giovedì 22 settembre 2011

Italia: sciopero generale politico

Sciopero generale politico

Prima di addentrarci nel calvario alla cui fine c'è il default dell'Italia per poi fare soltanto scioperi di protesta del tutto inconcludenti e di mera disperazione come quelli greci bisognerebbe fare uno sciopero generale politico per chiedere le dimissioni del governo e per attaccare le istituzioni internazionali che puntano all'annichilimento dell'Italia. Italia che deve essere punita per non avere voluto la privatizzazione dell'acqua e la costruzione di centrali nucleari e per avere osato stipulare accordi nel campo energetico con la Libia e la Russia ed avere in qualche modo avuto perplessità per l'aggressione imperialistica alla Libia.

Per l'Italia è stata decisa una lenta agonia alla fine della quale sarà come l'Argentina, una nazione dotata di grandi risorse naturali con una classe di miliardari padroni di centinaia di miliardi depositati all'estero ma che ha ridotto il suo ceto medio all'elemosina ed alla fame. Migliaia di persone sono stati ridotte a diventare raccoglitori di cartone e di carta per rivenderli ed acquistare un pò di pane. Persone che stavano relativamente bene ma che quando si sono presentate alla loro banca per fare un prelievo o riscuotere la pensione o lo stipendio hanno trovato muri costruiti nella notte che ne ostruivano l'ingresso.

Oggi i killers dei poteri internazionali che hanno fatto pollice verso per l'Italia hanno declassato sette tra le più importanti banche. Ieri è stata declassata la Fiat ed il debito pubblico italiano ha perso quattro punti e costerà molto più caro contrarlo. Il governo è nel pallone ed è afflitto da una contraddizione che lo paralizza. In effetti la coltellata alla schiena è arrivata all'improvviso alla fine di giugno e fino ad allora sembrava che navigassimo in acque tranquille.

Oggi una indecente Camera dei Deputati ha salvato dall'arresto Milanese ritenendo con ciò di salvare se stessa attraverso la conferma della maggioranza di governo. Si è messa la coda tra le gambe quando Feltri ha avvertito i peones che avrebbero perso 15 mila euro al mese di prebenda e tutto il resto se avessero votato per l'arresto di Milanese e quindi per la crisi. Non sappiamo che cosa ci aspetta oggi pomeriggio o domani. Oramai si vive giorno per giorno.

Dal momento che il Parlamento non vuole disarcionare il governo e mandarlo a casa qualcuno deve farlo. Non lo farà il Presidente della Repubblica che non intende chiedere a Berlusconi di dimettersi e ne subisce l'impresentabilità e la squalifica internazionale che non riesce più a compensare neppure con pesanti servizi all'imperialism come la guerra alla nostra alleata Libia.

Solo uno sciopero generale politico contro il governo e contro la speculazione può creare le condizioni per una discontinuità politica. Ma le forze dell'opposizione e le centrali sindacali non sono qualificate moralmente per dirigere questo sciopero. Il PD è liberista ed atlantista come la destra che sorregge il governo e le confederazioni sindacali hanno firmato accordi con la Confindustria contro gli interessi dei lavoratori. La sinistra comunista ed i sindacati di base potrnno fare qualcosa ma sono deboli. Insomma il paese non ha la guida necessaria per combattere e sconfiggere questo governo e la destra che lo sorregge. Eppure lo sciopero generale politico si deve fare lo stesso. Magari i dirigenti scaturiranno dal movimento che si creerà. L'alternativa allo sciopero politico è una agonia sempre più dolorosa che getterà nella più nera miseria i lavoratori i pensionati e le loro famiglie.

Pietro Ancona

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