L'Italia svenduta in Asia?
Il Presidente Monti sta facendo un lungo viaggio in Asia allo scopo di fare propaganda -come afferma- alla "nuova"Italia e per convincere ad investire nel nostro Paese strombazzando la sua riforma del mercato del lavoro che, costi quel che costi, presto sarà fatta e consentirà facili assunzioni a buon mercato e facili licenziamenti.
Trovo assai irritante che il Presidente parli di una "Nuova Italia" di cui si mostra come incarnazione. Una nuova Italia che sarebbe costituita dal Governo, dai partiti che lo sostengono, dai cittadini che approvano. I roghi umani che punteggiano le città italiane è come se non esistessero. Monti si inventa una attesa dei paesi esteri sulla riforma del nostro mercato del lavoro. Attesa che è credo soltanto sulle sua immaginazione.
Trovo sbagliato inutile e controproducente questa lunga trasferta in Asia del Capo del Governo. Certo impetrare la potenza della Cina quando il governo Berlusconi-Tremonti voleva addirittura alzarle contro barriere doganali è un bel salto della quaglia: dal dazio al cappello in mano! In Giappone potrebbe esaminare quel mercato del lavoro fondato sul mantenimento a vita del posto di lavoro e sul rispetto dei lavoratori e dalla Corea del Sud potrebbe studiare gli alti salari i primi della scala OCSE. Ma lo scopo del viaggio è un altro ed è inutile e dannoso per l'Italia.
Il problema del nostro Paese non è quello di attirare con un mercato del lavoro di schiavi investimenti esteri quanto invece di analizzare profondamente la propria struttura industriale per individuare i punti di rilancio e di rafforzamento. Non dobbiamo prevedere una fase di colonizzazione straniera della nostra economia che purtroppo parla straniero già in moltissime delle sue branche fondamentali quanto di sviluppo e di sostegno della nostra imprenditoria. Noi possiamo ricrescere sviluppando il "nostro" sistema industriale. Possiamo andare oltre i distretti devastati dalla crisi e proporci obiettivi nuovi.
Credo che scopo vero del viaggio di Monti sia la privatizzazione di importanti industrie tuttora controllate dallo Stato. Vuole vendere FinMeccanica Eni le quote Enel per ricavarne soldi da buttare nel calderone del nostro debito pubblico. Svendiamo quanto resta dell'Italia quinta potenza industriale del mondo per arricchire le banche. Ma quando avremo venduto tutto ci resteranno soltanto gli occhi per piangere e diventeremo un luogo dove i ricchi del mondo verranno in villeggiatura. Per potere vendere tutto ha bisogno di liberare Finmeccanica Eni e quant'altro dei dipendenti. Sappiamo che i grossi managers la faranno franca ma centinaia di migliaia dovranno andarsene senza alcuna "giusta causa" che li protegga.
Per questo il Presidente Monti è tanto nervoso ed arriva ad insultare i partiti e quanti non si affrettano a favorire i suoi piani. Ha avuto mandato di svendere tutto da coloro che lo hanno messo in cima al governo italiano. Dopo la Grecia e la Spagna l'Italia sarà liquidata e ridotta alle condizioni in cui era nel dopoguerra e prima della ricostruzione. Un campo di macerie.
Non ho dubbi che gli interessi dell'Italia (e non solo dei lavoratori) non coincidono con quelli che rappresenta Monti. Il capitolo privatizzazione che si sta inscenando dal tour estero sarà il colpo di grazia che ci toglierà il futuro.
Meglio mandare questo signore a casa prima che la rovina ci trascini tutti in fondo ad un pozzo dal quale sarà difficile riemergere.
Pietro Ancona
venerdì 30 marzo 2012
la cattiveria al potere
La cattiveria al Potere. Non una parola di cordoglio, di rammarico,di dolore per le tantissime persone che si tolgono la vita per disperazione perchè hanno perso il lavoro o perchè perseguitate da Equitalia. Silenzio assoluto dal Capo dello Stato. Silenzio assoluto da Monti che invece continua a fare la faccia feroce ed a stressare ed impaurire degli italiani anche dall'estero. Anche l'Oligarchia Politica assai satolla ed elegante che abita il Parlamento si fa gli affari suoi e tace. Si predica la coesione nazionale ma non si fa niente per incoraggiare quanti sono travolti dalla crisi non si fa niente per aiutarli. Ognuno per se e Dio per tutti: non è forse questa l'etica dello Stato asociale della Tatcher e di Monti? Mentre in Italia la gente continua ad uccidersi nel disinteresse del Potere che si dice democratico i Ministri hanno oramai aperto una dipendence dei loro uffici in India. Ieri il Ministro della Difesa il Generale della Nato De Paola è stato ricevuto nella cella speciale pretesa dall'Italia dai due marò incarcerati per l'omicidio di due inermi pescatori. Nessuno interesse per i disgraziati italiani che si tolgono la vita ma tanto interessamento e tantissime spese per "riportare a casa i nostri due ragazzi".
la cattiveria al potere
La cattiveria al Potere. Non una parola di cordoglio, di rammarico,di dolore per le tantissime persone che si tolgono la vita per disperazione perchè hanno perso il lavoro o perchè perseguitate da Equitalia. Silenzio assoluto dal Capo dello Stato. Silenzio assoluto da Monti che invece continua a fare la faccia feroce ed a stressare ed impaurire degli italiani anche dall'estero. Anche l'Oligarchia Politica assai satolla ed elegante che abita il Parlamento si fa gli affari suoi e tace. Si predica la coesione nazionale ma non si fa niente per incoraggiare quanti sono travolti dalla crisi non si fa niente per aiutarli. Ognuno per se e Dio per tutti: non è forse questa l'etica dello Stato asociale della Tatcher e di Monti? Mentre in Italia la gente continua ad uccidersi nel disinteresse del Potere che si dice democratico i Ministri hanno oramai aperto una dipendence dei loro uffici in India. Ieri il Ministro della Difesa il Generale della Nato De Paola è stato ricevuto nella cella speciale pretesa dall'Italia dai due marò incarcerati per l'omicidio di due inermi pescatori. Nessuno interesse per i disgraziati italiani che si tolgono la vita ma tanto interessamento e tantissime spese per "riportare a casa i nostri due ragazzi".
giovedì 29 marzo 2012
I giornalisti che fanno?
Mi chiedo perchè le redazioni dei giornali che una volta erano gelosissime della indipendenza della informazione ora si adattino tutte a fare da megafono al governo sulla riforma del mercato del lavoro che eternizza il precariato e precarizza il lavoro a tempo indeterminato. Da che parte stanno i giornalisti italiani? Quale è la situazione reale nelle redazioni? Perchè Paolo Mieli è così ansioso di fare passare la linea dura del governo sui licenziamenti?
I giornalisti che fanno?
Mi chiedo perchè le redazioni dei giornali che una volta erano gelosissime della indipendenza della informazione ora si adattino tutte a fare da megafono al governo sulla riforma del mercato del lavoro che eternizza il precariato e precarizza il lavoro a tempo indeterminato. Da che parte stanno i giornalisti italiani? Quale è la situazione reale nelle redazioni? Perchè Paolo Mieli è così ansioso di fare passare la linea dura del governo sui licenziamenti?
OTTO GIORNI DI SCIOPERO CONSECUTIVE
OTTO GIORNATE DI SCIOPERO CONSECUTIVE
A fronte della gravità dell'aggressione del governo Monti-Fornero ai lavoratori italiani bisogna reagire adeguando la risposta alla situazione. Non otto ore di sciopero ma otto giorni di sciopero. Una giornata di sciopero i mercati la BCE e la Unione Europea la mettono in conto e la metabolizzano come se non fosse mai accaduta. Bisogna mettere il signor Monti ed i signori che lo sostengono difronte ad una novità fatta di otto giornate consecutive di lotta e disobbedienza civile. Non si può accettare la precarizzazione dei lavoratori italiani. Assieme all'art.18 cade il contratto a tempo indeterminato. Cade anche la Costituzione. Mettiamo a posto questo signore che attacca da Tokio i suoi concittadini!
A fronte della gravità dell'aggressione del governo Monti-Fornero ai lavoratori italiani bisogna reagire adeguando la risposta alla situazione. Non otto ore di sciopero ma otto giorni di sciopero. Una giornata di sciopero i mercati la BCE e la Unione Europea la mettono in conto e la metabolizzano come se non fosse mai accaduta. Bisogna mettere il signor Monti ed i signori che lo sostengono difronte ad una novità fatta di otto giornate consecutive di lotta e disobbedienza civile. Non si può accettare la precarizzazione dei lavoratori italiani. Assieme all'art.18 cade il contratto a tempo indeterminato. Cade anche la Costituzione. Mettiamo a posto questo signore che attacca da Tokio i suoi concittadini!
OTTO GIORNI DI SCIOPERO CONSECUTIVE
OTTO GIORNATE DI SCIOPERO CONSECUTIVE
A fronte della gravità dell'aggressione del governo Monti-Fornero ai lavoratori italiani bisogna reagire adeguando la risposta alla situazione. Non otto ore di sciopero ma otto giorni di sciopero. Una giornata di sciopero i mercati la BCE e la Unione Europea la mettono in conto e la metabolizzano come se non fosse mai accaduta. Bisogna mettere il signor Monti ed i signori che lo sostengono difronte ad una novità fatta di otto giornate consecutive di lotta e disobbedienza civile. Non si può accettare la precarizzazione dei lavoratori italiani. Assieme all'art.18 cade il contratto a tempo indeterminato. Cade anche la Costituzione. Mettiamo a posto questo signore che attacca da Tokio i suoi concittadini!
A fronte della gravità dell'aggressione del governo Monti-Fornero ai lavoratori italiani bisogna reagire adeguando la risposta alla situazione. Non otto ore di sciopero ma otto giorni di sciopero. Una giornata di sciopero i mercati la BCE e la Unione Europea la mettono in conto e la metabolizzano come se non fosse mai accaduta. Bisogna mettere il signor Monti ed i signori che lo sostengono difronte ad una novità fatta di otto giornate consecutive di lotta e disobbedienza civile. Non si può accettare la precarizzazione dei lavoratori italiani. Assieme all'art.18 cade il contratto a tempo indeterminato. Cade anche la Costituzione. Mettiamo a posto questo signore che attacca da Tokio i suoi concittadini!
OTTO GIORNI DI SCIOPERO CONSECUTIVE
OTTO GIORNATE DI SCIOPERO CONSECUTIVE
A fronte della gravità dell'aggressione del governo Monti-Fornero ai lavoratori italiani bisogna reagire adeguando la risposta alla situazione. Non otto ore di sciopero ma otto giorni di sciopero. Una giornata di sciopero i mercati la BCE e la Unione Europea la mettono in conto e la metabolizzano come se non fosse mai accaduta. Bisogna mettere il signor Monti ed i signori che lo sostengono difronte ad una novità fatta di otto giornate consecutive di lotta e disobbedienza civile. Non si può accettare la precarizzazione dei lavoratori italiani. Assieme all'art.18 cade il contratto a tempo indeterminato. Cade anche la Costituzione. Mettiamo a posto questo signore che attacca da Tokio i suoi concittadini!
A fronte della gravità dell'aggressione del governo Monti-Fornero ai lavoratori italiani bisogna reagire adeguando la risposta alla situazione. Non otto ore di sciopero ma otto giorni di sciopero. Una giornata di sciopero i mercati la BCE e la Unione Europea la mettono in conto e la metabolizzano come se non fosse mai accaduta. Bisogna mettere il signor Monti ed i signori che lo sostengono difronte ad una novità fatta di otto giornate consecutive di lotta e disobbedienza civile. Non si può accettare la precarizzazione dei lavoratori italiani. Assieme all'art.18 cade il contratto a tempo indeterminato. Cade anche la Costituzione. Mettiamo a posto questo signore che attacca da Tokio i suoi concittadini!
La morte del trentesimo monachello
La morte del trentesimo momachello
E' raccapricciante come la vita umana possa essere strumentalizzata ed usata per una causa che viene tenuta aperta soltanto attraverso lo scandalo. Un monachello di appena venti anni, un ragazzo ancora quasi imberbe, si è suicidato in modo orrendo dandosi fuoco per tenere "accesa" la causa del ritorno del Dalai Lama al potere in Tibet. E' la trentesima vittima da quando è cominciata la campagna dei suicidi che ha lo scopo di emozionare l'opinione pubblica mondiale e di spingerla contro i cattivi cinesi che non vogliono riconoscere l'indipendenza dei tibetani e che non hanno rispetto per la spiritualità di una religione che raccoglie tra i suoi adepti noti personaggi dell'alta società americana ed è di moda nei salotti "culturali" dell'Occidente
Ho profonda pietà e pena per la giovane vita scomparsa tra le fiamme e invoco l'intervento di coloro che hanno il potere di impedire la continuazione dello svolgimento di questo criminale programma propagandistico fatto di immolazioni di giovani incolpevoli e plagiati o costretti da una immensa pressione ambientale psicologica a sacrificarsi.
Non c'è dubbio che i roghi umani hanno una regia assai attenta alla politica planetaria. Non c'è niente di spontaneo nell'autodafè dei giovani che si immolano. Una mente sapiente e criminale predispone il progetto e si tratta di un progetto poliennale che ci farà vedere ancora molti sacrifici, molte immolazioni. E' anche possibile che si passerà dal sacrificio individuale a quello collettivo, che gruppi di giovani monaci si daranno fuoco insieme per sottolineare ancora di più e meglio la causa di chi vuole tornare al governo di una immensa regione dove è stato esercitato un potere feudale enorme su una popolazione tenuta analfabeta e priva di servizi sanitari in grandissima parte ridotta alla servitù della gleba di potenti monaci che erano padroni di tutto a cominciare della vita dei contadini e degli artigiani.
Questa causa del ritorno del Dalai Lama in Tibet è sostenuta dagli USA che finanziano attraverso la Cia lo stesso Dalai Lama ed il movimento religioso buddista. Molti monaci sono stati e sono ancora addestrati alla guerriglia, al sabotaggio, alla guerra partigiana nelle montagne del Colorado. Il movimento buddista viene usato per arrecare danno all'immagine della Cina. Ricordiamoci dei giochi olimpici e della staffetta buddista parallela che ne disturbò lo svolgimento ed amareggiò un momento di protagonismo mondiale della Cina richiamando attraverso la potentissima catena massmediatica occidentale l'attenzione sulla causa della "liberazione" del Tibet piuttosto che sulla Cina che finalmente si affacciava alla vista del mondo.
Credo che soltanto gli americani possano mettere fine a questo orrendo dispendio di vite umane. Debbono ordinare al Dalai Lama di smetterla. Il potere religioso non può e non deve estendersi alla vita stessa dei monaci. E' più facile credere alla volontarietà della morte dei kamikaze giapponesi durante la seconda guerra mondiale che a quella di questi giovanissimi monachelli. Oggi sappiamo che i kamikaze non erano affatto contenti di immolarsi e ci sono testimonianze strazianti di lettere mandate ai familiari in cui c'è tanto rammarico per la vita che si perde. Penso sia il caso di approfondire tutte le circostanze in cui maturano questi eventi luttuosi e terribili. In quale clima vivono i monaci predestinati allo autodafè. Perchè ad immolarsi sono sempre e soltanto giovani anime innocenti e non stagionati monaci gerarchicamente importanti?
Perchè il Dalai Lama non brucia se stesso piuttosto che mandare a morte tanti giovani monachelli?
