"Fora de ball"
Non ci poteva essere più disgraziata celebrazione del 150 dell'Unità d'Italia della guerra di Libia e del marasma che ci avrebbe investito. E' come se fossimo stati colpiti a tradimento da una grossa randellata sulla testa, tanto grossa che ancora barcolliamo e non sappiamo come tenerci in piedi. Usa, Francia, Inghilterra preparavano da mesi la ribellione armata dei banditi libici tenendo contatti intensi con i rivoltosi sia in Libia come a Parigi o Londra. Non ne abbiamo saputo niente. Di quanto bolliva in pentola siamo stati tenuti all'oscuro dai servizi segreti del nostro Esercito che probabilmente si sente molto "americano" e molto "Nato" ed assai poco patriottico e dai servizi della Farnesina e della Presidenza del Consiglio. Quando l'attacco alla Libia era questione di ore non abbiamo saputo che cosa fare e non abbiamo saputo e potuto fare l'unica cosa giusta : dire no alla guerra, negare le basi militari, impedire l' aggressione alla Libia. Cosa realistica perchè senza l'Italia gli alleati non avrebbero potuto fare molto. Ma la preoccupazione dei nostri governanti e della opposizione non è stata quella di combattere la guerra e tutelare gli interessi della pace in una zona geostrategica per la nostra sic urezza ma di farci perdonare i nostri trascorsi con Gheddafi ed unirci in qualche modo alla spedizione coloniale che si approntava nelle anticamere della Casa Bianca. Un disastro terribile dal momento che abbiamo in Libia interessi colossali essenziali per la tenuta dell'Italia e che avremmo dovuto sopportare l'immigrazione in Italia alimentata da una base di tre milioni di africani fino ad oggi immigrati in Libia. Avendo mostrato viltà e debolezza ora siamo invisi a Dio ed ai nemici suoi. Gheddafi ci considera traditori, gli americani masticano amaro e si vendicano dei nostri rapporti triangolari con la Libia e la Russia, i francesi vogliono accaparrarsi del nostro posto in Libia e gli inglesi sono pronti a ripristinare la base militare che Gheddafi ha smantellato quarantadue anni orsono. Lampedusa viene presa d'assalto da migliaia di tunisini Berlusconi si dedica ad uno dei suoi show preferiti. Si reca a Lampedusa, compra un villone per accattivarsi la concittadinanza, promette che smaltirà al più presto l'enorme ammasso di tunisini che vaga per l'Isola. Intanto alla camera dei deputati si scrivono le pagine più nere però di un altro pianeta che non c'entra niente con quello che accade alle porte dell'Italia: il Ministro La Russa aggredisce il Presidente Fini con linguaggio volgarissimo e scoppiano tumulti per il cosidetto "processo breve" che Berlusconi vuole per farla franca con il processo Mills- Su rainew24 si trasmette la conferenza stampa in diretta di Maroni. Il Viminale ha fatto una ripartizione dei tunisini in
alcune regioni d'Italia tutte centro-meridionali ad eccezione della Liguria. A seguito delle veementi proteste decide di individuare altre sette tendopoli nel Nord finora escluso anche per obbedire all'editto di Bossi: "fora e ball" rivolto ai migranti. I quali migranti scappano da Manduria, attraversano l'Italia, giungono a Ventimiglia ma la Francia blocca il valico. I migranti improvvisano cortei di protesta. Tornano indietro. Non sanno dove stare. Un casino di cui nessuno riesce più a dipanarne la matassa aggrovigliata.
Spettacolo inverecondo offerto dal Governo vile e piagnucoloso, dal Parlamento che infierisce sulle ferite dell'Italia piuttosto che dichiarare l'Italia zona di pace chiudendo le basi militari alla Nato ed anche dalle Regioni che giocano tutte a rimpiattino con il Governo e tra di loro al fine di scaricare al più fesso (nel caso Vendola per Manduria o Lombardo per la Sicilia) l'arrivo e la sistemazione dei migranti. C'è intanto un enorme girotondo di navi, di aerei, di pulman di gente che va e gente che viene.....
Non siamo nè uno Stato nè una Nazione. Il governo non difende gli interessi nazionali
ma si preoccupa di non essere "posato" dalla signora Clinton e dal signor Obama. Cosa che questi signori hanno fatto, tanto fatto da ringraziare l'Italia per l'aiuto offerto agli alleati.
