Siamo tutti portoghesi
Il Portogallo ha deciso di piegarsi alle frustate sempre più ravvicinate che il "sistema" gli sta infliggendo, per ultima la svalutazione della Agenzia Standard e Poor's che agisce come un cane da caccia ben addestrato che ad un certo momento punta la sua preda indicandola ai cacciatori. Uno di questi, il FMI, immediatamente interviene per proporsi di intervenire prestando, naturalmente a interessi salati, i soldi necessari a salvare le banche del disgraziato paese caduto nell'ultima battuta di caccia di WallStreet. Se non il FMI, interviene la Unione Europea che ha costituito un fondo apposta per queste evenienze. La prossima prevista sarà la Spagna. E poi probabilmente l'Italia quando si saranno fatti sentire nel Bel Paese gli effetti devastanti della crisi libica (venti miliardi in meno di interscambio ed effetti della immigrazione).
Le condizioni per i portoghesi saranno durissime e del tutto simili a quelle che hanno dovuto subire gli irlandesi ed i greci. Dovranno avere sempre meno welfare per tutti i servizi sociali e per le pensioni. Ridurre i salari specialmente quelli pubblici. Insomma impoverirsi e fare la corsa all'indietro: il progresso è diventato soltanto regresso, la marcia del gambero, un ritrovarsi sempre più poveri e pazzi nonostante il miglioramento della produzione, delle esportazioni di tutto.
Si ha l'impressione sgradevole ed allarmante che queste crisi finanziarie siano programmate e che si facciano scoppiare al momento più acconcio. In effetti è da tempo che si parla di PIGS e qualcuno propone una revisione dell'Europa facendone due o tre a "velocità" diverse". Le misure finora proposte dai governi europei per stabilizzare il sistema sono tutte insufficienti e non tolgono il pallino dalle mani degli speculatori. Bisognerebbe vietare la negoziazione dei titoli di Stato assicurandone un rendimento costante e fisso. Abolire le agenzie di rating che hanno assunto un ruolo di killeraggio troppo evidente negli ultimi anni. Nazionalizzare il sistema bancario e vietare la vendita dei derivati. Insomma evitare tutta la speculazione cartacea sulla moneta. Disincentivare gli operatori di banca dalla speculazione su titoli di depositi o altro.
A volte si ha l'impressione che ci troviamo difronte ad una sorta di caccia grossa agli Stati fatta con strumenti diversi: l'Irak, l'Afghanistan, il Pakistan, la Libia, la Costa d'Avorio, la Somalia vengono "trattate" con bombardamenti ed occupazioni militari; Irlanda, Portogallo, Grecia con il fallimento finanziario. L'Irak e la Libia sono state depredate delle loro ricchezze valutarie e le loro risorse energetiche messe sotto controllo.
L'Unione Europea alla quale si sottraggono molte politiche di Francia, Inghilterra e Germania, sta diventando sempre di più una trappola. La regola di Maastricht è diventata un cappio al collo che non si può evitare soltanto con deroghe all'indebitamento. La regola di Maastrict è la causa della crescente asocialità delle politiche europee che caricano sul lavoro dipendente, sulla regressione giuridica dei lavoratori e sullo impoverimento della qualità della vita sociale il peso degli arricchimenti delle classi dominanti e proprietarie fatte non solo di imprenditori ma di dirigenti che guadagnano stipendi strepitosi come Marchionne o Geronzi.
Questa Europa piace sempre meno e sta diventando ossessiva ed oppressiva. Aderisce ad un organismo come la Nato che agisce sempre di più come strumento di aggressione e di imposizione della pax mafiosa degli USA; non ha al suo interno regole che consentano investimenti ed una politica di crescita equilibrata delle zone meno sviluppate. Ha fatto della Polonia, della Romania, e di tutti i paesi provenienti dal Comecon colonie per la delocalizzazione delle industrie decotte dell'Ovest e dove praticare salari di fame. Le forze del lavoro europeo sono state usate come masse di manovra per indebolirne la dignità giuridica e sociale. La sinistra non c'è più e quando c'è, come in Francia, presenta programmi che non si contrappongono al fanatismo liberista imperante.
La meta prossima della regola liberista imperante in Europa è la proletarizzazione di mezzo miliardo di cittadini ridotti al livello medio degli USA che oggi è più o meno povero come negli anni trenta. Questa regola liberista distrugge la mobilità sociale verso l'alto e nel stabilisce una soltanto verso l'inferno della miseria. Serve a creare una casta di supermiliardari capaci di controllare le istituzioni della democrazia. Il mercato sopra di tutti. Basti vedere l'insistenza con la quale si va avanti sulla strada della privatizzazione della acqua per comprendere come la resistenza delle democrazie al potere economico si riduce sempre di più.
Abbiamo bisogno di recuperare al controllo pubblico le banche e settori fondamentali della industria. Il capitalismo è nemico del bene comune.
Pietro Ancona
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