Pietro Ancona
http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Esteri/Tibet-immolazione-Cina/29-03-2012/1-A_001336665.shtml
E' raccapricciante come la vita umana possa essere strumentalizzata ed usata per una causa che viene tenuta aperta soltanto attraverso lo scandalo. Un monachello di appena venti anni, un ragazzo ancora quasi imberbe, si è suicidato in modo orrendo dandosi fuoco per tenere "accesa" la causa del ritorno del Dalai Lama al potere in Tibet. E' la trentesima vittima da quando è cominciata la campagna dei suicidi che ha lo scopo di emozionare l'opinione pubblica mondiale e di spingerla contro i cattivi cinesi che non vogliono riconoscere l'indipendenza dei tibetani e che non hanno rispetto per la spiritualità di una religione che raccoglie tra i suoi adepti noti personaggi dell'alta società americana ed è di moda nei salotti "culturali" dell'Occidente
Ho profonda pietà e pena per la giovane vita scomparsa tra le fiamme e invoco l'intervento di coloro che hanno il potere di impedire la continuazione dello svolgimento di questo criminale programma propagandistico fatto di immolazioni di giovani incolpevoli e plagiati o costretti da una immensa pressione ambientale psicologica a sacrificarsi.
Non c'è dubbio che i roghi umani hanno una regia assai attenta alla politica planetaria. Non c'è niente di spontaneo nell'autodafè dei giovani che si immolano. Una mente sapiente e criminale predispone il progetto e si tratta di un progetto poliennale che ci farà vedere ancora molti sacrifici, molte immolazioni. E' anche possibile che si passerà dal sacrificio individuale a quello collettivo, che gruppi di giovani monaci si daranno fuoco insieme per sottolineare ancora di più e meglio la causa di chi vuole tornare al governo di una immensa regione dove è stato esercitato un potere feudale enorme su una popolazione tenuta analfabeta e priva di servizi sanitari in grandissima parte ridotta alla servitù della gleba di potenti monaci che erano padroni di tutto a cominciare della vita dei contadini e degli artigiani.
Questa causa del ritorno del Dalai Lama in Tibet è sostenuta dagli USA che finanziano attraverso la Cia lo stesso Dalai Lama ed il movimento religioso buddista. Molti monaci sono stati e sono ancora addestrati alla guerriglia, al sabotaggio, alla guerra partigiana nelle montagne del Colorado. Il movimento buddista viene usato per arrecare danno all'immagine della Cina. Ricordiamoci dei giochi olimpici e della staffetta buddista parallela che ne disturbò lo svolgimento ed amareggiò un momento di protagonismo mondiale della Cina richiamando attraverso la potentissima catena massmediatica occidentale l'attenzione sulla causa della "liberazione" del Tibet piuttosto che sulla Cina che finalmente si affacciava alla vista del mondo.
Credo che soltanto gli americani possano mettere fine a questo orrendo dispendio di vite umane. Debbono ordinare al Dalai Lama di smetterla. Il potere religioso non può e non deve estendersi alla vita stessa dei monaci. E' più facile credere alla volontarietà della morte dei kamikaze giapponesi durante la seconda guerra mondiale che a quella di questi giovanissimi monachelli. Oggi sappiamo che i kamikaze non erano affatto contenti di immolarsi e ci sono testimonianze strazianti di lettere mandate ai familiari in cui c'è tanto rammarico per la vita che si perde. Penso sia il caso di approfondire tutte le circostanze in cui maturano questi eventi luttuosi e terribili. In quale clima vivono i monaci predestinati allo autodafè. Perchè ad immolarsi sono sempre e soltanto giovani anime innocenti e non stagionati monaci gerarchicamente importanti?
Perchè il Dalai Lama non brucia se stesso piuttosto che mandare a morte tanti giovani monachelli?
Pietro Ancona
http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Esteri/Tibet-immolazione-Cina/29-03-2012/1-A_001336665.shtml
martedì 27 marzo 2012
la luna di miele
Dopo la forzatura sull’articolo 18 la luna di miele del Governo Monti è terminata. Certamente è terminata per una parte importante del mondo del lavoro e dell’opinione pubblica.
Le conseguenze, anche politiche, si vedranno meglio nelle prossime settimane.
Ora è legittimo interrogarsi se è accettabile che un Governo di “tecnici”, che peraltro compie scelte politicissime come quella di manomettere l’articolo 18 dello Statuto dei diritti di lavoratori e approva “riforme” che entreranno in vigore nel 2017, si vanti di non dovere rispondere agli elettori delle sue scelte, tanto più che i provvedimenti del Governo debbono essere approvati da chi con la prova elettorale bene o male si è misurato. Evidentemente il Governo Monti ritiene di sapere, motu proprio, cosa è bene e cosa non lo è per il paese. Anche se in democrazia il consenso ad una strategia politica lo possono dare solo gli elettori attraverso i loro rappresentanti in parlamento.
Monti dichiara di volere tirare diritto sulla sua impostazione non solo senza il consenso della Cgil ma anche ignorando i reiterati inviti del Pd a cercare un’intesa con tutti su una proposta che non apra il varco ai licenziamenti come avverrebbe con l’attuale proposta del Governo sull’articolo 18. Va detto che la fermezza dichiarata da Bersani è apprezzabile.
Nei reiterati inviti del Pd era chiaro l’intento di evitare il manifestarsi di una continuità imbarazzante con il Governo precedente, che aveva fatto della discriminazione anti Cgil il suo credo. Va sottolineato che la tenuta della Cgil ha portato altre confederazioni a rivedere posizioni precedenti e soprattutto ha dato alla protesta dei lavoratori un punto importante di riferimento.
Invece si è arrivati esattamente al punto tanto temuto. Perché ?
Perchè su alcune materie come l’articolo 18 il Presidente Monti si è impegnato fin dall’investitura con la Bce e con la Commissione Europea, oltre che con la Germania. Ora è chiaro cosa aveva tanto impressionato la signora Merkel quando aveva parlato con Monti, dopo la fiducia al Governo.
Monti si era evidentemente impegnato con questi interlocutori a manomettere l’articolo 18, altrimenti non si capisce perché su altre materie coma la riforma Rai, le frequenze (beauty contest), la giustizia, le stesse liberalizzazioni, l’atteggiamento sia stato morbido e dialogante. Per di più Monti deve essersi convinto che se la Cgil dichiara di essere contraria alle proposte del Governo sull’articolo18 i ben noti mercati aumenteranno la loro fiducia.
Anche questa convinzione sembra destituita di fondamento visto che lo spread tra Btp e Bund tedeschi è risalito proprio nel momento in cui il Governo ha scelto la durezza sull’articolo 18 e ha dichiarato sepolta la concertazione.
Come opinione naturalmente è legittima, ma non si capisce perché dovrebbe ricevere consensi in parlamento.
La linea del Governo è in realtà una linea fin troppo conservatrice che, archiviate le velleità populiste berlusconiane, punta con determinazione a riscrivere i rapporti di forza nei luoghi di lavoro e nella società, di cui l’endorsement di Marchionne verso il Governo Monti è la pelosa conferma.
Perfino una parte di Confindustria è risultata più prudente del Governo rispetto all’attacco all’articolo 18 e alla velleità di sbaraccare la mobilità lunga e la Cig straordinaria, proprio in questa pesantissima fase di crisi economica e occupazionale. Padroni si, ma non fessi. Gli ammortizzatori nelle fasi di ristrutturazione e di crisi servono alle aziende non meno che ai lavoratori.
Il Governo ha deciso di seppellire la concertazione, che era stato un vanto del “tecnico” Ciampi.
Perché tanta prudenza nel dichiarare con chiarezza che il tempo della disponibilità ad accettare questo equilibrio politico è esaurito ? Pesa ceratemente lo spauracchio di finire come la Grecia, agitato sapientemente da mesi.
E’ giunto il momento di pensare seriamente a come e quando chiedere il parere degli elettori. La scadenza naturale del 2013 è molto lontana. Scelte di fondo vengono decise ora, per di più senza concertazione sociale. Questa è una pesante contraddizione. Se dovesse proseguire questa situazione è quanto meno necessario garantire che ci sia un mandato elettorale per legittimare le scelte.
Le elettrici e gli elettori debbono potere esprimere la loro opinione su quale strada ritengano migliore per affrontare i problemi del nostro paese.
Del resto Monti ha affermato con chiarezza che i conti pubblici del nostro paese sono in ordine, sotto controllo perfino di fronte alla recessione, che non è più una minaccia, ma purtroppo una realtà.
Bce, Commissione Europea e Fmi confermano questo giudizio. Benissimo. E’ quindi possibile immaginare che si possa andare a votare anche prima della scadenza naturale in relativa tranquillità finanziaria.
Il Governo potrà sostenere le sue tesi e, se prevarranno, potrà, con un mandato democratico, continuare a governare.
Approvare una nuova legge elettorale è necessario, ma non fino al punto da vedere sconvolti assetti politici e sociali in nome di questa esigenza.
Il paese deve potere decidere tra 2 scelte possibili, quella conservatrice che ridisegna i rapporti di forza consegnando le scelte di fondo alle classi dominanti e quella progressista che vuole rinverdire i fasti dell’Europa sociale, che non ritiene lo stato sociale obsoleto ma anzi un punto di forza per la ripresa. Una scelta progressista che ritiene che le risorse per uscire dalla crisi ci sono ma occorre avere il coraggio di prenderle dove sono, invece di continuare a scaricare colpi verso il basso.
Per di più la ripresa non si vede. L’Italia nel 2012 subirà una dura recessione e avrà una pesante contrazione occupazionale. Occorre certamente un impegno dell’Europa per la ripresa economica e occupazionale. Questo è un terreno decisivo di lotta politica per imporre una svolta alla politica europea prevalente. Ma questo non può essere un alibi per non fare nulla in Italia ed è del tutto evidente che il Governo finora non ha avnzato proposte per guidare l’Italia su un nuovo e diverso percorso economico. Per aiutare la ripresa economica occorre ben altro che i provvedimenti fin qui adottati e prospettati. Occorre una politica di sviluppo e di investimenti pubblici e privati innovativa e coraggiosa, con al centro la valorizzazione del lavoro, non l’aperura di varchi ai licenziamenti facili.
Alfiero Grandi
ex vice ministro finanze governo prodi
Le conseguenze, anche politiche, si vedranno meglio nelle prossime settimane.
Ora è legittimo interrogarsi se è accettabile che un Governo di “tecnici”, che peraltro compie scelte politicissime come quella di manomettere l’articolo 18 dello Statuto dei diritti di lavoratori e approva “riforme” che entreranno in vigore nel 2017, si vanti di non dovere rispondere agli elettori delle sue scelte, tanto più che i provvedimenti del Governo debbono essere approvati da chi con la prova elettorale bene o male si è misurato. Evidentemente il Governo Monti ritiene di sapere, motu proprio, cosa è bene e cosa non lo è per il paese. Anche se in democrazia il consenso ad una strategia politica lo possono dare solo gli elettori attraverso i loro rappresentanti in parlamento.
Monti dichiara di volere tirare diritto sulla sua impostazione non solo senza il consenso della Cgil ma anche ignorando i reiterati inviti del Pd a cercare un’intesa con tutti su una proposta che non apra il varco ai licenziamenti come avverrebbe con l’attuale proposta del Governo sull’articolo 18. Va detto che la fermezza dichiarata da Bersani è apprezzabile.
Nei reiterati inviti del Pd era chiaro l’intento di evitare il manifestarsi di una continuità imbarazzante con il Governo precedente, che aveva fatto della discriminazione anti Cgil il suo credo. Va sottolineato che la tenuta della Cgil ha portato altre confederazioni a rivedere posizioni precedenti e soprattutto ha dato alla protesta dei lavoratori un punto importante di riferimento.
Invece si è arrivati esattamente al punto tanto temuto. Perché ?
Perchè su alcune materie come l’articolo 18 il Presidente Monti si è impegnato fin dall’investitura con la Bce e con la Commissione Europea, oltre che con la Germania. Ora è chiaro cosa aveva tanto impressionato la signora Merkel quando aveva parlato con Monti, dopo la fiducia al Governo.
Monti si era evidentemente impegnato con questi interlocutori a manomettere l’articolo 18, altrimenti non si capisce perché su altre materie coma la riforma Rai, le frequenze (beauty contest), la giustizia, le stesse liberalizzazioni, l’atteggiamento sia stato morbido e dialogante. Per di più Monti deve essersi convinto che se la Cgil dichiara di essere contraria alle proposte del Governo sull’articolo18 i ben noti mercati aumenteranno la loro fiducia.
Anche questa convinzione sembra destituita di fondamento visto che lo spread tra Btp e Bund tedeschi è risalito proprio nel momento in cui il Governo ha scelto la durezza sull’articolo 18 e ha dichiarato sepolta la concertazione.
Come opinione naturalmente è legittima, ma non si capisce perché dovrebbe ricevere consensi in parlamento.
La linea del Governo è in realtà una linea fin troppo conservatrice che, archiviate le velleità populiste berlusconiane, punta con determinazione a riscrivere i rapporti di forza nei luoghi di lavoro e nella società, di cui l’endorsement di Marchionne verso il Governo Monti è la pelosa conferma.
Perfino una parte di Confindustria è risultata più prudente del Governo rispetto all’attacco all’articolo 18 e alla velleità di sbaraccare la mobilità lunga e la Cig straordinaria, proprio in questa pesantissima fase di crisi economica e occupazionale. Padroni si, ma non fessi. Gli ammortizzatori nelle fasi di ristrutturazione e di crisi servono alle aziende non meno che ai lavoratori.
Il Governo ha deciso di seppellire la concertazione, che era stato un vanto del “tecnico” Ciampi.
Perché tanta prudenza nel dichiarare con chiarezza che il tempo della disponibilità ad accettare questo equilibrio politico è esaurito ? Pesa ceratemente lo spauracchio di finire come la Grecia, agitato sapientemente da mesi.
E’ giunto il momento di pensare seriamente a come e quando chiedere il parere degli elettori. La scadenza naturale del 2013 è molto lontana. Scelte di fondo vengono decise ora, per di più senza concertazione sociale. Questa è una pesante contraddizione. Se dovesse proseguire questa situazione è quanto meno necessario garantire che ci sia un mandato elettorale per legittimare le scelte.
Le elettrici e gli elettori debbono potere esprimere la loro opinione su quale strada ritengano migliore per affrontare i problemi del nostro paese.
Del resto Monti ha affermato con chiarezza che i conti pubblici del nostro paese sono in ordine, sotto controllo perfino di fronte alla recessione, che non è più una minaccia, ma purtroppo una realtà.
Bce, Commissione Europea e Fmi confermano questo giudizio. Benissimo. E’ quindi possibile immaginare che si possa andare a votare anche prima della scadenza naturale in relativa tranquillità finanziaria.
Il Governo potrà sostenere le sue tesi e, se prevarranno, potrà, con un mandato democratico, continuare a governare.
Approvare una nuova legge elettorale è necessario, ma non fino al punto da vedere sconvolti assetti politici e sociali in nome di questa esigenza.
Il paese deve potere decidere tra 2 scelte possibili, quella conservatrice che ridisegna i rapporti di forza consegnando le scelte di fondo alle classi dominanti e quella progressista che vuole rinverdire i fasti dell’Europa sociale, che non ritiene lo stato sociale obsoleto ma anzi un punto di forza per la ripresa. Una scelta progressista che ritiene che le risorse per uscire dalla crisi ci sono ma occorre avere il coraggio di prenderle dove sono, invece di continuare a scaricare colpi verso il basso.
Per di più la ripresa non si vede. L’Italia nel 2012 subirà una dura recessione e avrà una pesante contrazione occupazionale. Occorre certamente un impegno dell’Europa per la ripresa economica e occupazionale. Questo è un terreno decisivo di lotta politica per imporre una svolta alla politica europea prevalente. Ma questo non può essere un alibi per non fare nulla in Italia ed è del tutto evidente che il Governo finora non ha avnzato proposte per guidare l’Italia su un nuovo e diverso percorso economico. Per aiutare la ripresa economica occorre ben altro che i provvedimenti fin qui adottati e prospettati. Occorre una politica di sviluppo e di investimenti pubblici e privati innovativa e coraggiosa, con al centro la valorizzazione del lavoro, non l’aperura di varchi ai licenziamenti facili.
