Notate il silenzio, l'assoluta immobilità osservata da Camusso Bonanni ed Angeletti dopo l'approvazione del Senato della legge di riforma del mercato del lavoro. Stanno zitti e cercano di passare inosservati a parte la visita di prammatica che dovevano fare alle autorità delle zone terremotate. Mi meraviglio che non siano stati tutte e tre a Milano alla corte del Papa assieme a Monti ma forse la notizia mi è sfuggita. Per ora stanno zitti ed aspettano che la Camera dei Deputati discuta e finisca di discutere la "riforma" già approvata dal Senato e per la quale la Fornero ha già incassato gli elogi della signora Finocchiaro capa dei senatori PD. La riforma è una maramaldesca aggressione ai lavoratori che avviene nel momento più triste della storia italiana quando la disoccupazione è alle stelle e l'Italia stessa potrebbe fallire da un momento all'altro sotto i colpi dei banchieri che lavorano per conto di Obama per fare fuori l'Euro e l'Europa. In momenti in cui il potere contrattuale dei lavoratori si è azzerato si dovrebbero rafforzare le loro tutele giuridiche. Ed invece succede il contrario. Le tutele vengono abbattute. I lavoratori diventano licenziabili e vengono assunti con contratti atipici inventati da Biagi. Al momento in cui vengono licenziati potranno godere di ammortizzatori sociali ridotti a quelli finora esistenti. Con questa "riforma" il ciclo controriformistico iniziato con la rinunzia alla scala mobile e gli accordi di concerrtazione del 92-93 e proseguito con l'azzeramento delle leggi pensionistiche che facevano dell'Italia un paese avanzato e civile e la conferma della legge Biagi pretesa dal Governo Prodi si può dire quasi completato. Mancano soltanto le leggi sul diritto allo sciopero che verranno e che magari obbligheranno come propone Bonanni a scioperare soltanto di sabato o nei giorni festivi.
Ma nel corso di questo disgraziato ventennio controriformistico qualcuno ci ha guadagnato. E' andata avanti l'idea di un Sindacato terzo tra lavoro e capitale che amministra marchingigni previsti dalle leggi e dai contratti di lavoro in cambio della sottrazione dei diritti. Pensate agli enti bilaterali o trilaterali, alle commissioni di arbitrato, alla teoria e pratica della sussidiarietà, ad una serie di adempimenti burocratici per danno al sindacato ai CAF passaggi essenziali nel contenzioso tra lavoratori e Stato. Insomma, al posto di diritti una sempre più estesa sussidiarietà che ha già creato una enorme burocrazia sindacale. Magari fatta di sfruttati cocopro come avviene già per il personale "tecnico" dipendente dai sindacati e dai patronati loro connessi.
Con la morte dell'art.18 che la Camera si accinge ad approvare quasi alla unanimità si sarà rifatto all'indietro quasi un secolo di vita sociale italiana. Siamo tornati agli anni cinquanta del secolo scorso ma senza le garanzie che la legislazione ereditata dal fascismo dava ai lavoratori. M i riferisco al contratto a tempo indeterminato, all'avviamento al lavoro punito come reato se fuori dagli uffici statali di collocamento, alle normative per la tutela delle donne ed a quella antiinfortunistica. Meglio, siamo tornati a prima della legislazione del ventennio mussoliano. Oggi siamo sprofondati assieme ai più forti e grandi sindacati esistenti in Europa che contano dieci milioni di iscritti agli albori del Novecento!
Sono troppo cinico se dico che Camusso, Bonanni ed Angeletti, sperano in un aggravamento della crisi finanziaria e magari in altre scosse di terremoto per avere l'alibi per non fare niente ed inghiottire come un enorme pitone a tre teste il pasto preparato dalla signora Fornero con la collaborazione di Treu ed altre teste d'uovo del PD?
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