sabato 5 settembre 2009

la sanguinaria tirannide planetaria

Sanguinaria tirannide planetaria
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Oggi tutti i giornali dell'occidente pubblicano articoli pieni di finto raccapriccio per l'ennesima strage di civili dell'esercito di occupazione dell'Afghanistan. Cento e forse più civili ai quali i patrioti della Resistenza stavano distribuendo benzina da due autocisterne sequestrate alla Nato sono stati bruciati
vivi da un missile . Le condoglianze di circostanza si sprecano. Frattini si è spinto fino ad usare l'aggettivo "inaccettabile" per quanto è successo. Il criminale Karzay che ancora conta e riconta i voti da spartire con Abdullah altro pupillo degli Usa ha protestato. Non è la prima volta che lo fa. Ha protestato anche in occasione di precedenti massacri. Oramai è difficile tenere la contabilità di tutti i massacri realizzati con missili, aerei drone o bombardamenti. Uccidere la gente bombardandola è la cosa che agli americani riesce meglio nelle loro guerre. Ho contato diverse proteste di Karzay.
Protestare non costa niente e non significa niente quando si è tenuti in piedi dai massacratori. Qualcuno ha insinuato che le vittime fossero soltanto "dei talebani" dando per scontato che ucciderli è permesso, è giusto. Altri esprimono preoccupazione di un possibile ritiro della Nato dal momento che ogni ritiro è traumatico. Si ricorda il Vietnam. Tutti chiedono di restare per impedire che AlQaeda si rafforzi e gli islamici invadano l'Occidente! Menzogne sfacciate da pennivendoli dalla faccia di bronzo che hanno ricevuto l'ordine di continuare la vulgata del pericolo "terrorismo" che ha preso posto nell'immaginario collettivo dopo il pericolo giallo di mussoliniana memoria ed il pericolo comunista.
A distanza di quasi venti giorni dal voto che dovrebbe testimoniare l'ingresso nelle democrazie dello Afghanistan non si sa quasi niente tranne che i due contendenti (entrambi approvati dagli Usa) si rinfacciano reciprocamente brogli e trucchi. La Nato impiega oltre centomila uomini per tenere in piedi questa grottesca pagliacciata, questo simulacro di Westminster, che dovrebbe sostituire il regime tribale che la società civile di quel lontano paese ha avuto da secoli e che ha dato vita anche a sultanati e monarchie. L'introduzione della democrazia di stampo occidentale è una violenza alla popolazione, alla storia e garantisce molto meno dell'equilibrio e della convivenza delle varie etnie delle tribù.
Domani i giornali non parleranno più della strage e l'inchiesta se si farà sarà come le inchieste dell'esercito israeliano dopo stragi di civili palestinesi. Non servirà a niente. I morti non avranno giustizia ed i sopravvissuti non saranno indennizzati. Nessuno porgerà scuse. Meno che mai il Presidente Obama accolto con tanto entusiasmo e tante speranze dai liberal di tutto il mondo ma che è dedito a sviluppare il programma di guerra iniziato da Bush quasi un decennio fa, programma che prevedeva lo spostamento del teatro bellico dall'Irak a Kabul e l'impiego di altre truppe. La potenza supertecnologica degli armamenti USA contro i kalaschikov e le rudimentali mine della Resistenza. Proprio ieri mentre giungeva notizia del massacro Obama era impegnato in una discussione relativa a quanti nuovi marines impegnare: ventimila? cinquantamila? il dibattito è ancora aperto....
Anche l'Osservatore Romano dello Stato della Chiesa approva la prosecuzione della guerra condividendo la velina massmediatica del Pentagono. La Chiesa non combatte forse il Malvagio?
Gli USA combattono il loro Malvagio, cioè il terrorismo, nella fattispecie i talebani. Magari prima o poi si ammetteranno che AlQaeda è una loro invenzione e che Bin Laden è una marionetta che viene azionata ogni volta che serve per giustificare qualche nefandezza.
L'America di Obama è stragista, golpista e truffaldina come quella di Bush. Farà incancrenire tutte le questioni aperte a cominciare di quella palestinese che stanno conoscendo ora le crudeltà peggiori della loro storia di popolo oppresso. L'America di Obama non vuole la pace se non alle sue condizioni e forse non la vuole per niente dovendo fare lavorare a pieno regime una industria di armamenti che non ha pari al mondo.
Pietro Ancona
pietroancona@tin.it
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