Alfiero Grandi
ex vice ministro finanze governo prodi
lunedì 26 marzo 2012
La politica di riduzione del danno
La politica di riduzione del danno
La politica di riduzione del danno che la CGIL ed il PD perseguono per quanto animata da buoni propositi non si può accettare. Il danno è diventato troppo grosso, troppo mostruoso per potere essere ridotto. Anche ridotto continua ad essere grosso e mostruoso. L'accettazione del modello tedesco da parte del Governo non sanerebbe il vulnus al diritto al reintegro che è il solo che restituisce l'onore e la dignità al lavoratore che era stato allontanato. Se non fosse cos' non si capirebbe perchè Marchionne preferisca pagare lo stipendio ai tre operai reintegrati pur di non accettare il diritto al loro rientro in fabbrica. Non appena sarà passata la riforma del lavoro sarà una carneficina nei posti di lavoro. Quindi dobbiamo fare di tutto per bloccarla. Per questo annunziare uno sciopero alla fine di maggio quando la battaglia si sta combattendo in queste ore è sconcertante: alla fine di maggio i buoi saranno tutti scappati dalla stalla e nessuno potrà recuperarli. Confesso di essere molto deluso
per come la CGIL sta combattendo questa fondamentale vitale battaglia. Molto deluso! Intanto nei posti di lavoro comincia a serpeggiare la paura e forse si stanno già facendo le liste di proscrizione. Ma assieme alla paura serpeggia tanta voglia di resistere. Non c'è lavoratore che non capisca la portata dirompente della questione. Bisogna fare partire un programma di scioperi e di lotte da subito e non aspettare passivamente la fine di maggio. Spero che il sindacalismo di base la fiom i movimenti e quanti non vogliono che l'Italia diventi un regime tunisino intervengano.
La politica di riduzione del danno che la CGIL ed il PD perseguono per quanto animata da buoni propositi non si può accettare. Il danno è diventato troppo grosso, troppo mostruoso per potere essere ridotto. Anche ridotto continua ad essere grosso e mostruoso. L'accettazione del modello tedesco da parte del Governo non sanerebbe il vulnus al diritto al reintegro che è il solo che restituisce l'onore e la dignità al lavoratore che era stato allontanato. Se non fosse cos' non si capirebbe perchè Marchionne preferisca pagare lo stipendio ai tre operai reintegrati pur di non accettare il diritto al loro rientro in fabbrica. Non appena sarà passata la riforma del lavoro sarà una carneficina nei posti di lavoro. Quindi dobbiamo fare di tutto per bloccarla. Per questo annunziare uno sciopero alla fine di maggio quando la battaglia si sta combattendo in queste ore è sconcertante: alla fine di maggio i buoi saranno tutti scappati dalla stalla e nessuno potrà recuperarli. Confesso di essere molto deluso
per come la CGIL sta combattendo questa fondamentale vitale battaglia. Molto deluso! Intanto nei posti di lavoro comincia a serpeggiare la paura e forse si stanno già facendo le liste di proscrizione. Ma assieme alla paura serpeggia tanta voglia di resistere. Non c'è lavoratore che non capisca la portata dirompente della questione. Bisogna fare partire un programma di scioperi e di lotte da subito e non aspettare passivamente la fine di maggio. Spero che il sindacalismo di base la fiom i movimenti e quanti non vogliono che l'Italia diventi un regime tunisino intervengano.
domenica 25 marzo 2012
Il Bene Generale ed il Bene Particolare
Il Bene generale ed il bene particolare
Singolare teoria del prof.Monti: solo il governo sa quale è e rappresenta il Bene Generale del Paese. Tutte le altre organizzazioni rappresentano interessi particolari che vanno ascoltati ma di cui il governo non deve tenere conto. E' una teoria pericolosa e fascista che sostanzia il nuovo autoritarismo della borghesia che sostituisce al consenso l'imposizione. Dunque quando la CGIL difende l'art.18 difende un interesse particolare mentre il Governo abolendolo o mutilandolo difende il bene generale? Ma il bene generale del Governo coincide con quello delle Imprese o di coloro che vogliono mano libera nel trattamento dei loro dipendenti per meglio ricattarli e schiavizzarli. Quindi il bene generale sarebbe quello dei padroni ed il diritto alla giusta causa sarebbe un interesse particolare? Monti include tra le organizzazioni che non rappresentano il bene generale anche il Parlamento dal momento che riduce il "salvo intese" del ddl al Capo dello Stato e preannunzia il voto di fiducia da chiedere al Parlamento?
Non possiamo continuare ad essere ricattati da questo individuo c he ha fatto i soldi vendendo la sua competenza tecnica di economista liberista di destra ai potenti del mondo o ccidentale Un professore che ha accumulato con la politica un patrimonio di 13 milioni di euro investito in case ed in titoli esteri con un reddito di quasi due milioni di euro l'anno. . E' anche disgustoso sentirgli ripetere spesso che è stato chiamato per correggere storture che si erano perpetuate per anni. Non è vero che la crisi sia stata ignorata dall'Italia fino al suo avvento dal momento che il ricatto spread è stato mosso soltanto quando la Trilaterale ha deciso di affossare l'Italia. In ogni caso la ricetta di Monti e del FMI e della BCE è fallimentare e tale si è mostrata dovunque è stata approvata. Non dubito che tutti i momenti di difficoltà di Monti saranno scanditi da impennate dello spread ed è per questo che qualcuno in Italia dovrebbe cominciare a pensare ad una via di fuga dalla Unione Europea e dall'Euro che con il trattato di Lisbona e la vittoria del centro-destra in quasi tutta Europa è diventata il Quarto Reich. Perchè dovremmo continuare a stare in una Europa se la condizione degli italiani che lavorano deve degradare al livello di quella dei lavoratori della Tunisia e del Marocco?
Pietro Ancona
Singolare teoria del prof.Monti: solo il governo sa quale è e rappresenta il Bene Generale del Paese. Tutte le altre organizzazioni rappresentano interessi particolari che vanno ascoltati ma di cui il governo non deve tenere conto. E' una teoria pericolosa e fascista che sostanzia il nuovo autoritarismo della borghesia che sostituisce al consenso l'imposizione. Dunque quando la CGIL difende l'art.18 difende un interesse particolare mentre il Governo abolendolo o mutilandolo difende il bene generale? Ma il bene generale del Governo coincide con quello delle Imprese o di coloro che vogliono mano libera nel trattamento dei loro dipendenti per meglio ricattarli e schiavizzarli. Quindi il bene generale sarebbe quello dei padroni ed il diritto alla giusta causa sarebbe un interesse particolare? Monti include tra le organizzazioni che non rappresentano il bene generale anche il Parlamento dal momento che riduce il "salvo intese" del ddl al Capo dello Stato e preannunzia il voto di fiducia da chiedere al Parlamento?
Non possiamo continuare ad essere ricattati da questo individuo c he ha fatto i soldi vendendo la sua competenza tecnica di economista liberista di destra ai potenti del mondo o ccidentale Un professore che ha accumulato con la politica un patrimonio di 13 milioni di euro investito in case ed in titoli esteri con un reddito di quasi due milioni di euro l'anno. . E' anche disgustoso sentirgli ripetere spesso che è stato chiamato per correggere storture che si erano perpetuate per anni. Non è vero che la crisi sia stata ignorata dall'Italia fino al suo avvento dal momento che il ricatto spread è stato mosso soltanto quando la Trilaterale ha deciso di affossare l'Italia. In ogni caso la ricetta di Monti e del FMI e della BCE è fallimentare e tale si è mostrata dovunque è stata approvata. Non dubito che tutti i momenti di difficoltà di Monti saranno scanditi da impennate dello spread ed è per questo che qualcuno in Italia dovrebbe cominciare a pensare ad una via di fuga dalla Unione Europea e dall'Euro che con il trattato di Lisbona e la vittoria del centro-destra in quasi tutta Europa è diventata il Quarto Reich. Perchè dovremmo continuare a stare in una Europa se la condizione degli italiani che lavorano deve degradare al livello di quella dei lavoratori della Tunisia e del Marocco?
Pietro Ancona
sabato 24 marzo 2012
il colpo di Stato di Pietro Ancona
La nascita di Monti e del suo governo è stata un colpo di Stato soft realizzato con la complicità del governo in carica ed approvata dal Parlamento che pur agonizzante e squalificato è pur sempre il maggiore presidio democratico del Paese. Un colpo di Stato inserito in una cinquina che ha portato LaGarde al FMI al posto di Domenique Levi Straus estromesso con la complicità della Polizia di New York che lo ha arrestato con l'accusa di avere violentato una cameriera d'albergo, Papademos in Grecia al posto di Papandreu minacciato di morte per avere proposto un referendum sul piano di salvataggio, Draghi alla BCE e, con regolari elezione, Rojas in Spagna. Il governo Monti ha governato per decreti imponendoli per ben sei volte in quattro mesi al Parlamento. Non ha potuto fare della riforma del mercato del lavoro un decreto per via della opposizione del PD che si è impuntato come u mulo recalcitrante. Questo piano studiato alla Casa Bianca ed in grande parte realizzato può darsi che preveda altre mosse di cui non sappiamo niente. Certo è che la sovranità nazionale dell'Italia ne esce malconcia. E' possibile che ogni conato di indipendenza e di fuoriuscire dagli ordini delle banche venga scoraggiato dallo spread usato come arma terroristica dalla destra liberista al potere nell'emisfero euroatlantico. Si usa il ricatto del debito pubblico per spogliare i lavoratori di ogni loro diritto. Nel ddl sul mercato del lavoro c'è una riconferma della truffaldina legge Biagi. La chiamano flessibilità in entrata e cioè schiavizzazione legale del dipendente che viene assunto e suo condanna alla precarietà a vita. Trattasi di norme oscene illegali truffaldine e mi meraviglio che la Magistratura italiana non sia mai intervenuta ed abbia accettato centinaia di migliaia di contratti a progetti quando si sa che si tratta di lavoro subordinato oppure di partite IVA etc,..etc...
venerdì 23 marzo 2012
l'"oltre" di Monti
L' "oltre" di Monti
Nella vicenda della riforma del mercato del lavoro colpiscono alcune stranezze che la rendono peculiare e le danno un inquietante carattere patologico. Mi sono domandato perchè dal momento che il governo attribuisce la necessità di riformare l'art.18 ad una pressione della BCE e dei mercati internazionali non accetta la proposta del PD di adeguarci al modello tedesco. La cosa non mi entusiasma molto ma mi chiedo lo stesso: perchè Monti non accetta il modello tedesco che preveda reintegro ma anche indennizzo? Perchè tanta insistenza ad andare "oltre"? Che cosa è questo "oltre"? La risposta che mi sono data è che Monti in tutta questa materia come nelle altre sulle quali si è impegnato non agisce come Presidente del Consiglio italiano ma sopratutto come Presidente Europeo della Trilaterale che si serve dell'Italia come di una cavia, come di un laboratorio, per tracciare nella viva carne dei lavoratori la strada delle "riforme" volute dalla neo-destra euroatlantica che vuole uniformare al modello americano tutta la società occidentale e ridurre di molto la consistenza sociale e lo status del ceto medio.
Se non fosse così, se Monti non fosse impegnato a dare attraverso l'esempio della sua opera in Italia la linea a tutti i suoi colleghi della destra europea non si spiegherebbe il suo accanimento, la sua voglia di fare di più di quanto è stato fatto in Germania o in Francia. L'Italia diventa una cavia, un laboratorio, una vittima sulla quale sperimentare il fondamentalismo ideologico della nuova destra, la sua voglia di dominio che non si accontenta di sovrastare i lavoratori ma li vuole umiliare e schiacciare, ridurli alla plebe che viveva ai piedi dei castelli medioevali e che si nutriva dei resti di quanto consumavano i signori feudatari.
Questa voglia di stravincere, di azzerare le conquiste del movimento operaio, è tanto forte da fare risultare l'azione del governo più dura e più accanita di quella della Confindustria e degli stessi industriali. La faccia dura e cattiva di Monti e della Fornero ha sovrastato spesso quella della Marcegaglia. In recenti sondaggi gli industriali non si sono mostrati particolarmente contrariati dalla esistenza dello art.18. Il neoPresidente della Confindustria designato ha dichiarato che non è la priorità per la sua associazione la lotta all'art.18. La Confindustria lo ha scelto contro il candidato di Marchionne. L'Impegno di Monti appare quindi come quella del falco, del dirigente liberista che detta la linea all'Europa e che guida direttamente lo scontro collocandosi alla testa della parte più oltranzista della destra. L'Italia apre la strada a riforme da fare in Germania e nella stessa Francia.
Nel corso del decennio berlusconiano-montiano l'Italia che vantava un ottimo welfare (con il secondo servizio sanitario del mondo) è passata ad avere il peggiore sistema pensionistico, il peggiore sistema scolastico, il peggiore sistema di accesso al lavoro, i più bassi salari e sta rapidamente sgretolando il sistema della contrattazione nazionale. Con l'abolizione della giusta causa ci portiamo al livello dei paesi con minore protezione sociale e sindacale. Il paradosso è che questo avviene con grandi organizzazioni sindacali che vantano oltre undici milioni di iscritti. Una patologia incredibile la regressione sociale e giuridica dei lavoratori e la forza intatta dei sindacati. La CGIL si dovrà pure interrogare sul perchè di questa terribile contraddizione.
L'altra stranezza, l'altra patologia della situazione italiana è che non solo il governo che fa l'estremista ed il fondamentalista contro i diritti ma lo schieramento del Capo dello Stato e dei due Presidente della Camera e del senato a fianco di Monti. Senza l'aiuto di Napolitano che sgrida il PD tutte le volte che resiste alle richieste del governo questa riforma non giungerebbe in porto.
I lavoratori italiani si trovano contro il Presidente della repubblica in persona che, con paternalismo, promette che non ci sarà una valanga di licenziamenti. Ma i lavoratori non chiedono la sua compassionevole protezione quanto la conservazione di un loro diritto e di non essere ridotti in servitù. Ma questo sembra troppo all'Italia delle istituzioni che si incattivisce e digrigna i denti.
Si stanno aprendo milioni di famiglie italiane alla sofferenza ed alla umiliazione di licenziati senza motivo e che forse non troveranno mai lavoro per fare pavoneggiare a Bruxelles a Berlino o a New York un algido personaggio che potrà vantarsi di avere spezzato la schiena alla classe operaia italiana e di avere aperto la strada di un nuovo medioevo sociale all'Europa.
Pietro Ancona
Nella vicenda della riforma del mercato del lavoro colpiscono alcune stranezze che la rendono peculiare e le danno un inquietante carattere patologico. Mi sono domandato perchè dal momento che il governo attribuisce la necessità di riformare l'art.18 ad una pressione della BCE e dei mercati internazionali non accetta la proposta del PD di adeguarci al modello tedesco. La cosa non mi entusiasma molto ma mi chiedo lo stesso: perchè Monti non accetta il modello tedesco che preveda reintegro ma anche indennizzo? Perchè tanta insistenza ad andare "oltre"? Che cosa è questo "oltre"? La risposta che mi sono data è che Monti in tutta questa materia come nelle altre sulle quali si è impegnato non agisce come Presidente del Consiglio italiano ma sopratutto come Presidente Europeo della Trilaterale che si serve dell'Italia come di una cavia, come di un laboratorio, per tracciare nella viva carne dei lavoratori la strada delle "riforme" volute dalla neo-destra euroatlantica che vuole uniformare al modello americano tutta la società occidentale e ridurre di molto la consistenza sociale e lo status del ceto medio.
Se non fosse così, se Monti non fosse impegnato a dare attraverso l'esempio della sua opera in Italia la linea a tutti i suoi colleghi della destra europea non si spiegherebbe il suo accanimento, la sua voglia di fare di più di quanto è stato fatto in Germania o in Francia. L'Italia diventa una cavia, un laboratorio, una vittima sulla quale sperimentare il fondamentalismo ideologico della nuova destra, la sua voglia di dominio che non si accontenta di sovrastare i lavoratori ma li vuole umiliare e schiacciare, ridurli alla plebe che viveva ai piedi dei castelli medioevali e che si nutriva dei resti di quanto consumavano i signori feudatari.
