lunedì 5 settembre 2011

Lo sciopero "dopo" la sconfitta

Lo sciopero arriva a giochi fatti e con i lavoratori già spogliati di tutto

La vendetta del padronato italiano sulla classe lavoratrice che era riuscita a conquistare diritti di livello europeo finalmente trova sfogo nell'attacco all'art.18. Padronato alleato di sindacati che si appropriano di un diritto personale dei lavoratori per gestirlo al loro posto ed ingigantire a dismisura il loro potere. Tutto con una norma illegale assurda ma che diventa legge

ad libitum!!!

Licenziamenti ad libitum (secondo la propria volontà padronale) appena approvata la "manovra" con una norma grottesca assurda illegale. I padroni si sbarazzeranno dei lavoratori "pesanti" ( quelli con dieci o venti anni di anzianità) per sostituirli con carne fresca interinale biagizzata temporanea. La chiamano "flessibilità" in uscita. I lavoratori arrivano allo sciopero del 6 nudi. Non gli resta più niente! Saranno alla mercè del padronato che potrà farli fuori quando e come vorrà.
I lavoratori sono fritti!! C'è una intesa sotterranea tra PDL e PD per tutta la materia dell'art.8 della manovra. Non si sarà battaglia ma qualche finta scaramuccia per fare un po di scena. Lo sciopero avverrà a cose fatte e con la CGIL firmataria di ben due documenti con la Confindustria


Note di pessimismo


Cinque o sei scioperi generali della CGIL dal 2008 ad oggi, un paio fatti di mala voglia perchè strappati dalla Fiom a Epifani oppure alla Camusso. Scioperi contrappuntati da accordi interconfederali peggiorativi della condizione contrattuale e giuridica dei lavoratori ultimo dei quali quello del 28 giugno. Intanto leggi velenose come il collegato lavoro e "riforma" delle pensioni.
Parteciperò alla manifestazione di Palermo ed al comizio di Landini per il quale ho grande stima sperando che la sua vicenda non sia quella di Don Chisciotte cavaliere dell'ideale ma destinato a prendere sempre sberle ed a sentire i morsi della fame. Ma non ho alcuna fiducia che lo sciopero potrà in qualche modo indurre la dirigenza della CGIL a cambiare linea e rinunziare al collaborazionismo. Lo sciopero non smuoverà il gruppo dirigente del PD dalla sua posizione sempre più filoconfindustrialista.
Pietro Ancona

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