venerdì 31 luglio 2009

Aquiloni a Gaza

Aquiloni a Gaza
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Ieri , per qualche istante, in uno dei telegiornali (forse tg3), ho visto il bellissimo spettacolo di tanti, tantissimi aquiloni che sfrecciavano in un cielo ventoso sopra le terribili macerie della città di Gaza. Aquiloni sostenuti da migliaia di bambini dei settecentocinquantamila bambini che popolano la striscia di Gaza e costituiscono una gran parte di tutta la popolazione. Bambini che soffrono la sete e la fame, sono prigionieri e privati tutto dal momento che sono chiusi dentro una prigione quasi impenetrabile dalla quale si può entrare ed uscire da cunicoli da talpe a proprio rischio. Bambini che non possono ricevere i tanti aiuti che generose organizzazioni internazionali di solidarietà hanno loro destinato e che giacciono bloccati o sequestrati delle forze armate israeliane e degli alleati egiziani al di la del grande Muro di recinzione.
La manifestazione di ieri deve essere stata una del torneo organizzato dalla Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei territori occupati. Non sappiamo se e come il torneo si farà dal momento che gli israeliani impediscono a chiunque di entrare nel territorio in cui tengono prigionieri i bambini e le loro famiglie.

Stamane mi è venuta l'idea di mettere l'immagine degli aquiloni di Gaza e la notizia del torneo nel mio blog e ho cercato in internet la notizia e la foto. Non ho trovato niente, niente di niente!! All'inizio ho pensato che era colpa mia se non trovavo niente, forse non avevo saputo mettere le parole giuste. Avevo scritto: Aquiloni e bambini a Gaza!
Ho trovato notizie abbondandissime riguardanti la manifestazione al cimitero di teheran. Si può dire che non c'è giornale della carta stampata ed online e televisione che non ne parli per giorni interi reiterando diverse e diverse volte l'informazione. Ho trovato notizie riguardanti il DNA di Luca Bianchini, accusato in diretta televisiva dalla Questura di essere lo stupratore seriale di Roma.E' inutile che vi dica come le immagine da me intraviste degli aquiloni di Gaza non si sono ripetute nè sullo stesso telegiornale nè sugli altri sei telegiornali. E' calato un silenzio assoluto, un grande oscuramento che va pensare che difficilmente avremo occasione di vedere ancora i denutriti e sofferenti bambini di Gaza correre dietro i loro aquiloni dentro le spaventose macerie delle loro case che non possono essere ricostruite nonostante i finanziamenti internazionali dal momento che niente può passare il confine palestinese senza essere subito bloccato e sequestrato.
Mentre cercavo mi sono imbattuto in una foto di un gruppo di una ventina di giovani morti stesi a terra privi di scarpe. La didascalia diceva "Uccisi i Taleban ed il loro Capo". Mi ha colpito la nudità dei piedi e l'informità dei corpi privi di vita. Si tratta di giovani uccisi che non dovevano essere tanto armati e sembravano poverissimi. Come gli abissimi o i libici che combattevano con le lance ed a piedi nudi contro le truppe del Generale Graziani ed i gas del generale Magliocco. Ho continuato a cercare nella speranza di trovare almeno una nota di agenzia.
Sebbene abituato alla manipolazione della informazione dei massmedia, manipolazione che si realizza con l'ipertrofia della notizia inclusa e l'oscuramento totale o quasi totale di quella esclusa, sono rimasto allibito dal generale disinteresse di tutta la stampa per l'avvenimento. Forse perchè una volta tanto non dovevano mostrare il bambino conciato da kamikaze nelle mani di una madre disumana ed indegna che lo manda a morire come è solito fare l'informazione "occidentale". Non c'era trippa per gatti, materia per sfruculiare il popolo palestinese fatto di bipedi parlanti per usare un termine del Talmud. Si trattava di qualcosa che rompeva l'involucro terrorista dentro cui la propaganda occidentale colonialista ha chiuso il popolo palestinese. Per questo non vedremo mai più gli aquiloni con i loro tanti colori volare sul cielo di Gaza. Gaza deve restare la cupa prigione in cui i bambini dovranno incanutire prima del loro tempo a causa della atrocità della vita a cui sono costretti da Israele nella complicità degli USA e dell'Occidente.
Credo proprio che esista una lobby ebraica che seleziona le notizie ed arriva financo al controllo delle agenzie e comunque se non c'è è come se ci fosse. C'è una autocensura enorme. E' antisemita mandare in onda o sulla stampa o online un bambino che corre tirandosi dietro un aquilone che va prendendo quota?

Pietro Ancona
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giovedì 30 luglio 2009

porto cervo, il billionarie e la crisi italiana

PORTO CERVO, IL BILLIONARIE E LA CRISI ITALIANA
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Le ragioni della crisi della coesione italiana, del venire meno sempre più velocemente delle ragioni dello stare insieme in questa Penisola, con questo Governo e con queste Regioni non derivano soltanto dai veleni che i leghisti (ma non solo loro) diffondono sviluppando un loro preciso programma xenofobo di rottura nazionale,ma dalla sfacciataggine con la quale la borghesia parassitaria cresciuta attorno ai Ministeri ed alle Region iper alle commesse pubbliche si accaparra ed ostenta la sua ricchezza ed il suo disprezzo per i poveri che sarebbero soltanto dei falliti
o, per dirla con Reagan, persone colpevoli della loro stessa povertà e pertanto punite da Dio per questo. Il disprezzo di costoro si estende a quanti vivono normalmente del loro lavoro ripagato da redditi sempre più bassi. . I festeggiamenti di questa gente non hanno mai fine e, dopo lo sdoganamento che la servile stampa italiana ha fatto delle orge di Villa Certosa e di Palazzo Grazioli catalogandole tra le libertà consentite dalla "modernità" post ideologica della società italiana, vengono ostentati e si svolgono tutti più o meno con lo stesso copione di yacht e panfili di lusso, champagne,cocaina, locali notturni, Montecarlo, la Costa Smeralda, Porto Cervo. Non disse forse Flavio Briatore che la ricchezza suscita invidia ma è giusta e che la rovina del Paese è la sinistra? In Sardegna dalle parti della Villa del Capo si riuniscono a nugoli le "barche"degli squali e dei loro complici della politica, di coloro che fanno soldi "veri" costruendo ospedali come quello di Agrigento che si sbriciolerebbero con una piccola scossa di terremoto o vendendo all'estero formaggi scaduti da decenni e riciclati chimicamente o gestendo "privatizzazioni" di servizi pubblici che immediatamente degradano.

A Porto Cervo, nella Costa Smeralda, colonizzata quasi cinquanta anni fa dal ricchissimo Agha Khan che ne fece una enclave per i miliardari, torneranno a riunirsi a sciami, come ogni estate, i detentori di una ricchezza spesso malguadagnata pagata da migliaia di morti ed invalidi sul lavoro ed ottenuta con salari e stipendi che sono tra i più miserabili d'Europa. Si daranno convegno gli evasori fiscali che, ancora una volta, faranno rientrare dall'estero i soldi imboscati pagando un piccolo obolo a Tremonti, e daranno vita a feste e festini per festeggiare la loro piacevole esistenza in un Paese che non è più una Nazione da quando la destra "lo ha rivoltato come un calzino" ma una asocietà come teorizzava la signora Tatcher in cui ognuno vive come in un mare aperto in cui i pesci grossi mangiano i piccoli secondo la legge del più forte. Lo Stato, fattore fondamentale di sicurezza per tutti con le sue leggi ed i suoi servizi va svuotato subito dai parassiti fannulloni a cominciare dalla scuola e dalla sanità.
Il severo Presidente Soru, sardo orgoglioso ed insofferente di vedere le zone più belle della sua Isola diventare proprietà esclusiva ed inaccessibile di gente che la usa soltanto per qualche settimana l'anno, aveva provato ad alzare la testa, a fare qualcosa. I primi a colpirlo furono i suoi stessi compagni di partito che lo costrinsero ad una sconfitta ed a cedere il passo a chi non si fa troppo scrupoli ed è disposto a dare molto altro alla speculazione.
Questo avviene mentre falliscono una dopo l'altra le cosidette riforme dalle quali non è venuto niente di buono come si vede dalla gestione delle ferrovie e dei servizi sociali.Le privatizzazioni hanno accresciuto i costi dei servizi peggiorandone la qualità. Le Regioni meridionali sono giunte al ciglio del baratro non soltanto per l'accaparramento che il Nord ha fatto delle risorse nazionali ma sopratutto per il cattivo uso del regionalismo e delle istituzioni locali diventati esose proprietà di oligarchie che incidono scandalosamente sui bilanci e sulla morale del territorio. Basta scorrere la legislazione di una qualsiasi delle Regioni del Sud per farsi rizzare i capelli in testa e comprendere come la gente starebbe addirittura meglio se non esistessero. Non si sa a quando ammonta il loro indebitamento con l'estero ed in ogni caso tutto quello che incassano serve a mantenere la casta dei politici e le loro clientele. Il Partito del Sud in atto viene proposto come arma di ricatto della borghesia parassitaria e mafiosa meridionale che vive di quanto le passa e le permette il centro-destra. Ma un equilibrio si è rotto e la crisi sociale rischia di tracimare ed investire tutti. Per un lungo periodo di tempo una sorta di equilibrio "assistenzialistico" ha garantito la vita dei poveri che raccoglievano le briciole dei privilegiati del Sud. Questo equilibrio non c'è più dal momento che il parassitismo della oligarchia si è mangiato tutto. Non possiamo sapere che cosa succederà quando si chiuderanno le residue attività industriali.
I licenziamenti nella scuola che costituiva una valvola importante per l'equilibrio sociale di tante famiglie della piccola e media borghesia isolana aprono una ferita sociale di cui la destra non ha calcolato le conseguenze.
Centomila insegnanti in meno nella scuola sono una tragedia sociale che non passerà senza farsi sentire.
Comunque siamo sicuri di una cosa: Il giorno che Berlusconi Tremonti e soci si renderanno conto che le casse sono vuote e che non hanno più niente da arraffare scapperanno verso i loro paradisi esotici tropicali e magari da lì criticheranno quanti si ingegneranno a non farci fallire del tutto come Nazione....e diranno che è tutta colpa dei comunisti.....

Pietro Ancona
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http://www.melba.it/csf/articolo.asp?articolo=5http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-17/feste-montecarlo/feste-montecarlo.html

