Fini: effetti collaterali su PD
Nel paese orribile in cui la gente si uccide nelle carceri, in cui si può essere detenuti a vita nei manicomi criminali e lasciati legati ad un letto di contenzione per venti anni, in cui una bambina viene tolta alla madre perchè guadagna troppo poco ed un'altra bambina viene tolta ai genitori perchè abitavano una casa fatiscente, in cui altri bambini vengono lasciati digiuni da un Sindaco che, tuttavia, continua a percepire la sua lauta prebenda
e magari presto l'aumenterà come hanno fatto altri suoi colleghi politicanti di professione, in un paese in cui succedono queste e tante altre orribili cose, la rottura di Fini e del suo gruppo con Berlusconi
e la sua destra corrotta avida ed insaziabile, è un segnale di speranza, una piccola luce che si accende
nel buio di una deriva autoritaria fondata sull'odio sociale e sull'accaparramento delle risorse.
Possiamo essere certi che Fini è una persona onesta. Se non lo fosse, i mastini ed i molossi di Berlusconi che ha certamente fatto setacciare accuratamente la sua vita lo avrebbero già sbranato. E' importante, molto importante che alla base della rottura tra Fini e Berlusconi ci siano valori etici, sia stata posta una questione morale e si siano sollevati problemi fondamentali di difesa dello spirito della Costituzione a cominciare dai diritti civili.
Il campo di battaglia sul quale si è combattuta l'ultima battaglia dentro il centro-destra è la cosidetta legge-bavaglio, bloccata per una mobilitazione della opinione pubblica che ha inciso profondamente e che è riuscita anche ad attirare l'attenzione internazionale sull'Italia. Ma sappiamo bene che non è soltanto questa la causa della frattura di una collaborazione che ha coagulato una forte maggioranza di destra che ha cambiato radicalmente il paese. Il razzismo leghista era diventato troppo pesante ed arrogante negli ultimi due anni di governo. Si può dire che le due fondamentali leggi sulla sicurezza che hanno fatto scoppiare le carceri per i reati inventati a carico dei migranti siano state volute da Bossi e dai suoi. Anche il federalismo demaniale che sta impoverendo il patrimonio dello Stato e che arricchirà tanti speculatori privati è stato fatto sotto spinta leghista e porta il suo marchio.
Fini ed i suoi portano la grave responsabilità di avere condiviso finora tutte le scelte del centro destra anche le più infami contro i diritti umani e civili. Portano la responsabilità di un totale oblio della questione meridionale dove classi dirigenti fatte di politicanti ingordi si accaparrano e distruggono le poche risorse disponibili senza dare uno sbocco alla grave crisi sociale. La Sicilia di Termini Imerese,
la Sardegna dell'Isola dei Cassintegrati, la Calabria della oligarchia di Loiero e dei suoi successori, la Campania di Bassolino ed ora di Cosentino e Caldoro, sono diventati luoghi di grande sofferenza sociale e disperazione. La demolizione della scuola e della università aggiungono difficoltà e privano
di uno sbocco di occupazione i nostri professori. Quando sta accadendo alla Fiat e nel mondo del lavoro per l'eversione degli industriali che fanno carta straccia delle leggi e dei contratti incupisce di molto il mondo in cui viviamo. Su scuola, università, lavoro la voce di Fini non si è sentita come non si è sentita quella della "opposizione"- Eppure, la sua resistenza caparbia al berlusconismo produrrà effetti positivi e di sinistra. Blocca la calamitazione verso il grande buco nero della democrazia italiana del più grande partito dell'opposizione parlamentare.
Fini è uomo di destra che ha scelto di spendersi per una politica basata sulla civiltà e sul rispetto della Costituzione e delle regole della democrazia. Non dobbiamo aspettarci da lui più di quello che può dare ed è già tantissimo. Intanto mette un argine alla continua degenerazione autoritaria del potere
ed alla guerra tra le grandi forze della democrazia italiana: parlamento, magistratura, informazione.
Ma la sua coraggiosa e ferma iniziativa ha un effetto collaterale assai importante: blocca lo smottamento a destra del PD, blocca la ulteriore reticolazione del rapporto malsano bipartisan tra parti essenziali del PD ed il Governo Berlusconi.
L'Italia ha bisogno di una opposizione basata sui valori e sugli interessi di una parte cospicua della popolazione vessata dal potere e dalle scelte della maggioranza. Il PD era diventato assai somigliante
al Pdl specialmente nelle questioni essenziali di governo dell'economia e nella collocazione con il padronato. Niente distingueva più il PD dal Pdl sulle privatizzazioni a cominciare dalla questione della acqua e sulla gestione dei servizi comunali. Sui temi della pace e della guerra, il PD è da molto tempo schierato con l'atlantismo più ottuso e servile. Ha tirato la volata a Marchionne nell'attacco più grave che sia mai stato compiuto in Italia ai diritti giuridici e civili dei lavoratori.
Il Parlamento italiano è stato finora sbilanciato a destra in quasi tutti i suoi settori. Il Partito che Fini
creerà oggi introdurrà una nota dialettica positiva, bloccherà il deragliamento a destra, riaprirà il dibattito sulle questioni davvero importanti che il paese deve risolvere.
Il PD non è stato finora all'altezza dei problemi posti dalla secessione di Fini ed ha reagito da bottegaio che teme di non potere più fare i suoi buoni affari. Ora sarà costretto a riflettere su se stesso e sul suo ruolo in Parlamento e nel Paese. Dovrà decidere quale crisalide dovrà uscire dal bozzolo dell'incocervo che tiene in ostaggio dieci milioni di elettori di sinistra. Può il PD essere un Partito di destra quando Fini ne ha foggiato con le sue iniziative e lotte politiche uno moderno, civile,
bene accetto alla gente?
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it
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