di parte?
forse non ti interessano neanche i palestinesi, se sono di sinistra soffrono, ed è giusto prenderli in considerazione, se sono ebrei o tibetani non soffrono più, non sono neanche più esseri umani.
proprio come devono aver pensato quelli che bombardarono la Casa Rosada, Allende sicuramente prendeva i soldi dai russi, quindi che problema era farlo fuori?
Basta guardare l'altro, come fa la signora Tali Fahima, per rendersi conto che tutti i discorsi ideologici ed intellettualoidi sono cose morte, cose morte che uccidono, basta guardare "l'altro" e riconoscere le sue ragioni, il suo dolore, per non avere più diritto alla propria casa, nè amici nè famiglia, per diventare "out".
tu di tutto questo vedi solo una parte, perciò i Tibetani ed i loro pretesi problemi di diritti civili sono una montatura.
quello che conta è che c'è chi vuole mettere la Cina all'angolo, dopo che non ha protestato nel 51.Ma ti accorgi dell'illogicità di quello che dice?
si lotta ideologicamente contro i capitalisti e poi gli si riconosce il diritto di decidere cosa è giusto e cosa è sbagliato.
io trovo argomentazioni ridicole quelle che porti a sostegno delle tue ipotesi, e non mi interessa chi le ha scritte, l'Italia pullula di servi di partito, di intellettualoidi asserviti.
io ti chiedo, come costruisci la tua idea di verità, dipende da cosa?
la mia dipende dalle mie esperienze e dalle mie conoscenze.
Quindi non riconosco a nessuno il diritto di dire cosa devono pensare i Tibetani o i Palestinesi, o gli Ebrei.
sono figli della loro storia e tutti hanno il diritto di lottare per la propria sopravvivenza, tu chi ti credi di essere per stare lì a sindacare su chi può o non può?
Sull'idea che si voglia mettere la Cina in un angolo, scusami ma mi tengo la pancia dalle risate, se lo volessero, militarmente ci mangiano tutti in un solo boccone.
Ma non lo sai che la Cina oggi interessa solo perchè è un mercato enorme dove tutti, europei ed americani cercano di piazzarsi per vendere le loro merci?
Non ti sei accorto che hanno paura di offenderla perchè hanno paura che gli sbatta la porta in faccia?non ti sei accorto che sono così tanto moderni da non ammettere nessuna critica, la chiamano ingerenza nei loro affari interni?
non vedi che tu/voi capitalisti affamati, stai/state difendendo capitalisti affamati?
non lo vedi, ti domando: come mai?
marialuigia
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