Non credo che USA, Gran Bretagna e Francia si ringraziino tra di loro. Si ringrazia l'Italia come la cameriera che è tanto tanto servizievole e brava e tanto masochista da spararsi sui piedi...
La prosperità della Libia ha impedito finora l'afflusso di migranti in Italia. La Libia ha assorbito inoltre migliaia e migliaia di nostri tecnici, ingegneri, specialisti che sono già tornati in Italia e sarà difficile trovare per loro del lavoro. Ora l'Italia sarà sommersa da una valanga umana. Il Canale di Sicilia sarà traversato da quanti cercheranno di sfuggire al dopo Gheddafi e quanti sono stati truffati dalle rivoluzioni con conclusione controrivoluzionaria della Tunisia e dell'Egitto. L'Italia potrebbe sfasciarsi sulla questione immigrazione assai di più che sul federalismo o altre cose. Intanto sebbene i discorsi di Napolitano all'ONU ed agli italo-americani vorrebbero dimostrare il contrario, l'Italia sta tornando ad essere una mera "espressione geografica".
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it
giovedì 31 marzo 2011
mercoledì 30 marzo 2011
Fine dell'ONU
Fine dell'ONU
C'è stato un tempo in cui l'ONU rappresentava davvero un forum mondiale in cui si praticava la giustizia. Il mondo era diviso in due grandi blocchi ideologici che ne garantivano la pace per quanto gli USA dopo la seconda guerra mondiale non abbiano mai cessato di essere una potenza militare bellicosa sempre in guerra con qualcuno per qualcosa che invariabilmente viene spacciata per difesa della libertà e dei diritti umani. Nello istruttivo pamphlet " Fine della libertà" Gore Vidal elenca i conflitti che sono stati suscitati dagli USA negli ultimi decenni e descrive una condizione interna all'Impero in cui le varie agenzie, in guerra l'una con l'altra, sono totalmente sfuggite a qualsiasi controllo democratico.
Peraltro lo stesso Congresso è sempre più condizionato dal Mercato come loro chiamano le multinazionali che ne dettano le leggi. Se si esamina la composizione dei Gabinetti delle ultime Presidenze la presenza dei petrolieri è dominante mentre il cosidetto apparato industriale militare prende sempre più potere. Una potenza che ha già accumulato qualcosa come venticinque milioni di veterani di guerra che, a differenza di come sapeva fare egregiamente l'Impero Romano con i suoi vecchi miles, non sa sistemare e costituiscono un focolaio terribile di suicidi e pazzia unico al mondo, è avviata da molto tempo in sentieri distanti dalla libertà e dalla democrazia ed è obbligata a fare guerre a getto continuo magari solo per tenere occupati gli eserciti di professionisti della morte e alimentare il business dei contractors, degli eserciti e delle forniture private che oggi sono tanta parte dell'universo occupazionale americano.
Il mondo rispecchiato dall'ONU aveva anche un terzo blocco di paesi che esercitavano un peso politico e morale enorme, addirittura superiore alla sua stessa consistenza. Parlo del blocco dei paesi non allineati capeggiato dalla Jugoslavia di Tito, dall'India di Nerhu, dall'Egitto di Nasser. Un blocco che era davvero una forza di pace e di rinnovamento dei popoli che sperimentava vie diverse e nuove piene di tantissima speranza che poi, nei decenni, sarebbe stata delusa ed ostacolata dall'egoismo dello zio Sam che non ha mai abbandonato per un solo istante il suo progetto di mondializzazione del potere USA.
Ora l'ONU è soltanto un mero esecutore della volontà della Amministrazione statunitense. Non c'è una sola decisione di questo organismo che sia mai stata assunta a dispetto della volontà americana. Anche le più violente ed insopportabili violazioni dei diritti umani di Israele non sono mai state sanzionate per il veto USA. Le due guerre di aggressioni del Libano sono state perpetrate con la sostanziale neutralità o indifferenza dell'ONU.