mercoledì 29 luglio 2009

analisi onesta sull'Afghanistan

La logica dell' irresponsabilità
Repubblica — 29 luglio 2009 LUCIO CARACCIOLO

CHE ci stiamo a fare in Afghanistan? Visto che quasi tremila soldati italiani vi rischiano ogni minuto la vita, questa domanda meriterebbe una risposta dal governo. Possibilmente chiara e univoca. Invece no. Come d' abitudine, quella missione è pretesto per schermaglie domestiche in politichese stretto. Con un occhio ai sondaggi e l' altro alla postura del vicino di maggioranza. Purtroppo era così anche con i precedenti governi. Evale - in modo meno scomposto - per molti alleati coinvolti sul terreno afghano, alcuni con le valigie in mano. Ma non è una buona ragione per evadere la questione. C' è una versione ufficiale, cui speriamo non credano nemmeno coloro che per presunto dovere d' ufficio continuano a martellarla. Siamo lì per una missione di pace, per stabilizzare l' Afghanistan e avviarlo sulla strada della democrazia e della libertà. Un ritornello nel quale è arduo stabilire se prevalga l' ignoranza o il cinismo. In ogni caso, nulla a che vedere con la storia e con i fatti attuali. Dai quali si ricava che noi e un' altra quarantina di paesi siamo lì per sostenere gli Stati Uniti nella guerra al terrorismo. «Correttezza politica» e discutibile lettura della nostra costituzione impediscono al governo di chiamare guerra la guerra che stiamo combattendo. Una scorsa alla qualità dei mezzi e degli uomini impiegati in teatro - quanto di meglio fra le nostre Forze Armate - oltre al crescente impiego in battaglia delle nostre truppe di élite e alle relative perdite, dovrebbero togliere ogni dubbio sul carattere della missione. Un' interpretazione più sottile del refrain ufficiale ci avverte che la volontà di compiacere l' amico americano non è fine a se stessa, ma mira a salvare la Nato. Perché se perdiamo la guerra in Afghanistan perdiamo la nostra alleanza. Tesi azzardata. Sulla carta e come organizzazione, la Nato potrà comunque avere lunga vita, a prescindere dalla campagna afghana. Anche se ogni tanto qualche decisore americano si lascia tentare dall' idea di disfarsene. Come alleanza geopolitica, è da quando ha vinto la guerra fredda che cerca uno scopo altro dal fornire supporto alle campagne decise da Washington, che spesso non sa che farsene. Sotto il profilo strategico, la Nato è morta da un pezzo. Difficile possa rimorire a Kabul. Un recente episodio valga da epitaffio. Quando Obama ha deciso di cambiare approccio nella guerra afghana, ha per conseguenza sostituito il comandante delle truppe alleate sul terreno. Ma sul fatto che a guidare le forze Nato fosse Stanley McChrystal e non più David McKiernan - scelta in teoria spettante all' insieme della galassia atlantica - il Pentagono ha deciso da solo. Sovrano. Agli altri bastasse un comunicato. Peggio. La nostra vulgata governativa è rimasta indietro rispetto all' evoluzione della strategia americana. Persino rispetto alla sua retorica. Dal centro alla periferia, si sa, le notizie arrivano distorte. Tanto più in una periferia estrema, considerata non troppo affidabile dai dirigenti della potenza numero uno. E guidata da un leader - il nostro Berlusconi - non proprio affine a Obama per biografia e profilo culturalpolitico. Sicché a Roma si stenta a percepire che questa America dall' Afghanistan se ne vuole andare appena possibile. Perché Obama sa e fa sapere che la guerra non si può vincere. A nessuno piace combattere senza coltivare alcuna speranza di successo. Inoltre, scorrendo i discorsi del presidente americano si noterà che la dizione «guerra al terrorismo» è stata messa in naftalina. Quella era la guerra di Bush. Non di Obama. E non è solo retorica. La vittoriosa campagna dell' autunno-inverno 2001, quella sì era guerra al terrorismo. A 24 carati. Si andava a stanare un nemico che aveva osato colpirti a freddo sul tuo proprio territorio, e ad abbattere il regime che lo proteggeva (o ne era protetto). Obiettivi solo parzialmente e provvisoriamente raggiunti: sulla sorte di Osama bin Laden mancano notizie certe e quanto ai talibani, se erano stati eradicati, come giuravano Bush e Blair, evidentemente sono ripiovuti dal cielo. Tanto che con l' arcinemico di ieri - o almeno con i talibani «redimibili» - trattiamo tutti, americani e «governo» di Kabul in testa. Dopo una breve parentesi, negli ultimi cinque anni la guerra ha perso il suo senso originario. Si è incrudelita. Miete vittime fra soldati e insorti (non solo talibani), ma soprattutto fra gli innocenti. Anche per il ricorso all' arma aerea, in carenza di truppe. Le nuove direttive di Obama vertono su tre priorità: afghanizzazione della guerra, irrobustendo e mandando al fronte l' «esercito di Kabul» (si fa per dire); controguerriglia seria, «stivali sul terreno»; riassorbimento di parte degli insorti nelle strutture di potere locali. Il tutto onde riportare al più presto i ragazzi a casa, salvandone la pelle - e possibilmente la faccia dell' America. Il limite di questa come di qualsiasi altra strategia americana è che i tagliagole afghani, compresi quelli «al governo» - e soprattutto le potenze regionali che tentano di manovrarli - sanno che gli occidentali non vedono l' ora di andarsene. Si preparano dunque alla contesa decisiva. Fra loro. Il punto è allora se vogliamo prendervi parte, magari per essere utilizzati dalle parti in conflitto, o meno. E' in ogni caso buona norma non restare prigionieri della propria propaganda. Contrariamente alla versione autorizzata, oggi non c' è nesso fra guerra in Afghanistan e sicurezza d' Europa o d' America. Se non forse in senso negativo. Lì si combattono infatti diverse guerre calde e fredde - fra alleati e insorti, India e Pakistan, Pakistan e Iran, signori della droga e altri banditi - nessuna delle quali deciderà del fatto che un giorno una bomba, magari non convenzionale, possa esplodere nelle nostre piazze. Come ci insegnano gli attentati di New York, Londra o Madrid, è qui da noi che bisogna anzitutto guardare. Fra cellule jihadiste e terroristifai-da-te che prescindono dalla presunta centrale qaidista incistata nell' Hindu Kush (possibile che in quasi otto anni non l' abbiamo scovata e annientata? Possibile, soprattutto se non esiste). Semmai, sono le guerre non finite e non vincibili, che per di più fingiamo di non combattere, ad eccitare e addestrare i fanatici sanguinari che un giorno vorranno emulare le gesta di Osama. Ora, è perfettamente legittimo sostenere il contrario, condannare la prospettiva del ritiro come disfattismo, vestire Obama da novello Chamberlain e ammonire che a Kabul si gioca il destino d' Italia e d' Occidente. Magari dimostrandolo. Nel qual caso la nostra missione andrebbe rafforzata: più uomini, più truppe, meno caveat. E la nostra diplomazia dovrebbe dedicarsi a riconvertire quei rammolliti degli americani. Non serve, invece, restare nevroticamente confitti nella logica dell' irresponsabilità: non dire ciò che facciamo, fare ciò che non diciamo. - LUCIO CARACCIOLO

lettera a Repubblica su art.41 bis legge 733

Cara Repubblica,



nella Francia di Luigi XVI con una semplice lettera firmata dal Re e controfirmata da uno dei suoi Ministri (lettres de cachet) si poteva chiudere nella prigione della Bastiglia una persona senza alcuna formalità. Il detenuto poteva essere tenuto all'oscuro di tutto financo della ragione della sua carcerazione. Lo stesso avveniva nella Venezia dei Dogi dove il Consiglio dei Dieci poteva recludere nelle terribili segrete dei Piombi chi gli piaceva e senza processo. Poteva anche accadere di scordarsi il recluso e di non liberarlo mai.

Nella legge 733 b conosciuta come "legge per la sicurezza" sono state apportate modifiche all'art.41 bis per le quali due Ministri possono comminare una durissima pena di isolamento per quattro anni ma rinnovabili di due anni in due anni senza alcuna sentenza della magistratura. Trattasi di provvedimento amministrativo che difatto sottrae alla giurisdizione giudiziaria l'erogazione della pena che, in ogni caso, non dovrebbe prevedere l'incrudelimento della restrizione in carcere. La Costituzione all'art.27 prescrive "Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. Non credo proprio che sia condivisibile l'appesantimento del 41 bis che invece andrebbe abolito.

Quando vengono introdotte norme contrarie ai principi della Costituzione la libertà e la civiltà della pena non vengono negate soltanto alle persone immeritevoli di goderle perchè responsabili di atroci delitti di mafia ma a noi tutti dal momento che è cominciato il processo estensivo del 41 bis ad altre categorie di persone...

Pietro Ancona

segretario generale della CGIL siciliana in pensione















====================Nota a margine======

ex lex 733 b

25. All’articolo 41-bis della legge 26 luglio 1975, n. 354, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) al comma 1, le parole: «il Ministro di grazia e giustizia» sono sostituite dalle seguenti: «il Ministro della giustizia»;

b) al comma 2, primo periodo, dopo la parola: «4-bis» sono inserite le seguenti: «o comunque per un delitto che sia stato commesso avvalendosi delle condizioni o al fine di agevolare l’associazione di tipo mafioso»;

c) al comma 2, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «In caso di unificazione di pene concorrenti o di concorrenza di più titoli di custodia cautelare, la sospensione può essere disposta anche quando sia stata espiata la parte di pena o di misura cautelare relativa ai delitti indicati nell’articolo 4-bis»;

d) il comma 2-bis è sostituito dal seguente:

«2-bis. Il provvedimento emesso ai sensi del comma 2 è adottato con decreto motivato del Ministro della giustizia, anche su richiesta del Ministro dell’interno, sentito l’ufficio del pubblico ministero che procede alle indagini preliminari ovvero quello presso il giudice procedente e acquisita ogni altra necessaria informazione presso la Direzione nazionale antimafia, gli organi di polizia centrali e quelli specializzati nell’azione di contrasto alla criminalità organizzata, terroristica o eversiva, nell’ambito delle rispettive competenze. Il provvedimento medesimo ha durata pari a quattro anni ed è prorogabile nelle stesse forme per successivi periodi, ciascuno pari a due anni. La proroga è disposta quando risulta che la capacità di mantenere collegamenti con l’associazione criminale, terroristica o eversiva non è venuta meno, tenuto conto anche del profilo criminale e della posizione rivestita dal soggetto in seno all’associazione, della perdurante operatività del sodalizio criminale, della sopravvenienza di nuove incriminazioni non precedentemente valutate, degli esiti del trattamento penitenziario e del tenore di vita dei familiari del sottoposto. Il mero decorso del tempo non costituisce, di per sé, elemento sufficiente per escludere la capacità di mantenere i collegamenti con l’associazione o dimostrare il venir meno dell’operatività della stessa»;

e) il comma 2-ter è abrogato;

f) al comma 2-quater:

1) nell’alinea, al primo periodo è premesso il seguente: «I detenuti sottoposti al regime speciale di detenzione devono essere ristretti all’interno di istituti a loro esclusivamente dedicati, collocati preferibilmente in aree insulari, ovvero comunque all’interno di sezioni speciali e logisticamente separate dal resto dell’istituto e custoditi da reparti specializzati della polizia penitenziaria» e nel primo periodo le parole: «può comportare» sono sostituite dalla seguente: «prevede»;

2) nella lettera b):

2.1) nel primo periodo, le parole: «in un numero non inferiore a uno e non superiore a due» sono sostituite dalle seguenti: «nel numero di uno»;

2.2) nel terzo periodo, le parole: «I colloqui possono essere» sono sostituite dalle seguenti: «I colloqui vengono» e alle parole: «può essere autorizzato» sono premesse le seguenti: «solo per coloro che non effettuano colloqui»;

2.3) dopo il terzo periodo è inserito il seguente: «I colloqui sono comunque videoregistrati»;

2.4) nell’ultimo periodo, dopo le parole: «non si applicano ai colloqui con i difensori» sono aggiunte le seguenti: «con i quali potrà effettuarsi, fino ad un massimo di tre volte alla settimana, una telefonata o un colloquio della stessa durata di quelli previsti con i familiari»;

3) nella lettera f), le parole: «cinque persone» sono sostituite dalle seguenti: «quattro persone», le parole: «quattro ore» sono sostituite dalle seguenti: «due ore» ed è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Saranno inoltre adottate tutte le necessarie misure di sicurezza, anche attraverso accorgimenti di natura logistica sui locali di detenzione, volte a garantire che sia assicurata la assoluta impossibilità di comunicare tra detenuti appartenenti a diversi gruppi di socialità, scambiare oggetti e cuocere cibi»;

g) il comma 2-quinquies è sostituito dal seguente:

«2-quinquies. Il detenuto o l’internato nei confronti del quale è stata disposta o prorogata l’applicazione del regime di cui al comma 2, ovvero il difensore, possono proporre reclamo avverso il procedimento applicativo. Il reclamo è presentato nel termine di venti giorni dalla comunicazione del provvedimento e su di esso è competente a decidere il tribunale di sorveglianza di Roma. Il reclamo non sospende l’esecuzione del provvedimento»;

h) il comma 2-sexies è sostituito dal seguente:

«2-sexies. Il tribunale, entro dieci giorni dal ricevimento del reclamo di cui al comma 2-quinquies, decide in camera di consiglio, nelle forme previste dagli articoli 666 e 678 del codice di procedura penale, sulla sussistenza dei presupposti per l’adozione del provvedimento. All’udienza le funzioni di pubblico ministero possono essere altresì svolte da un rappresentante dell’ufficio del procuratore della Repubblica di cui al comma 2-bis o del procuratore nazionale antimafia. Il procuratore nazionale antimafia, il procuratore di cui al comma 2-bis, il procuratore generale presso la corte d’appello, il detenuto, l’internato o il difensore possono proporre, entro dieci giorni dalla sua comunicazione, ricorso per cassazione avverso l’ordinanza del tribunale per violazione di legge. Il ricorso non sospende l’esecuzione del provvedimento ed è trasmesso senza ritardo alla Corte di cassazione. Se il reclamo viene accolto, il Ministro della giustizia, ove intenda disporre un nuovo provvedimento ai sensi del comma 2, deve, tenendo conto della decisione del tribunale di sorveglianza, evidenziare elementi nuovi o non valutati in sede di reclamo»;

i) dopo il comma 2-sexies è aggiunto il seguente:

«2-septies. Per la partecipazione del detenuto o dell’internato all’udienza si applicano le disposizioni di cui all’articolo 146-bis delle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale, di cui al decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 271».

26. Nel libro II, titolo III, capo II, del codice penale, dopo l’articolo 391 è inserito il seguente:

«Art. 391-bis. - (Agevolazione ai detenuti e internati sottoposti a particolari restrizioni delle regole di trattamento e degli istituti previsti dall’ordinamento penitenziario). – Chiunque consente a un detenuto, sottoposto alle restrizioni di cui all’articolo 41-bis della legge 26 luglio 1975, n. 354, di comunicare con altri in elusione delle prescrizioni all’uopo imposte è punito con la reclusione da uno a quattro anni.

