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ricchi e poveri nella vita in diretta
Benvenuto, pietro936.
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03-12-2008, 17:45 #1
pietro936
satanasso etneo
"La vita in diretta "di Rai Uno oggi pomeriggio andava in onda il Natale,
le feste, i regali.
Hanno fatto vedere un servizio della caritas, una mensa dei poveri, frequentata non solo dai "barboni" ma da persone che se mangiano non sono in grado di pagare l'affitto di casa e viceversa. Mi ha molto colpito la esile figura di una vecchietta che parlava della vecchiaia, dei figli che si mettono al mondo ma che poi hanno la loro vita ed i loro problemi, della sua pensioncina al minimo con la quale non ce la fa (magari aiuta uno dei figli disoccupati a sfamare i nipotini). Una bella e toccante intervista piena di decoro umano, di umanità.
Poi hanno mostrato un altro servizio. lo shopping in via frattina. Una via piena di signore impellicciate, curatissime, ingioiellate che hanno alzato un peana ai piaceri degli acquisti e sopratutto al lusso. Una di queste signore alla domanda se le piacesse il lusso, ha alzato la testa spalancato le froge declamando, quasi urlando: " si, mi piace il lusso sfrenato, proprio sfrenato, sfrenato......
Non voglio fare demagogia pauperistica. I ricchi ed i poveri ci sono sempre stati ma supponevo che la società avanzata addirittura post industriale avesse ridotto il margine inferiore della povertà ed invece questo è spalancato e lambito dai mostri della fame, delle malattie, della privazione di tutto a cominciare dalla casa.
Penso che una società incapace di ergere un muro sulla parte inferiore della povertà ma che anzi vi sospinge sempre nuova gente, altre famiglie sia inaccettabile e debba essere rifiutata come ordinamento, come legge, come tutto.
Penso anche che una società dovrebbe mettere un tetto, un argine alla ricchezza che non può essere sconfinata, infinita, incalcolabile. Le ricchezze esistenti in uno Stato o al Mondo che vengono sequestrate da un numero limitato di persone impoveriscono tutti e non sono lecite. In natura nasciamo tutti eguali e se qualcuno con l'ingegno, la furbizia o altro, arricchisce questa ricchezza non può essere eccessiva perchè se tale sottrae risorse a tutti. E' un furto, una appropriazione asociale. La moglie di un managers di una società può spendere manciate di milioni in via Frattina o in Via Montenapoleone. Ma se questo denaro proviene da emolumenti che il marito si è autoassegnato magari dopo aver fatto fallire l'azienda o sottraendolo con un bilancio del tutto legale agli ignari azionisti trattati come parco buoi o ai cittadini di cui amministra un acquedotto o un servizio, ebbene non credo che questo si possa accettare come frutto della libertà,delle possibilità che all'individuo dà la società in cui viviamo.
Mi viene da ricordare che nelle società mediovali il signore aveva diritto di proibire ai suoi nobili l'uso di certe stoffe, dei gioielli, addirittura di certi colori. Naturalmente parliamo di una società dalle risorse limitate con poco denaro. Eppure c'era una ratio nella decisione del signore che teneva conto della necessità di non provocare con l'esibizionismo della ricchezza la povertà dei poveri. Tutto quello che diventa proprietà di una parte in qualche modo viene sottratto a quanti ne vengono privati o esclusi.
Pietro Ancona
www.spazioamico.it
http://pietro-ancona.blogspot.com/
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
Ultima modifica di pietro936 : 03-12-2008 alle 18:48.
pietro936
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03-12-2008, 17:48 #2
Winnie
Socialism is theft.
Iscritto dal: 23-01-2008
Località: The substance of the eminent Socialist gentlemen's speech is that making a profit is a sin. It is my belief that the real sin is taking a loss!
Messaggi: 1.386 Cita:
Scritto in origine da pietro936
Non voglio fare demagogia pauperistica.
Missione fallita...
Winnie
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03-12-2008, 18:18 #3
bateau_ivre
NESSUNA PIETA' PER NESSUNO
Iscritto dal: 13-06-2006
Località: New-York; Paris; Warszawa; Bucuresti; Lemberg; Cernauti.
Messaggi: 1.223 Cita:
Scritto in origine da pietro936
Ricchi e poveri nella "Vita in diretta" di Rai Uno
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"La vita in diretta "di Rai Uno oggi pomeriggio andava in onda il Natale,
le feste, i regali.
Hanno fatto vedere un servizio della caritas, una mensa dei poveri, frequentata non solo dai "barboni" ma da persone che se mangiano non sono in grado di pagare l'affitto di casa e viceversa. Mi ha molto colpito la esile figura di una vecchietta che parlava della vecchiaia, dei figli che si mettono al mondo ma che poi hanno la loro vita ed i loro problemi, della sua pensioncina al minimo con la quale non ce la fa (magari aiuta uno dei figli disoccupati a sfamare i nipotini). Una bella e toccante intervista piena di decoro umano, di umanità.
Poi hanno mostrato un altro servizio. lo shopping in via frattina. Una via piena di signore impellicciate, curatissime, ingioiellate che hanno alzato un peana ai piaceri degli acquisti e sopratutto al lusso. Una di queste signore alla domanda se le piacesse il lusso, ha alzato la testa spalancato le froge declamando, quasi urlando: " si, mi piace il lusso sfrenato, proprio sfrenato, sfrenato......
Non voglio fare demagogia pauperistica. I ricchi ed i poveri ci sono sempre stati ma supponevo che la società avanzata addirittura post industriale avesse ridotto il margine inferiore della povertà ed invece questo è spalancato e lambito dai mostri della fame, delle malattie, della privazione di tutto a cominciare dalla casa.
Penso che una società incapace di ergere un muro sulla parte inferiore della povertà ma che anzi vi sospinge sempre nuova gente, altre famiglie sia inaccettabile e debba essere rifiutata come ordinamento, come legge, come tutto.
Penso anche che una società dovrebbe mettere un tetto, un argine alla ricchezza che non può essere sconfinata, infinita, incalcolabile. Le ricchezze esistenti in uno Stato o al Mondo che vengono sequestrate da un numero limitato di persone impoveriscono tutti e non sono lecite. In natura nasciamo tutti eguali e se qualcuno con l'ingegno, la furbizia o altro, arricchisce questa ricchezza non può essere eccessiva perchè se tale sottrae risorse a tutti. E' un furto, una appropriazione asociale. La moglie di un managers di una società può spendere manciate di milioni in via Frattina o in Via Montenapoleone. Ma se questo denaro proviene da emolumenti che il marito si è autoassegnato magari dopo aver fatto fallire l'azienda o sottraendolo con un bilancio del tutto legale agli ignari azionisti trattati come parco buoi o ai cittadini di cui amministra un acquedotto o un servizio, ebbene non credo che questo si possa accettare come frutto della libertà,delle possibilità che all'individuo dà la società in cui viviamo.
Mi viene da ricordare che nelle società mediovali il signore aveva diritto di proibire ai suoi nobili l'uso di certe stoffe, dei gioielli, addirittura di certi colori. Naturalmente parliamo di una società dalle risorse limitate con poco denaro. Eppure c'era una ratio nella decisione del signore che teneva conto della necessità di non provocare con l'esibizionismo della ricchezza la povertà dei poveri. Tutto quello che diventa proprietà di una parte in qualche modo viene sottratto a quanti ne vengono privati o esclusi.
Pietro Ancona
www.spazioamico.it
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