L'uscita di Giulio Tremonti sul rimpianto per l'Iri e Mediobanca ha suscitato una febbrile attenzione nella parte liberal dell'opionione pubblica ed in quella parte del PD ex PCI che, convertitosi da tempo alle privatizzazioni anche le più selvagge ed alla riduzione dello Stato a mera stazione appaltante, sospetta scavalcamenti e spiazzamenti. Tremonti, che ha il vezzo di farsi passare per colbertista, non è nuovo a sparate del genere. Qualche tempo fa ha colpito un tasto doloroso in milioni di famiglie italiane: il testo del precariato e del posto fisso. Si è pronunciato per il posto fisso.
Tremonti pratica una politica rigorosamente liberista che di più non si può. E' andato oltre i margini che si sono concessi i governi francese e tedesco di welfare aiutato da un sindacato, anzi da tre sindacati, che più collaborazionisti del governo non ci si poteva immaginare, ha precarizzato tutta la nuova assunzione nella pubblica amministrazione, ha tagliato "orizzontalmente" la spesa generando crisi gravissime nel settore cultura e per gli investimenti specialmente nel Sud. In somma nei fatti è l'uomo che ha rivoltato l'Italia come un calzino per conto di Berlusconi spostando la quota PIl di almeno quindici punti a favore del capitale, delle banche, delle professioni e sottraendola al lavoro dipendente ed alle pensioni. Si è vantato in sede europea di avere realizzato una riforma della pensioni alzandone la soglia a quasi settanta anni e limitandone l'accesso ai precari fino a quasi del tutto.
Nel suo colbertismo si è battuto per la creazione di una Banca del Mezzogiorno, una banca di investimenti e di affari, una sorta di riedizione della Cassa per il mezzogiorno che, naturalmente, non ha spostato di una linea il livello di insufficienza del Sud ed ha suscitato soltanto l'attenzione degli addetti ai lavori e di quanti sperano di ricavarne una greppia per le proprie fortune personali.
Insomma, una pratica di sfascio della funzione dello Stato non solo imprenditore che non c'è più in fondamentali settori come le ferrovie, le telecomunicazioni, l'energia e le banche ma anche di regolatore degli eccessi del Mercato. Se osserviamo l'azione delle cosidette Autorità notiamo la loro assoluta inutiltà ed addirittura nocività. Costano l'ira di Dio di soldi per mantenere il loro "decoro". Un decoro del tutto inutile e controproducente. Quando si multano le assicurazioni o altro di accordi monopolistici o di cartello non si ha cura di non fare scaricare il loro costo sui consumatori che ne diventano le prime vittime! -
Giulio Tremonti applica la lezione del suo grande Maestro Rino Formica. Rino Formica, socialista e craxiano, tuttora vivente una delle più luc ide intelligenze della classe dirigente italiana una classe selezionata innanzitutto in base al requisito della furbizia. Rino Formica è stato furbissimo. Era Ministro delle Finanze del Governo di Bettino Craxi ed è autore di "definizioni" passate alla storia della politica italiana come "assemblea di nani e ballerine" rivolta al Consiglio Nazionale creato da Craxi al Congresso di Torino, oppure "la politica è sangue e merda", oppure " il convento è povero i frati sono ricchi". Litigava sempre con Beniamino Andreatta eminente economista democristiano e la loro liti fu definita "delle comari". Fino ad allo scoppio di queste furibonde polemiche e sciarre vere e proprie intergovernativa l'Italia aveva sempre avuto governi fin troppo seri e riservati. Con Rino Formica di aprì l'era dei cortili rissosi che dura tuttora.
Che cosa ha insegnato Rino Formica a Giulio Tremonti? Ha insegnato la postazione di sinistra poggiata su una attività di destra, capolavoro di italica virtù postguicciardiniana se vogliamo chiamarla così. I comunisti spasivamano letteralmente per avere un rapporto con Bettino Craxi e con i socialisti per potere in qualche modo condizionare da sinistra il governo. D'Alema e Veltroni giunsero financo al punto di fare una lunga anticamera nella roulotte che Craxi teneva posteggiata alle spalle del Congresso di Verona e che usava come ufficio. Ogni volta che serviva a Craxi ingelosire o insospettire i democristiani con i quali collaborava veniva fuori puntualmente una uscita "aperturista" di Rino Formica ai comunisti su questo o quel tema di grande impatto sociale. Di queste uscite
se ne sono contate diverse ed è eccezionale il fatto che riuscivano sempre nel loro scopo. I comunisti erano ansiosissimi di crederle vere! Erano psicologicamente talmente congegnate bene da provocare financo riunioni ufficiali del PCI per decidere sul da farsi.....Naturalmente tutto finiva in bolle di sapone con un aumento della frustrazione di quanti nel PSI e nel PCI contavano in una ripresa unitaria dei rapporti.
E' quello che fa oggi Giulio Tremonti ogni volta che deve tirare una stangata agli italiana o che il dibattito involgarito dalle escort che sono la versione di oggi delle ballerine di allora tende a sporcare ancora di più la politica italiana e quindi c'è bisogno di parlare di qualcosa di "nobile" e di "alto". Ban ca del Sud (ma è l'alleato di ferro di Bossi), posto fisso (ma è il ministro della precarizzazione), banche ed Iri ma è l'uomo degli industrialotti e degli appaltatori italiani. Non trascuriamo alla fine che dovrebbe recuperare l'evasione fiscale ma il suo studio ha fatto i soldi, molti soldi, insegnando agli industriali ed ai ricconi come combattere il fisco e ridurre in elusione certe norme fatte apposta dalla legge per essere manipolate.
Pietro Ancona
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