Questa voglia di stravincere, di azzerare le conquiste del movimento operaio, è tanto forte da fare risultare l'azione del governo più dura e più accanita di quella della Confindustria e degli stessi industriali. La faccia dura e cattiva di Monti e della Fornero ha sovrastato spesso quella della Marcegaglia. In recenti sondaggi gli industriali non si sono mostrati particolarmente contrariati dalla esistenza dello art.18. Il neoPresidente della Confindustria designato ha dichiarato che non è la priorità per la sua associazione la lotta all'art.18. La Confindustria lo ha scelto contro il candidato di Marchionne. L'Impegno di Monti appare quindi come quella del falco, del dirigente liberista che detta la linea all'Europa e che guida direttamente lo scontro collocandosi alla testa della parte più oltranzista della destra. L'Italia apre la strada a riforme da fare in Germania e nella stessa Francia.
Nel corso del decennio berlusconiano-montiano l'Italia che vantava un ottimo welfare (con il secondo servizio sanitario del mondo) è passata ad avere il peggiore sistema pensionistico, il peggiore sistema scolastico, il peggiore sistema di accesso al lavoro, i più bassi salari e sta rapidamente sgretolando il sistema della contrattazione nazionale. Con l'abolizione della giusta causa ci portiamo al livello dei paesi con minore protezione sociale e sindacale. Il paradosso è che questo avviene con grandi organizzazioni sindacali che vantano oltre undici milioni di iscritti. Una patologia incredibile la regressione sociale e giuridica dei lavoratori e la forza intatta dei sindacati. La CGIL si dovrà pure interrogare sul perchè di questa terribile contraddizione.
L'altra stranezza, l'altra patologia della situazione italiana è che non solo il governo che fa l'estremista ed il fondamentalista contro i diritti ma lo schieramento del Capo dello Stato e dei due Presidente della Camera e del senato a fianco di Monti. Senza l'aiuto di Napolitano che sgrida il PD tutte le volte che resiste alle richieste del governo questa riforma non giungerebbe in porto.
I lavoratori italiani si trovano contro il Presidente della repubblica in persona che, con paternalismo, promette che non ci sarà una valanga di licenziamenti. Ma i lavoratori non chiedono la sua compassionevole protezione quanto la conservazione di un loro diritto e di non essere ridotti in servitù. Ma questo sembra troppo all'Italia delle istituzioni che si incattivisce e digrigna i denti.
Si stanno aprendo milioni di famiglie italiane alla sofferenza ed alla umiliazione di licenziati senza motivo e che forse non troveranno mai lavoro per fare pavoneggiare a Bruxelles a Berlino o a New York un algido personaggio che potrà vantarsi di avere spezzato la schiena alla classe operaia italiana e di avere aperto la strada di un nuovo medioevo sociale all'Europa.
Pietro Ancona
mercoledì 21 marzo 2012
la "trattativa"
La "trattativa"
Onore alla CGIL che resiste impavida alla canea che pennivendoli ed oligarchi politici le hanno scatenato contro! Onore alla sua segretaria generale che si riconnette alla gloriosa tradizione della CGIL di Di Vittorio, Fernando Santi, Vittorio Foa, Luciano Lama ergendosi a difesa del diritto dei lavoratori a non essere considerati alla stregua del macchinario che le aziende usano per funzionare! La CGIL è sola nel Palazzo a sostenere la causa dei lavoratori, ma è tutt'altro che isolata nel Paese. Si temeva un cedimento che potesse isolare la Fiom. Quanti sostengono che il lavoro e la sua dignità valgono molto di più della manciata di soldi che imprenditori denarosi potrebbero destinare per togliersi lo sfizio di cacciare via dalla fabbrica o dall'ufficio le "teste calde", sono incoraggiati dalla forte posizione che la CGIL ha assunto. La scelta della CGIL di proclamare 16 ore di sciopero è la prova di quanto fosse campata in aria l'insinuazione che Paolo Mieli ha fatto ieri sera in TV sostenendo che il no della Camusso fosse una sorta di si camuffato. Non è così.
Certo la CGIL si ritrova nella situazione patologica di un paese in cui il Capo dello Stato, il Presidente della Camera, il Presidente del senato e la stragrande maggioranza dei partiti sono schierati per l'abolizione dell'art.18, abolizione di cui hanno fatto un simbolo. Napolitano avrebbe dovuto contenere la protervia del duo Monti-Fornero che ha inteso umiliare le organizzazioni sindacali negando agli incontri il carattere di trattativa ed arrogandosi il diritto di essere i soli rappresentanti del "bene comune", mentre le parti sociali rappresenterebbero il bene soltanto delle loro parti. Singolare giustificazione dell'autoritarismo post democratico di cui sono espressione. Pretesa avanzata con ampia gesticolazione delle braccia di entrambi i professori che tuttavia è basata sulla menzogna dal momento che loro agiscono, per loro stessa ammissione, per soddisfare "i mercati" ed in ogni caso le loro scelte sono appiattite sempre su quelle della Confindustria. Cisl ed UIL si sono comportati come stampelle del governo come sempre: ieri di Berlusconi e Sacconi oggi di Monti e della Fornero.
La manipolazione che è stata fatta dell'art.18 è gravissima. Si parla della salvaguardia dal licenziamento per discriminazione. Ma questo è garantito dallo art.15 dello Statuto dei Lavoratori per tutti. I licenziamenti per motivi economici e disciplinari prescinderanno dalla giusta causa e si darà al magistrato la possibilità di scelta tra reintegro e indennizzo. Indennizzo sempre di grande convenienza per il datore di lavoro se al posto di un lavoratore "pesante" a tempo indeterminato potrà inserire un atipico "leggero" anzi leggerissimo che costerà quasi niente!
In quanto alla cosidetta "flessibilità" in entrata ed alla universalizzazione degli ammortizzatori sociali, tolte alcune cose vergognose, non cambierà niente per oltre sei milioni di giovani che stanno incanutendo nel precariato e che hanno avuto cancellato il futuro dalla loro vita.
Il movimento operaio italiano esce da questa prima fase della vicenda art.18 con una forte vittoria: il riposizionamento della CGIL nel suo ruolo di difesa dei diritti dei lavoratori non era scontato, ma è avvenuto. Questo costituisce il punto di partenza per un rovesciamento dei rapporti di forza nonostante la enorme quantità di forze istituzionali e politiche collocate dall'altra parte della barricata.
Pietro Ancona
già segretario generale CGIL Sicilia
già componente del CNEL
http://www.coordinamentorsu.it/doc/norme90/l300_70.htm
Onore alla CGIL che resiste impavida alla canea che pennivendoli ed oligarchi politici le hanno scatenato contro! Onore alla sua segretaria generale che si riconnette alla gloriosa tradizione della CGIL di Di Vittorio, Fernando Santi, Vittorio Foa, Luciano Lama ergendosi a difesa del diritto dei lavoratori a non essere considerati alla stregua del macchinario che le aziende usano per funzionare! La CGIL è sola nel Palazzo a sostenere la causa dei lavoratori, ma è tutt'altro che isolata nel Paese. Si temeva un cedimento che potesse isolare la Fiom. Quanti sostengono che il lavoro e la sua dignità valgono molto di più della manciata di soldi che imprenditori denarosi potrebbero destinare per togliersi lo sfizio di cacciare via dalla fabbrica o dall'ufficio le "teste calde", sono incoraggiati dalla forte posizione che la CGIL ha assunto. La scelta della CGIL di proclamare 16 ore di sciopero è la prova di quanto fosse campata in aria l'insinuazione che Paolo Mieli ha fatto ieri sera in TV sostenendo che il no della Camusso fosse una sorta di si camuffato. Non è così.
Certo la CGIL si ritrova nella situazione patologica di un paese in cui il Capo dello Stato, il Presidente della Camera, il Presidente del senato e la stragrande maggioranza dei partiti sono schierati per l'abolizione dell'art.18, abolizione di cui hanno fatto un simbolo. Napolitano avrebbe dovuto contenere la protervia del duo Monti-Fornero che ha inteso umiliare le organizzazioni sindacali negando agli incontri il carattere di trattativa ed arrogandosi il diritto di essere i soli rappresentanti del "bene comune", mentre le parti sociali rappresenterebbero il bene soltanto delle loro parti. Singolare giustificazione dell'autoritarismo post democratico di cui sono espressione. Pretesa avanzata con ampia gesticolazione delle braccia di entrambi i professori che tuttavia è basata sulla menzogna dal momento che loro agiscono, per loro stessa ammissione, per soddisfare "i mercati" ed in ogni caso le loro scelte sono appiattite sempre su quelle della Confindustria. Cisl ed UIL si sono comportati come stampelle del governo come sempre: ieri di Berlusconi e Sacconi oggi di Monti e della Fornero.
La manipolazione che è stata fatta dell'art.18 è gravissima. Si parla della salvaguardia dal licenziamento per discriminazione. Ma questo è garantito dallo art.15 dello Statuto dei Lavoratori per tutti. I licenziamenti per motivi economici e disciplinari prescinderanno dalla giusta causa e si darà al magistrato la possibilità di scelta tra reintegro e indennizzo. Indennizzo sempre di grande convenienza per il datore di lavoro se al posto di un lavoratore "pesante" a tempo indeterminato potrà inserire un atipico "leggero" anzi leggerissimo che costerà quasi niente!
In quanto alla cosidetta "flessibilità" in entrata ed alla universalizzazione degli ammortizzatori sociali, tolte alcune cose vergognose, non cambierà niente per oltre sei milioni di giovani che stanno incanutendo nel precariato e che hanno avuto cancellato il futuro dalla loro vita.
Il movimento operaio italiano esce da questa prima fase della vicenda art.18 con una forte vittoria: il riposizionamento della CGIL nel suo ruolo di difesa dei diritti dei lavoratori non era scontato, ma è avvenuto. Questo costituisce il punto di partenza per un rovesciamento dei rapporti di forza nonostante la enorme quantità di forze istituzionali e politiche collocate dall'altra parte della barricata.
Pietro Ancona
già segretario generale CGIL Sicilia
già componente del CNEL
http://www.coordinamentorsu.it/doc/norme90/l300_70.htm
la "trattativa"
La "trattativa"
Onore alla CGIL che resiste impavida alla canea che pennivendoli ed oligarchi politici le hanno scatenato contro! Onore alla sua segretaria generale che si riconnette alla gloriosa tradizione della CGIL di Di Vittorio, Fernando Santi, Vittorio Foa, Luciano Lama ergendosi a difesa del diritto dei lavoratori a non essere considerati alla stregua del macchinario che le aziende usano per funzionare! La CGIL è sola nel Palazzo a sostenere la causa dei lavoratori, ma è tutt'altro che isolata nel Paese. Si temeva un cedimento che potesse isolare la Fiom. Quanti sostengono che il lavoro e la sua dignità valgono molto di più della manciata di soldi che imprenditori denarosi potrebbero destinare per togliersi lo sfizio di cacciare via dalla fabbrica o dall'ufficio le "teste calde", sono incoraggiati dalla forte posizione che la CGIL ha assunto. La scelta della CGIL di proclamare 16 ore di sciopero è la prova di quanto fosse campata in aria l'insinuazione che Paolo Mieli ha fatto ieri sera in TV sostenendo che il no della Camusso fosse una sorta di si camuffato. Non è così.
Certo la CGIL si ritrova nella situazione patologica di un paese in cui il Capo dello Stato, il Presidente della Camera, il Presidente del senato e la stragrande maggioranza dei partiti sono schierati per l'abolizione dell'art.18, abolizione di cui hanno fatto un simbolo. Napolitano avrebbe dovuto contenere la protervia del duo Monti-Fornero che ha inteso umiliare le organizzazioni sindacali negando agli incontri il carattere di trattativa ed arrogandosi il diritto di essere i soli rappresentanti del "bene comune", mentre le parti sociali rappresenterebbero il bene soltanto delle loro parti. Singolare giustificazione dell'autoritarismo post democratico di cui sono espressione. Pretesa avanzata con ampia gesticolazione delle braccia di entrambi i professori che tuttavia è basata sulla menzogna dal momento che loro agiscono, per loro stessa ammissione, per soddisfare "i mercati" ed in ogni caso le loro scelte sono appiattite sempre su quelle della Confindustria. Cisl ed UIL si sono comportati come stampelle del governo come sempre: ieri di Berlusconi e Sacconi oggi di Monti e della Fornero.
La manipolazione che è stata fatta dell'art.18 è gravissima. Si parla della salvaguardia dal licenziamento per discriminazione. Ma questo è garantito dallo art.15 dello Statuto dei Lavoratori per tutti. I licenziamenti per motivi economici e disciplinari prescinderanno dalla giusta causa e si darà al magistrato la possibilità di scelta tra reintegro e indennizzo. Indennizzo sempre di grande convenienza per il datore di lavoro se al posto di un lavoratore "pesante" a tempo indeterminato potrà inserire un atipico "leggero" anzi leggerissimo che costerà quasi niente!
In quanto alla cosidetta "flessibilità" in entrata ed alla universalizzazione degli ammortizzatori sociali, tolte alcune cose vergognose, non cambierà niente per oltre sei milioni di giovani che stanno incanutendo nel precariato e che hanno avuto cancellato il futuro dalla loro vita.
Il movimento operaio italiano esce da questa prima fase della vicenda art.18 con una forte vittoria: il riposizionamento della CGIL nel suo ruolo di difesa dei diritti dei lavoratori non era scontato, ma è avvenuto. Questo costituisce il punto di partenza per un rovesciamento dei rapporti di forza nonostante la enorme quantità di forze istituzionali e politiche collocate dall'altra parte della barricata.
Pietro Ancona
già segretario generale CGIL Sicilia
già componente del CNEL
http://www.coordinamentorsu.it/doc/norme90/l300_70.htm
Onore alla CGIL che resiste impavida alla canea che pennivendoli ed oligarchi politici le hanno scatenato contro! Onore alla sua segretaria generale che si riconnette alla gloriosa tradizione della CGIL di Di Vittorio, Fernando Santi, Vittorio Foa, Luciano Lama ergendosi a difesa del diritto dei lavoratori a non essere considerati alla stregua del macchinario che le aziende usano per funzionare! La CGIL è sola nel Palazzo a sostenere la causa dei lavoratori, ma è tutt'altro che isolata nel Paese. Si temeva un cedimento che potesse isolare la Fiom. Quanti sostengono che il lavoro e la sua dignità valgono molto di più della manciata di soldi che imprenditori denarosi potrebbero destinare per togliersi lo sfizio di cacciare via dalla fabbrica o dall'ufficio le "teste calde", sono incoraggiati dalla forte posizione che la CGIL ha assunto. La scelta della CGIL di proclamare 16 ore di sciopero è la prova di quanto fosse campata in aria l'insinuazione che Paolo Mieli ha fatto ieri sera in TV sostenendo che il no della Camusso fosse una sorta di si camuffato. Non è così.
Certo la CGIL si ritrova nella situazione patologica di un paese in cui il Capo dello Stato, il Presidente della Camera, il Presidente del senato e la stragrande maggioranza dei partiti sono schierati per l'abolizione dell'art.18, abolizione di cui hanno fatto un simbolo. Napolitano avrebbe dovuto contenere la protervia del duo Monti-Fornero che ha inteso umiliare le organizzazioni sindacali negando agli incontri il carattere di trattativa ed arrogandosi il diritto di essere i soli rappresentanti del "bene comune", mentre le parti sociali rappresenterebbero il bene soltanto delle loro parti. Singolare giustificazione dell'autoritarismo post democratico di cui sono espressione. Pretesa avanzata con ampia gesticolazione delle braccia di entrambi i professori che tuttavia è basata sulla menzogna dal momento che loro agiscono, per loro stessa ammissione, per soddisfare "i mercati" ed in ogni caso le loro scelte sono appiattite sempre su quelle della Confindustria. Cisl ed UIL si sono comportati come stampelle del governo come sempre: ieri di Berlusconi e Sacconi oggi di Monti e della Fornero.
