lunedì 29 dicembre 2008

dal blog il bastardo di Gad lerner

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pietro ancona scrive:
28 Dicembre, 2008 alle 6:56 pm
Quel sangue versato non servirà a nulla". E’ una affermazione agghiacciante. Il sangue non deve servire a qualcosa. Semplicemente non deve essere versato.
Non può sfuggire a nessuno come l’aggressione fosse stata a lungo preparata e meditata. I massmedia occidentali parlano di "guerra". Non esiste guerra quando una potenza tra le più importanti del mondo militarmente utilizza settanta pesanti aerei da bombardamento per distruggere una popolazione che si aveva avuto la malvagità di rassicurare con l’apertura di tre valichi che finalmente davano uno sfogo ad una popolazione sofferente.
L’attacco è scattato all’uscita dei bambini dalle scuole. Ha finora provocato lutti e distruzioni gravissime e pare che continuerà con la penetrazione di soldati israeliani in territorio Gaza-Masada.
Esprimo la mia solidarietà profonda alla popolazione palestinese oppressa dalla somma delle potenze militari più possenti del mondo occidentale: Usa e Israele. Credo che Obama fosse al corrente dell’attacco e comunque io lo ritengo addirittura peggiore di Bush. Basta scorrere gli atti parlamentari della sua attività senatoriale.
Ma Israele quando vince inzuppando la terra che pretende di sangue perde. Alla lunga l’umanità dovrà estirpare un tumore terribile. Tutti i vicini di Israele sono sempre in pericolo fino a quando non si stabilirà in equilibrio atomico nella zona. Penso quindi che l’Iran dovrebbe fare presto a dotarsi della bomba nucleare oppure qualcuno dovrebbe imporre la denuclearizzazione dell’area.



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pietroancona scrive:
26 Dicembre, 2008 alle 8:48 pm
la morale è conseguenza della scelta politica. Se si condividono gli stessi referenti economici, gli stessi interessi da rappresentare, se si frequentano le stesse persone, la morale del PD non può essere diversa da quella del PdL anche se la provenienza delle persone è diversa e diverse sono le loro storie.

Colaninno e tutta la cordata degli squaletti dell’Alitalia non sono forse referenti di entrambi gli schieramenti?

Il PD non ha alcun futuro se non come secondo partito della destra moderata e fascista italiana. Potrebbe avere un ruolo europeo se potesse fare una scelta socialdemocratica su questioni essenziali come le privatizzazioni, la legge biagi, il minimo salariale, la sanita e la scuola pubblica.

Ma il PD tende ad assomigliare al Partito di Berlusconi, in tutto…..

Questo è il paradosso italiano: due partiti di massa liberisti che proiettano parte della loro disgraziata influenza su gruppi della oligarchia di quella che fu la sinistra ( vedi la censura di Apicella e le dichiarazioni stolide di Bertinotti sul PD "avanzata frontiera".34

Nicola scrive:
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Auguri natalizi, infedeli ma sinceri
Mercoledì, 24 Dicembre 2008

