martedì 6 settembre 2011

il sindacato soggetto terzo

Il sindacato soggetto terzo tra imprese e lavoratori.

C'è una mutazione genetica in corso nel Dna della Cgil indotto da una nuova dottrina del suo rapporto con i lavoratori che merita di essere studiata a fondo per le sue inquietanti conseguenze sulla "natura" del Sindacato. Sono state introdotte per legge norme come quella dell'arbitrato ed ora sui licenziamenti che di fatto trasferiscono diritti indisponibili dalla persona del lavoratore ai sindacati. La rappresentanza sindacale nel collegio arbitrale di impianta sul diritto del lavoratore ad avere un giudice naturale a cui rivolgersi e lo sostituisce. Se passa l'art.8 con il quale l'art.18 diventa disponibilità di parti sociali un diritto soggettivo fondamentale alla giusta causa viene affidato alla "benevolenza" del sindacato a cui il lavoratore si rivolge per farsi assistere. Insomma si spogliano i lavoratori di potestà giuridiche, si riducono a pura merce, e si affidano ruolo nuovi al sindacato. Quindi il sindacato non è più lo strumento che agisce per conto del lavoratore e lo difende accrescendo il corpus dei suoi diritti e rivendicando le sue ragioni nei confronti della azienda ma una entità terza a se stante al quale il lavoratore è costretto a rivolgersi dalla legge e che acquista un potere drammatico su di lui. La Cisl è il principale veicolo di questa nuova dottrina. Il cittadino è dotato di tanti diritti che vengono perduti nel momento in cui diventa lavoratore e per esercitarli è costretto a rivolgersi ad un sindacato. Siamo ad una mostruosa involuzione del giuslavorismo.
Intanto la moltiplicazione degli enti bilaterali e delle iniziative comuni tra le organizzazioni padronali e quelle dei lavoratori crea un groviglio fittissimo di interessi alimentato da una normativa contrattuale che destina a specifici scopi parti del salario che crea financo un conflitto di interessi tra il lavoratore che non vorrebbe rinnovare il contratto in un certo modo ed il suo sindacato che deve continuare ad alimentare il suo rapporto con la parte datoriale.
Avremo un processo di scollamento di interessi tra i sindacati ed i lavoratori fino al punto di diventare divergenti e fino ad annullare ogni potere effettivo degli iscritti sulle loro rappresentanze.
Pietro Ancona

2 commenti:

barbaranotav ha detto...

Ciao Pietro,

ho come l'impressione che questo nuovo assetto "investa" i sindacati del ruolo di caporali.
E' una bella compensazione per tutte le firme poste per la svendita dei diritti..

Un caro saluto,
Barbara

Anonimo ha detto...

comunque Sacconi sta facendo un discorso ipocrita…mettere la tutela del posto di lavoro in mano ad un sindacato , certamente corruttibile, quando non giallo…NON È ASSOLUTAMENTE LA STESSA COSA DI TUTELARE IL LAVORATORE CON UNA LEGGE…LA TUTELA LEGALE DEL LAVORATORE È MOOLTO PIÙ EFFICACE !

…una balla da berluscones insomma…

rimettere i diritti dei lavoratori in mano alla volontà di alcune persone ( sindacati e datori di lavoro…) è un ritorno AL DIRITTO DI TIPO MEDIOEVALE…QUANDO NON ESISTEVA LA PREVALENZA DELLA LEGGE…QUESTI CI VOGLIONO FARE TORNARE AD UNA SOCIETÀ MEDIOEVALE…MAGARI DIVISA IN CETI…IN CASTE APPUNTO ( IO LE CHIAMO OLIGARCHIE POLITICANTI…) !!