sabato 3 aprile 2010

odio pasquale per gli ebrei?

/L'ODIO PASQUALE PER GLI EBREI
La festa di Pasqua preceduta dalla Settimana Santa viene celebrata da centinaia di anni. Una settimana di tensione, di fortissime emozioni, di lutto, che culminano nella resurrezione di Cristo che ascende alla gloria dei cieli. Pare che la festa abbia circa settecento anni e che sia stato rinnovata solo una volta. In Sicilia dà luogo a grandissime emozionanti rappresentazioni teatrali partecipate da intere popolazioni. Ricordo da bambino un venerdì santo ad Agrigento, mio padre e mia madre mi tenevano per mano ed io mi sentivo piccolo e spaventato in mezzo ad una processione di cui soltanto la parte inferiore della gente, le candele accese, l'odore di cera calda che si attaccava alle basole della strada. Migliaia e migliaia di persone piangenti, molte con il capo cosparso di cenere ,che si ammassavano davanti la Cattedrale. Ricordo
quella festa con spavento: al momento dell'incontro tra Gesù e la Madre le donne della processione alzavano impressionanti grida di lamento. La "spartenza", l'allontanamento della madre dolorosa dal figlio la ricordo ancora per la tristezza infinita della musica che l'accompagnava. Per quanto la Sicilia sia ricca
di processioni pasquali e di straordinarie rappresentazioni teatrali del rito sacro sono stato a vedere soltanto quella di Trapani.Non sopporto il dramma che richiama quanto di luttuoso ho dentro di me
i dolori mai rimarginati, il sentimento di fragilità e di vulnerabilità per il destino che ci costringe.
La settimana santa è stata nei secoli un rinnovamento della colpa degli ebrei che avevano dato la morte al Dio Redentore. Nel corso dei secoli, a cominciare dalla domenica delle palme, gli ebrei si dovevano guardare bene dal farsi vedere in giro. La domenica delle Palme racconta di Gesù accolto a Gerusalemmme da un popolo festante che agitava palme al suo passaggio in segno di rispetto, ammirazione, gioia... La stessa folla qualche giorno dopo gli avrebbe preferito Barabba e lo avrebbe lasciato al suo destino.Il Sinedrio, massimo organismo religioso degli ebrei consegna Gesù al potere romano ed insiste per la sua condanna a morte. Giuda tradisce con monete fornitegli dal Clero. Popolo ebreo ed elite religiosa entrambi colpevoli. Il Sinedrio minacciò Pilato di accusarlo all'imperatore Tiberio se non avesse condannato Gesù. La responsabilità dei capi religiosi degli ebrei è stata rimarcata per tutte le Vie Crucis e le Pasqua che si sono succedute nel corso di quasi un millennio. Con la sua morte Gesù cessa di essere ebreo per diventare "cristiano" vittima innocente. Una vicenda di ingiustizia di dolore e di morte come tante si carica di fortissime connotazioni etniche. I sacerdoti che aizzano Pilato a condannare Gesù sono e diventano ancora di più ebrei deicidi. Da quel momento gli ebrei diventano "diversi". Nei secoli dei secoli discendono da coloro che misero a morte Dio. Vivranno nei ghetti, perseguitati, la loro vita sarà sempre in pericolo e, anche al culmine del benessere e della ricchezza, potranno perdere tutto perchè chi ha ucciso Dio non ha diritto a niente, neppure alla vita.
Nel rito pasquale di SanFratello, paese siciliano, si celebra addirittura la cosidetta "festa dei giudei.
I giudei sono rappresentati come mostri, incarnazioni demoniache, flagellatori ed uccisori di Gesù.
Come tali spaventano il popolo che viene esortato ad odiarli, a maledirli, esecrarli per il male che hanno fatto.
La Pasqua ha ricordato a tutti, caso mai si potesse dimenticare, che Cristo è stato mandato a morte dagli ebrei anche se condannato da Pilato e crocifisso da legionari romani.
Il crocifisso diventa simbolo religioso che ricorda non solo un martirio ma anche il crimine subito.
Sarebbe opportuno che si aprisse una discussione sulla Pasqua. Fino a quando la storia della Via Crucis è quella che ci viene raccontata da secoli la ferita tra ebrei e cristiana non potrà guarire.
Forse sono un ateo scarsamente illuminato dalla ragione e dalla cultura e per questo mi chiedo: se il dramma di Gesù era stato programmato nell'alto dei cieli perchè con il suo sangue redimesse l'umanità dei suoi peccati ed era prevista anche la sua resurrezione perchè mai gli ebrei ed i romani dovrebbero esserne responsabili? Si può essere responsabili di una decisione divina?
E mi chiedo ancora: come mai il sacrificio di Gesù non ha cambiato il corso del mondo? Perchè nonostante la sua Resurrezione il Male continua ad imperversare e l'agnello non dorme abbracciato al lupo?
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it


http://www.san-fratello.com/Gli%20eventi%20principali/La%20Festa%20dei%20Giudei.htm
http://www.rinocammilleri.com/2009/04/pilato/

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi pare proprio che l'antisemitismo verso il "popolo deicida" sia una immane stupidaggine.

Innanzitutto dire "popolo deicida" a causa della morte di Gesù è una posizione autoreferenziale: Gesù non è Dio se non per i soli cristiani: non per i Buddisti, non per gli Induisti, non per i Musulmani, non per i Confuziani, non per gli Shintoisti...

Inoltre, gli "ebrei" non hanno ucciso Gesù più di quanto non lo abbiano seguito (o forse i primi cristiani non erano tutti ebrei?): dire che gli ebrei hanno ucciso tutti insieme Gesù è una indebita generalizzazione. Casomai, Ponzio Pilato ha ucciso Gesù (non mi spingerò a dire che gli Italiani hanno ucciso Gesù).

Infine, lo sai che il Sinedrio era integralmente di nomina romana? Cioè che non poteva fare nulla senza l'autorità dei romani? Dire "il Sinedrio arresta Gesù" significa dire "i romani ordinano al Sinedrio: inventatevi qualche scusa e arrestate Gesù, poi datecelo". Il Sinedrio era infatti espressione dei Sadducei, la "nobiltà" del tempo, che collaborava con i Romani e che sosteneva di fatto l'impero: "non abbiamo altro re che il Cesare" (Gv 19, 15-16).

Non poteva essere che alla classe dirigente romana e ai romanizzati potesse andare bene un tipo che predicava secondo l'ebraismo l'uguaglianza degli esseri umani, l'amore verso il prossimo e il rifiuto del male, mettendo in questione le basi economiche stesse dell'impero: la schiavitù.

Si è trattato di una questione politica, non religiosa, e stare a tirare di mezzo gli ebrei, tutti gli ebrei, per le scelte di Roma, è un triste errore. Addirittura dai testi del Vangelo è chiaro che la religione non c'entra nulla: il Sinedrio si riunì di notte, il che toglie ogni validità "religiosa" alle decisioni prese.