giovedì 19 marzo 2009

soldi veri e scioperi fasulli

LA CONFINDUSTRIA "SOLDI VERI", LA CGIL SCIOPERO SENZA RICHIESTE!
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La CGIL si unisce alla Confindustria nelle accuse al Governo di sottovalutare la crisi che invece è assai grave con l'effetto di aggiungere terrore a quello che si respira nelle fabbriche e nei posti di lavoro dove la congiuntura viene spesso usata e strumentalizzata per chiedere di più ai lavoratori e dare loro di meno. La Confindustria è allarmista e chiede al governo soldi veri in omaggio ad una lunga tradizione di parassitismo
che ha avuto negli Agnelli i massimi esponenti rivendicando soldi per CIG anche quando non era proprio necessaria e aiuti consistenti dalle regioni meridionali per l'insediamento degli stabilimenti e la loro gestione.
L'espressione "soldi veri" è una novità del gergo politico italiano. Che cosa vuol dire? Tremonti ha già commissariato il credito mettendo i Prefetti a controllare le banche. Vuol dire che i Prefetti debbono intervenire sulle banche per fare concedere i finanziamenti che queste rifiutano di dare? Vuol dire che si debbono dare aiuti vietati dalla liberista Unione Europea.? Nei prossimi giorni ne sapremo di più. Di certo la Marcegaglia sembrava soddisfatta alla fine dell'incontro con il Capo del Governo.
A fronte di tanta brutale concretezza colpisce la delicatezza con la quale Epifani e la CGIL trattano il governo.
Il rammarico maggiore non è tanto dovuto alla condizione infelice di tutti i lavoratori italiani ivi compresi i condannati all'inferno del precariato ( giuridicamente inventato da Biagi che sarà beatificato da Sacconi con la pubblicazione di un libro bianco) ma al rifiuto del Governo di ascoltare la ricetta macroeconomica della CGIL una ricetta che esclude un aumento generalizzato dei salari a sostegno della domanda per un rilancio vero del ciclo economico. L'obiettivo reale è affrontare e superare la crisi senza toccare niente dei rapporti di forza e della condizione salariale degli italiani. Questo significa che bisognerà produrre di più a condizioni di stabilità o di abbassamento delle retribuzioni. La CGIL inoltre non si pone il problema di quanto siano costate e costino le privatizzazioni dei servizi locali e nazionali alle famiglie. Quanto costano le Ferrovie privatizzate alle Regioni
ed agli utenti. Non si pone il problema di chiedere l'abolizione degli emolumenti previsti per i managers pubblici oggi garantite dalla finanziaria, una legge dello Stato e non si pone il problema di tagliere le unghia ai managers delle società per azioni che si autofissano stipendi da nababbi che scaricano sui bilanci delle aziende senza farsi tanti scrupoli. Non chiede la cancellazione dal diritto di tutti i contratti "tossici" che hanno inquinato il rapporto di lavoro consentendo al padronato di ricattare, sfruttare, licenziare, a suo piacimento. La legge Biagi dovrebbe essere abolita dal momento che sappiamo a quanto fumus abbia offerto ai padroni per l'elusione dei diritti dei lavoratori. Non chiede la revisione delle leggi che hanno peggiorato le pensioni ed il ripristino del sistema a riparto. Non chiede niente per gli immigrati che spesso vengono pagati con salari del genere di quelli corrisposti ai poveracci di "Furore" di Steinbeck. Basterebbe chiedere il Salario Minimo Garantito e cioè un tot all'ora, esempio 9 euro che tutti dovrebbero essere tenuti a corrispondere.Insomma per evitare a tantissimi, migranti e italiani, di essere pagati, come spesso capita, a quattro euro l'ora.
In quanto alla riforma del modello contrattuale che non è stato firmato dalla CGIL risulta che i suoi contenuti vengano accettate nelle trattative delle categorie. Non pare che questa adesione sostanziale che certamente sarà accolta di buon occhio da Bonanni e da Letta sia stata contrastata dalla CGIL che non firma ma le scelte di ulteriore impoverimento salariale e normativo dei lavoratori aperta nel 1993 va avanti.
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it


http://www.rassegna.it/articoli/2009/03/12/44078/cgil-i-temi-caldi-della-mobilitazione

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