Se il fatto è commesso da un pubblico ufficiale

Napolitano ed il Governo

Ultime novità del governo Napolitano-Berlusconi
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Leggo nella cronaca di Prato che 412 bambini figli di immigrati sanspapiers sono a rischio e potrebbero essere separati dai genitori ed affidati ai servizi sociali. Questa possibilità deriva dalla legge 733b promulgata da Napolitano seppure con una lettera di "riserve" inviata al Governo. Diecine di migliaia di bambini in Italia saranno presto "affidabili" e sottratti alle loro famiglie.Leggo ancora in altra parte del giornale che il Presidente ha chiesto ed ottenuto dal Governo modifiche sostanziali al decreto anticrisi in punti essenziali riguardanti i poteri dell'Esecutivo che tendono ad ampliarsi e sopraffare e svuotare gli organismi di controllo come la Corte dei Conti e che contiene altre incursioni piratesche del Ministro delle Finanze sull'oro della Banca di Italia
e sul rientro con tante benedizioni ed agevolazioni dei capitali all'estero degli evasori fiscali (ai quali però si limita a chiedere un miserrimo obolo) Lo Stato dovrebbe diventare una masseria padronale amministrata da Tremonti ed altri. Inoltre il Presidente ha fatto osservazioni sulla regolarizzazione delle badanti che è resa necessaria dalla normativa della legge 733b. Non se se per estendere la regolarizzazione a tutti i migranti o per vietarla alle badanti.,

Mi domando se questa moral persuasion del Presidente tanto efficace da rinviare a settembre la legge cosidetta delle intercettazioni e costringere il governo a fare un decreto correttivo di una legge giù approvata dalla Camera non poteva essere esercitata con altrettanta forza sulla legge cosidetta della sicurezza che
approva misure contrarie ai diritti umani garantiti dalla Costituzione e da tante convenzioni internazionali . Penso che questa disparità di trattamento derivi dal minor peso sociale dei migranti, dei poveri, dei clochard che saranno tutti schedati. Napolitano poteva usare il suo potere e la evidente incostituzionalità di tante norme della 733 per ottenerne almeno la cancellazione delle norme più disumane. Nella 733b c'è un rinverdimento delle lettre de cachet di Luigi XVI: due Ministri potranno irrorare durissime pene e prolungarle nel tempo. Ma queste norme e tante altre del tutto scandalose per una democrazia non hanno scandalizzato il Presidente. che si è limitato a borbottare. La promulgazione della 733 ha incoraggiato la leghizzazione del Paese.. Il Consiglio Provinciale di Vicenza ha varato una mozione all' unanimità con la quale chiede presidi veneti per il veneto e questo prova come l'attacco ai diritti degli "altri" finisce prima o poi per limitare anche i nostri. Il federalismo etnico è in pieno sviluppo ed è di stamane la richiesta della conoscenza del dialetto e della storia della Regione in cui si andrà ad insegnare. A stabilire l'idoneità a questo requisito magari saranno preposte commissioni nominate dalle Regioni interessate. La conoscenza del dialetto sarà un pre-requisito insieme a quello della valutazione dell'Università in cui si è conseguita la laurea. Ci sarà una valutazione per la quale una laurea in lettere dell'Università X del Nord varrà 100 contro le 50 0 40 della stessa laurea rilasciata da una università del Sud. Insomma dimmi che dialetto parli ed in quale università ti sei laureato e ti dirò se potrai o meno insegnare nella mia città......
Intanto l'occhiuta rapina dei leghisti capeggiati da Tremonti delle risorse destinate al Sud solleva dentro la maggioranza la rivolta di alcuni notabili capeggiati da Lombardo e da Miccichè. Si parla di un Partito del Sud e di un Parlamento del Sud dal momento che gli investimenti che il governo è disposto a fare nel Sud sono soltanto quelli che verrebbero appaltati ad imprese del Nord. In effetti ci sono tante ragioni per rifiugiarsi in un Partito territoriale dopo la nascita de facto anche del PD del Nord e dell'adesione plebiscitaria alla linea leghista degli amministratori di ogni ordine e grado del PD. Ma dal momento che il movimento per un partito del Sud è in mano agli esponenti della oligarchia del blocco sociale politico-mafioso che finora vota compatto per il centro-destra abbiamo pochissime speranze che il Partito ed il Parlamento del Sud avranno connotazioni democratiche e popolari ed un qualche contenuto socialista nella gestione dell'economia e delle risorse pubbliche. Chi può credere ad un Partito o più Partiti del Sud capeggiati da Lombardo, Miccichè,
LoJero, Mastella, Bassolino? Quale fiducia potranno ispirarci dopo il catastrofico fallimento delle istituzioni regionali meridionali ed il loro pericoloso indebitamento?

Pietro Ancona
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http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/prato-la-prefettura-contesta-il-pacchetto-sicurezza-allontana-i-figli-dalle-coppie-di-clandestini-67190/

martedì 28 luglio 2009

ascarismo

ascarismo
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dopo i bombardamenti di Belgrado ordinati da D'Alema non dovrei scandalizzarmi delle involuzioni filoimperialiste del gruppo dirigente del pd (e non solo: anche esponenti della cosidetta sinistra radicale come la Menapace hanno recentemente fatto professione di militarismo atlantista ma oggi Ferrero prende le distanze dalla guerra) Ieri, dopo la presa di posizione di Bossi sul ritiro dei soldati italiani presenti in Afghanistan Franceschini si è affrettato a dichiarare non solo
la sua contrarietà al ritiro ma addirittura il diritto dei soldati di avere un governo "compatto" alle spalle!! Come dire: non è ammesso alcun dibattito, nessuna discussione ! Ma la guerra in Afghanistan è una scelta che pesa sulla coscienza dei governi che l'hanno autorizzata demonizzando i talebani con i quali in passato hanno trattato gli americani ed ora vorrebbe trattare Karzaj Presidente-Quisling. Siamo in Afghanistan come sosteneva ieri mattino a rainew 24
Corradino Mineo, noto visitatore ed intervistatore dei nostri "ufficiali" in missione "di pace" all'estero perchè lì c'è la radice del terrorismo che "minaccia" il mondo intero ed in particolare l'Occidente. Lì c'è Alqaeda, Bin Laden, il Male assoluto. E se Aqaeda non esistesse e Bin Laden fosse un utile burattino inventato dell'Amministrazione americana? Per stanare il fantomatico terrorismo localizzato nella zona tra il Pakistan e l'Afghanistan si fanno bombardamenti a tappeto di migliaia di missioni dell'aviazione alleata, si uccidono migliaia e migliaia di civili, si combatte una guerra senza quartiere contro guerrieri generalmente armati di armi leggere che non dispongono di cannoni e dei mezzi corazzati e supertecnologici dell'Occidente. E' la solita scena dei soldati coloniali con armi avveniristiche contro le lance degli abissini. Nonostante questo Frattini e La Russa promettono armi ancora più micidiali, elicotteri da combattimento e mezzi supercorazzati. Per una guerra sporca che non ha senso se non nelle geostrategie del Pentagono per interessi globali degli USA.
L'adesione del PD alla linea dell'Amministrazione americana è senza se e senza ma. Obama può fare delle obiezioni ed avere dei tentennamenti o dei dubbi su questa o l'altra scelta. Ma il PD no. Si ricorre a giustificazioni che superano il ridicolo: siamo in Afghanistan per garantire il successo elettorale di Karzay. E se le elezioni le vincessero i Talebani come è avvenuto in Palestina con Hamas o in Iran con Ahmadinejad?
I nostri soldati debbono convincere a cannonate gli elettori a votare per il candidato gradito agli USA. Ci riusciranno? L'Occidente usando la forza bruta della sua potenza militare supermoderna spinge i popoli e le nazioni che vorrebbe influenzare o controllare verso posizioni di rifiuto e contrapposizioni ancora più nette e decise.
Pietro Ancona
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lunedì 27 luglio 2009

vergogniamoci!!

http://www.ansa.it/site/notizie/regioni/lazio/news/2009-07-27_127387056.html

mio commento a lettera di Marco Rizzo

Se battono i metalmeccanici sarà peggio per tutti.

I padroni vogliono chiudere il cerchio.

di Marco Rizzo



La questione contrattuale è da sempre collegata ai rapporti di forza nel mondo del lavoro e quindi anche nella società.

Non è un caso che la frammentazione contrattuale di questi ultimi anni è stata una delle cause della disarticolazione e della sconfitta del mondo del lavoro.

Oggi, con la scelta unilaterale di Federmecanica di fare un accordo separato con Fim e Uilm per addomesticare la parte normativa del contratto metalmeccanico (iche dovrebbe peraltro essere ancora in vigore fino alla fine del 2011), i padroni vanno di nuovo all’attacco. La durata del contratto ed un ulteriore “moderazione” salariale sotto il segno della “responsabilità” sono le ‘punte di lancia’ di una offensiva che, nel resto delle categorie, viene scelta anche dalla Cgil ( che accetta la triennalità contrattuale salvandosi la coscienza con la contestazione dell’accordo separato).

La Fiom, e larga parte del sindacalismo di base, restano quindi oggi il bastione difensivo degli operai e di tutta la classe lavoratrice. Ecco perché si tenta di isolare la Fiom ed i metalmeccanici, in tal modo il padronato riuscirebbe davvero a “chiudere il cerchio”.

Dopo le pessime prove governiste ed elettoraliste di ciò che resta della sinistra non c’è da aspettarsi nulla dalla politica per appoggiare questa cruciale lotta, salvo una ‘collateralità’ tutta finalizzata al prossimo voto delle elezioni regionali,che vedrà molti “comunisti abusivi” già pronti ai blocchi di partenza e quindi pronti a solidarizzare con ‘la qualunque’ pur di vedere realizzato il sogno sempreterno del seggio.

Serve invece una verà solidarietà di lotta affiancata ad una abile e creativa campagna di sostegno incondizionato ai metalmeccanici. Se battono loro sarò davvero peggio per tutti.

Marco Rizzo



Caro Marco,

la Fiom dentro la CGIL non concluderà niente di quanto si
propone dal momento che deve obbedire alle coordinate generali della
Confederazione.
Le coordinate generali della CGIL sono di non rompere
con Cisl e Uil e meno che mai con la Confindustria.Il PD non lo
permetterebbe.
O la Fiom si adegua al gioco oppure sarebbe onesto
uscire della CGIL.
Cari saluti.
Pietro

prima pagina Radio Tre

appunto per il commentatore di turno
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Caro Romano,

lei ha omesso di ricordare parlando di Israele e della bomba dell'Iran che Israele dispone di un grande arsenale nucleare.
Israele non è un agnellino di latte e mentre l'Iran non ha mai aggredito nessuno e semmai è stata aggredita dall'Iraq su ordine degli USa, Israele ha già raso al suo per due volte il Libano.
Ma questo lei non lo dirà mai perchè non potrebbe essere invitato alla Rai a scrivere per la confindustria se non fosse rigorosamente filoisraeliano.
Cordiali saluti.

Pietro Ancona

domenica 26 luglio 2009

una intervista di qualche tempo fa

La CGIL siciliana tra impegno antimafia e difesa dei diritti dei lavoratori
Colloquio con Pietro Ancona, già Segretario della CGIL siciliana e già membro del CNEL
di Giuseppe Lo Verde
Commenti: 0>>Inserisci un commento21/12/2007



La nostra rivista, Sintesi Dialettica, ha finalità essenzialmente didattiche. Puoi dunque illustrare quali sono i principali diritti dei lavoratori sanciti dalla Costituzione della Repubblica?

I diritti dei lavoratori sono garantiti dalla Costituzione, dalle leggi, dai contratti. C'è innanzitutto un diritto al lavoro che la Repubblica promuove e tutela in tutte le sue forme; un diritto ad una giusta retribuzione capace di garantire la dignità del lavoratore; diritto ad essere tutelato in caso di malattia ed infortunio; diritto a fruire delle ferie e dei riposi spettanti.

Strumento fondamentale di tutela del lavoratore è il contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) frutto della contrattazione collettiva tra lavoratori ed imprese dello stesso settore.

Spesso il CCNL è arricchito da contratti aziendali o territoriali. Altri diritti sono tutelati dai contratti interconfederali. Per molti anni il lavoro è stato riconosciuto in due essenziali forme contrattuali: a tempo indeterminato o stagionale, relativo a lavorazioni di particolari settori merceologici (come, ad esempio, la salatura delle sardine). Con la legge 30 i datori di lavoro hanno la possibilità di servirsi di diverse forme di lavoro a tempo determinato.