La manipolazione che è stata fatta dell'art.18 è gravissima. Si parla della salvaguardia dal licenziamento per discriminazione. Ma questo è garantito dallo art.15 dello Statuto dei Lavoratori per tutti. I licenziamenti per motivi economici e disciplinari prescinderanno dalla giusta causa e si darà al magistrato la possibilità di scelta tra reintegro e indennizzo. Indennizzo sempre di grande convenienza per il datore di lavoro se al posto di un lavoratore "pesante" a tempo indeterminato potrà inserire un atipico "leggero" anzi leggerissimo che costerà quasi niente!
In quanto alla cosidetta "flessibilità" in entrata ed alla universalizzazione degli ammortizzatori sociali, tolte alcune cose vergognose, non cambierà niente per oltre sei milioni di giovani che stanno incanutendo nel precariato e che hanno avuto cancellato il futuro dalla loro vita.
Il movimento operaio italiano esce da questa prima fase della vicenda art.18 con una forte vittoria: il riposizionamento della CGIL nel suo ruolo di difesa dei diritti dei lavoratori non era scontato, ma è avvenuto. Questo costituisce il punto di partenza per un rovesciamento dei rapporti di forza nonostante la enorme quantità di forze istituzionali e politiche collocate dall'altra parte della barricata.
Pietro Ancona
già segretario generale CGIL Sicilia
già componente del CNEL
http://www.coordinamentorsu.it/doc/norme90/l300_70.htm
martedì 20 marzo 2012
il Presidente dei padroni
Pesantissimo intervento del Capo dello Stato sulla CGIL perchè ceda sull'articolo 18. Una pressione ingiustificata che attribuisce alla licenziabilità facile dei lavoratori italiani un valore salvifico del tutto infondato. Questo nello stesso giorno in cui si vengono a sapere debiti di miliardi dello Stato per acquisto di "derivati" che sono soltanto spazzatura. I lavoratori italiani debbono caricarsi sulle spalle il peso di una crisi provocata da malversazioni, sprechi, lussi e quant'altro fatti dalla classe dirigente e dallo Stato. Cedere sull'art.18 significa ferire a morte la Costituzione italiana che non tutelerà più la parte lavoratrice della popolazione. Inutile dire che tutta la batteria massmediatica è mobilitata per isolare la Fiom e quanti resistono a questa ultima aggressione ai diritti dei lavoratori.
lunedì 19 marzo 2012
San Giuseppe
Oggi San Giuseppe marito di Maria e padre di Gesù. Meglio ricordarlo (per chi lo vuole) cancellando l'iconografia manierata e malata di tutti i quadri che lo riproducono. Quando è raffigurato assieme a gesù il suo atteggiamento trasuda servilismo ed a volte sembra morboso negli abbracciamenti. La Chiesa cattolica lo ha imbruttito oltre ogni limite. A pensarci bene il papà di Gesù era un modesto a...rtigiano e tutto il mondo che girava attorno a lui a Maria ed a Gesù era popolo minuto modesto assai simile a quello delle nostre comunità contadine di cinquanta anni fa. L'entourage di Gesù era popolare, modesto, essenziale, ricco di sentimenti. Tutti i suoi parenti erano classe lavoratrice. Lontanissimo dalla potenza barocca della storia della Chiesa insanguinata dalla Inquisizione e dalla persecuzione dei pagani.A cominciare da Ipazia.
la riforma di Marco Biagi
La riforma di Biagi nel decennale della morte.
Nel decennale della morte di Marco Biagi mentre mi unisco a coloro che condannano l'assassinio quale arma di punizione o di risoluzione di problemi politici o sociali, mi dissocio da quanti, a cominciare da Napolitano strumentalizzano la ricorrenza della tragedia per esaltare i valori e le scelte che lo studioso fece. Valori e scelte non compiute nel chiuso di uno studio o nell'aula di una università ma nella qualità di consulente del Governo italiano al quale il professore Biagi ha fornito tutto l'armamentario giuridico e culturale che ha dato vita alla legge trenta.
Questa legge trenta che io continuo a chiamare legge Biagi disgrega il rapporto di lavoro in numerosi marchingegni (se ne contano una cinquantina) in cui la scelta per il datore di lavoro è senza limiti e tale da privare legalmente di diritti che erano patrimonio della cultura giurlavoristica di questo paese. Il lavoratore biagizzato è a tempoed è privato del welfare. Difficilmente avrà pensione e se disoccupato non avrà che da rivolgersi ai suoi genitori se ne ha per farsi mantenere. Naturalmente posti di lavoro precari non ne esistono. Il precariato non è una esigenza oggettiva del sistema economico. Esistono posti di lavoro fissi assegnati in modo precario. Le paghe dei precari sono miserrime ed indecenti. La piaga del precariato ha invaso tutto il mondo del lavoro diventando maggioritaria nelle nuove assunzioni. Il solo tentativo di ridurre il supermercato dei contratti atipici da 46 a 8 ha suscitato le ire della Confindustria. La signora Marcegaglia ha affermato che "la flessibilità in entrata" non si tocca.
Milioni di persone in Italia sono state rovinate dalla legge trenta. Altri lo saranno in futuro. E' difficile la estirpazione di questo cancro perchè partiti, parlamentari, sindacati, cooperative ricorrono abbondantemente al rapporto atipico.Andate a guardare quale rapporto di lavoro hanno i dipendenti del PD o della CISL.
Per questo non condivido la verità di una ricorrenza che è contro la violenza del terrorismo ma è anche violenta verso tutte le nuove generazioni del lavoro di questo Paese.
Biagi ha dato gli strumenti giuridici per fare del precariato un valore. Ma il precariato è un disvalore mentre la rigidità è un valore perchè è certezza del diritto e modernità e rinnovamento dell'economia italiana. Modernità e rinnovamento che non si avranno più con il lavoratore "usa e getta" di Marco Biagi.
Pietro Ancona
già segretario generale CGIL sicilia
già membro del CNEL
Nel decennale della morte di Marco Biagi mentre mi unisco a coloro che condannano l'assassinio quale arma di punizione o di risoluzione di problemi politici o sociali, mi dissocio da quanti, a cominciare da Napolitano strumentalizzano la ricorrenza della tragedia per esaltare i valori e le scelte che lo studioso fece. Valori e scelte non compiute nel chiuso di uno studio o nell'aula di una università ma nella qualità di consulente del Governo italiano al quale il professore Biagi ha fornito tutto l'armamentario giuridico e culturale che ha dato vita alla legge trenta.
Questa legge trenta che io continuo a chiamare legge Biagi disgrega il rapporto di lavoro in numerosi marchingegni (se ne contano una cinquantina) in cui la scelta per il datore di lavoro è senza limiti e tale da privare legalmente di diritti che erano patrimonio della cultura giurlavoristica di questo paese. Il lavoratore biagizzato è a tempoed è privato del welfare. Difficilmente avrà pensione e se disoccupato non avrà che da rivolgersi ai suoi genitori se ne ha per farsi mantenere. Naturalmente posti di lavoro precari non ne esistono. Il precariato non è una esigenza oggettiva del sistema economico. Esistono posti di lavoro fissi assegnati in modo precario. Le paghe dei precari sono miserrime ed indecenti. La piaga del precariato ha invaso tutto il mondo del lavoro diventando maggioritaria nelle nuove assunzioni. Il solo tentativo di ridurre il supermercato dei contratti atipici da 46 a 8 ha suscitato le ire della Confindustria. La signora Marcegaglia ha affermato che "la flessibilità in entrata" non si tocca.
Milioni di persone in Italia sono state rovinate dalla legge trenta. Altri lo saranno in futuro. E' difficile la estirpazione di questo cancro perchè partiti, parlamentari, sindacati, cooperative ricorrono abbondantemente al rapporto atipico.Andate a guardare quale rapporto di lavoro hanno i dipendenti del PD o della CISL.
Per questo non condivido la verità di una ricorrenza che è contro la violenza del terrorismo ma è anche violenta verso tutte le nuove generazioni del lavoro di questo Paese.
Biagi ha dato gli strumenti giuridici per fare del precariato un valore. Ma il precariato è un disvalore mentre la rigidità è un valore perchè è certezza del diritto e modernità e rinnovamento dell'economia italiana. Modernità e rinnovamento che non si avranno più con il lavoratore "usa e getta" di Marco Biagi.
Pietro Ancona
già segretario generale CGIL sicilia
già membro del CNEL
L'occasione perduta
Sotto la guida di Napolitano le celebrazioni del 150 dell'Unità di Italia hanno fatto una rilettura reazionaria, retorica, oscurantista di una storia che va ri-riaccontata di sana pianta e che è stata la storia di annessioni più o meno violente aiutate dalla Francia a favore del suo Stato satellite della Savoia. Storia cominciata con il sangue versato per conto terzi in una guerra lontanissima dall'Italia la guerra di Crimea proprio come oggi combattiamo le guerre altrui in Afghanistan in Iraq e domani in Siria o in Algeria o in Iran. Napolitano ha omesso di raccontare il decennio meridionale di sangue successivo alla spedizione dei Mille nel corso del quale centinaia di migliaia di persone furono uccise barbaramente o deportate a Fenestrelle la terribile fortezza torinese al cui ingresso sta scritto: Ognuno vale per ciò che produce" scritta anticipatrice di quella di Auschwitz "il lavoro rende liberi"!
Il 150 anniversario è stato una occasione perduta per la verità e per la giustizia,. .
E' stato anche l'anno in cui abbiamo perso quanto restava della sovranità nazionale già limitata dalla presenza di 100 basi militari americane e da depositi di bombe nucleari e dalla pesantissima interferenza clericale in tutta la legislazione sui diritti della persona umana. Un anno in cui non si è voluto fare chiarezza e che ha lasciata intatta l'enorme menzogna che grava sulla nostra storia. Mai come oggi l'Italia è una "espressione geografica" come ebbe a dire malignamente Metternich e, ancora più tristemente, "un paese di morti" come ebbe a dire il poeta La Martine. L'Italia era stata redenta e poteva diventare nazione attraverso le lotte del suo possente movimento operaio e socialista che avevano prodotto condizioni di civiltà universali e di dignità nei posti di lavoro. Avevamo pensioni e sanità e scuole tra le migliori del mondo. Tutto revocato! Ora è in corso un processo di schiavizzazione della condizione del lavoro e, piuttosto che abolire la legge che contribuisce a generarle la legge di precariato ispirata a Biagi stiamo cancellando gli ultimi diritti che restano ai lavoratori. Con la fine dell'art.18 si chiude la storia della coesione nazionale. Da domani in poi ognuno per se come profetizzava la signora Tatcher.
Pietro ancona
Il 150 anniversario è stato una occasione perduta per la verità e per la giustizia,. .
E' stato anche l'anno in cui abbiamo perso quanto restava della sovranità nazionale già limitata dalla presenza di 100 basi militari americane e da depositi di bombe nucleari e dalla pesantissima interferenza clericale in tutta la legislazione sui diritti della persona umana. Un anno in cui non si è voluto fare chiarezza e che ha lasciata intatta l'enorme menzogna che grava sulla nostra storia. Mai come oggi l'Italia è una "espressione geografica" come ebbe a dire malignamente Metternich e, ancora più tristemente, "un paese di morti" come ebbe a dire il poeta La Martine. L'Italia era stata redenta e poteva diventare nazione attraverso le lotte del suo possente movimento operaio e socialista che avevano prodotto condizioni di civiltà universali e di dignità nei posti di lavoro. Avevamo pensioni e sanità e scuole tra le migliori del mondo. Tutto revocato! Ora è in corso un processo di schiavizzazione della condizione del lavoro e, piuttosto che abolire la legge che contribuisce a generarle la legge di precariato ispirata a Biagi stiamo cancellando gli ultimi diritti che restano ai lavoratori. Con la fine dell'art.18 si chiude la storia della coesione nazionale. Da domani in poi ognuno per se come profetizzava la signora Tatcher.
Pietro ancona
domenica 18 marzo 2012
fantapolitica
Fantapolitica?
Centro-sinistra e centro-destra sono categorie politiche oramai obsolete. Siamo nell'era del pensiero unico dominante e della sovranità delle istituzioni mondiali ed europee sull'Italia. I lavoratori sono stati definitivamente "normalizzati" Chiunque di loro apre bocca corre il rischio di essere subito licenziato ed arrestato. Se nel maggio del 2013 i partiti non saranno pronti per presentarsi con unica lista nazionale le elezioni saranno rinviate ed intanto questo Parlamento sfornerà una nuova Costituzione integrata a quella di Lisbona. Tutta la prima parte della Costituzione è dichiarata obsoleta. Monti prenderà il posto di Napolitano alla Presidenza della repubblica. Passera e Letta saranno i capi del nuovo governo oligarchico- Resta da vedere se i comunisti saranno capaci di creare un Partito Comunista come quello bolscevico della rivoluzione d'ottobre.
Centro-sinistra e centro-destra sono categorie politiche oramai obsolete. Siamo nell'era del pensiero unico dominante e della sovranità delle istituzioni mondiali ed europee sull'Italia. I lavoratori sono stati definitivamente "normalizzati" Chiunque di loro apre bocca corre il rischio di essere subito licenziato ed arrestato. Se nel maggio del 2013 i partiti non saranno pronti per presentarsi con unica lista nazionale le elezioni saranno rinviate ed intanto questo Parlamento sfornerà una nuova Costituzione integrata a quella di Lisbona. Tutta la prima parte della Costituzione è dichiarata obsoleta. Monti prenderà il posto di Napolitano alla Presidenza della repubblica. Passera e Letta saranno i capi del nuovo governo oligarchico- Resta da vedere se i comunisti saranno capaci di creare un Partito Comunista come quello bolscevico della rivoluzione d'ottobre.
venerdì 16 marzo 2012
Funerali di Stato per Placido Rizzotto
Cara Repubblica,
l'iniziativa dei funerali di Stato per Placido Rizzotto nasce da un contesto massmediatico che prescinde del tutto dalla verità storica e dal bisogno di rendere giustizia alla sua memoria ed a quella di tutti i martiri sindacalisti uccisi dalla mafia fino al delitto di Battaglia. Mette una equivoca pezza in una situazione in cui c'è bisogno invece di analizzare delitto per delitto tutte le omissioni ed i disimpegni degli organi dello Stato nella ricerca dei responsabili di tanti efferati delitti compiuti con una finalità terroristica: scoraggiare i socialisti dallo stare nel sindacato accanto ai comunisti, distruggere il risultato del Blocco del Popolo alle elezioni regionali, sviluppare e proteggere il rapporto mafia politica.
Questo funerale viene decretato da un governo nemico dei lavoratori e quasi contemporaneamente al varo della controriforma dello Statuto dei Diritti con la fine sostanziale dell'art.18. Un governo che ha ridotto le pensioni e le ha rese quasi inaccessibili ai precari. Un governo che offende i lavoratori e che proclama la necessità di essere cattivo nei loro confronti. Un governo che si serve dei funerali di Stato per propagandare le missioni colonialistiche dell'Italia in Iraq, Libia, Afghanistan.
Meglio per Placido Rizzotto un funerale laico celebrato dei socialisti e della sinistra siciliana senza ministri, cardinali, generali che certamente sono lontani dal suo modo di sentire e dal suo sacrificio. Un funerale senza ipocrisia per i resti del suo corpo che avrebbero dovuto essere trovati da oltre mezzo secolo e che soltanto ora sono stati riconosciuti.
