venerdì 27 gennaio 2012

mascariamento e morte della politica

Mascariamento e morte della politica

Mascariare in lingua siciliana non vuol dire soltanto tingere o imbrattare. Significa qualcosa di più: dipingere una maschera a proprio piacere su colui o coloro che si vogliono diffamare. Il movimento dei Forconi sta subendo grandinate di attacchi specialmente da coloro che sono interessati all'immobilità e si sentono disturbati da un movimento che ha sconvolto la Sicilia , ha contagiato subito l'Italia ed è tornato a divampare in Sardegna. Il primo attacco lo ha subito dal Presidente della Sicindustria un personaggio con ambizioni politiche noto per avere proposto la cancellazione degli imprenditori mafiosi dalla Confindustria il quale ha subito dipinto i Forconi come infiltrati della mafia. Oggi è stato fatta una operazione di polizia tra Sicilia e Campania nella quale ci sono sei arresti per un racket monopolistico dei tir e degli autocarri. E' stata fatta trapelare la notizia che uno degli arrestati potrebbe essere stato visto da i manifestanti del movimento dei forconi. Ammesso che la notizia venga confermata non si è scoperto nulla di sensazionale.Non si può escludere che uno o più camionisti siano mafiosi o che lo siano stati ma non si può mascariare tutti gli autotrasportatori di mafia per questo. Posso escludere che qualcuno degli operai della Fiat di Termini Imeresi ora licenziati a suo tempo sia stato assunto per raccomandazione di un capo cosca delle Madonie? La Regione Siciliana ha diecine di migliaia di dipendenti. Quanti tra di loro sono mafiosi o sono stati raccomandati dalla mafia? Debbo condannarli tutti? La tesi del movimento infiltrato dalla mafia è speciosa ed ipocrita perchè in effetti il vero messaggio c he si vorrebbe comunicare è un altro: il movimento dei forconi è manovrato dalla mafia, è esso stesso mafia. Questo è uno dei refrain degli opinionisti della stampa italiana di centro-destra e di centro sinistra allarmati dalla furia del movimento e dalla sua capacità di paralizzare la Sicilia.
Altro mascariamento è quello di coloro che parlano delle cinque giornate della Sicilia come
di una manifestazione di ribellismo qualcosa che ha a che fare con i bassifondi della storia con le esplosioni di rabbia o di violenza che di tanto in tanto esplodono ma che non incidono nelle linee fondamentali della storia. Insomma una sorta di attitudine a rifiutare e contestare le necessità o le scelte imposte dalle autorità.
Si cerca ancora di mascariare sostenendo che il movimento dei forconi sia una specie di Vandea, un fenomeno di ribellione sociale e regressivo. Ma Monti e Lombardo non sono Robespierre o Marat i loro governi non sono la Rivoluzione Francese. Monti è il tecnofascismo sociale in doppio petto che parla fluentemente l'inglese e che, per conto delle tecnocrazia euroatlantica si è dato il compito di pauperizzare il ceto medio e la classe operaia e cancellare il welfare. Lo Stato deve restare soltanto come struttura di difesa degli interessi nazionali ed internazionali delle classi dominanti. Lombardo è il capo di una grande cortigianeria parassitaria che ha avuto da spolpare la regione e sarà tenuto politicamente in vita fino a quando servirà come ammortizzare e deviatore delle pulsioni sociali di cambiamento. Ma i nuovi liberisti lo considerano un ferro vecchio allo stesso modo di come considerano un ferro vecchio, un inutile orpello, il Parlamento. In effetti dal governo Berlusconi al governo Monti è come se fosse trascorso un ventennio e non solo un paio di mesi e come se tutte le riforme istituzionali che Berlusconi si proponeva di fare fossero già state fatte e si trovano oramai alle spalle del governo Monti.
Un Parlamento che vota una mozione comune di sostegno al governo Monti è come se avesse firmato la sua capitolazione, la sua resa incondizionata. Oramai non può più tornare indietro e nell'anno di vita che resta a questa legislatura in Italia cambierà tutto. Possiamo considerare la fase della democrazia del nostro Paese conclusa. Dopo Monti ci sarà quello che vorranno i poteri euroatlantici. Forse lo stesso Monti o forse un altro come Passera ma con la politica l'Italia ha chiuso. Sarà soltanto amministrata.
Le letture malevoli che la politica ha dato della vicenda siciliana o di quella dei pastori sardi sono la prova della impotenza del centro-sinistra e del centro-destra ad assumere una iniziativa che non sia quella di fare solo da cassa di risonanza al governo dei professori. Quando Rita Borsellino attacca l'art.18 e dic e che Monti è un "male necessario". Quando l'unico politico siciliano che dice qualcosa sui Forconi è Miccichè ma soltanto per dargli connotazioni conformi al suo "partito del Sud" (che vota Monti) significa che tutta la politica si è ritirata. La cosa della quale si occupa è la sciarra tra i caporioni del centro-sinistra per la sindacatura di Palermo. Una cosa che pare interessi soltanto gli addetti ai lavori.
Ma la mancata risposta ai problemi sollevati dal movimento dei forconi potrà aprire una frattura indescrivibile e dagli esiti imprevidibili. La gente dice: siamo oltre la crisi, siamo alla fame! Il vuoto che la politica ha fatto attorno ai movimenti in Sicilia ed in Sardegna è destinato ad essere riempito da gruppi dirigenti che saranno espressi dagli stessi forconi o dai pastori. E speriamo che siano in grado di gestire con forza ma anche con saggezza quello che li aspetta.
Pietro Ancona

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