Lavorare nel sindacato, in un contesto critico come quello siciliano, è una sfida veramente impegnativa. In che modo hai dovuto operare a difesa dei diritti dei lavoratori siciliani in un clima in cui la criminalità organizzata ha spesso compiuto efferati delitti e ha influenzato grandemente l’economia siciliana?

Sono stato segretario aggiunto dal 1964 al 1979 e segretario generale della CGIL dal 1979 al 1986, e il periodo in cui sono stato responsabile del maggiore sindacato siciliano è stato funestato da grandi delitti di mafia e dall'insorgenza del terrorismo stragista di destra (Bologna, uccisione di Pio La Torre, Dalla Chiesa, Piersanti Mattarella, e di valenti ed integerrimi funzionari di polizia.) E' stato un periodo terribile.

Sono riuscito in quegli anni ad organizzare possenti manifestazioni antimafia di carattere nazionale. Manifestazioni Unitarie con CISL e UIL. La due manifestazioni più importanti svoltesi con la partecipazione dei gruppi dirigenti nazionali dei sindacati capeggiati da Luciano Lama, Pierre Carniti e Giorgio Benvenuto furono denominate “Politeama 1” e “Politeama 2” e per la prima volta la lotta alla mafia divenne un grande fatto nazionale e non una semplice incombenza della polizia e della magistratura.

Ricordo di quegli anni la questione del conferimento dei poteri al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Dalla Chiesa chiedeva di essere investito di poteri più incisivi di coordinamento e lotta al fenomeno mafioso ed in Sicilia si aprì un dibattito tra chi era a favore e chi contro.

Io schierai la CGIL tra le forze che chiedevano maggiori poteri per il Generale della Chiesa.

L’episodio della Strage di Portella della Ginestra, l’uccisione del sindacalista Placido Rizzotto, e tanti altri che operando a difesa dei lavoratori hanno dato la loro vita cadendo per mano mafiosa, che influenza hanno avuto nella tua vita da sindacalista?

Portella della Ginestra non l’ ho vissuta direttamente. Avevo soltanto undici anni.

Ho vissuto, invece, con molto coinvolgimento emotivo, l'assassinio del sindacalista Salvatore Carnevale, avvenuto nel maggio 1955, a Sciara (Palermo) ad opera di mafiosi che il grande avvocato socialista palermitano Francesco Taormina riuscì a fare condannare. Erano anni in cui non esisteva il reato di associazione mafiosa e l’esistenza stessa della mafia veniva negata dalle istituzioni e dai maggiori gruppi dirigenti della politica.

L'assassinio di Salvatore Carnevale divenne una "stazione fondamentale" della mia formazione spirituale di sindacalista socialista.

Carnevale era il Bene assoluto, la volontà di redimersi dalla povertà, dall'analfabetismo, dal disconoscimento sociale, l'aspirazione ad una società migliore illuminata dalla giustizia sociale e da maggiore benessere.

Ho commemorato Salvatore Carnevale in un comizio a Porto Empedocle (Agrigento) il 20 maggio del 1955, ed ho richiamato il valore ed il significato dell'autonomia regionale siciliana sulla quale, all'epoca, grandissime erano le speranze di farne strumento di rinnovamento profondo della Sicilia dopo la chiusura del periodo delle lotte agrarie e della riforma agraria.

E' interessante leggere l'arringa di Francesco Taormina contro gli assassini di Carnevale al processo di Santa Maria Capua Vetere. Un importante contributo alla scienza penale. Taormina riuscì a fare condannare all’ergastolo gli assassini. Una sentenza sensazionale.

Nel luglio del 1955 presiedevo il VI Convegno Nazionale della Gioventù Socialista a Perugia. Mentre aprivo i lavori entrò nella sala dei Notari la madre di Salvatore Carnevale. Non scorderò mai la commozione che pervase la folla dei giovani delegati socialisti presenti.

Con che spirito hai svolto il tuo lavoro sindacale nei rapporti con le altre organizzazioni siciliane (CISL e UIL soprattutto), ma anche nei rapporti speculari con le associazioni imprenditoriali territoriali? Cosa ha significato dialogare nella dialettica propria del sistema democratico nel rispetto delle rispettive posizioni e nel rispetto soprattutto della Costituzione?

I rapporti con Cisl e Uil durante la mia segreteria sono stati buoni. Sono addirittura stati eccellenti quando riuscii a convincerli a partecipare alle lotte per la pace provocate da Pio La Torre e per gli importanti, già citati, momenti di lotta alla mafia, "Politeama 1" - del 1980 - e "Politeama2".

Riuscimmo in queste due manifestazioni a coinvolgere i sindacati confederali italiani nella questione della lotta alla mafia facendo confluire a Palermo decine e decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori da tutta Italia.

Nelle questioni e nelle lotte di carattere generale di tipo politico il ruolo della CGIL riusciva spesso ad essere egemonico anche per l'alleanza con le Acli, anch’esse inserite nel clima positivo dovuto all'unità dei lavoratori e mosse alla realizzazione di una loro incisività politica dalle Acli nazionali dirette da Rosati.

Nell'insieme, però, l'azione delle tre Confederazioni non ha prodotto significativi risultati. A stento siamo riusciti a salvare le conquiste acquisite dell’occupazione e tutta la polemica impiantata con la “Vertenza Sicilia” si è risolta in una catastrofe. La Vertenza Sicilia ebbe inizio quando - durante il Governo Colombo (1970-1972) fu varato un pacchetto di provvedimenti che includevano un centro elettrometallurgico da realizzare a Capo Granitola (Trapani) - si creò una contesa sul quinto centro siderurgico che rischiò di mettere contro la Sicilia e la Calabria (e che poi si risolse in una bolla di sapone, in quanto tale progetto non fu portato a termine), i sindacati siciliani si mobilitarono ma la lotta che in questo caso voleva portare le Partecipazioni Statali in Sicilia risultò perdente.

Quando riuscivamo a fare imponenti manifestazioni con duecento o più sindaci in fascia tricolore schierati nelle prime file e appartenenti a tutte le parti della politica, in sostanza compivamo, in perfetta buona fede, una operazione che alimentava un sicilianismo ed un vittimismo di cui tuttora paghiamo lo scotto.

federalismo etnico e stato di polizia

federalismo etnico e stato di polizia
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le decisione unanime del Consiglio Provinciale di Vicenza di rivendicare ai veneti le presidenze delle scuole del veneto segna l'ingresso nelle istituzioni del federalismo etnico. I Presidi debbono essere veneti. Il principio richiesto per la direzione degli istituti scolastici potrà subito o domani essere applicato ai tanti rami della pubblica amministrazione. Perchè il Provveditore alle opere pubbliche non deve essere veneto? E perchè no l'Intendente di Finanze o il comandate della regione militare? Insomma, il gruppo dirigente deve essere riservato ai nativi della regione. Agli altri immigrati da altre regioni italiane o del mondo si possono riservare i lavori subalterni, pesanti e pericolosi se proprio non se ne può fare a meno alle condizioni per gli stranieri stabilite dalle leggi sulla "sicurezza" e per tutti dal diritto del lavoro riformato dalla legge Biagi e dai recenti accordi sindacali dettati dalla Confindustria.
Questa decisione del Consiglio Provinciale vicentino introduce ufficialmente nella politica italiana la preminenza del principio di territorialità su ogni altro valore. Se il requisito richiesto è essere nati in una determinata regione per accedere agli incarichi direttivi di quella regione ogni altro valore di qualità, di merito (alla faccia della meritocrazia decantata dalla destra), di eguaglianza dei cittadini difronte alla legge della Nazione non ha più cogenza.
Il leghismo ha vinto su tutta la linea dal momento che anche l'opposizione del PD condivide le sue pretese razziste. La nascita del PD del Nord è già avvenuta attraverso l'opera similleghista di tanti amministratori da Cofferati a Domenici a Zanonato a Chiapparino, alla sindachessa di Pavia al sindaco di Livorno, a Penati
distintisi nella nobile opera di pulizia etnica di rom, lavavetri, mendicanti, senza tetto. Nelle loro città da un pezzo non si parla più dei rom. O sono fuggiti tutti lontano dell'Italia o sono chiusi nei campi di concentramento creati fuori dalle mura urbane o in galera visto che le carceri italiane stanno scoppiando certamente non per l'affluenza di
bancarottieri e falsificatori di bilanci. Zanonato ha dapprimo chiuso in un ghetto circondato da un alto muro Via Anelli; poi ne ha deportato gli abitanti ed ora credo abbia offerto l'area alla speculazione edilizia e di lusso. Sono stati stanziati trenta milioni di euro per la riqualificazione del quartiere. Piera Capitelli, sindaco PD di Pavia, ha dato luogo ad una persecuzione di famiglie rom durata settimane sfrattate dalla città inseguiti in un'area industriale dismessa (ex Snia) circondati e terrorizzati da loschi figuri armati ed impediti di muoversi. Vicende disonorevole per quanti se ne sono sporcate le mani. A Livorno sono stati arsi vivi quattro bambini rom da persone che hanno lanciato bombe molotov dall'alto del ponte sotto il quale avevano una capanna. Sono stati incriminati i loro genitori per abbandono di minori mentre l'inchiesta sugli assassini non ha fatto alcun passo avanti da mesi.Sono trascorsi due anni.
Insomma, quasi tutti gli uomini e le donne del PD del Nord da un pezzo hanno optato per le politiche leghiste
con l'adozione di metodi più o meno spicci e duri. Hanno scelto la via delle privatizzazioni dei servizi pubblici e della loro gestione. Non c'è più niente che distingua una amministrazione di "sinistra" da una di destra. Può addirittura succedere che quella di destra, per via di un sindaco più bravo e più efficiente risulti migliore o addirittura anche più "umana" di una del PD (che io chiamo di sinistra ma che di sinistra non sono più da un pezzo..) Il Pd del Nord cancella completamente ogni traccia di socialismo dai suoi programmi dalla scuola di ogni ordine e grado agli ospedali alla gestione dell'acquedotto dei trasporti urbani al rapporto con gli strati poveri della popolazione oramai abbandonati in periferie maleodoranti ed infestati da ratti dove vivono di stenti nello squallore della solitudine sociale.Nella grande disputa per l'accaparramento della segreteria nazionale PD da alcune cordate di potere non c'è neppure un residuo piccolo piccolo di "sinistra" e meno che mai socialista. Tutto si combatte attorno alle qualità del leader da scegliere. Il programma è quasi eguale a quello del PDL.
Se il PD sceglie di territorializzarsi cancellando i tratti caratteristici della identità socialista per assumere quella del liberismo più selvaggio e del razzismo (molti punti della 733 b sono stati votati al Parlamento anche dal Pd) viene meno un grande fattore di unità e di unificazione del Paese dato dall'ideologia chiamamola impropriamente di centro-sinistra o ulivista. Se non esiste più una idea nazionale di Partito ma tante idee regionali o territoriali agitate da Chiamparino o da Bassolino che cosa resta a tenere insieme l'elettorato progressista? L'Italia è stata tenuta insieme per oltre
cinquanta anni da partiti del cosidetto arco costituzionale (tutti ad eccezione dei fascisti e dei monarchici). Se
i nuovi partiti dal PDL al PD ritengono di territorializzarsi a tenere unita l'Italia resta la legislazione razzista approvata senza tante storie con voto di fiducia da un Parlamento oramai esautorato, il liberismo, la politica estera di ascarismo neocoloniale. Niente che possa far riconoscere la corrente progressista che pur ha avuto l'Italia e che a volte è arrivata ad essere quasi maggioranza a riconoscersi in un Paese sfigurato da anni di sfregi arrecati alla sua Costituzione ed alla sua cultura materiale.
Ieri a Monselice due fratelli gemelli di 65 anni con problemi psichiatrici sono stati braccati ed assediati nella loro abitazione dai Carabinieri in pieno assetto antisommossa per imporre ad uno di loro il TSO. La televisione ne riportava la cronaca con il piglio di chi descrive una grande manovra antimafia contro pericolosissimi criminali. Alla fine i due sono stati costretti a fare ciò che non volevano. Tutto è avvenuto in violazione della legge Basaglia e della legge sul TSO che lo esclude per ragioni diverse da quelle che vengono accettate e per un limitato periodo di tempo dagli interessati. Questa violenza è stata commessa nei confronti di due cittadini italiani. La morale è questa: quando si ferisce, si limita, si toglie la libertà agli altri, ai migranti ospiti di questo Paese, si ferisce, si limita e si toglie la libertà di noi tutti. L'articolo 41 bis come le lettres de cachet di Luigi XVI prevede che possa essere incrudelito per anni e comminato da due ministri. I senza tetto, senza distinzione etnica, vengono tutti schedati e si reintroduce il reato di offesa a pubblico ufficiale senza naturalmente controbilanciarlo da una rivisitazione del reato di abuso di autorità. In sostanza federalismo etnico con il federalismo fiscale dentro uno Stato sempre più poliziesco, fascista e colonialista.
Insomma, l'Italia che dovrebbe fare da contesto al federalismo non è accettabile. Non so come ci finirà e non vedo niente di buono che possa contrapporsi al centralismo fascista ed al federalismo etnico. Nel Sud il movimento di inquietudine verso le rotture del Nord è capeggiato dai peggiori figuri della destra e dello stesso PD, elementi di spicco dell'oligarchismo dell'era berlusconiana. L'unica certezza che abbiamo è che
tutto si è sfasciato...e continuerà a sfasciarsi.

Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it

la presa della Bastiglia ed il 41bis

Caro professore,

nella sua risposta sulla Bastiglia lei parla di persone detenute, magari a tempo indefinito ,sulla base di una semplice lettre de cachet firmata dal Re e da uno dei suoi ministri. Non le sembra che le modifiche introdotte dalla recente legge 733b (sicurezza) riguardanti l'art.41 bis dando facoltà ad due ministri che contrassegnano la decisione di prolungare il carcere duro e di incrudelire la segregazione per quattro anni riechiggino un uso del potere quale era quello esercitato dalla Monarchia francese?
Ed anche la Patriot Act non faculta
il mantenimento in carcere e magari la tortura di persone senza alcun processo
per semplice scelta dell'autorità militare o giudiziaria ?
Insomma, che cosa ha permesso dopo due secoli di tornare a come era prima?
Cordialità
Pietro Ancona

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sabato 25 luglio 2009

TSO Obbligatorio

Siamo tanto midridatizzati al fascismo dal regime che controlla l'Italia da accettare come normale la violenza che si sta accanendo contro due persone anziane di Monselice costrette a barricarsi in casa per evitare il ricovero coatto in manicomio di uno dei due ( Ma il manicomio non era stato abolito?)

Non riesco a capire quale pericolosità sociale sia stata riscontrata in una persona di 65 anni da richiederne l'isolamento in istituzione psichiatrica e se invece non siamo precipitati in un baratro di arbitrio fascista di Stato.
pietro ancona

http://www.adige.tv/?p=vedi&id=1031

Fratelli gemelli barricati in casa per evitare ricovero in clinica psichiatrica

PADOVA (24 luglio) - Due fratelli gemelli di 65 anni sono barricati all'interno della loro abitazione a Monselice per evitare il ricovero di uno di loro in un istituto psichiatrico. Da quanto si è appreso Flavio e Luciano Guglielmi, non intenderebbero cedere alle richieste di medici e carabinieri che hanno circondato la casa in via Confortin.
A dare l'allarme sono stati gli infermieri che erano andati a prelevare uno dei fratelli per riportarlo nella struttura psichiatrica che lo ospitava e dalla quale si era allontanato ieri. In un primo momento i carabinieri erano riusciti a parlare al telefono con uno dei fratelli che ora non risponderebbe comunque più alle chiamate dall'esterno.

Chiusi luce e gas. La casa è stata posta in sicurezza con la sospensione dell'energia elettrica e del gas.

Forse un fucile in casa. Uno dei due fratelli barricati in casa a Monselice avrebbe denunciato in passato il possesso di un fucile. Al momento, però, i carabinieri impegnati sul posto non sono in grado di stabilire se l'arma sia o meno a disposizione delle due persone presenti in casa.




arco

alt a ZELAYA

Obama e la sinistra
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le anime belle e fiduciose della sinistra italiana che hanno accolto con tante speranze e tante certezze di cambiamento la elezione di Barak Obama a Presidente degli Usa sono servite: non c'è un solo punto della politica americana che sia cambiato rispetto a Bush e, naturalmente, ai comportamenti abituali dell'amministrazione nel corso degli ultimi cinquanta anni. A onor del vero bisognerebbe stralciare
dai precedenti il periodo Carter pervaso da un sincero tentativo di stabilire rapporti più accettabili dagli "altri" Ma Carter non gode di grande considerazione negli Usa e i suoi recenti sinceri ed addolorati appelli a favore della popolazione di Gaza vengono ignorati.
Il tentativo del deposto Presidente dell'Honduras di rientrare in patria è stato immediatamente scoraggiato da Hillary Clinton che lo ha giudicato imprudente. Naturalmente non ha dato dell'imprudente a Zelaja in un colloquio a quattr'occhi. Gli ha tirato le orecchie pubblicamente. A distanza di un mese dal golpe "condannato" da Obama i golpisti sono saldamente insediati al potere e la lunga trattativa suggerita da Washington potrebbe durare all'infinito come quella in corso da cinquanta anni fra israeliani e palestinesi. Sentita la voce della Clinton il deposto Zelaya è tornato indietro. E' stato lavorato ai fianchi assai bene dalla accorta politica neoimperialistica USA dal momento che la solidarietà che ha finora ricevuto dai paesi dell'america latina è
alquanto formale e niente di più.
In quanto all'Iran restano pochi dubbi sul sostegno dell'Occidente alla "rivoluzione verde" a sostegno della borghesia che vorrebbe fare tanti buoni affari e non gli importa granchè della autonomia e della libertà del
Paese. Anche qui la politica di Obama è diversa da quella di Bush soltanto nella forma. La sostanza resta la stessa e se Ahmanedied esce vincitore dal drammatico braccio di ferro con i suoi avversari interni il destino
dell'Iran potrebbe essere davvero tragico dal momento che sommergibili e navi israeliane sono piazzate alle sue spalle e l'Europa ha dato già il suo consenso ad una guerra di aggressione. Non è detto che gli USA non intervengano direttamente.
Dopo avere usato l'avverbio "stupidamente" per commentare l'operato della polizia di Boston che aveva arrestato un professore nero scambiandolo per ladro ha immediatamente chiesto scusa non all'arrestato ma alla polizia. Non sia mai che una delle più violente e razziste polizie del mondo possa essere ritenuta stupida dal Presidente degli Stati Uniti!
Non una parola di pietà per il milione e mezzo di palestinesi prigionieri a Gaza e privati financo del pane e dell'acqua! Non un accenno ai tanti tantissimi bambini palestinesi malati per denutrizione!
Guantanamo non viene smobilitata e gli USA continueranno ad usare la Patriot Act e tutti gli strumenti forgiati da Bush e dai suoi accoliti per continuare a torturare persone magari rapite e trasferite per essere "interrogate" e per appurare se sono o no terroristi.
Il "terrorismo" che spesso ci appare come un nemico di comodo, una sorta di ectoplasma che appare e scompare a seconda delle convenienze americane continua ad essere la "categoria" principe della politica estera USA e questo basta a definirla. Non si vuole smobilitare questa "categoria" perchè verrebbero meno i presupposti formali delle operazioni in corso in Pakistan e in tante parti del mondo. Dopo la fine del comunismo bisognava inventarsi un Nemico. Chi meglio del "Terrorismo"?
La tortura ed i bombardamenti di civili spesso fatti con aerei drone con sommo disprezzo della vita della gente continuano come prima e peggio di prima.
Mi domando che cosa tiene incollata la sinistra a questa figura di Presidente. Forse il fatto che è nero? Ma essere neri non garantisce essere antirazzisti ed in America nessuno si sogna di cambiare linea. Il razzismo non è solo una discriminazione di colore ma di classe. Se sei ricco e nero non importa. Se sei nero e povero sono dolori!!
Le basi militari continueranno a crescere ed a moltiplicarsi in un pianeta stretto da una rete intensa di basi militari che assediano da vicino gli stati ancora indipendenti come la Cina, la Russia, l'India....
A proposito: qualcuno dovrebbe spiegare per quale motivo si raddoppia la base di Vicenza ed a che cosa servono le basi militari USA in Italia. A che cosa servono? Intanto a limitare e mantenere sotto controllo l'Italia.
Insomma la sinistra italiana avrebbe molte ragioni per "posare" Obama. Ma questo non solo non succederà ma è financo probabile che la sinistra si convinca di ragionare e di agire e di stare dentro gli stessi interessi rappresentati da Obama. Insomma, le anime belle diventano anime realistiche e magari "moderne"!!
Come Obama non abroga la Patriot Act non è detto che se domani avremo un governo di centro-sinistra che questo abrogherà la 733 b (sicurezza).
Pietro Ancona
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venerdì 24 luglio 2009

domande sulle rivelazioni della D'Addario

L'Italia di Stendhal e di Berlusconi
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L'Italia dei misteri, delle pugnalate, delle ricchezze estorte,
degli amori , delle prigioni, delle contesse,dei veleni e degli avvelenamenti. L'Italia è stata creata da Stendhal e la percezione che ne abbiamo è quella che lui ci ha suggerito..L'Italia originata dal Rinascimento è ancora la stessa...

A fronte delle dichiarazioni della D'Addario, della pubblicazione che ha fatto delle sue registrazioni mentre copulava nel grande lettone di Putin mi sono chiesto: perchè la famiglia di Noemi Letizia e la stessa Noemi hanno cercato di minimizzare la relazione con Berlusconi mentre la D'Addario proclama ai quattro venti tutto, esibisce ai giornali l'intimità sua con il Presidente, amministra con oculatezza da marketing lo stillicidio delle rivelazioni fornisce particolari assai intimi delle sue copule con il Presidente?
perchè la D'Addario è entrata in scena e parla?
La tesi del Ministro Frattini è puerile. Non credo proprio che parli perchè pagata dai giornalisti. Parla perchè obbedisce ad un preciso copione e che è tanto importante e vitale da non tenere in conto le possibili reazioni o "vendette" del Presidente del Consiglio e del suo Partito. Questa è la spiegazione logica anche se, naturalmente, priva di qualsiasi prova e documentazione.

E se l'imprenditore che la forniva a Berlusconi era il committente delle registrazioni per "ricattare", tenere sotto scopa, ottenere contropartite? Questo imprenditore agiva per sè o per conto di un gruppo? L'idea di registrare è stata sua o di chi la gestiva? Chi la gestiva?
Come mai mostra tanta audacia, tanto coraggio nel mettersi contro la potenza dell'uomo politico più potente d'Italia? Chi ha dietro di sè? In quanti sono interessati alla pubblicazione delle sue performances sessuali e perchè?
Insomma, a me sembra del tutto inverosimile la versione di una signora che agisce per mera vendetta personale perchè non ha ricevuto i benefici che si aspettava. Una donna abituata a temere il potere intimidatorio dei potenti, navigata e conoscitrice del mondo, affronta il Presidente del Consiglio a viso aperto con l'incoscienza di Giovanna d'Arco senza temerne le conseguenze? Mi pare molto ma molto strano ed assai dubbio.
Che c'è sotto?

Ho l'impressione che ci sia qualcosa che manca.
Hanno ragione quanti affermano che la vita privata del Presidente del Consiglio e di qualunque altro uomo di governo o di Stato fa parte della sua vita pubblica. Il ricatto originato da una relazione sessuale è possibile e abbiamo tanti casi accaduti. Per questo l'uomo di Stato deve essere sempre e comunque irreprensibile.
Berlusconi dovrebbe dichiarare le vere ragioni per le quali viene
sputtanato su tutta la stampa del mondo dalla D'Addario. Ci deve una spiegazione.
Mi domando se queste ipotesi potranno mai essere riscontrate. C'è qualcosa che quanti si sono occupati della vicenda non hanno mai affrontato dando per scontato e per naturale le rivelazioni della signora pugliese.
Ma è davvero la verità?

Pietro Ancona

http://www.julienews.it/notizia/politica/registrazioni-berlusconi-da-consigli-hot-alla-daddario/30348_politica_0.html

obelischi

Non pensavo che ci fossero pure gli inconsolabili del colonialismo italiano, uno dei più feroce dell'Occidente, che per oltre un secolo provocò centinaia di migliaia di vittime in Abissinia ed altrove.

