SOTTO L'ALBERO DI FALCONE
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Non sfugge la mobilitazione ad alto livello, del governo di centro-destra per gli anniversari delle stragi mafiose specialmente per quella che oggi ricorda il martirio di Giovanni Falcone e che certamente si ripeterà il 19 luglio prossimo per Paolo Borsellino. Oltre al Presidente della Repubblica che è certamente super partes e rappresenta l'unità della nazione, erano presenti oggi a Palermo il Presidente del Senato Renato Schifani, il ministro Maroni, la ministra Gelmini, il guardasigilli Alfano. Presente anche Emma Marcegaglia che ha sottolineato l'impegno degli industriali siciliani ad espellere dall'associazione coloro che pagano il pizzo agli estortori della mafia. Tutto questo impegno segnala una tensione contro la mafia, uno Stato che non dimentica le offese sanguinose subite e che promette di continuare una lotta senza quartiere per cancellare
la funesta ed inquietante presenza dei mafiosi Ma è questa la verità, o meglio, è questa tutta la verità della situazione che stiamo vivendo mentre governa l'Italia Berlusconi?
Se esiste questo impegno così grande dello Stato nella lotta alla mafia perchè le testimonianze dei magistrati più impegnati nel fronte della lotta sono sempre più impregnate di pessimismo, sono sempre più dominate dallo sconforto e si coglie in esse un senso di solitudine e di frustrazione?
Proprio mentre a Palermo il Ministro Alfano annunzia un incrudelimento del 41 bis, il Presidente del Consiglio dei Ministri attacca la Magistratura e sollecita la sua riduzione sotto il controllo dell'esecutivo con la separazione della funzione inquirente da quella giudicante, un decreto diventato legge è assai severo verso i poveri fino a schedarne i senza tetto ed ad aumentare di un terzo le pene dei rei se migranti clandestini,. Si dà l'idea di uno Stato ossessionato dalla caccia ai migranti, ai poveri, ai lavavetro.... Disegni di legge
prossimi all'esame del Parlamento diminuiscono le garanzie e le tutele dei lavoratori in caso di licenziamento.
Non sembra esserci un rapporto tra la debordante presenza di uomini del governo e delle istituzioni attorno al simbolico albero di Falcone ed il livello di soddisfazione dei magistrati impegnati in prima linea. Ai convegni ai quali ho assistiti per la presentazione di libri o per discutere della lotta alla mafia mi è sembrato di cogliere segnali di allarme, di vero e proprio scoramento,la sensazione di persone che non avvertono una piena, forte,convinta solidarietà dello Stato alle loro spalle.
Inoltre, non si coglie un reale avvicinamento della pubblica amministrazione, delle istituzioni alle necessità dei cittadini ed un impegno alla organizzazione della vita civile più consono ed adeguato. La Regione Siciliana controllata come il Comune di palermo e come gran parte delle istituzioni siciliane dalla destra riducono i servizi collettivi e
sono dentro processi di privatizzazione di beni importanti come l'acqua che rendono più pesante la vita delle famiglie.
Uno striscione dei Cobas, esposto sotto l'albero di Falcone, è stato sequestrato dalla polizia e tre insegnanti sono stati fermati. C'era scritto: "La Mafia ringrazia lo Stato per la morte della Scuola!". Significa che non basta portare a Palermo una nave di studenti che si sono distinti in lavori e ricerche contro la mafia se la scuola che frequentano viene privata di migliaia e migliaia di insegnanti e se viene sfacciatamente favorita la scuola privata confessionale. Ha sbagliato Maria Falcone a criticare i Cobas ed il loro striscione. Si onore assai di più Falcone difendendo la Scuola pubblica e la sua qualità che facendo discorsi impregnati di retorica ai quali non corrisponde la nuova Italia libera dalla mafia che sognavano Falcone, Borsellino, Chinnici,ed i tanti altri servitori dello Stato spietatamente eliminati.
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it
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