Pietro Ancona
già segretario generale della CGIL siciliana
l'iniziativa dei funerali di Stato per Placido Rizzotto nasce da un contesto massmediatico che prescinde del tutto dalla verità storica e dal bisogno di rendere giustizia alla sua memoria ed a quella di tutti i martiri sindacalisti uccisi dalla mafia fino al delitto di Battaglia. Mette una equivoca pezza in una situazione in cui c'è bisogno invece di analizzare delitto per delitto tutte le omissioni ed i disimpegni degli organi dello Stato nella ricerca dei responsabili di tanti efferati delitti compiuti con una finalità terroristica: scoraggiare i socialisti dallo stare nel sindacato accanto ai comunisti, distruggere il risultato del Blocco del Popolo alle elezioni regionali, sviluppare e proteggere il rapporto mafia politica.
Questo funerale viene decretato da un governo nemico dei lavoratori e quasi contemporaneamente al varo della controriforma dello Statuto dei Diritti con la fine sostanziale dell'art.18. Un governo che ha ridotto le pensioni e le ha rese quasi inaccessibili ai precari. Un governo che offende i lavoratori e che proclama la necessità di essere cattivo nei loro confronti. Un governo che si serve dei funerali di Stato per propagandare le missioni colonialistiche dell'Italia in Iraq, Libia, Afghanistan.
Meglio per Placido Rizzotto un funerale laico celebrato dei socialisti e della sinistra siciliana senza ministri, cardinali, generali che certamente sono lontani dal suo modo di sentire e dal suo sacrificio. Un funerale senza ipocrisia per i resti del suo corpo che avrebbero dovuto essere trovati da oltre mezzo secolo e che soltanto ora sono stati riconosciuti.
Pietro Ancona
già segretario generale della CGIL siciliana
giovedì 15 marzo 2012
l'articolo 18 non c'è più
lavoratori italiani trattati come sudditi da governo sindacati e partiti. Debbono aspettare alcuni giorni per conoscere un cambiamento essenziale nella loro vita che li riduce soltanto a merce priva di diritti. Tra alcuni giorni sapremo quanto trapela dalla stampa oggi: l'art.18 non c'è più. E' diventato un optional del giudice o della commissione di arbitrato. Decisivo l'intervento di Bersani. ...Partiti sindacati deputati senatori associazioni padronali tutti interessati alla massima precarizzazione del rapporto di lavoro ed alla sua più bassa remunerazione. Le Coop rosse, quelle bianche, quelle rosa ringraziano. Non è poi detto che i soldi per gli ammortizzatori non vengano sottratti da voci della spesa sociale.
lunedì 12 marzo 2012
Placido Rizzotto e la memoria storica di Luigi Ficarra
Ho vivo, come fosse ieri, il ricordo della madre vecchia e dolente al congresso di Napoli del 1959 del PSI, cui poi allora aderii seguendo la componente bassiana.
Nasce Placido Rizzotto a Corleone il 2 gennaio 1914, undici mesi prima dell’assassinio, per mano della mafia, di uno dei massimi dirigenti del grande movimento dei fasci dei lavoratori siciliani del 1892-1894, Bernardino Verro, consumato il 3 novembre 1914, poco dopo la sua elezione a Sindaco di Corleone con una strepitosa maggioranza. Un’esecuzione di un uomo simbolo di lotte di liberazione, la cui memoria non poteva essere facilmente cancellata.
Con la sconfitta del movimento dei Fasci dei lavoratori si rafforzò e consolidò in Sicilia il sistema di potere politico sociale facente perno sugli agrari e sui proprietari delle miniere ed i loro alleati, potere sul quale si innervava e viveva in simbiosi quello mafioso.
Torna a parlarsi di Placido Rizzotto, il dirigente della Camera del Lavoro di Corleone, socialista, ucciso dalla mafia il 10 marzo 1948 e buttato in una foiba. Oggi, dopo tanti anni dal ritrovamento del suo cadavere da parte dell’allora Maresciallo Carlo Alberto Dalla Chiesa, la sua identificazione a mezzo del dna è certa, ed il suo corpo è stato restituito al movimento operaio, di cui fu un coraggioso e combattivo esponente : avrà così una degna sepoltura, che tutti potranno onorare.
Luigi Ficarra
Nasce Placido Rizzotto a Corleone il 2 gennaio 1914, undici mesi prima dell’assassinio, per mano della mafia, di uno dei massimi dirigenti del grande movimento dei fasci dei lavoratori siciliani del 1892-1894, Bernardino Verro, consumato il 3 novembre 1914, poco dopo la sua elezione a Sindaco di Corleone con una strepitosa maggioranza. Un’esecuzione di un uomo simbolo di lotte di liberazione, la cui memoria non poteva essere facilmente cancellata.
Con la sconfitta del movimento dei Fasci dei lavoratori si rafforzò e consolidò in Sicilia il sistema di potere politico sociale facente perno sugli agrari e sui proprietari delle miniere ed i loro alleati, potere sul quale si innervava e viveva in simbiosi quello mafioso.
Torna a parlarsi di Placido Rizzotto, il dirigente della Camera del Lavoro di Corleone, socialista, ucciso dalla mafia il 10 marzo 1948 e buttato in una foiba. Oggi, dopo tanti anni dal ritrovamento del suo cadavere da parte dell’allora Maresciallo Carlo Alberto Dalla Chiesa, la sua identificazione a mezzo del dna è certa, ed il suo corpo è stato restituito al movimento operaio, di cui fu un coraggioso e combattivo esponente : avrà così una degna sepoltura, che tutti potranno onorare.
Luigi Ficarra
sabato 10 marzo 2012
la cgil dopo piazza san giovanni
La scelta della CGIL dopo Piazza San Giovanni
La giornata di ieri è stata bella per i lavoratori, per la sinistra, per l'Italia. La Fiom è riuscita a proporsi quasi come sindacato generale capace di interpretare i bisogni e le speranze non solo dei metalmeccanici ma di quanti vogliono vivere in un paese più civile e giusto dai NoTAV ai senza-tetto ai precari ed anche di quanti nell'artigianato e tra i piccoli proprietari ed imprenditori sono stati travolti dalla crisi. Aumentano i casi di suicidio tra i piccoli imprenditori vessati dalle banche o da Equitalia. Le istanze di queste categorie hanno trovato posto nella rivendicazione della FIOM per nuovi investimenti e per una vera ripresa economica. La manifestazione è riuscita. La forza della classe operaia organizzata non ha permesso che avvenissero provocazioni e non venisse offuscato il significato della giornata di lotta.
L'assenza del PD da Piazza San Giovanni tutto sommato è stato un fatto di chiarezza. Il PD ha forzato la realtà assentandosi da una lotta alla quale la sua base elettorale avrebbe volentieri partecipato. Bersani ha cercato di recuperare in extremis dicendo che resta "sensibile" alle richieste della Fiom. Tuttavia la sua sensibilità maggiore si svolge sul versante opposto a quello indicato dai lavoratori. Nella stessa giornata di ieri ha proposto un Monti bis, cioè la prosecuzione della politica di destra più a destra che l'Italia abbia mai conosciuto.
Molto dipende dalla CGIL e dalle sue scelte. La partecipazione della CGIL alla trattativa presieduta da Fornero può trasformarsi in una trappola e forse è già una trappola. Dalle trattative sul mercato del lavoro non c'è da sperare niente di buono dal momento che secondo una prassi consolidatasi negli ultimi venti anni in queste trattative il governo ed il padronato chiedono ed il sindacato concede o cede. Nella "migliore" delle ipotesi si profila uno scambio tra ammortizzatori sociali ed art.18. Libertà di licenziamento senza giusta causa con lo zuccherino di qualche mese in più di sussidio di disoccupazione forse pagato un poco di più. Vale la pena di partecipare ad una simile imboscata? Finora la CGIL non ha scoperto il fianco alla Fiom ma è condizionata dal PD e dai suoi corposi interessi e non è detto che alla fine non finisca con il cedere magari ad una soluzione mascherata in cui l'art.18 viene "devitalizzato". Ma può darsi che la destra non si accontenti di questo e voglia lo scalpo di Cipputi da appendere al suo Totem.
L'art.18 non è un obiettivo qualsiasi. Il suo abbattimento segnerà la fine di un lungo periodo storico nel quale i lavoratori hanno avuto la possibilità di difendersi e di agire protetti da diritti. Resterà molto poco della dottrina giuslavorista quando
il lavoratore diventerà una cosa, un oggetto come un altro del processo lavorativo. Come era ai tempi dell'Inghilterra di Engels e di Marx. Appena abbattuto l'art.18 il prossimo giro sarà legato al diritto di sciopero. Presto avremo l'inaugurazione di un periodo in cui per i lavoratori non ci saranno diritti,
ma soltanto obbligazioni. Agli albori del capitalismo gli operai che disertavano il lavoro potevano essere incarcerati ed anche impiccati. La punizione della fustigazione era largamente praticata. I più restii allla prepotenza padronale che pretendeva prestazioni dalle tre del mattino alle dieci di sera potevano essere deportati. Può anche darsi che la fertile mente di Sacconi, di Ichino e della Fornero produrrà nuovi marchingegni per abusare dei lavoratori. In fondo chi poteva immaginare venti anni fa che avremmo avuto la Legge Biagi e le sue 46 modalità con le quali impiccare intere generazioni di lavoratori italiani?
Molto dipende dalla scelta che farà la CGIL. Se deciderà di stare fino in fondo e non per finta dalla parte della Fiom non è detto che, nonostante la mobilitazione anche della più alta carica istituzionale contro l'art.18, che tutto si concluda con una sconfitta della giustizia e del diritto.
Pietro Ancona
La giornata di ieri è stata bella per i lavoratori, per la sinistra, per l'Italia. La Fiom è riuscita a proporsi quasi come sindacato generale capace di interpretare i bisogni e le speranze non solo dei metalmeccanici ma di quanti vogliono vivere in un paese più civile e giusto dai NoTAV ai senza-tetto ai precari ed anche di quanti nell'artigianato e tra i piccoli proprietari ed imprenditori sono stati travolti dalla crisi. Aumentano i casi di suicidio tra i piccoli imprenditori vessati dalle banche o da Equitalia. Le istanze di queste categorie hanno trovato posto nella rivendicazione della FIOM per nuovi investimenti e per una vera ripresa economica. La manifestazione è riuscita. La forza della classe operaia organizzata non ha permesso che avvenissero provocazioni e non venisse offuscato il significato della giornata di lotta.
L'assenza del PD da Piazza San Giovanni tutto sommato è stato un fatto di chiarezza. Il PD ha forzato la realtà assentandosi da una lotta alla quale la sua base elettorale avrebbe volentieri partecipato. Bersani ha cercato di recuperare in extremis dicendo che resta "sensibile" alle richieste della Fiom. Tuttavia la sua sensibilità maggiore si svolge sul versante opposto a quello indicato dai lavoratori. Nella stessa giornata di ieri ha proposto un Monti bis, cioè la prosecuzione della politica di destra più a destra che l'Italia abbia mai conosciuto.
Molto dipende dalla CGIL e dalle sue scelte. La partecipazione della CGIL alla trattativa presieduta da Fornero può trasformarsi in una trappola e forse è già una trappola. Dalle trattative sul mercato del lavoro non c'è da sperare niente di buono dal momento che secondo una prassi consolidatasi negli ultimi venti anni in queste trattative il governo ed il padronato chiedono ed il sindacato concede o cede. Nella "migliore" delle ipotesi si profila uno scambio tra ammortizzatori sociali ed art.18. Libertà di licenziamento senza giusta causa con lo zuccherino di qualche mese in più di sussidio di disoccupazione forse pagato un poco di più. Vale la pena di partecipare ad una simile imboscata? Finora la CGIL non ha scoperto il fianco alla Fiom ma è condizionata dal PD e dai suoi corposi interessi e non è detto che alla fine non finisca con il cedere magari ad una soluzione mascherata in cui l'art.18 viene "devitalizzato". Ma può darsi che la destra non si accontenti di questo e voglia lo scalpo di Cipputi da appendere al suo Totem.
L'art.18 non è un obiettivo qualsiasi. Il suo abbattimento segnerà la fine di un lungo periodo storico nel quale i lavoratori hanno avuto la possibilità di difendersi e di agire protetti da diritti. Resterà molto poco della dottrina giuslavorista quando
il lavoratore diventerà una cosa, un oggetto come un altro del processo lavorativo. Come era ai tempi dell'Inghilterra di Engels e di Marx. Appena abbattuto l'art.18 il prossimo giro sarà legato al diritto di sciopero. Presto avremo l'inaugurazione di un periodo in cui per i lavoratori non ci saranno diritti,
ma soltanto obbligazioni. Agli albori del capitalismo gli operai che disertavano il lavoro potevano essere incarcerati ed anche impiccati. La punizione della fustigazione era largamente praticata. I più restii allla prepotenza padronale che pretendeva prestazioni dalle tre del mattino alle dieci di sera potevano essere deportati. Può anche darsi che la fertile mente di Sacconi, di Ichino e della Fornero produrrà nuovi marchingegni per abusare dei lavoratori. In fondo chi poteva immaginare venti anni fa che avremmo avuto la Legge Biagi e le sue 46 modalità con le quali impiccare intere generazioni di lavoratori italiani?
Molto dipende dalla scelta che farà la CGIL. Se deciderà di stare fino in fondo e non per finta dalla parte della Fiom non è detto che, nonostante la mobilitazione anche della più alta carica istituzionale contro l'art.18, che tutto si concluda con una sconfitta della giustizia e del diritto.
Pietro Ancona
lunedì 5 marzo 2012
L'avvocato Ficarra lancia l'allarme sull'art.8
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Allarme lanciato all' Associazione dei Giuristi Democratici sull'art.8 dall'avvocato Luigi Ficarra da Padova
lettera inviata all’Associazione Giuristi Democratici
Cari compagni,
sono certo, e chiedo venia se mi è sfuggito, che la nostra associazione avrà già emanato via internet un documento per comunicare l'adesione di tutti i giuristi democratici d'Italia alla manifestazione indetta per il 9 marzo prossimo, a Roma, dalla Fiom-Cgil. Anzi, ritengo che dovremmo invitare tutti i nostri associati, magistrati, professori di diritto ed anche avvocati, a partecipare in tutte le forme possibili e consentite, allo sciopero generale proclamato per quella giornata in difesa della democrazia e della libertà in tutti i luoghi di lavoro.
Sappiamo infatti, per memoria storica, che quando la democrazia, come oggi già avvenuto con la servile complicità dei sindacati collaborativi Cisl e Uil, viene cancellata dalle fabbriche, silente e quindi complice anche l'attuale governo, essa è di fatto ridotta a pura parvenza, prefigurando un futuro da sudditi per tutti e piena libertà per il capitale.
In molte realtà locali, so che sono state prese iniziative politiche di singole associazioni e Partiti della sinistra di classe, perché almeno le organizzazioni territoriali della Cgil partecipino allo sciopero generale proclamato dalla Fiom per il 9 marzo: infatti , per gli obbiettivi da esso posti, interessa tutti i lavoratori ed i cittadini, non una singola categoria. Ecco perché, ripeto, noi dobbiamo invitare gli operatori del diritto, avvocati compresi, ad aderirvi nelle forme più aperte.
