domenica 16 marzo 2014

Berlinguer

  Berlinguer, Bergoglio, Craxi  

  Compromesso storico e larghe intese


Oggi Scalfari ha scritto per la Repubblica una lenzuolata più lunga del solito. Tre intere facciate dedicate ad un accorato rimpianto di Enrico Berlinguer scomparso trenta anni orsono.

Il saggio di Scalfari (è meglio chiamarlo così) comincia con un accostamento della figura di Berlinguer a quella di Papa Bergoglio. A me il paragone sembra molto superficiale e basato soltanto  sul carisma che le due figure hanno esercitato  sui loro rispettivi popoli. Nella sostanza i due non sono uniti da niente. Papa Bergoglio è attivista e propaganda una Chiesa che finge di riformare ma che lascia sostanzialmente intatta nei suoi dogmi e nelle sue pratiche. Berlinguer invece fu non solo riformatore ma nella sostanza negatore della dottrina e spietato critico della storia del comunismo. Proprio da Berlinguer comincia la  strada che  nel corso di trenta anni attraverso Occhetto e poi  D'Alema Veltroni Fassino Bersani ha condotto fino a Renzi cioè alla totale transustanziazione del pci innestato sulla DC di Prodi diventato Ulivo ed ora partito liberista della confindustria dei ceti medio alti e medi. In sostanza la cancellazione del PCI come partito comunista e come partito della classe operaia. In Italia venticinque milioni di lavoratori non hanno partito e sono stati infeudati nei partiti della destra. IL più grande colto partito comunista del mondo è stato liquidato! Un patrimonio inestimabile è stato mandato al macero.
  Nel saggio di Scalfari c'è un falso storico ed un inaccettabile giudizio morale e politico su Bettino Craxi.
  Racconta Scalfari che subito dopo lo strappo di Berlinguer con Mosca gli telefonò Ugo La Malfa prestigioso segretario dei repubblicani italiani per commentare l'evento. Concordarono di aiutare il PCI e portare avanti la sua politica di autonomia da Mosca contro il "miserabile"che i nvece vuole impedire che esca dal ghetto della opposizione. Più avanti leggiamo che il miserabile era Bettino Craxi.
 In effetti era vero il contrario: il PCI e la DC specialmente nella sua area sinistra praticavano una sorta di conventio ad escludendum verso i socialisti. De Mita e Berlinguer consideravano irrilevante il PSI e lo vivevano come una sorta di ostacolo al pieno sviluppo del loro rapporto, del compromesso storico. Mentre in qualche modo De Martino segretario del PSI si era piegato ad essere considerato il terzo incomodo della politica italiana perchè con la sua testa di storico considerava fondamentale l'ingresso delle masse comuniste nella gestione dello Stato Craxi non accettò mai la liquidazione della questione socialista. Il PSI aveva all'incirca quattro milioni di voti che erano il suo zoccolo duro. I socialisti erano una importante  corrente politico culturale della storia italiana che risale alla fine dell'ottocento. Non accettavano la condanna alla irrileva nza e poi alla liquidazione. La percezione di un  gioco a due DC-PCI creò risentimento ed anche odio nei militanti del psi e contribuì molto alla rottura dell'unità di classe. Nel sindacato nelle cooperative nelle amministrazioni comunali si creò diffidenza rivalità e spesso contrapposizione tra socialisti e comunisti.
 Anche la grande guerra scatenata da Berlinguer contro il cosidetto decreto di San Valentino che sopprimeva quattro punti di scala mobile fu  orchestrata contro i socialisti che venivano accusati di voler sopprimere appunto la scala mobile, Cosa non vera. La scala mobile fu soppressa nel 1992 da accordi stipulati da CGIL CISL UIL Confindustria con il governo Amato. Firmatario per la CGIL Bruno Trentin.
  Il saggio di Scalfari loda Berlinguer per le scelte politiche che hanno fatto deragliare il PCI dai binari del comunismo-.Alla luce anche dei trenta anni appena trascorsi e a venti anni dalla caduta del muro di Berlino possiamo affermare che la critica dello intervento sovietico  in Polo nia in  Ungheria in Cecoslovacchia era del tutto sbagliata. I regimi anticomunisti che si sono installati in questi paesi dopo il crollo del muro hanno fatto rimpiangere alla popolazione e specialmente alla classe operaia il socialismo.  Gli operai della Fiat di Danzica non stavano certo peggio con il governo comunista che la propaganda di Solidarnosc l'azione  del papato e di forze disgregatrici interne allo stesso comunismo  sono riusciti ad abbattere.
  C'è un filo non so se rosso o di altro colore che unisce l'opera di Berlinguer a quella dei suoi successori fino a Matteo Renzi. Il PCI si è trasformato in un  partito diverso, in u n contenitore della borghesia italiana che non vota Berlusconi.
  La Nato che era considerata da Berlinguer un ombrello sotto il quale ripararsi esercita nel mondo una funzione aggressiva al servizio dello imperialismo americano. Il compromesso storico oggi si manifesta con le larghe intese in un accordo con il Partito di Berlusconi  che prevede una legge elettorale iperfascista, la spartizione in venti statarelli della Repubblica, il monocameralismo, la riduzione della indipendenza della Consulta. L'abdicazione a favore della Unione Europea della sovranità nazionale hanno svuotato di senso la nazione italiana.
  Il viaggio di Renzi prima a Parigi e domani a Berlino lascia trapelare un bisogno di legittimazione senza il quale non sembra che riesca ad andare avanti.
   Se oggi il Parlamento italiano è costituito tutto da gruppi di destra o di centro con la sola eccezione di  Cinque Stelle che non è comunque una forza comunista o di sinistra, se non abbiamo più un partito della classe operaia ed un sindacato non compromesso con governo e padronato le matrici ideologiche culturali di questo sfascio dobbiamo andare a cercarli nel  berlinguerismo . Lì troviamo tutto a cominciare dalla stupefacente affermazione teorica secondo la quale la classe operaia non può governare con il cinquantuno per cento....
http://www.repubblica.it/politica/2014/03/16/news/berlinguer_scalfari-81114389/
 
  

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