domenica 13 aprile 2008

paolo virzi tutta la vita davanti

Tutta la vita davanti (2008)
Il grottesco e tragicomico mondo del precariato italiano osservato con
umanità da Paolo Virzì.
Un film di Paolo Virzì con Isabella Ragonese, Sabrina Ferilli, Elio Germano,
Massimo Ghini, Valerio Mastandrea, Micaela Ramazzotti, Valentina Carnelutti.
Genere Commedia durata 117 minuti. Produzione Italia 2008.
Uscita nelle sale: venerdì 28 marzo 2008
Un'analisi in chiave comica del precariato dell'Italia di oggi, delle ansie, delle
aspirazioni, e dei problemi quotidiani dei giovani.
Chiara Renda - www.mymovies.it
Nel bel mezzo di una corale apertura onirica a suon di Beach Boys, la voce
narrante di Laura Morante ci introduce cautamente nella favola 'nera' di Marta,
ventiquattrenne siciliana trapiantata a Roma neolaureata con lode, abbraccio
accademico e pubblicazione della tesi in filosofia teoretica. Umile, curiosa e un
poco ingenua, Marta si vede chiudere in faccia le porte del mondo accademico
ed editoriale, per ritrovarsi a essere "scelta" come baby-sitter dalla figlia della
sbandata e fragile ragazza madre Sonia (interpretata con struggente intensità
da Micaela Ramazzotti). È proprio questa "Marilyn di borgata" a introdurla nel
call center della Multiple, azienda specializzata nella vendita di un apparecchio
di depurazione dell'acqua apparentemente miracoloso.Da qui inizia il viaggio di
Marta in un mondo alieno, quello dei tanti giovani, carini e "precariamente
occupati" italiani: in una periferia romana spaventosamente deserta e
avveniristica, isolata dal resto del mondo come un reality, la Multiple si rivela
pian piano al suo sguardo ingenuo come una sorta di mostro che fagocita i
giovani lavoratori, illudendoli con premi e incoraggiamenti (sms motivazionali
quotidiani della capo-reparto), training da villaggio vacanze (coreografie di
gruppo per "iniziare bene la giornata") per poi punirli con eliminazioni alla
'Grande fratello'. Un mondo plasticamente sorridente e spaventato, in cui vittime
(giovani precari pieni di speranze come il fragile Lucio 2 di Elio Germano) e
carnefici (Ghini e Ferilli, di nuovo insieme diretti da Virzì dopo 'La bella vita')
sono accomunati da una stessa ansia per il futuro che si tramuta in folle
disperazione. Non c'è scampo per nessuno all'interno di queste logiche di
sfruttamento, e a poco servirà il tentativo dell'onesto ma evanescente
sindacalista Giorgio Conforti (Valerio Mastandrea) di cambiare idealisticamente
un mondo che difficilmente può essere cambiato. Prendendo spunto dal libro
della blogger sarda Michela Murgia, "Il mondo deve sapere", Virzì esplora con
gli occhi di Marta, attraverso il viso curioso della fresca Isabella Ragonese (per
adesso solo una piccola parte in 'Nuovomondo'), l'inferno di questo precariato
con 'tutta la vita davanti'; e lo fa con lo spirito comico e amaro che da sempre lo
contraddistingue. Accentuando stavolta i toni tragicomici e grotteschi da
commedia nera, il regista toscano dà vita a un'opera corale, matura e
agghiacciante, che rivisita (attualizzandola) la miglior tradizione della commedia
amara alla Monicelli, costruendo – grazie anche all'apporto del fido
sceneggiatore Francesco Bruni – personaggi complessi e sfaccettati,
teneri e feroci, comici e tragici a un tempo, ma tutti disperatamente umani e
autentici. Con la stessa umiltà e onestà intellettuale di Marta, Virzì si muove tra
le spaventose dinamiche del mondo moderno senza mai cadere nel facile
giudizio, nel pietismo o – vista l'attualità del tema – nella trappola
del film a tesi, mantenendo sempre in primo piano il suo amore per gli ultimi e
una compassione per le sue creature disperate e perfide, figlie di una società
malata, ma forse non ancora in fase terminale. E se Marta può ancora sognare
un mondo migliore per sé e per la bambina cui fa da baby-sitter, un mondo che
balla spensierato ascoltando i Beach Boys e si affeziona a una voce telefonica,
tutto attorno resta un ritratto allarmante dell'Italia di oggi, che Virzì svela
sapientemente sotto una patina di sinistra comicità. Un'Italia dolce e amara
quella di 'Tutta la vita davanti', che commuove e angoscia lasciandoci con un
groppo in gola, come quell''ovosodo' che non andava né su né giù.
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