Condivido le osservazioni del compagno Panici - che grazie alla comunicazione dataci da Leonardo abbiamo letto nel sito - in merito all’annunciata modifica dell'art. 18 Statuto dei Lavoratori. Norma alla quale, come sappiamo, le organizzazioni sindacali aziendali possono derogare, così come ai Ccnl, in pratica abrogandone gli effetti, grazie al famigerato art. 8 del d.l. 138/2011, mantenuto ed applicato dal governo Napolitano-Monti. Il quale, anzi, col D. L. n. 1/2012, e la circolare applicativa di esso n. 32/2012, lo ha esteso anche alle Ferrovie, abolendo l'obbligo, imposto per esse dal precedente governo, di applicare il Ccnl delle F.S.. Va aggiunto a quanto giustamente scritto da Panici che non mi sembra risulti che la Cgil abbia promosso iniziative tese alla abrogazione del succitato art. 8 del d.l. 138/2011, che già di per sé, ripeto, annulla l'art. 18 st. Lav.; ed occorre altresì dire con chiarezza da parte nostra che se la Cgil, come organizzazione, non ritira la propria adesione al negativo accordo del 28 giugno 2011 con la Confindustria sulle deroghe ai Ccnl, ed anche la firma apposta all'appello del 4 agosto 2011 col padronato e le banche, per la modifica, già in fase avanzata, dell'art. 81 della Costituzione mediante l'introduzione dell'obbligo del pareggio di bilancio - (obbligo, che, come spiegato anche dal costituzionalista Gianni Ferrara, significa abrogazione degli artt. 3 e 41, comma terzo, della Costituzione, con conseguente stravolgimento di tutto il nostro ordinamento democratico) - il suo discorso sull'art. 18, come norma di civiltà, rischia di divenire residuale, un puro paravento.
Oggi, non schierarsi apertamente, da parte della Cgil, con la FIOM, per mantenere buoni rapporti con i sindacati collaborativi Cisl e Uil, costituisce una grave scelta opportunista, visto il pesante attacco a cui il sindacato dei metalmeccanici è sottoposto, non solo in tutte le aziende Fiat, ma anche nelle altre realtà industriali del paese, come ad esempio nella Carraro Trattori di Padova. Rischia di apparire un paravento il continuare da parte sua la trattativa con il governo e non promuovere alcuna mobilitazione reale in difesa dell'art. 18 così come fa oggi solo la Fiom.
Anche per questo motivo una aperta dichiarazione di adesione della nostra associazione allo sciopero ed alla manifestazione nazionale del 9 marzo acquista un particolare positivo significato politico.
Se non dovessimo manifestare apertamente detta adesione, che ripeto sono certo vi sia già stata e mi sia solo sfuggita, qualcuno - indubbiamente sbagliando di grosso -potrebbe, al fine di creare confusione, dire che la nostra posizione copre non solo quella già grave della Cgil, ma anche quella della Cisl, la quale, come certamente sapete, è arrivata ad essere così servile nei confronti del padronato da intervenire volontariamente, a sostegno delle tesi della Fiat, nel ricorso n. 4020/2011 contro questa promosso dalla Fiom-Cgil e deciso dal Tribunale di Torino con sentenza n. 2583/2011, che si trova facilmente in internet.
Un caro saluto
Luigi Ficarra
Padova, 02.03.12
Allarme lanciato all' Associazione dei Giuristi Democratici sull'art.8 dall'avvocato Luigi Ficarra da Padova
lettera inviata all’Associazione Giuristi Democratici
Cari compagni,
sono certo, e chiedo venia se mi è sfuggito, che la nostra associazione avrà già emanato via internet un documento per comunicare l'adesione di tutti i giuristi democratici d'Italia alla manifestazione indetta per il 9 marzo prossimo, a Roma, dalla Fiom-Cgil. Anzi, ritengo che dovremmo invitare tutti i nostri associati, magistrati, professori di diritto ed anche avvocati, a partecipare in tutte le forme possibili e consentite, allo sciopero generale proclamato per quella giornata in difesa della democrazia e della libertà in tutti i luoghi di lavoro.
Sappiamo infatti, per memoria storica, che quando la democrazia, come oggi già avvenuto con la servile complicità dei sindacati collaborativi Cisl e Uil, viene cancellata dalle fabbriche, silente e quindi complice anche l'attuale governo, essa è di fatto ridotta a pura parvenza, prefigurando un futuro da sudditi per tutti e piena libertà per il capitale.
In molte realtà locali, so che sono state prese iniziative politiche di singole associazioni e Partiti della sinistra di classe, perché almeno le organizzazioni territoriali della Cgil partecipino allo sciopero generale proclamato dalla Fiom per il 9 marzo: infatti , per gli obbiettivi da esso posti, interessa tutti i lavoratori ed i cittadini, non una singola categoria. Ecco perché, ripeto, noi dobbiamo invitare gli operatori del diritto, avvocati compresi, ad aderirvi nelle forme più aperte.
Condivido le osservazioni del compagno Panici - che grazie alla comunicazione dataci da Leonardo abbiamo letto nel sito - in merito all’annunciata modifica dell'art. 18 Statuto dei Lavoratori. Norma alla quale, come sappiamo, le organizzazioni sindacali aziendali possono derogare, così come ai Ccnl, in pratica abrogandone gli effetti, grazie al famigerato art. 8 del d.l. 138/2011, mantenuto ed applicato dal governo Napolitano-Monti. Il quale, anzi, col D. L. n. 1/2012, e la circolare applicativa di esso n. 32/2012, lo ha esteso anche alle Ferrovie, abolendo l'obbligo, imposto per esse dal precedente governo, di applicare il Ccnl delle F.S.. Va aggiunto a quanto giustamente scritto da Panici che non mi sembra risulti che la Cgil abbia promosso iniziative tese alla abrogazione del succitato art. 8 del d.l. 138/2011, che già di per sé, ripeto, annulla l'art. 18 st. Lav.; ed occorre altresì dire con chiarezza da parte nostra che se la Cgil, come organizzazione, non ritira la propria adesione al negativo accordo del 28 giugno 2011 con la Confindustria sulle deroghe ai Ccnl, ed anche la firma apposta all'appello del 4 agosto 2011 col padronato e le banche, per la modifica, già in fase avanzata, dell'art. 81 della Costituzione mediante l'introduzione dell'obbligo del pareggio di bilancio - (obbligo, che, come spiegato anche dal costituzionalista Gianni Ferrara, significa abrogazione degli artt. 3 e 41, comma terzo, della Costituzione, con conseguente stravolgimento di tutto il nostro ordinamento democratico) - il suo discorso sull'art. 18, come norma di civiltà, rischia di divenire residuale, un puro paravento.
Oggi, non schierarsi apertamente, da parte della Cgil, con la FIOM, per mantenere buoni rapporti con i sindacati collaborativi Cisl e Uil, costituisce una grave scelta opportunista, visto il pesante attacco a cui il sindacato dei metalmeccanici è sottoposto, non solo in tutte le aziende Fiat, ma anche nelle altre realtà industriali del paese, come ad esempio nella Carraro Trattori di Padova. Rischia di apparire un paravento il continuare da parte sua la trattativa con il governo e non promuovere alcuna mobilitazione reale in difesa dell'art. 18 così come fa oggi solo la Fiom.
Anche per questo motivo una aperta dichiarazione di adesione della nostra associazione allo sciopero ed alla manifestazione nazionale del 9 marzo acquista un particolare positivo significato politico.
Se non dovessimo manifestare apertamente detta adesione, che ripeto sono certo vi sia già stata e mi sia solo sfuggita, qualcuno - indubbiamente sbagliando di grosso -potrebbe, al fine di creare confusione, dire che la nostra posizione copre non solo quella già grave della Cgil, ma anche quella della Cisl, la quale, come certamente sapete, è arrivata ad essere così servile nei confronti del padronato da intervenire volontariamente, a sostegno delle tesi della Fiat, nel ricorso n. 4020/2011 contro questa promosso dalla Fiom-Cgil e deciso dal Tribunale di Torino con sentenza n. 2583/2011, che si trova facilmente in internet.
Un caro saluto
Luigi Ficarra
Padova, 02.03.12
primarie a Palermo. Riflessioni
Primarie a Palermo Prime riflessioni
Rita Borsellino e i segretari di quattro partiti che hanno sostenuto la sua candidatura alle primarie di Palermo hanno perso. Bersani, Ferrero, Vendola ed il potente esponente dell'Idv palermitano Leoluca Orlando hanno perso con lei nella volata finale che l'ha distanziata di una piccola manciata di voti dal vincitore Ferrandelli. Assieme alla Borsellino esce sconfitto un disegno riguardante la candidatura e la elezione di Leoluca Orlando alla Regione Siciliana. Lombardo convitato di pietra delle primarie esce vincitore assieme ai suoi sostenitori Cracolici e Lumia che io chiamerei i grandi zii del giovanotto appena eletto.
Alla Borsellino sono mancati voti di sinistra che lei ha scoraggiato con le sue dichiarazioni sull'art.18 che non è per lei un tabù e sul governo Monti che sarebbe un male necessario. Forse la Borsellino non conosce bene la natura del suo stesso elettorato che è sempre stato non solo antimafia ma di sinistra e legato ai lavoratori e che quindi non poteva gradire le sue gratuite quanto deplorevoli dichiarazioni sul diritto alla giusta causa. In quanto al suo antagonista vincitore tutta Palermo sa che non è giunto al successo con le sue gambe ma con il potente appoggio dei personaggi che sostengono il governo Lombardo e che detengono una parte essenziale del pacchetto azionario del PD siciliano. Non si tratta quindi della vittoria del giovane consigliere comunale contro l'anziana europarlamentare, ma della vittoria di una fazione del PD che ha finora imposto l'alleanza con Lombardo in Sicilia. Mai come in questa vicenda delle primarie palermitane i giochi di potere dei potentati politici hanno avuto la prevalenza su tutto con buona pace per tutti.
Rifondazione Comunista e Sel non si rendono conto della loro estraneità alla natura delle correnti che percorrono il PD e ne fanno un Partito che si anima soltanto attorno a lotte di potere dei suoi gruppi dirigenti. Sbagliano a partecipare alle primarie del PD ed avrebbero fatto bene ad organizzare le primarie della sinistra introducendo nella palude centrista e moderatista della politica la radicalità necessaria che la fa vera e rispondente ai sentimenti della gente. Partecipare alle primarie del PD vuol dire accettare il centro-sinistra che oggi non è più quello delle grandi riforme degli anni 70 ma una agglomerazione che condivide la politica liberista del centro-destra senza tante differenze.
Pietro Ancona
Rita Borsellino e i segretari di quattro partiti che hanno sostenuto la sua candidatura alle primarie di Palermo hanno perso. Bersani, Ferrero, Vendola ed il potente esponente dell'Idv palermitano Leoluca Orlando hanno perso con lei nella volata finale che l'ha distanziata di una piccola manciata di voti dal vincitore Ferrandelli. Assieme alla Borsellino esce sconfitto un disegno riguardante la candidatura e la elezione di Leoluca Orlando alla Regione Siciliana. Lombardo convitato di pietra delle primarie esce vincitore assieme ai suoi sostenitori Cracolici e Lumia che io chiamerei i grandi zii del giovanotto appena eletto.
Alla Borsellino sono mancati voti di sinistra che lei ha scoraggiato con le sue dichiarazioni sull'art.18 che non è per lei un tabù e sul governo Monti che sarebbe un male necessario. Forse la Borsellino non conosce bene la natura del suo stesso elettorato che è sempre stato non solo antimafia ma di sinistra e legato ai lavoratori e che quindi non poteva gradire le sue gratuite quanto deplorevoli dichiarazioni sul diritto alla giusta causa. In quanto al suo antagonista vincitore tutta Palermo sa che non è giunto al successo con le sue gambe ma con il potente appoggio dei personaggi che sostengono il governo Lombardo e che detengono una parte essenziale del pacchetto azionario del PD siciliano. Non si tratta quindi della vittoria del giovane consigliere comunale contro l'anziana europarlamentare, ma della vittoria di una fazione del PD che ha finora imposto l'alleanza con Lombardo in Sicilia. Mai come in questa vicenda delle primarie palermitane i giochi di potere dei potentati politici hanno avuto la prevalenza su tutto con buona pace per tutti.
Rifondazione Comunista e Sel non si rendono conto della loro estraneità alla natura delle correnti che percorrono il PD e ne fanno un Partito che si anima soltanto attorno a lotte di potere dei suoi gruppi dirigenti. Sbagliano a partecipare alle primarie del PD ed avrebbero fatto bene ad organizzare le primarie della sinistra introducendo nella palude centrista e moderatista della politica la radicalità necessaria che la fa vera e rispondente ai sentimenti della gente. Partecipare alle primarie del PD vuol dire accettare il centro-sinistra che oggi non è più quello delle grandi riforme degli anni 70 ma una agglomerazione che condivide la politica liberista del centro-destra senza tante differenze.
Pietro Ancona
domenica 4 marzo 2012
Tristezza delle primarie
Tristezza delle primarie.
Ho votato al gazebo di Via Campolo dopo aver fatto la fila per oltre un'ora. Una fila che si rinnovava continuamente con l'arrivo di nuove persone. Una partecipazione importante di elettori tutti disciplinatamente in attesa del proprio turno muniti di euro, tessera di identità e certificato elettorale. Trascrivo le impressioni che ne ho tratto e che naturalmente possono essere sbagliate e magari soltanto il riflesso di un mio stato d'animo.
Innanzitutto il clima della folla in attesa non è quello quasi festante di altre primarie. Ricordo quelle che vinse Prodi nel 2005 e quelle vinte dalla Borsellino sempre nel 2005 contro un vecchio notabile della DC catanese.L'atmosfera era di forte coinvolgimento anche emotivo e gli elementi della "politica" più numerosi e motivanti. Oggi la folla sebbene numerosa era silenziosa. Una sorta di tristezza aleggiava nell'aria.Il sentimento contraddittorio della partecipazione ma anche della sua inutilità. Il seggio era presidiato da numerosi attivisti dei vari candidati con un grosso distintivo di contrassegno in cui stava scritto: "io voto..... oppure io voto...quell'altro. Simboli dei partiti ed attivisti dei partiti che scompaiono a favore delle singole personalità candidate. Certo ogni candidato è portatore di idee e proposte tutte sue ma la battaglie si svolge attorno alle persone e vince chi ha più forza organizzativa e finanziaria, più agganci e più appeal nell'elettorato. Dietro i candidati si svolgono anche grosse prove di forza nella lotta per il controllo del PD siciliano e per la sopravvivenza dello stesso governo regionale. Solo una candidata è lontana da questi giochi e
la sua elezione o sconfitta sarà soltanto sua senza implicazioni nella macchina del potere politico.
Ma perchè non c'è vibrazione di sentimenti in queste primarie? La situazione non dovrebbe essere delle peggiori. Il centro-destra esce da una esperienza desolante ed ancora non ha le idee chiare su come correrà a Palermo. Credo che il popolo di centro-sinistra sia incupito dallo scenario generale del Paese. Non si aspettava che la liberazione da Berlusconi avrebbe significato finire sotto una dittatura fiscale con la minaccia del fallimento del sistema-paese e milioni di disoccupati. C'è una sorta di tristezza nella accettazione di Monti che viene subito come la medicina amara ma necessaria per la salvezza. Almeno questo è quello che hanno fatto credere cento giorni di propaganda incessante avallata da frequenti interventi di Napolitano. La gente è convinta che anche se cambierà il governo di Palermo difficilmente cambierà qualcosa dal momento che le politiche municipali come quelle nazionali vengono dettate dai banchieri della BCE. Nel corso degli ultimi tre anni nei quali si è parlato moltissimo di federalismo tante leggi sono state fatte per sottrarre potere ai Comuni. Il pareggio di bilancio introdurrà nuove rigidità e restrizioni.Si potrà fare quasi niente. Inoltre nella gente pesa la disoccupazione. Ogni famiglia ha figli ai quali deve integrare il reddito o che addirittura deve mantenere. L'adesione del PD alle politiche del governo Monti è deprimente e accettata con amarezza. Tutti quindi in attesa di votare davanti il gazebo ma con il cuore vuoto di speranze e senza sapere se c'è una via di uscita e di salvezza.
Il PD non si rende conto che non può essere per il suo popolo solo partito di governo. La sua adesione alle linee liberiste della Unione Europea e del Governo italiano non è la migliore per dare prospettiva e speranze al suo elettorato ed alla Italia. Il montismo dopo l'antiberlusconismo porta soltanto depressione e le uscite di Veltroni sull'art.18 non fanno altro che aggravarla.
