giovedì 26 marzo 2009

il contrappunto

Il contrappunto
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In musica, il contrappunto è la relazione tra due o più voci che sono indipendenti nel ritmo ed interdipendenti nell'armonia. Il contrappunto identifica la musica occidentale, si è sviluppato durante il Rinascimento ed è stato dominante nei periodi successivi, caratterizzando specialmente la musica barocca. Il termine deriva dal latino punctum contra punctum, ovvero nota contro nota (punctum è il termine in latino medievale equivalente al nostro termine "nota").

Nei giorni scorsi una nota della CGIL (ufficio studi) faceva previsioni drammatiche sull'aumento della disoccupazione quest'anno e nel 2010 di oltre un milione di unità. Oggi la Confindustria fa previsioni dello stesso tenore. La situazione è davvero drammatica o c'è uno sporco gioco delle parti per convincerci della
gravità profonda della crisi e quindi, di conseguenza, ad assumere comportamenti condizionati da tante fosche previsioni? La Confindustria strilla ai quattro venti la crisi e chiede soldi ed interventi allo Stato. I sindacati non si azzardano ad avanzare nessuna richiesta economica alle imprese. Sarebbe financo inelegante farlo con tanto di tragedia incombente da tutte le parti. La Confindustria è anche assai scaltra nell'accompagnare la previsione di un aumento della crisi con un fantomatico risparmio energetico di 82o euro (quale precisione di calcolo) ed altri risparmi che verranno sui mutui di 3200 euro. A parte il fatto che non tutti gli italiani hanno mutui accesi è come se si volesse lanciare un messaggio del genere prenderete di meno ma risparmierete sulle spese.....
Che la Confindustria faccia il suo mestiere con abilità e molta spregiudicatezza si può anche capire anche se
siamo ad un livello di minore decoro del comportamento delle sue consorelle europee che si muovono con maggiore sobrietà e non stanno a postulare notte e giorno aiuti dallo Stato. Non capisco e mi stupisce il comportamento della CGIL che fa da contrappunto alla Confindustria. Si prevedono milioni di disoccupati
aumenti della CIG e licenziamenti ma giungono notizie di superlativi aumenti dei profitti realizzati nel corso degli ultimi due anni. Gli incrementi di produttività si sono trasformati in aumento dei profitti. I lavoratori artefici degli aumenti sono rimasti al palo, con un palmo di naso, anzi si sono impoveriti ulteriormente. A sentire gli andamenti della borsa gli indici registrano un incremento della ricchezza delle aziende e le previsioni delle aziende sono rosee. La Doria arriva a prevedere un incremento dei profitti del 28%. Insomma, anche operazioni di llicenziamenti vengono sfruttate in borsa per procurare maggiori utili alle imprese.
Certo la crisi c'è. C'è in corso un processo di impoverimento delle masse popolari non solo in Italia ma in tutto l'Occidente capitalistico dovuto alla precarizzazione di una parte cospicua della forza lavoro e dal blocco o addirittura dalla riduzione di stipendi e salari (come è avvenuto all'Alitalia). Questo processo di impoverimento riduce la tonicità della industria in specialmodo di quella automobilistica, degli elettrodomestici, del vestiario, delle scarpe etcc..., Può la gente cambiare la lavatrice o comprare un televisore più bello o scarpe nuove o altro se i redditi sono diminuiti di circa il quaranta per cento rispetto
a quelli degli anni ottanta? Bisognerebbe riportare i salari a livelli di decenza. Ma questo non sarà fatto nè dalle imprese (c'è stato qualche sparadico caso di aumento spontaneo delle retribuzioni) nè sarà chiesto dalle Confederazioni che in occasione di rinnovi contrattuali si limitano a chiedere spiccioli e si mantengono attorno ai cento euro mensili. In Italia abbiamo la disgrazia di avere Confederazioni filogovernative e filoconfindustriali. La CGIL, pur non firmando gli accordi più scandalosi richiesti dalla Confindustria, si limita ad assistere passivamente allo sviluppo degli eventi ed al massimo a chiedere "sostegno" ai redditi al Governo. Si è fatto un grande spettacolo teatrale attorno agli ammortizzatori sociali dei precari. Epifani e Franceschini li reclamavano a gran voce. La risposta del governo è stata una sorta di socialcard, una modesta elemosina pomposamente chiamata "indennità di reinserimento". Pare che questa umiliante risposta sia stata accolta dal PD e dalla CGIL come un successo della loro iniziativa e li abbia tacitati.
Questa crisi registra una terribile solitudine dei lavoratori e delle loro famiglie. La sinistra che li difendeva è fuori dal Parlamento. La CGIL è dominata dal PD che privilegia la politica di Ichino,Merloni,Colannino,Calearo. IRestano ai lavoratori solo il sindacalismo di base che, per quanto forte e rappresentativo, è discriminato e la galassia delle organizzazioni sociali di sinistra. il PD non si rende conto che la sofferenza della base sociale del Paese non lo aiuterà a crescere e la sua rincorsa a conquistare i padroni ed i padroncini gli porterà frutti velenosi.

pietro ancona

http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it


http://iltempo.ilsole24ore.com/2009/03/26/1006147-confindustria_discesa_anni_507mila_posti_meno.shtml


http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=336697

http://it.reuters.com/article/italianNews/idITLQ50516420090326

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