Il PD assedia la Fiom
Domani si svolgerà a Pomigliano un Convegno del PD per discutere la situazione determinatasi dopo il referendum dei lavoratori che pur dando la maggioranza dei voti al "si" non è stato sufficiente a convincere la Fiat ad andare avanti con l'investimento. Investimento che resta avvolto nelle nebbie. Non si capisce perchè la Fiat vorrebbe spostare a Pomigliano la produzione della Panda mentre afferma che lo stabilimento polacco è in grado di fornire auto di grande qualità a costi assai più contenuti di quelli italiani. La Fiat pretendeva un grado di adesione più alto al suo progetto già condiviso da Cisl ed Uil. Il 61% non gli è bastato e non vorrebbe avventurarsi con una opposizione tanto forte tra i lavoratori.
Singolare modo di concepire la maggioranza. Non si voleva un referendum con libertà di adesione ma una accettazione di tutti o quasi tutti per potere giustificare il regime di ferro e di oppressione che il successore di Valletta vorrebbe instaurare, un regime ancora più rigido di quello di Melfi e di introduzione in Italia del sistema WMC che riduce i dipendenti a muli da fatica, a macchinario vivente.
Perchè il PD, che si è distinto per la sua latitanza da tutte le grandi vertenze che si sono sviluppate nel nostro Paese negli ultimi anni, interviene a Pomigliano con una iniziativa ufficiale dopo un referendum che in qualche modo costituisce l'inizio di una resistenza attiva e di una riscossa dei lavoratori e del sindacalismo non servile del nostro Paese? C'è stata la grande vicenda della Scuola in cui sono stati licenziati e sono ancora in discussione diecine di migliaia di licenziamenti ed il PD non si è fatto vivo tranne che per qualche comparsata nelle manifestazioni più eclatanti. C'è stata la fioritura (chiamamola così) degli stiliti, delle proteste operaie in cima ai tetti e si è visto soltanto Franceschini quando era in corsa per la segreteria ma soltanto per farsi un pochino di propaganda. All'Isola dei Cassiintegrati ed in Sardegna dove si è creato un enorme bacino di sofferenza o nelle vicende di Termini Imeresi non si può dire che il PD abbia brillato per la sua partecipazione, per avere dato un aiuto ai lavoratori ed alle loro famiglie. Insomma, centinaia di migliaia di lavoratori italiani travolti dalla crisi non sono stati assistiti dal PD se non con qualche distratto comunicato.
Ora a Pomigliano D'Arco si fa un Convegno non certo per rafforzare la posizione della FIOM che ieri ha ribadito il suo no all'accordo e riproposto le sue condizioni (rispetto delle leggi e del contratto),
ma appunto per dare a Cisl ed UIL la cornice di un sostegno politico alle loro posizioni e sostenere la CGIL che vorrebbe aggiungere la sua firma a quella di Bonanni ed Angeletti.
La riunione di domani dovrebbe sottolineare l'isolamento della Fiom ed indurne il gruppo dirigente
a soddisfare le pretese di Marchionne.
E' possibile che il PD si presenti a Pomigliano d'Arco con qualcosa in tasca. E' possibile che abbia ottenuto da Marchionne il ritiro dei punti del suo decreto che violano la legge e che comunque non potrebbero reggere ad un ricorso al Magistrato. Ma, per tutto il resto, tira la volata alla Fiat nel suo progetto, sostenuto dalla Confindustria e dal Governo, di totale cancellazione di ogni diritto e di riduzione delle fabbriche e dei posti di lavoro a vere e proprie caserme militari in cui il peso della gerarchia sia schiacciante. Il PD dice si al sistema WMC ed accetta l'idea dello scambio diritti contro lavoro.
Sarà dunque ancora più difficile per la Fiom continuare a resistere.. Il peso del PD interviene nella vicenda non più con il pronunciamento di singoli dirigenti ma con una decisione ufficiale. Un Partito che di schiera apertamente dalla parte della Fiat e delle sue pretese e ricatta i lavoratori: se non accettate resterete senza lavoro. La certificazione del più grande partito di opposizione di una volontà aziendale che non si può rifiutare.
L'intervento del PD stronca anche il ritorno della speranza a possibili alternative ad una crisi che viene pagata dai lavoratori. Il voto di Pomigliano aveva detto che i lavoratori continuavano a difendere i loro diritti anche nelle condizioni più gravi, anche se l'alternativa è la disoccupazione. Questa posizione di fiducia in se stessi e nella possibilità di una strada diversa da quella imposta dal padronato aveva incoraggiato i lavoratori italiani e li aveva indotti ad alzare la testa. Il PD interviene per dire che nessuno si faccia illusione. Dalla crisi si esce come vogliono i padroni ed alle loro condizioni. Meno diritti, meno salari, meno welfare. Naturalmente gli Oligarchi del PD a cominciare da coloro che hanno rovinato Pomigliano e la Campania con venti anni di sperperi della gestione Bassolino continueranno a fare parte dell'establiscement, a godere dei loro privilegi ed a bacchettare coloro che si permettono di non ubbidire con immediatezza agli ordini dei Marchionne.
Pietro Ancona
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