Gli inconsolabili in qualche modo leniscono la ferita della nostalgia facendo gli ascari agli anglosassoni in Iraq, Afganistan,e altrove.
Piuttosto che dolersi del fatto che l'obelisco non troneggia nella piazza bisognerebbe chiedersi perchè mai si coltivi la memoria della bestialità delle guerre di aggressioni a popoli quasi sempre inermi.
Pietro Ancona


http://www.corriere.it/romano/

mercoledì 22 luglio 2009

IERI SERA DA BRUNO VESPA I GRANDI AMATORI

IERI SERA DA BRUNO VESPA I GRANDI AMATORI
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Ieri sera, dopo il bel film di Francesca Archibugi "lezionI di volo", incuriosito dell'argomento annunziato per "Porta a Porta" mi sono fermato a vederlo. Nel salotto di Bruno Vespa le figlie di Marcello Mastroianni e di Vittorio Gassmann, la nipote di Federico Fellini, un grande conoscitore del mondo del cinema il press agent
Enrico Lucherini. Quattro persone molto civili, composte, perbene che hanno rievocato e commentato con molta sobrietà la vita privata di tre mostri sacri del cinema e del teatro italiano. Sono state presentate tre schede dei grandi artisti davvero molto ben fatte e che hanno contribuito a creare un'atmosfera di nostalgico rimpianto degli anni attraversati dai nostri leoni dell'arte italiana. Di ognuno di questi personaggi è stata rievocata la tumultuosa lista di amanti, l'adorazione delle donne, il fascino irresistibile che avevano esercitato anche sulle loro famiglie. Mastroianni aveva almeno due case una a Roma e l'altra a Parigi ed una sequenza infinita di avventure con tantissime donne tutte pronte a portarselo a letto. Gassmann aveva un harem meno popolato ed in fondo tra una relazione e l'altra era abbastanza fedele alla compagna del momento. Fellini amava tutte le donne, specialmente quelle culone, i glutei e le enormi mammelle che amava disegnare, ma per cinquanta anni fu "fedele" a Giulietta Masina e fu un amore indissolubile, eterno, dal momento che Giulietta era una cosa e le culone un'altra.......
Per oltre mezz'ora della trasmissione mi sono fatto prendere dal clima ed anche dal ricordo che ho per Mastroianni, per Gassmann e per Fellini che hanno costituito tanta parte degli anni della mia vita vissuta.
Poi sono rimasto colpito dall'insistenza con la quale Bruno Vespa sottolineava il fatto che i nostri in fondo tornassero sempre alla famiglia iniziale, come Mastroianni si fosse sempre rifiutato di divorziare e come Fellini non si ponesse neppure il problema di separarsi da Giulietta. Il discorso filava un pò meno per Gassmann pluridivorziato ma questa diversità veniva compensata con l'amore per i figli che magari vedeva ogni dieci mesi ma per i quali stravedeva .
La morale di tutta la faccenda sciorinata al pubblico televisivo con testimonial eccezionali come i figli e la nipote era che in fondo LA FAMIGLIA era stata un valore indiscutibile di chi pur negli innumerevoli rapporti
affettivi sessuali di puro divertimento o altro tornava sempre ad essa come ad un porto sicuro.
Ad essere maliziosi si può pensare che il numero di ieri sera sia stato dedicato da Bruno Vespa a Veronica Lario. Se Giulietta ,Flora e le quattro mogli di Vittorio Gassmann perdonavano le "scappatelle" dei loro grandi Eroi, perchè Veronica non ha saputo accettare la separazione tra la vita matrimoniale di Berlusconi e le sue
"distrazioni" più o meno da maschio bisognoso di saziarsi sessualmente, di satireggiare, di avere dei passatempi tra un ritorno e l'altro alla casa madre? Non esistono forse due generi di donne le madri,le sorelle, le mogli e tutte le altre?
Ed inoltre si poteva leggere un altro messaggio: i grandi italiani sono stati tutti grandi amatori e grandi puttanieri. L'Italia deve molto all'arte di Federico fellini e alle grandi interpretazioni di
Mastroianni e Gassmann. Insomma, accettiamo che anche un Grande Italiano come Silvio possa sfogare la sua irrefrenabile voglia di copulare con tutte, chiudiamo un occhio o tutti e due dal momento che il mondo è fatto così e non possiamo cambiarlo..... E male per chi non capisce che l'uomo è cacciatore e la moglie ideale è Penelope.

Pietro Ancona

martedì 21 luglio 2009

la Libia non è un protettorato italiano

http://www.corriere.it/politica/09_luglio_21/fini_libia_risposta_fb103bd4-7610-11de-95fa-00144f02aabc.shtml


Commento tracotante e da faccia di bronzo.La Libia non è un protettorato italiano. E' una nazione libera.L'Italia ha appena approvato una legge che viola i diritti umani dalla prima all'ultima riga.
L'Italia vorrebbe continuare la politica illegale dei respingimenti in mare e salvare la faccia con la Commissione mista.
E' una vergogna!
Pietro Ancona

Governo Napolitano-Berlusconi?

Governo Napolitano-Berlusconi?


Il Presidente della Repubblica fa sentire sempre più pesantemente la sua presenza nella politica italiana. In atto è occupato in una intensa trattativa per ottenere un testo "condiviso" della legge cosidetta delle intercettazioni. Ha ricevuto il Ministro e lo ha convinto a rinviare la presentazione del suo testo a settembre ed intanto esercita una intensa moral persuasion per arrivare ad un voto plebiscitario del Parlamento. La stessa moral persuasion non l'ha esercitata per la legge 733 b del 2 luglio scorso detta di "sicurezza" in cui molti passaggi richiamano le leggi razziali del fascismo e sulla quale la UE chiede chiarimenti.Sapeva che non poteva contrastare la volontà della Lega senza mettere in pericolo la stabilità del governo Berlusconi e si è limitato, dopo avere proclamato una delle più infami leggi della storia d'Italia, ad inviare una lettera piena di dubbi e di perplessità al governo che come sappiamo non cambierà niente. Mi sono chiesto perchè il Presidente è molto attivo sulla questione delle intercettazioni mentre non si è quasi mosso per la legge sulla sicurezza che introduce le ronde che possono diventare vere e proprie milizie private del governo ed il reato di clandestinità che peraltro scatta per le ragioni più diverse come per esempio il non avere la disponibilità di un alloggio e mi sono dato una risposta. A fronte della 733 c'è stata una opposizione parlamentare assai soft che ha votato favorevolmente molti passaggi cruciali della legge come quello relativo all'incrudelimento del 41 bis, Inoltre la legge riguarda una platea di gente povera, poverissima che va dai migranti ai clochard che saranno schedati dalle questure in segno del loro potenziale criminogeno. Viceversa, la legge per le intercettazioni coinvolge due importanti "categorie": la magistratura e la stampa come editori e giornalisti. Mentre con i migranti si possono ignorare principi del diritto internazionale e gli stessi diritti umani la stessa cosa non si può fare con i magistrati e il mondo dell'informazione il cui peso è rilevante e non può essere ignorato. Insomma, nei due casi, l'operato del Presidente ha tenuto ben presente gli interessi del governo e
gli equilibri delle forze in campo.
Non risulta che ci sia un richiamo di Napolitano a Berlusconi per il suo comportamento nel privato certamente poco decoroso per la carica di Presidente del Consiglio e che espone l'Italia al ludibrio della stampa estera. Ma il buon risultato dell'organizzazione del G8 è stato ipervalorizzato da lodi esplicite che, in qualche modo, segnalavano all'Italia la stima e la fiducia del Presidente al Capo del Governo. Io credo che a fronte
di quanto si è saputo sui dopocena di Villa Certosa e di Palazzo Grazioli il Presidente avrebbe dovuto chiedere le dimissioni del Capo del Governo. Certo non sono stati commessi reati, ma ci sono delle regole che impongono ai funzionari dello Stato un comportamento ineccepibile anche nella vita privata. Non è forse il Capo del Governo un funzionario dello Stato dal quale riceve uno stipendio e domani una pensione?
Infine la cosa che per me è la più grave è costituita dai continui appelli del Capo dello Stato alla "coesione".
Appelli che hanno una stringente valenza politica dal momento che la maggioranza di centro-destra è straripante e spesso esercita una sorta di dittatura democratica e l'opposizione è minoritaria e non può arrecare alcun danno alla maggioranza che spesso si sottrae al confronto con voti di fiducia diventati abituali.
L'appello alla coesione tra centro-destra e centro-sinistra non produce il bene del Paese che viceversa potrebbe aversi in una forte dialettica parlamentare capace di approfondire e sviscerare i problemi per trovare nel contrasto le soluzioni migliori. La coesione è complicità ed appiattimento, la dialettica è
buona salute parlamentare e buone leggi.
Non dimentichiamo infine che Napolitano è stato tutta la vita uomo della sinistra italiana, un comunista che
ha combattuto tutte le battaglie dell'opposizione. La sua costante tutela quasi paterna del governo Berlusconi
disorienta e frustra l'opinione pubblica civile e democratica del Paese e contribuisce a fare diventare la subcultura della destra "sentire comune" della opinione pubblica. Insomma, se l'Italia vedesse nella Presidenza un freno alla dittatura della maggioranza si avrebbero motivi di incoraggiamento per le battaglie democratiche per i diritti civili, il lavoro, il salario, l'avvenire dei giovani, il Mezzogiorno..... Invece tutta la produzione legislativa e politica della destra viene omologata senza alcuna discontinuità con la legislazione e la politica democratica che questo Paese ha avuto fino a non molti anni fa.
Pietro Ancona

lunedì 20 luglio 2009

l'apocalisse maschera il potere

Cara Dott.ssa Spinelli,

Lei scrive una bellissima prosa ricca di riferimenti culturali. Spesso si ha il piacere, leggendola, di fare una lettura colta, informata, stimolante.
Quando questa bella scrittura è applicata alla dimostrazione di una falsa verità, cioè di una menzogna, è doppiamente riprovevole. E' preferibile la prosa ruvida ed aggressiva di quanti apertamente vogliono e preparano un'altra apocalisse per l'Iran, l'apocalisse per la quale sommergibili israeliani con la complicità dell'Egitto, (il cui regime anche Lei si guarda bene dall'analizzare con lo stesso microscopio che usa per l'Iran),hanno attraversato lo stretto di Suez e si sono piazzati, magari con microbombe nucleari, alle spalle dell'Iran.
Forze navali israeliane, con l'assistenza europea e statunitense, da molti mesi si esercitano al largo di Gibilterra in vista appunto di una aggressione all'Iran.
Lei fa discendere le involuzioni del regime iraniano verso il nazionalismo ed il militarismo da dinamiche interne, come se quanto accade in Iran possa prescindere e non dipenda dalla situazione di accerchiamento internazionale e di isolamento in cui è costretto da anni dall'Occidente. Si potrebbe salvare da ciò se tornasse ad essere come lo Scia il guardiano feroce e sanguinario degli interessi occidentali nell'area e se
collaborasse militarmente con gli Usa in Afghanistan. Mousavi e Rafsanjani sono i grimaldelli per distruggere
l'autonomia dell'Iran e farne quello che Abu Mazen ha fatto della Gisgiordania, una nazione non "canaglia" ma
serva di un padrone che si fa rappresentare in loco dalla enorme e minacciosa potenza atomica israeliana.
Non ho dubbi che l'anelito di libertà e di democrazia dei giovani iraniani sia oggi strumentalizzato alla causa della ennesima rivoluzione colorata attentamente studiata da Gene Sharp e di già applicata con successo in tanti posti di grande interesse strategico per gli Usa come la Georgia, la Bielorussia, l'Ucraina........
La responsabilità dell'indurimento del regime iraniano è dell'Occidente e delle sue politiche di strangolamento di ogni opposizione ad una omologazione sottomessa. Tutti i popoli che si sono dati regimi ideologicamente diversi dal capitalismo hanno subito la stessa tragica sorte. Dalla Russia di Lenin a Cuba di Fidel Castro. Non sappiamo se i comunismi sarebbero stati dittature senza l'accerchiamento delle diverse "guardie bianche". Forse non lo sapremo mai. Di certo,sotto la spada di Damocle dell'invasione e della distruzione non prospera la libertà e con essa la democrazia.
La situazione iraniana è assai pericolosa dal momento che l'Occidente ha spaccato il gruppo dirigente della Rivoluzione ed ha assoldato un'ala peteinista che è assai potente e può darsi che riesca a rovesciare Ahmanidjed ed ad aprirsi alle pretese imperiali degli Usa e del suo pretoriano Israele. In questo caso la popolazione di Gaza continuerà a soffrire la fame e la sete e la prigionia fino alla sua estinzione fisica e magari il Libano, appena qualcuno avrà finito di ricostruirlo, sarà ridotto in macerie per la terza volta. Il destino dell'Iran sarà segnato da governi del genere di quelli che gli americani puntellano con le spade in Irak ed Afganistan.
Che cosa avranno i giovani iraniani dalla vittoria del movimento in corso?
Pietro Ancona