Contributi, il Bastardo


“Gesù non ha mai messo piede in una chiesa e non si è mai fatto il segno della croce in vita sua: perchè non dovrei riconoscere in lui uno dei nostri fratelli?”. Sono parole del grande scrittore israeliano Amos Oz, io mi limito a condividerne lo spirito. Se ho provato dell’imbarazzo nei confronti della figura di Gesù non è certo per quel che ha detto e per quel che ha fatto, da profeta osservante e ribelle, cioè da valoroso interprete della Torà.
Il severissimo zio di Amos Oz, Joseph Klausner (chi ha letto il capolavoro “Storia d’amore e di tenebra” ce l’ha senz’altro presente) fu il primo intellettuale sionista a pubblicare in ebraico, nel 1922, un libro su Gesù privo d’intenti missionari o, al contrario, anticristiani. L’aveva iniziato a Losanna, proseguito a Odessa, lo pubblica a Gerusalemme. Si intitola “Gesù nazareno, il suo tempo, la sua vita, la sua dottrina”. Riconoscere l’ebraicità di Gesù è solo il primo passo. Altri studiosi rileveranno come il suo insegnamento non abbia mai sostanzialmente contravvenuto i precetti fondamentali dell’ebraismo. Possiamo davvero entrare in relazione amichevole con lui, ora che diminuisce la paura delle minacce ricevute abusando del suo nome nel corso dei secoli.
Quando arriva il Natale, un ebreo può chiedersi dunque: é più il male o il bene che la nascita di Gesù ha procurato al mio popolo? Non vi stupirà sapere che la prima tentazione -guardando la storia e rimembrando le parole dei nostri congiunti più anziani- è sempre quella di rispondere che il cristianesimo sia stato per noi soprattutto una disgrazia. Ma la saggezza ebraica novecentesca fornisce una risposta diversa, per me più convincente. “Cosa rappresenta Gesù per gli ebrei?”, si chiede ad esempio Klausner, lo zio di Amos Oz. E risponde: “I suoi discepoli hanno portato la fiaccola della Torà d’Israele, anche se in modo parziale e deformato, ai pagani ai quattro angoli della terra. E quest’importanza storica mondiale di Gesù e della sua dottrina, nessun ebreo può ignorarla”.
Dunque oggi nasce un uomo straordinario che darà un contributo decisivo a universalizzare il messaggio biblico. Una buona notizia, più grande ancora delle persecuzioni subite, non vi pare?
Ecco perchè i miei auguri di buon Natale a tutti i frequentatori di questo blog bastardo sono -lo riconosco- infedeli, ma sinceri.

Tag: amos oz, ebraicità di gesù, gesù, joseph klausner, Torà
Articolo di:

Gad - che ha scritto 411 post su Gad Lerner.




Commenti per questo articolo
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mauro pesce scrive:
28 Dicembre, 2008 alle 3:00 pm
L’ebraicità di Gesù sembra riconosciuta da tutti i biblisti cristiani, ma in realtà non lo è. Il nostro ultimo libro L’Uomo Gesù (di Adriana Destro e M.Pesce, Mondadori, nov 2008) ancora una volta è stato criticato da Famiglia cristiana e Avvenire proprio su questo punto: il nostro Gesù è troppo ebraico. Anche a Matrix, quando ho detto che Gesù fonda la ebraicità della cultura europea, Mentana ha corretto in modo politically correct: la base non è solo ebraica, ma ebraico-cristiana, perché sa che il pubblico non gradisce una sottolineatura troppo ebraica.

Insomma, l’ebraicità di Gesù non è ancora stata accettata affatto dalla cultura italiana e europea.
Mauro Pesce


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pietro ancona scrive:
28 Dicembre, 2008 alle 12:14 pm
Ipocrisia, crudeltà, razzismo nell’articolo di Amos Oz su Repubblica di ieri