Pietro Ancona
Ho votato al gazebo di Via Campolo dopo aver fatto la fila per oltre un'ora. Una fila che si rinnovava continuamente con l'arrivo di nuove persone. Una partecipazione importante di elettori tutti disciplinatamente in attesa del proprio turno muniti di euro, tessera di identità e certificato elettorale. Trascrivo le impressioni che ne ho tratto e che naturalmente possono essere sbagliate e magari soltanto il riflesso di un mio stato d'animo.
Innanzitutto il clima della folla in attesa non è quello quasi festante di altre primarie. Ricordo quelle che vinse Prodi nel 2005 e quelle vinte dalla Borsellino sempre nel 2005 contro un vecchio notabile della DC catanese.L'atmosfera era di forte coinvolgimento anche emotivo e gli elementi della "politica" più numerosi e motivanti. Oggi la folla sebbene numerosa era silenziosa. Una sorta di tristezza aleggiava nell'aria.Il sentimento contraddittorio della partecipazione ma anche della sua inutilità. Il seggio era presidiato da numerosi attivisti dei vari candidati con un grosso distintivo di contrassegno in cui stava scritto: "io voto..... oppure io voto...quell'altro. Simboli dei partiti ed attivisti dei partiti che scompaiono a favore delle singole personalità candidate. Certo ogni candidato è portatore di idee e proposte tutte sue ma la battaglie si svolge attorno alle persone e vince chi ha più forza organizzativa e finanziaria, più agganci e più appeal nell'elettorato. Dietro i candidati si svolgono anche grosse prove di forza nella lotta per il controllo del PD siciliano e per la sopravvivenza dello stesso governo regionale. Solo una candidata è lontana da questi giochi e
la sua elezione o sconfitta sarà soltanto sua senza implicazioni nella macchina del potere politico.
Ma perchè non c'è vibrazione di sentimenti in queste primarie? La situazione non dovrebbe essere delle peggiori. Il centro-destra esce da una esperienza desolante ed ancora non ha le idee chiare su come correrà a Palermo. Credo che il popolo di centro-sinistra sia incupito dallo scenario generale del Paese. Non si aspettava che la liberazione da Berlusconi avrebbe significato finire sotto una dittatura fiscale con la minaccia del fallimento del sistema-paese e milioni di disoccupati. C'è una sorta di tristezza nella accettazione di Monti che viene subito come la medicina amara ma necessaria per la salvezza. Almeno questo è quello che hanno fatto credere cento giorni di propaganda incessante avallata da frequenti interventi di Napolitano. La gente è convinta che anche se cambierà il governo di Palermo difficilmente cambierà qualcosa dal momento che le politiche municipali come quelle nazionali vengono dettate dai banchieri della BCE. Nel corso degli ultimi tre anni nei quali si è parlato moltissimo di federalismo tante leggi sono state fatte per sottrarre potere ai Comuni. Il pareggio di bilancio introdurrà nuove rigidità e restrizioni.Si potrà fare quasi niente. Inoltre nella gente pesa la disoccupazione. Ogni famiglia ha figli ai quali deve integrare il reddito o che addirittura deve mantenere. L'adesione del PD alle politiche del governo Monti è deprimente e accettata con amarezza. Tutti quindi in attesa di votare davanti il gazebo ma con il cuore vuoto di speranze e senza sapere se c'è una via di uscita e di salvezza.
Il PD non si rende conto che non può essere per il suo popolo solo partito di governo. La sua adesione alle linee liberiste della Unione Europea e del Governo italiano non è la migliore per dare prospettiva e speranze al suo elettorato ed alla Italia. Il montismo dopo l'antiberlusconismo porta soltanto depressione e le uscite di Veltroni sull'art.18 non fanno altro che aggravarla.
Pietro Ancona
sabato 3 marzo 2012
Filippo Turati rivoluzionario antifascista
Scriveva dal suo esilio di Parigi Filippo Turati negli ultimi anni della sua tribolata vita di rivoluzionario antifascista: "La forza si vince con la forza. La non resistenza al Male se può avere un valore quando è suscettibile di provocare una reazione morale, diviene al contrario una vera e propria complicità quando le circostanze ed il carattere degli avversari rendono impossibile ogni reazione morale mossi da una concezione della vita noi abbiamo forse troppo disarmato le masse".
(E' una dolorosa riflessione sull'Aventino e sugli errori del movimento antifascista italiano).
Credete che Saviano possa strumentalizzare una così grande coscienza morale e politica contrapponendola a Gramsci? Turati e Gramsci furono entrambi rivoluzionari difronte al fascismo e pagarono ognuno il suo prezzo. Turati visse gli anni dell'esilio in miseria e morì lontano dalla sua amata Italia.
http://cronologia.leonardo.it/storia/biografie/turati.htm
(E' una dolorosa riflessione sull'Aventino e sugli errori del movimento antifascista italiano).
Credete che Saviano possa strumentalizzare una così grande coscienza morale e politica contrapponendola a Gramsci? Turati e Gramsci furono entrambi rivoluzionari difronte al fascismo e pagarono ognuno il suo prezzo. Turati visse gli anni dell'esilio in miseria e morì lontano dalla sua amata Italia.
http://cronologia.leonardo.it/storia/biografie/turati.htm
coriandoli di Facebook di Pietro Ancona
.Perchè non si può vivere serenamente con un grande debito pubblico come fa il Giappone, l'Inghilterra e quanti non comprano il denaro che usano all'estero come noi? Noi vivremo poveri pazzi infelici nella UE e raggiungeremo i greci gli spagnoli i portoghesi in fondo al pozzo. Dobbiamo liberarci dell'europeismo che è diventato pangermanesimo masochistico. Uscire dalla UE e vivere la nostra vita di libera nazione affrontando se è il caso anche la reazione degli USA che ci tengono prigionieri con oltre cento basi militari. Meglio vivere liberi e da popolo libero che stare alla mercè degli eurocrati rappresentati in Italia da Monti
Ieri sera a "Le invasioni barbariche" il fondatore e capo del giornale-partito Eugenio Scalfari diceva che Monti sarebbe un eccellente Presidente della Repubblica (sembra nato per questo!!!) Ma aggiungeva di preferirli (Napolitano e Monti) in tandem.... Ogni volta che parlava di Monti o di Napolitano era colto da un empito di voluttà gioiosa, gli si imporporavano le gote ed il pomo di adamo gli ballonzolava........
Come si fa a parlare di libertà e di democrazia in un Paese che ha una legge elettorale che è il contrario della libertà e della democrazia e che ha i tre maggiori partiti che si accingono a varare il Listone UNico di fascista memoria chiamandolo magare Grosse Coalition!! Grottesco surreale: la grosse coalizione che non si fa in Parlamento perchè manca una maggioranza ma si fa eleggendola già fatta.
Non fare le Olimpiadi è perdere una occasione per la crescita. Infatti, c he cosa è la crescita? La crescita è fatta di investimenti nelle infrastrutture civili di un Paese. Le olimpiadi erano l'occasione di investire in beni pubblici e di attirare su Roma un immeno flusso turistico di sportivo. Ma si sa che il governo Monti vede il bene pubblico come il fumo negli occhi ed è tutto dedito al privato ed alle privatizzazioni. Con la rinunzia delle Olimpiadi fatta senza consultare nessuno si è data una coltellata alla schiena dell'Italia (ma esiste ancora?)
Ieri sera a "Le invasioni barbariche" il fondatore e capo del giornale-partito Eugenio Scalfari diceva che Monti sarebbe un eccellente Presidente della Repubblica (sembra nato per questo!!!) Ma aggiungeva di preferirli (Napolitano e Monti) in tandem.... Ogni volta che parlava di Monti o di Napolitano era colto da un empito di voluttà gioiosa, gli si imporporavano le gote ed il pomo di adamo gli ballonzolava........
Come si fa a parlare di libertà e di democrazia in un Paese che ha una legge elettorale che è il contrario della libertà e della democrazia e che ha i tre maggiori partiti che si accingono a varare il Listone UNico di fascista memoria chiamandolo magare Grosse Coalition!! Grottesco surreale: la grosse coalizione che non si fa in Parlamento perchè manca una maggioranza ma si fa eleggendola già fatta.
Non fare le Olimpiadi è perdere una occasione per la crescita. Infatti, c he cosa è la crescita? La crescita è fatta di investimenti nelle infrastrutture civili di un Paese. Le olimpiadi erano l'occasione di investire in beni pubblici e di attirare su Roma un immeno flusso turistico di sportivo. Ma si sa che il governo Monti vede il bene pubblico come il fumo negli occhi ed è tutto dedito al privato ed alle privatizzazioni. Con la rinunzia delle Olimpiadi fatta senza consultare nessuno si è data una coltellata alla schiena dell'Italia (ma esiste ancora?)
dissenso e carisma
A che serve il dissenso?
Quando il Governo dice che tollera il dissenso e lo garantisce ma non la violenza che reprime deve però spiegarci a che cosa serve il dissenso se non produce alcun effetto sul suo atteggiamento . E' servito il silenzio per evitare la pessima legge sulla scuola che ha licenziato duecentomila persone ed impoverito i programmi scolastici? E' servito e serve il dissenso per la soppressione dei treni n...otturni che univano l'Italia oggi divisa a Roma? E' servito il dissenso per la peggiore riforma pensionistica che si sia mai fatta in Europa? La democrazia non significa che la gente protesta civilmente ed i governi fanno quello che vogliono fottendosene! In Paese in cui il Parlamento non esiste più perchè svuotato dal ricorso sistematico al decreto più voto di fiducia in quale processo democratico può contare il cittadino che dissente civilmente?
Basta con le figure carismatiche
Bisogna in qualche modo allargare il gruppo dirigente democratico della città e fare emergere nuove individualità. La Borsellino è una degna persona anche se io non c ondivido la sua posizione sull'art.18 e sul governo Monti ma è già deputata al Parlamento Europeo dove farebbe bene ad occuparsi delle conseguenze delle nuove leggi sulla Sicilia. Perchè fare il deputato europeo ed il sindaco di Palermo? Meglio se per Sindaco facciamo avanzare un'altra persona come Antonella Monastra che ha accumulato una bella esperienza di servizio della popolazione come consigliera comunale. Basta con le figure carismatiche che concentrano tutto il potere in se stesse. Allarghiamo la democrazia!
Quando il Governo dice che tollera il dissenso e lo garantisce ma non la violenza che reprime deve però spiegarci a che cosa serve il dissenso se non produce alcun effetto sul suo atteggiamento . E' servito il silenzio per evitare la pessima legge sulla scuola che ha licenziato duecentomila persone ed impoverito i programmi scolastici? E' servito e serve il dissenso per la soppressione dei treni n...otturni che univano l'Italia oggi divisa a Roma? E' servito il dissenso per la peggiore riforma pensionistica che si sia mai fatta in Europa? La democrazia non significa che la gente protesta civilmente ed i governi fanno quello che vogliono fottendosene! In Paese in cui il Parlamento non esiste più perchè svuotato dal ricorso sistematico al decreto più voto di fiducia in quale processo democratico può contare il cittadino che dissente civilmente?
Basta con le figure carismatiche
Bisogna in qualche modo allargare il gruppo dirigente democratico della città e fare emergere nuove individualità. La Borsellino è una degna persona anche se io non c ondivido la sua posizione sull'art.18 e sul governo Monti ma è già deputata al Parlamento Europeo dove farebbe bene ad occuparsi delle conseguenze delle nuove leggi sulla Sicilia. Perchè fare il deputato europeo ed il sindaco di Palermo? Meglio se per Sindaco facciamo avanzare un'altra persona come Antonella Monastra che ha accumulato una bella esperienza di servizio della popolazione come consigliera comunale. Basta con le figure carismatiche che concentrano tutto il potere in se stesse. Allarghiamo la democrazia!
venerdì 2 marzo 2012
virtù salvifiche della bomba nucleare
Se Gheddafi avesse avuto la bomba atomica sarebbe vivo assieme al suo popolo massacrato da belve feroci lasciate libere dalla Nato. Se Sadam Hussein avesse avuto la b omba nucleare sarebbe vivo ed il suo paese sarebbe un paese libero e non un accampamento di contractors e marines USA. Se Assad avesse la bomba nucleare sarebbe libero. Se l'Afghanistan avesse la bomba atomica sarebbe libero. Forse è il caso che Russia e Cina creino depositi di bombe nucleari in tutti i paesi concupiti dallo zio Sam e dai suoi sciacalli. Se i russi fanno a Teheran un deposito di bombe nucleari come quelli che gli USA hanno in Sicilia ed in Europa la pace sarebbe salva ed i popoli vivrebbero nella prosperità. Paradossale??
Mormone e miliardario. Il veleno delle sette dei cristiani nella politica USA
Pietro Ancona
Regressione culturale e sanfedista della politica americana fatta da miliardari
Si critica il fondamentalismo islamico come azione politica militare terroristica basata sull'islamico nella sua interpretazione più intransigente e rigida. La meno dialogante con le altre culture che si vorrebbero sottomettere ed assimilare come è avvenuta durante la prima grande ondata fermata alle porte di Vienna ...non molti secoli fa.
Ma la politica americana si sta caricando sempre di più di elementi e significazioni religiose di un cristianesimo aggressivo ed intollerante assai più intransigente e militante di quello islamico. I due maggiori candidati alle Primarie dei Repubblicani sono appartenenti a due sette religiose assai importanti negli USA: Romney è mormone e Santorum è fervido sostenitore della unità Stato-Chiesa che a suo avviso non sono separabili. Santorum e Romney sostengono un cristianesimo reazionario omofobo c on forti tratti di feudalesimo nella considerazione del genere femminile. La Chiesa mormone ha predicato la poligamia fino alla sua proibizione per legge ma ci sono ancora frange di essa che continuano a praticarla.
Il cristianesimo ha avuto momenti di grande modernità negli USA. Ma da molti anni a questa parte porta notazioni soltanto di carattere estremistico e di destra nelle politiche sociali ed internazionali degli USA. Non dimentichiamo i roghi di libri del Corano. Bush si riuniva in preghiera con i suoi collaboratori prima di fare gasare popolazioni dell'Iraq o bombardare villaggi della Somalia. Insomma la religione è diventato elemento inquietante e devastante delle scelte di politica estera e sui diritti civili.
Regressione culturale e sanfedista della politica americana fatta da miliardari
Si critica il fondamentalismo islamico come azione politica militare terroristica basata sull'islamico nella sua interpretazione più intransigente e rigida. La meno dialogante con le altre culture che si vorrebbero sottomettere ed assimilare come è avvenuta durante la prima grande ondata fermata alle porte di Vienna ...non molti secoli fa.
Ma la politica americana si sta caricando sempre di più di elementi e significazioni religiose di un cristianesimo aggressivo ed intollerante assai più intransigente e militante di quello islamico. I due maggiori candidati alle Primarie dei Repubblicani sono appartenenti a due sette religiose assai importanti negli USA: Romney è mormone e Santorum è fervido sostenitore della unità Stato-Chiesa che a suo avviso non sono separabili. Santorum e Romney sostengono un cristianesimo reazionario omofobo c on forti tratti di feudalesimo nella considerazione del genere femminile. La Chiesa mormone ha predicato la poligamia fino alla sua proibizione per legge ma ci sono ancora frange di essa che continuano a praticarla.
Il cristianesimo ha avuto momenti di grande modernità negli USA. Ma da molti anni a questa parte porta notazioni soltanto di carattere estremistico e di destra nelle politiche sociali ed internazionali degli USA. Non dimentichiamo i roghi di libri del Corano. Bush si riuniva in preghiera con i suoi collaboratori prima di fare gasare popolazioni dell'Iraq o bombardare villaggi della Somalia. Insomma la religione è diventato elemento inquietante e devastante delle scelte di politica estera e sui diritti civili.
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