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/grubrica.asp?ID_blog=40&ID_articolo=162&ID_sezione=55&sezione=

domenica 19 luglio 2009

la mostrificazione

la mostrificazione
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La mostrificazione di una persona ha effetti duraturi che finiscono per influenzare anche i Tribunali. Il rumeno
che ha ucciso la signora Reggiani ha avuto comminato l'ergastolo. Certo, il suo delitto è stato atroce ma non sono state tenute in nessun conto le cosidette "attenuanti" che derivano ad un attento esame delle circostanze
e della personalità dell'imputato. La verità non è stata del tutto acquisita ma intanto c'è la certezza dell'ergastolo, una pena che andrebbe abolita dal momento che si tratta di una lunghissima attesa della morte chiusi in un penitenziario.
Insomma, le campagne di stampa, l'orientamento forcaiolo e xenofobo prevalente in molti giornali italiani finiscono con avere effetti distorsivi per la giustizia con il farci vivere in un clima di caccia al delinquente perenne che condiziona tutto e tutti.
Nel caso di Luca Bianchini il processo di mostrificazione, alimentato da continue rivelazioni degli organi inquirenti, anche se rallentato negli ultimi giorni ha creato una realtà dentro la quale una persona di scienza
come il senatore Ignazio Marino dà per scontata la colpevolezza e addirittura rimprovera il PD di averlo nominato coordinatore di un circolo rionale. La fotografia di Luca Bianchini è stata pubblicata da tutti i giornali ed è apparsa moltissime volte in televisione. Per quale motivo la foto di una persona che può essere innocente viene pubblicata e ripubblicata ? Se si tratta di acquisire testimonianze nuove da persone che sono state molestate da un maniaco sessuale bastava mostrarle a queste e solo a queste la foto. Non era necessario pubblicare la foto dandola in pasto ad una opinione pubblica che ha i suoi lontani ascendenti nel populus romano che faceva pollice verso.
E se il Bianchini fosse innocente? Subirà come i due rumeni che, pur scagionati dalla accusa di essere stupratori, furono trattenuti in galera con motivi che sono apparsi permeati di corrività e di delusione per lo scacco subito dagli inquirenti? Ci sarà la serenità necessaria per valutare con equità la sua situazione?
Che cosa dobbiamo dire di un Paese che si avvia a grandi passi verso una giustizia forcaiola per tutti tranne che per i potenti esentati per legge ed in forza del loro denaro e del loro peso politico o sociale?

Pietro Ancona

i nuovi Nobili. Chiudere i Palazzi Reali

I nuovi Nobili del Sud
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Nella prospettiva del federalismo fiscale si è riaperta la questione Nord-Sud. Quanti soldi deve dare lo Stato per bilanciare lo svantaggio del Mezzogiorno? Quale compensazione tra i bilanci delle Regioni? I capi del centro-destra del Sud sono in agitazione e minacciano un nuovo Partito per rivendicare tanti, tanti soldi.

Il Mezzogiorno non uscirà dalla sua profonda crisi che espelle le nuove generazioni e le costringe alla emigrazione anche se saranno raddoppiati gli interventi dello Stato. Tutto quello che giungerà sarà inghiottito da consorterie oligarchiche annidate nelle Regioni e negli Enti Locali che assorbono come amebe tutte le risorse. La Sicilia ha risorse enormi che vengono sequestrate dalle corti del Potere ma non sono mai sufficienti per la continua proliferazione della casta politica dei suoi consulenti e dei suoi beneficiati. La Sicilia come la Campania come la Calabria e tutte le altre regioni del Mezzogiorno hanno una dotazione finanziaria da capogiro. Entrate che vengono immediatamente spese. Non ci saranno montagne di denaro sufficienti ad attivare una situazione se non di sviluppo almeno di avvio ad una migliore qualità dei servizi collettivi e della vita individuale. Tutte le Regioni del Sud sono indebitate all'estero e la loro situazione è quasi al collasso.
Il problema del Sud è oramai quello della abolizione delle sue istituzioni regionali.Il Sud starebbe assai meglio se non avesse le spaventose idrovore di risorse nella casta politica e nel sistema amministrativo delle Regioni. Se tutto quello che sperperano le Regioni fosse distribuito ai cittadini del Mezzogiorno saremmo tutti
ricchi.
Ma il sistema politico non vuole alcuna riforma e non farà mai una autoriforma. L'opposizione nel Sud è del tutto subalterna al centro destra. Anche i partiti comunisti se collaborano con altri come avviene in Campania Calabria o altrove fanno come fan tutti. Diventano tutti involucri, contenitori di professionisti della politica che
gestiscono esattamente come tutti gli altri il Potere. Naturalmente esistono le eccezioni, non tutti si comportano così ma il fenomeno politico è questo.
Conclusione: non vedo alcuna prospettiva di cambiamento. Marciamo dritti verso nuovi disastri sociali e verso il degrado. Piccoli gruppi di opposizione come "un'altra storia"che hanno fatto il loro dovere e hanno ridato speranza alla gente vengono presto cooptati da una delle due maligne amebe che dominano la politica e probabilmente cesseranno le loro belle battaglie per l'acqua, l'igiene pubblica, il lavoro, la casa......
La fiscalità locale è già una soma pesantissima. Tenderà ad aumentare ed avremo persone che stentano a vivere costrette a pagare sempre più tasse per mantenere i nuovi nobili. Pagare di più per corrispondere stipendi del tutto illeciti corrisposti a tutta la nomenclatura politica a cominciare dal consigliere di quartiere.
Non più cittadini ma sudditi fiscali. E se non paghi ti mettono le ganasce al motorino o all'auto e di vendono all'asta la casa come è accaduto a centinaia di migliaia di famiglie.
Siamo in un vicolo cieco dal quale soltanto una rottura profonda può aprire un varco. Ma come?
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it

sabato 18 luglio 2009

una importante denunzia

Roma, 17 luglio 2009

Denuncia internazionale relativa alla Legge 733B sulla pubblica sicurezza. Analisi di una legge razziale approvata in Italia

Ai Deputati del Parlamento Europeo; ai Membri della Commissione Europea, del Consiglio d'Europa e del Consiglio Europeo; ai Membri della Corte Internazionale di Giustizia, del Comitato delle Nazioni Unite contro le discriminazioni, della Corte Penale Internazionale de L'Aja (in riferimento alla nostra denuncia protocollo n. OTP-CR-8/08 relativa a crimini contro l'umanità a carico delle Istituzioni italiane;

All'Alto Commissario ONU per i Diritti Umani;

All'Alto Commissario ONU per i Rifugiati;

Ai Membri della Commissione ONU per i Diritti Umani;

Al Commissario Europeo per i Diritti Umani;

Ai Membri delle Assemblee Parlamentari e dei Governi dei Paesi dell'Unione Europea;


All'Organizzazione Mondiale della Sanità;

Alle organizzazioni per i Diritti Umani, contro il razzismo, la discriminazione delle minoranze e la persecuzione etnica


e all'attenzione del Consiglio Superiore della Magistratura


Oggetto: analisi del Gruppo EveryOne relativa alla recente approvazione da parte del
Parlamento Italiano della Legge 733 B in materia di pubblica
sicurezza, che compromette seriamente la parità di diritti
fondamentali (tra cui l'accesso ai servizi pubblici primari, come
l'assistenza sanitaria) tra immigrati e cittadini italiani, nonché
limita seriamente la libertà personale e la sopravvivenza degli
individui stranieri svantaggiati economicamente e socialmente, o
bisognosi di protezione umanitaria, su suolo italiano.

Legge 733B, approvata dal Governo italiano, ratificata dal Parlamento e firmata dal Presidente Giorgio Napolitano

Il Parlamento italiano ha definitivamente approvato il disegno di legge 733 B in materia di pubblica sicurezza, varato dal Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, dal Ministro dell'’Interno, Roberto Maroni, e dal Ministro della Giustizia, Angelino Alfano. Questo nonostante le proteste di tutte le organizzazioni per i Diritti Umani, delle forze democratiche, della Chiesa cattolica e le forti perplessità del Consiglio Superiore della Magistratura.
La Legge 733 B ha tutte le caratteristiche per essere definita senza indugi una legge razziale che va contro la Costituzione italiana, le direttive europee in materia di immigrazione e libera circolazione, la Carta dei Diritti Fondamentali dell'’Unione europea, le Convenzioni internazionali sui diritti umani, tra cui la Convenzione di Ginevra, la Convenzione sui Diritti del Fanciullo, la Carta dei Diritti dei Popoli e la stessa Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

Si tratta di un testo redatto su indicazioni della Lega Nord, un partito che, come fu per il Fascismo negli anni ‘20, ha raccolto negli ultimi tempi sempre più consensi tra la popolazione, e che si oppone ferocemente a una società multietnica; un partito che ha costruito i suoi successi elettorali grazie alla propaganda di ideologie xenofobe, omofobe e irrispettose delle altre religioni all'’infuori di quella cattolica – nonché degli usi e dei costumi dei popoli diversi da quello italiano – e al sostegno del Popolo delle Libertà, altro partito che recentemente ha assunto posizioni intolleranti, tanto che il primo ministro Silvio Berlusconi ha affermato: “Ho voluto fortemente questo decreto”.

La Lega Nord ha un’identità speculare a quella della Guardia Ungherese, che ha ottenuto un importante successo alle elezioni europee, ma è stata recentemente sciolta con un provvedimento della Corte di Appello di Budapest, per aver commesso atti discriminatori nei confronti della minoranza Rom magiara. La persecuzione messa in atto dalla Lega Nord contro i Rom in Italia non è certo meno efferata. La Legge 733 B introduce in Italia un’aberrazione giuridica: il “reato di clandestinità”, che equipara i migranti non comunitari che fuggono da povertà, carestie, guerre e persecuzione a delinquenti da perseguire ed espellere. I migranti senza permesso di soggiorno vengono puniti con un’ammenda da 5mila a 10mila euro, internati nei Centri di identificazione ed espulsione (carceri durissime, definite “lager” dallo stesso Berlusconi) e quindi deportati nei Paesi d’origine. Il decreto prevede che i migranti possano restare internati nell'’inferno dei Cie (dove maltrattamenti da parte dei secondini e atti di autolesionismo da parte degli internati sono all'’ordine del giorno, basti consultare il sito del Gruppo EveryOne, www.everyonegroup.com, o ricercare sul motore di ricerca Google i termini “pestaggio al Cpt” e “pestaggio al CIE” per rendersi conto della vastità del fenomeno) fino a 6 mesi, prima del rimpatrio.

i Cie attualmente operativi in Italia sono 10, per una capienza complessiva di 1.219 posti; si prevede che il numero dei posti disponibili nei Cie passerà dagli attuali 1.219 a 4.640 con i nuovi fondi stanziati dal Governo, ma il limite della detenzione, come prima ricordato, salirà da 60 a 180 giorni, con il conseguente rischio che la disponibilità dei posti si esaurisca presto. All'’interno dei Cie gli standard dei servizi garantiti alla persone ivi trattenute sono assolutamente insufficienti, ciò con particolare riferimento all'’assistenza sanitaria e psicologica, al servizio di orientamento e assistenza legale; alla qualità e al numero degli interpreti/mediatori; alla mancanza di spazi comuni per le attività ricreative e per la fase di ascolto mirato, alle camere sovraffollate e ai bagni insufficienti.

All'’interno dei Cie si registra inoltre la presenza di situazioni diversissime tra loro, sia sotto il profilo giuridico che sotto quello dell'’ordine pubblico nonché della condizione umana e sociale delle persone trattenute. Tale mescolanza, esasperata dalla elevata presenza di ex detenuti, penalizza in modo particolare gli stranieri a cui carico sussistono solo provvedimenti di allontanamento conseguenti alla perdita di regolarità di soggiorno, nonché di persone più deboli e vulnerabili e bisognose di protezione sociale che sono esposte a un clima di costante tensione e potenziale intimidazione interna agli stessi centri.

La Legge 733 B obbliga inoltre gli italiani alla delazione, in modo ancora più esplicito di quanto non prevedesse il regime nazista contro ebrei e Rom: i pubblici ufficiali, gli incaricati di un pubblico servizio, tra cui gli operatori e i dipendenti di aziende sanitarie e i presidi delle scuole pubbliche e private, sono – ai sensi dell'’art. 331 del codice di procedura penale – tenuti a segnalare il “clandestino” alle autorità. La nuova legge stabilisce che nessun atto di Stato Civile può essere eseguito senza permesso di soggiorno. Lo straniero non può più presentare denunce, neanche per abusi subiti. Non può testimoniare in tribunale per cause civili e penali e se tenta di accedere a servizi pubblici commette reato, secondo la nuova legge, e viene denunciato. I figli di stranieri “irregolari” non possono essere registrati all'’anagrafe e fin dalla nascita sono “clandestini” e non possono, di fatto, accedere agli asili, alle scuole, ai servizi pubblici e sanitari, mentre se accedessero alle cure ospedaliere sarebbero perseguiti assieme ai loro genitori e familiari in qualità di “irregolari”.

