lunedì 8 dicembre 2008

presto anche in Italia?

il celebre scrittore greco autore del libro «Z, l'orgia del potere»,
«È la rabbia di un Paese intero»
Lo scrittore Vassilikos: «Un test per il governo e per la sinistra»
DAL NOSTRO INVIATO
ATENE — È stato un assassinio, Vassilis? Il poliziotto ha sparato per uccidere?
«Sì, Antonio. È stato un assassinio».
Ne è sicuro?
«Non solo. Annoti bene: assassinio a sangue freddo. Per questa ragione Alexis Grigoropoulos, neppure 16 anni, un bel ragazzo ribelle, è diventato un eroe. Non so cosa accadrà nel mio paese».
Non ha perso la passione civile Vassilis Vassilikos, il celebre scrittore greco autore del libro «Z, l'orgia del potere», la storia vera dei soprusi che precedettero la dittatura dei colonnelli, culminati con l'assassinio di Grigoris Lambrakis. Storia resa popolare dall'omonimo film di Kostas Gravas, interpretato da Yves Montand, Irene Papas e Jean Louis Trintignant. A 72 anni, dopo decine di libri di successo e l'incarico di ambasciatore all'Unesco di Parigi, Vassilikos si specchia nelle reazioni di sua figlia, non ancora maggiorenne e per nulla estremista, che partecipa alle proteste dopo l'uccisione di Alexis, diventato l'icona di tutti i blog della Grecia.
Qual è la principale ragione della rivolta degli anarchici del quartiere di Exarchia?
«Non mi risulta che vi sia stata una rivolta. Vi è stato un episodio gravissimo, una fiammata improvvisa. Insomma, l'assassinio di Alexis è stato il detonatore di una frustrazione, di una rabbia compressa che tutti avvertivamo ma che non eravamo in grado di esprimere ».
Rabbia contro chi?
«Sa bene che cos'è accaduto nell'ultimo anno. Il tentativo di suicidio di Zachopoulos, il potente direttore generale del ministero della cultura che si è lanciato dal quarto piano ed è ancora vivo; il caso di Vatopedi, con proprietà dello stato cedute, con uno scambio derisorio, al monastero di padre Efrem; e poi quei 22 milioni di euro dati alle banche invece di darli a chi soffre per la crisi. Accumula oggi, accumula domani, alla fine vi è stato il detonatore dell'assassinio ».
Lei continua a chiamarlo assassinio.
«Giudichi lei. Arriva l'auto della polizia, sabato alle 21, nel quartiere di Exarchia. La gente, nei bar, beve il caffè o l'ouzo. I poliziotti avvistano tre ragazzi, che li affrontano, vola qualche insulto».
Tre o trenta ragazzi?
«Tre! Tra loro c'è Alexis. Forse è un po' esagitato. Appartiene a una famiglia delle medio-alta borghesia ateniese. Il padre è un noto gioielliere. Il ragazzo, con idee rivoluzionarie, studiava al liceo Moraitis, uno dei più prestigiosi della capitale. Aveva combinato qualcosa, gli avevano dato 3 giorni di sospensione. Ha il sangue caldo, indirizza agli agenti parole sconvenienti. I due poliziotti vanno a parcheggiare l'auto e, a piedi, inseguono i tre. Volano parolacce, d'accordo. Però nulla giustifica che uno degli agenti estragga la rivoltella e spari, ad altezza d'uomo. Le testimonianze di chi ha seguito la scena dai bar sono precise. "Visto tutto. Pensavamo si trattasse di colpi a salve". Il ragazzo cade, i compagni credono che sia scivolato sul selciato, ma dopo un attimo si rendono conto che è stato colpito a morte. I due agenti se ne vanno, apparentemente tranquilli. Si attiva Internet, la democrazia dell'immediato, che arriva prima della tv. Partono i primi sms. In un attimo la Grecia sa quanto è accaduto. Il ministro dell'Interno Prokopis Pavlopoulos, presenta immediatamente le dimissioni, che il premier rifiuta. Karamanlis ha fatto bene a rifiutarle».
Perché?
«Perché Pavlopoulos è un uomo onesto, un galantuomo! Da un anno gli era stato assegnato, oltre all'Interno, il ministero dell'Ordine pubblico che era guidato dal discusso Vyron Polidoras».
In che senso?
«Nel senso che aveva definito i poliziotti "pretoriani dello stato", convincendoli che, se affrontati, avrebbero potuto reagire severamente, tanto nessuno li avrebbe messi sotto accusa».
Lei va sul pesante.
«È la verità. Pavlopoulos, che si è caricato il fardello sulle spalle, è un galantuomo».
Il governo rischia di doversi dimettere?
«Non deve. Ma Karamanlis sia più presente».
E l'opposizione? E la sinistra?
«La sinistra! Ha problemi dappertutto. In Francia, in Italia, e anche il Grecia. Quanto accadrà è imprevedibile. Non penso agli anarchici, non solo agli studenti. Penso che ormai sia coinvolta l'intera società, anche i giovani del partito di governo, Nuova democrazia. L'assassinio di Alexis è stato il detonatore di un serio disagio. Nessun paragone con il passato. È il presente che dobbiamo studiare e dal quale dobbiamo imparare e capire ».

Antonio Ferrari
09 dicembre 2008


corriere della sera

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