L’incipit dell’articolo del celebrato scrittore israeliano Amos Oz su Repubblica di ieri sabato 27 (*) vuole preparare i lettori, in massima parte liberal e fautori di una pace in Medio Oriente nonostante il conclamato orientamento filoisraeliano del giornale, alla strage di oggi ed a quelle che verranno nei prossimi giorni. Scrive Amos Oz: "I bombardamenti che mirano a colpire sistematicamente le comunità civili israeliane sono un crimine di guerra e un crimine contro l’umanità, Lo Stato di Israele deve proteggere i propri cittadini." Questo periodo è una pura falsificazione dei fatti nel senso che fa risalire la causa della "necessaria" reazione israeliana a crimini ingiustificati ed ingiustificabili. Ignora naturalmente lo stato di prigionia in cui sono tenute le popolazioni della striscia di Gaza, l’impossibilità di rifornirle per il divieto israeliano, ignora le continue incursioni in territorio occupato per demolire edifici e stradicare oliveti e vigneti, non tiene conto che oltre dodicimila palestinesi sono detenuti illegalmente nelle prigioni israeliane ed in condizioni spaventose e tra questi, donne e bambini. Il governo legittimo di Hamas e di tutta la Palestina occupata ha il diritto di manifestare la propria ostilità a chi lo tiene sotto il tallone. Peraltro, i poveri e modesti razzi usati dai soldati palestinesi è noto a tutti sono più una testimonianza di esistenza in vita di una volontà di riscatto che vere e proprie aggressioni atte a provocare danni significativi alle persone ed alle cose. E’ un falso scrivere come fa Amos Oz che Israele ha il diritto di proteggere i propri cittadini. Questi sono protetti da uno degli eserciti più potenti del mondo coadiuvato anche da milizie private con alta specializzazione antisabotaggio ed alla guerriglia. Non sono e non sarebbero mai in pericolo i cittadini israeliani da aggressioni palestinesi come vorrebbe far credere.
Se Israele manifestasse una vera volontà di pace dovrebbe cominciare dall’allentamento del paranoico controllo dei territori, dalla fine degli omicidi mirati alla distruzione dei quadri dirigenti del futuro Stato Palestinese. Un muro immenso che costituisce una ferita indelebile alla civiltà dei rapporti umani e che si insinua profondamente nel territorio dei palestinesi non è certo il migliore strumento per la costruzione di una pace duratura.
Il cinismo del celebrato scrittore è davvero sconcertante. Nello "sconsigliare" (ma è un artificio retorico) l’invasione che ieri è stata fatta con massiccio bombardamento contemporaneo di sessanta pesanti aerei da guerra ne indica i motivi non tanto per la salvaguardia di vite umane, per il rispetto della popolazione, ma soltanto per gli effetti massmediatici negativi che la ripresa che le televisioni arabe potrebbero fare dei massacri susciterebbero nell’opinione pubblica dei paesi arabi. Naturalmente sa già che le televisioni del mondo occidentale eviteranno di mostrare la verità dei crimini commessi e si limiteranno a fare il cosidetto "panino" consistente nel mettere tra due accuse ad Hamas ed ai terroristi la reazione "legittima anche se eccessiva" degli israeliani.
Amos Oz è sionista, di famiglia sionista di destra proveniente dall’Europa Orientale. Ha un passato militare di lotta contro gli arabi.
E’ considerato, a torto, in Occidente un liberal, una colomba piuttosto che un falco ed i suoi libri sostenuti dall’industria editoriale hanno contribuito alla creazione del mito della fondazione e poi della vita in Israele, una vita inquietata dall’incertezza, insidiata dal nemico. La sua presenza nella stampa italiana mira a dare una "versione" a quella parte di democratici e di persone di sinistra che non accettano che si continui a versare sangue innocente una terra contesa. In lui, come nelle comunità ebraiche italiane, mai una parola di critica per i comportamenti dello Stato di Israele. Silenzio assoluto sul Libano distrutto per ben tre volte, creazione massmediatica del mostro terrorista Hamas, legittimo vincitore di elezioni democratiche; non una parola sulla scissione provocata nei palestinesi tra "laici" e "fondamentalisti", una scelta determinata dalla volontà di non cedere mai neppure un millimetro dei territori occupati concedendo al massimo ad un Abu Mazen Quisling un governatorato senza veri poteri statali e privo di autonomia.
Ci sono in Israele intellettuali che non hanno la fama in Occidente di Amoz Oz ma che lottano e pagano di persona per un Israele umano e umanizzato e per una vera pace. Queste persone vengono discriminate. La loro vita è assai difficile nelle Università e dappertuttoo. Ne voglio citare qualcuno per fare onore a chi davvero vuole la pace e non una terra israeliana inzuppata dal sangue del popolo palestinese. Aaron Shabtai, Yitzhak Laor, Ilan Pappè, Michel Warschawski, Tanya Reinhart (purtroppo non c’è più), Jeff Halper, Uri Avnery e tanti altri che nonostante le minacce e le intimidazioni costituiscono la coscienza antifascista ed antinazista di Israele, denunziano con coraggio gli slittamenti a destra ed i crimini del governo razzista non solo verso i palestinesi ma anche verso tanta parte della popolazione ebraica che non ha il pedigree dei primi della classe angloamericani.

Pietro Ancona

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