Vi sono già segnalazioni di madri e bambini morti perché malati gravemente e impossibilitati a recarsi presso presidi sanitari o terrorizzati di farlo, in quanto andrebbero incontro a gravi rischi di vedere smembrate dai servizi sociali le proprie unità familiari e di vedere perseguita penalmente la loro posizione sociale. In tal senso, una recente ricerca del Gruppo EveryOne nei principali ospedali di Roma (San Gallicano, Policlinico Umberto I, San Camillo Forlanini, Policlinico Tor Vergata, Ospedale Grassi di Ostia) e Milano (Niguarda, ospedale Maggiore Policlinico, San Paolo, San Carlo Borromeo) ha rivelato una diminuzione di quasi il 35% dei migranti che ricorrono alle cure di pronto
soccorso, conseguentemente alla notizia dell'’imminente approvazione del provvedimento legislativo sulla pubblica sicurezza.

Nelle ultime settimane sono state registrate inoltre decine e decine di segnalazioni di violenze, sevizie e stupri contro migranti non denunciate per gli stessi motivi di cui sopra. La legge colpisce anche le famiglie povere dei migranti “irregolari” rimaste in Patria: non è più possibile, infatti, effettuare trasferimenti di denaro senza permesso di soggiorno. Vi sono italiani che si approfittano di questa situazione e speculano ignobilmente sulla condizione dei “clandestini”, con minacce e intimidazioni di varia natura. Senza permesso di soggiorno non ci si può sposare. Chi ospita o aiuta un migrante “irregolare” anche in condizioni tragiche, diviene colpevole di favoreggiamento dell'’immigrazione clandestina e perseguito duramente, secondo l’art. 1 della Legge 733 B: rischia da sei mesi a tre anni di carcere.

Il decreto trasforma anche i migranti regolari in cittadini di serie B, con l’istituzione di un Permesso di soggiorno a punti. Se il migrante non si “comporta bene” secondo le autorità, perde punti e quando il Permesso si azzera viene espulso. Questa realtà – connessa alla reintroduzione del delitto di oltraggio a pubblico ufficiale – aumenterà la piaga degli abusi incontrollati da parte di autorità e istituzioni, i ricatti e le crudeltà contro gli stranieri in Italia. Si veda, a titolo di esempio:

http://www.stefanomencherini.org/ita/index.php?option=com_content&task=view&id=17&Itemid=31; http://www.informa–azione.info/torino_scontri_e_blocchi_per_il_presidio_dei_rifugiati;
http://www.infoaut.org/torino/articolo/polizia–carica–rifugiat–di–cso–peschierache–rispondono/ ; http://napoli.indymedia.org/node/4936; http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/cronaca/immigrati–3/protesta–massa/protesta–massa.html; http://www.informa–azione.info/milano_cronaca_di_un_pestaggio_nel_cpt; http://www.osservatorioantigone.it/index2.php?option=com_content&do_pdf=1&id=1886

Per ottenere la residenza, elemento necessario al Permesso di soggiorno, lo straniero dovrà ottenere un certificato di idoneità alloggiativa. Se l’alloggio – già difficile da trovare in Italia, per un migrante, che speso deve pagare cifre esorbitanti in nero – non viene riconosciuto idoneo, il migrante diventa “irregolare” e quindi perseguitato ed espulso. I costi per espletare le procedure necessarie all'’ottenimento del Permesso di soggiorno e della cittadinanza italiana sono diventati esorbitanti. Il decreto, inoltre, autorizza l’istituzione di “ronde”, che di fatto sono milizie xenofobe, omofobe e razziste organizzate secondo le disposizioni della Lega Nord e di movimenti politici fuori–legge ma comunque considerati legittimi dal Governo Berlusconi e dalla maggioranza parlamentare italiana, come Forza Nuova, Azione Giovani e Fiamma Tricolore.

Fin dal momento in cui il decreto sulla sicurezza è stato approvato, il Gruppo EveryOne – che è impegnato a sottoporre agli organi giudiziari internazionali il testo del provvedimento, chiedendo che ne sia riconosciuta l’illegittimità di fronte alle norme internazionali che combattono la discriminazione sociale, i fenomeni di apartheid e razzismo – ha sottoposto al Governo due emergenze, da affrontare e risolvere nell'’immediato. La prima riguarda le 500mila badanti e i lavoratori “clandestini” senza permesso di soggiorno: per evitare di mettere fuori legge sia loro che i loro datori di lavoro, è importante regolarizzarli senza eccezioni con un’urgente sanatoria. Recentemente, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla famiglia, on. Carlo Giovanardi, ha riconosciuto la gravità del problema, sollecitando un provvedimento d’'urgenza simile alla regolarizzazione attuata nel 2002 (prima dell'’entrata in vigore della legge Bossi–-Fini e dei decreti– flussi che ancora oggi paralizzano il sistema della regolarizzazione delle badanti). Di fatto, è l’ammissione che il testo del decreto, a partire dall'’introduzione del “reato di clandestinità”, approvato per compiacere la Lega Nord e le correnti xenofobe, non solo è una legge razziale, ma fa acqua da tutte le parti, sia sotto il profilo del diritto che sotto quello dell'’opportunità sociale. Temiamo che il governo regolarizzerà solo le badanti e le colf al servizio di italiani, per accontentare l'elettorato regalando loro vere e proprie "schiave".

La seconda richiesta posta dal Gruppo EveryOne al Governo italiano è una disposizione che ponga rimedio al diffondersi del panico fra i migranti, costringendoli a vivere la condizione di clandestinità nascondendosi per timore di essere denunciati, internati ed espulsi. Attualmente, migliaia di stranieri, gruppi familiari e singoli individui, vivono in tali condizioni, senza accedere a cure sanitarie in caso di malattia, senza segnalare alle autorità i nuovi nati, senza denunciare violenze e abusi subiti. Chi lavora “in nero” è spesso costretto a subire ricatti e soprusi, mancati pagamenti per le prestazioni e, nel caso delle donne, richieste di prestazioni sessuali da parte dei “datori di lavoro”. E’ una nuova forma di schiavitù cui hanno portato negli ultimi anni le politiche xenofobe e razziali delle Istituzioni, una schiavitù di Stato che è divenuta ancora più odiosa, incivile e inaccettabile dopo l’approvazione del ddl 733 B. Il Ministro della Semplificazione Roberto Calderoli ha riconosciuto recentemente il mercato del sesso che vede coinvolte come schiave di italiani migliaia di badanti, ma ha usato questa tragedia per la propaganda xenofoba, paragonando le vittime a prostitute.

Si veda: http://www.ilmessaggero.it/articolo_app.php?id=19629&sez=HOME_INITALIA&npl=&desc_sez=

Un altro problema, verso il quale il Gruppo EveryOne ha protestato con altrettanta fermezza, è il rischio di epidemie cui il provvedimento sottopone sia i migranti che i cittadini dell'’Unione europea e del resto del mondo. La condizione di totale esclusione sociale cui sono costretti, in seguito al reato di clandestinità, gli stranieri “irregolari”, costretti a vivere nascosti, in condizioni igieniche tragiche, rende impossibile, nel caso insorgesse un’epidemia, qualsiasi azione di prevenzione, quarantena o azione sanitaria. Senza cure mediche, senza vaccinazioni e trattamenti adeguati, basta un’influenza atipica per mietere molte vittime e dare luogo a possibili gravi mutazioni. Per non parlare del pericolo–lebbra, una malattia che recentemente è stata segnalata a Milano e Genova. Le pronte cure, le procedure antiepidemiche e la quarantena hanno evitato il diffondersi del morbo, cosa che da oggi non sarà più possibile. Due casi di sospetta lebbra non curata a causa della paura di una denuncia sono già stati segnalati, ancora a Milano. Il pericolo epidemie, un’emergenza del mondo globalizzato di oggi, richiede necessariamente la fiducia nelle Istituzioni sanitarie da parte di tutte le categorie sociali. In caso contrario, si torna nel Medioevo, con i pericoli che ne conseguono. E’ l’ulteriore dimostrazione di quanto sia irresponsabile il provvedimento. Non si osa pensare a cosa accadrebbe in presenza di un virus terribile come l’Ebola, evento tutt'’altro che improbabile, considerato che perseguitati e profughi provengono spesso da Paesi in cui tale virus rappresenta un grave problema sanitario

Il Gruppo EveryOne, insieme a una rete di organizzazioni per i Diritti Umani e alle personalità politiche che continuano a rispettare la Costituzione e le normative internazionali a tutela dei diritti fondamentali dell'’individuo, ha chiesto al Presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, di non firmare la Legge razzista, ma fino a oggi il Presidente ha assecondato, per paura o ignavia, la deriva in cui si trovano le Istituzioni.

Il Gruppo EveryOne ha altresì protestato affinché il Governo ponga immediatamente fine questa barbarie razzista, che rappresenta una vergogna nell'’Unione europea, la cui Carta dei Diritti Fondamentali e le cui Direttive indicano una direzione opposta: la realizzazione di una civiltà continentale fondata su tolleranza, accoglienza e Diritti Umani. A parte la voce del presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini e all'’iniziativa del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi , tuttavia, vi è una incresciosa unità di vedute – simile alla complicità che univa i gerarchi nazisti – fra le personalità politiche della maggioranza, che ormai ragionano con il “cervello xenofobo” della Lega Nord.

Il Gruppo EveryOne ritiene che senza una posizione forte da parte delle autorità internazionali, nonché degli altri Stati membri dell'’Unione, l’Italia si incamminerà irreversibilmente verso la creazione di uno Stato totalitario, governato da nuove leggi che rifiutano ogni conquista nel campo dei diritti civili e umani e diventerà presto (in parte lo ha già fatto) un pericoloso esempio per l’Europa. Anche le voci dell'’attivismo, in Italia, sono soffocate con arroganza e violenza: i leader del Gruppo EveryOne hanno subito ogni genere di intimidazione e minaccia, nonché azioni ostili da parte delle autorità, anche di livello elevato. Non a caso, essi sono fra i pochissimi europei invitati alla Piattaforma di Dublino 2009, sotto il patrocinio dell'’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, riservata agli attivisti in pericolo di persecuzione e di vita. Gli attivisti Rom del Gruppo EveryOne sono stati ripetutamente aggrediti, pestati – anche da forze di polizia –, minacciati, sottoposti ad appostamenti e pedinamenti; alcuni esempi:

http://www.everyonegroup.com/it/EveryOne/MainPage/Entries/2008/6/29_Milano%2C_Stelian_Covaciu%2C_pestato_ieri_sera_dai_poliziotti_e_minacciato_di_tacere.html; http://www.everyonegroup.com/it/EveryOne/MainPage/Entries/2008/6/22_Uomini_e_topi_in_divisa.html; http://www.everyonegroup.com/it/EveryOne/MainPage/Entries/2008/5/26_Cara_Europa._Appello_di_Rebecca_Covaciu_contro_la_persecuzione_dei_Rom_in_Italia.html

Non a caso l’attivista Mauro Zavalloni, dopo essersi iscritto al Gruppo EveryOne e averlo annunciato pubblicamente – con un esposto alla Corte di Strasburgo in cui menzionava il suo caso:

http://www.everyonegroup.com/it/EveryOne/MainPage/Entries/2009/3/10_TSO._Lettera_dellattivista_Mauro_Zavalloni_alla_Corte_europea_dei_diritti_umani.html

dell'attivistaè stato sottoposto ad aumento delle terapie coatte con psicofarmaci (Trattamento Farmacologico Obbligatorio), pur essendo persona sana ed equilibrata e non costituendo pericolo per la propria e l’altrui incolumità.

Riguardo alla Legge 733 B, sottolineiamo infine come essa ponga di fatto migliaia di migranti “clandestini” in mano alle mafie, loro unica speranza di avere un sostegno per sopravvivere. Rileviamo inoltre come il fenomeni dello sfruttamento, della riduzione in schiavitù, degli stupri e degli abusi sessuali, delle aggressioni e degli omicidi a sfondo xenofobo, delle sparizioni di minori, già gravissimi in Italia, aumenteranno a dismisura, colpendo individui già fragili, vulnerabili, emarginati ed esposti a mille pericoli. Il Gruppo EveryOne si augura che la richiesta di intervento urgente ad autorità e istituzioni internazionali non cada nel vuoto o non venga accolta solo attraverso ammonimenti, risoluzioni e inviti rivolti alle Istituzioni italiane, strumenti assolutamente inefficaci (come lo furono ai tempi di Hitler, quando le autorità risposero con messinscene e menzogne alle richieste di chiarezza sul trattamento riservato alle minoranze invise al regime). Contattando l’organizzazione internazionale per i Diritti Umani attraverso il sito web www.everyonegroup.com, si possono ricevere dossier, rassegne stampa, testimonianze e informazioni relativamente a quanto esposto.


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