Un discorso inaccettabile
Confesso di avere seguito con emozione grande parte del discorso pronunziato ieri dal Presidente della Repubblica. Toccante il ricordo di Pertini che fu il grande carcerato di Mussolini e che guidò armi in pugno la Resistenza al fascismo. Non ho apprezzato la citazione di Benedetto Croce che considero al massimo un nicodemiano del fascismo e mentre Gramsci si consumava in carcere non veniva disturbato dai suoi studi storici e filosofici dai fascisti. Non conobbe le bastonature dei fratelli Rosselli nè la tristezza dell'esilio di tanti esuli e vegetò tranquillamente aspettando che il ciclo storico di Mussolini si compisse. Ma, a parte questo, la ricostruzione storica della liberazione d'Italia è stata bella, commovente, suggestiva. E' vero che siamo stati liberati dagli alleati occidentali ma è verissimo
che gran parte del territorio nazionale fu liberato dai partigiani che ne precedettero l'arrivo da Napoli a Milano. La scelta per la libertà e contro la repubblica satellite dei nazisti di Salò è stata rievocata anche se non con il risalto che avrei voluto. Deve essere ancora scritta la storia dei militari antifascisti magistralmente raccontata da Marco Ficarra in StalagXB.
Ma confesso di non condividere la parte finale del discorso del Presidente che, per me, contraddice e cancella la lunga bellissima rievocazione della Resistenza. La parte finale cancella tutto e riduce ad escamotage, a tentazione ingannatrice tutto il comizio resistenziale. Come lo scorpione tiene ben celato il veleno nell'artiglio ed alla fine lo usa, così il discorso di Napolitano si conclude con la reiterazione di una richiesta: uscire dalle contrapposizioni! La contrapposizione sarebbe la debole resistenza offerta dal PD alle pretese sempre più arroganti e pieni di disprezzo per ogni regola della destra? Significa adeguarsi ad un clima di crescente razzismo diffuso e presente in grande misura in Parlamento e nelle amministrazioni locali? Un Capo dello Stato di una Repubblica democratica deve
auspicare una vera e sana dialettica e non l'ammassamento di tutto il Parlamento ai pieni di uno sfrenato egotista che vuole sfasciare il tanto o poco che resta della Costituzione! Questo appello alla
non contrapposizione pronunziato all'indomani della coraggiosa ribellione di Fini è di pessimo gusto
e tira la volata a Berlusconi e Bossi.
Napolitano sa che le riforme per le quali sollecita coesione e unità sono contro la Costituzione che
ha il dovere di difendere. Non deve mostrarsi seccato, come ha fatto ieri, della richiesta "non firmare" dei musicisti della Scala che hanno ragione. La Costituzione protegge la cultura e le sue istituzioni ed il governo sta riducendo in un campo di macerie non solo la Scala ma tutte le istituzioni culturali del Paese compresa la scuola e la università.
Napolitano inganna gli italiani quando non critica il federalismo che vuole la Lega e gran parte del Pdl e cioè la chiusura dentro frontiere visibili o invisibili delle Regioni del Nord dentro le quali le leggi della Repubblica non conteranno più niente. Non si tratta di solidarietà verso il sud che verrebbe meno ma di una rottura dell'unità costituzionale dello Stato che Napolitano farebbe bene ad osteggiare.
Infine, avrebbe fatto bene a richiamare i Sindaci al rispetto delle leggi e della dignità delle persone.
Sindaci che umiliano i bambini o discriminano i cimiteri sono indegni della striscia tricolare che portano di traverso. Non dedicare una sola parola di rimprovero a questi loschi figuri che stanno
alterando la costituzione materiale del Paese non è stata una scelta giusta.
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it
http://www.corriere.it/Media/pdf/discorso240410.pdf
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