martedì 28 aprile 2009

PRIMO MAGGIO SENZA DOMANI

PRIMO MAGGIO SENZA DOMANI
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Mi domando che cosa racconteranno i tre segretari (perchè non hanno invitato anche la Polverini con la quale condividono tutto?) alla gente che, nella convinzione sempre meno ferma che i Sindacati li rappresentino e li difendino, si recherà ai comizi per ascoltare i loro discorsi e ricavarne una qualche speranza per un futuro che in molti non riescono più ad immaginarsi. Se facciamo un bilancio dal primo maggio scorso a questo le cose sono certamente peggiorate anche con la partecipazione attiva del Sindacato. E' stato firmato un accordo da Cisl,Uil e Ugl per riformare in peggio, molto in peggio, il contratto nazionale di lavoro. La CGIL non ha firmato ma ha preteso di assistere quale convitato di pietra alla stipula degli accordi contro i quali ha
fatto una manifestazione nazionale con milioni di lavoratori. Ma già dall'ultimo Direttivo della CGIL si evince che
non ci sarà una reale resistenza al nuovo modello contrattuale dettato dalla Confindustria e che le categorie
dovranno adottarlo in occasione dei rinnovi dei loro contratti. Questo per il tabù dell'unità sindacale, una condizione che un tempo dava forza ai lavoratori e che oggi è un pesante macigno posto sulle loro spalle.
Il diritto di sciopero è stato rimesso in discussione e, con provvedimenti amministrativi assunti dai Comuni,
le piazze, una dopo l'altra, si stanno vietando. A Roma vige già un accordo sottoscritto anche dalla CGIL per
evitare manifestazioni e cortei ed è di oggi la notizia che Milano si accinge a fare lo stesso e per i cortei di protesta e per la preghiera degli islamici.
Il Primo Maggio nasce con la rivendicazione delle otto ore di lavoro. Una rivendicazione che, nel corso di quasi un secolo di lotte è pervenuta al le quaranta ore settimanali ed addirittura alle trentacinque ore in Francia ora abolite da Sarkozy). Le 35 ore del governo socialista francese furono il canto del cigno. Ora siamo nel piano di una tendenza opposta volta a negare ai lavoratori la disponibilità del tempo della loro vita. Una normativa europea alla quale i governi si adeguano rapidamente stabilisce 11 ore di riposo consecutive. I lavoratori hanno l'obbligo di dare la disponibilità di tredici ore alla loro azienda.La settimana lavorativa può anche essere di sessanta ore. La tendenza è di andare anche oltre. Non siamo alla condizione dei lavoratori cinesi costretti a dormire in fabbrica per prestare tutta la loro vita all'impresa ma l'evoluzione della questione non promette niente di buono.
Se guardiamo ai salari ed alle pensioni non esiste alcuna richiesta di loro miglioramento. Le pensioni sono state quasi annullate da un ciclo di controriforme iniziato da Dini e che non si è ancora concluso e per i salari
nessuna rivendicazione viene avanzata al padronato. Si chiede qualche spicciolo al Governo attraverso la detassazione o qualche piccolo intervento fiscale.
L'allarme sulla tristissima condizione dei lavoratori è stato lanciato diverse volte non dai sindacati ma dalla Istat e dalla Banca d'Italia. Quattro milioni di lavoratori sono precari oramai stabili nel senso che non esiste alcuna prospettiva di assunzione a tempo indeterminato. I lavoratori a tempo indeterminato sono assediati e minacciati da nuove aggressioni al loro status. In Parlamento ferve una attività bipartisan di squadroni di guastatori del diritto al lavoro consacrato in tante leggi dello Stato e nello Statuto dei Diritti dei Lavoratori. Oggi è sotto tiro la legge sui licenziamenti individuali. Si vuole negare il diritto alla magistratura di intervenire. Il datore di lavoro diventa DIO inappellabile. Se ti licenzia non sarai più tutelato dal diritto naturale e civile di ricorrere ad un giudice come è sempre stato.
Leggevo oggi che ventidue bambini di un paese del milanese non hanno più i pasti perchè le loro famiglie non pagano il tiket. 14 di questi sono rom. Le maestre si privano del loro vassoio per dare da mangiare ai bambini. L'amministrazione comunale (centro-sinistra) sostiene che è giusto che vengano lasciati a digiuno.
A che cosa servono i soldi del Comune? A pagare grassi emolumenti agli amministratori. E' ormai chiaro che Comuni e Regioni servono a mantenere una oligarchia di politici sempre più benestanti che, con le privatizzazioni, arricchiscono anche i loro famigli. Una nuova classe sociale quella dei "politici a tempo" pieno si ritaglia una consistente e burrosa fetta dal reddito nazionale.Questa classe è presente a tutti i livelli della pubblica amministrazione.
E' oramai chiaro, chiarissimo, che i Sindacati Confederali italiani che celebrano insieme il Primo Maggio non hanno alcuna intenzione di mettere in discussione i salari, le pensioni, la legge Biagi.Inoltre la loro opposizione alle leggi liberticide del Governo verso gli immigrati è assai convenzionale.
Una volta il Primo Maggio era anche dedicato alla Pace nel mondo. Ora non se ne parla più e non c'è un pronunciamento contro le spese militari e le missioni coloniali in Irak ed Afghanistan.
La manifestazione del 4 aprile della CGIL è stata l'ultima di questa triste fase della storia italiana. Non se ne faranno più
mentre il Parlamento fabbrica nuove catene per il lavoro dipendente. Oramai non si limita più a togliere diritti ma anche a creare condizioni di vera e propria . inferiorità civile.
Apprendiamo della condanna inflitta a Cofferati per comportamento antisindacale. Ha comunicato alle maestranze di un teatro che avrebbero pagato tutti con la loro giornata di lavoro per lo sciopero di un gruppo di loro colleghi. Ieri sera l'ho visto ad una trasmissione televisiva. Difendeva il suo punto di vista, non mostrava nessun pentimento, nessun senso di vergogna per quello che aveva fatto.
Ecco: questo è il punto a cui siamo giunti. Cofferati è capolista del PD è sarà eletto al Parlamento Europeo.
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Buonasera
qualcuno copia i suoi post e li spaccia per articoli(v. www.italianotizie.it)

gerardo ha detto...

Piero, Ricordi la "contingente necessita'" espressione usata da Cofferati per giustificare l'appoggio della CGIL al bombardamento della Jugoslavia? All'epoca militavo anch'io nella CGIL e mi sono staccato dalla corrente maggioritaria proprio su questa decisione. Ho fatto comizi ed assemblee dove lavoravo (Universita' di Pavia), ma la partecipazione era scarsa anche tra gli studenti. Gia' allora la 'sinistra' cosidetta preparava il terreno per il ritorno del "Berlusconi" o il destromane di turno. gerardo