A che serve oggi l'ONU? Serve a certificare che la volontà USA è la volontà del mondo o almeno della sua grande maggioranza. Obama ha detto in questi giorni: "Il mondo deve parlare una sola voce". E' successo con le armi di distruzioni di massa di Saddam Hussein certificate con una lavagna luminosa dal generale Powell segretario di Stato ed accettate come verità dal Comitato di Sicurezza, è successo con le deleghe alla Nato per sporche operazioni in Europa come l'affettamento della Jugoslavia ed i bombardamenti di Belgrado, succede ora contro una nazione sovrana come la Libia per
regredirla allo stato coloniale che ha avuto dal 1911e fino all'avvento al potere del Colonnello Gheddavi.
Avete presente il gioco delle tre carte che certi imbrogliani praticano nelle fiere di mercato? L'ONU è il compare che assiste il giocoliere e ne garantisce sempre la vittoria.
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it
http://www.presentepassato.it/Glossario/non_allineati.htm
http://www.tecalibri.info/V/VIDAL-G_fine.htm#fine
C'è stato un tempo in cui l'ONU rappresentava davvero un forum mondiale in cui si praticava la giustizia. Il mondo era diviso in due grandi blocchi ideologici che ne garantivano la pace per quanto gli USA dopo la seconda guerra mondiale non abbiano mai cessato di essere una potenza militare bellicosa sempre in guerra con qualcuno per qualcosa che invariabilmente viene spacciata per difesa della libertà e dei diritti umani. Nello istruttivo pamphlet " Fine della libertà" Gore Vidal elenca i conflitti che sono stati suscitati dagli USA negli ultimi decenni e descrive una condizione interna all'Impero in cui le varie agenzie, in guerra l'una con l'altra, sono totalmente sfuggite a qualsiasi controllo democratico.
Peraltro lo stesso Congresso è sempre più condizionato dal Mercato come loro chiamano le multinazionali che ne dettano le leggi. Se si esamina la composizione dei Gabinetti delle ultime Presidenze la presenza dei petrolieri è dominante mentre il cosidetto apparato industriale militare prende sempre più potere. Una potenza che ha già accumulato qualcosa come venticinque milioni di veterani di guerra che, a differenza di come sapeva fare egregiamente l'Impero Romano con i suoi vecchi miles, non sa sistemare e costituiscono un focolaio terribile di suicidi e pazzia unico al mondo, è avviata da molto tempo in sentieri distanti dalla libertà e dalla democrazia ed è obbligata a fare guerre a getto continuo magari solo per tenere occupati gli eserciti di professionisti della morte e alimentare il business dei contractors, degli eserciti e delle forniture private che oggi sono tanta parte dell'universo occupazionale americano.
Il mondo rispecchiato dall'ONU aveva anche un terzo blocco di paesi che esercitavano un peso politico e morale enorme, addirittura superiore alla sua stessa consistenza. Parlo del blocco dei paesi non allineati capeggiato dalla Jugoslavia di Tito, dall'India di Nerhu, dall'Egitto di Nasser. Un blocco che era davvero una forza di pace e di rinnovamento dei popoli che sperimentava vie diverse e nuove piene di tantissima speranza che poi, nei decenni, sarebbe stata delusa ed ostacolata dall'egoismo dello zio Sam che non ha mai abbandonato per un solo istante il suo progetto di mondializzazione del potere USA.
Ora l'ONU è soltanto un mero esecutore della volontà della Amministrazione statunitense. Non c'è una sola decisione di questo organismo che sia mai stata assunta a dispetto della volontà americana. Anche le più violente ed insopportabili violazioni dei diritti umani di Israele non sono mai state sanzionate per il veto USA. Le due guerre di aggressioni del Libano sono state perpetrate con la sostanziale neutralità o indifferenza dell'ONU.
A che serve oggi l'ONU? Serve a certificare che la volontà USA è la volontà del mondo o almeno della sua grande maggioranza. Obama ha detto in questi giorni: "Il mondo deve parlare una sola voce". E' successo con le armi di distruzioni di massa di Saddam Hussein certificate con una lavagna luminosa dal generale Powell segretario di Stato ed accettate come verità dal Comitato di Sicurezza, è successo con le deleghe alla Nato per sporche operazioni in Europa come l'affettamento della Jugoslavia ed i bombardamenti di Belgrado, succede ora contro una nazione sovrana come la Libia per
regredirla allo stato coloniale che ha avuto dal 1911e fino all'avvento al potere del Colonnello Gheddavi.
Avete presente il gioco delle tre carte che certi imbrogliani praticano nelle fiere di mercato? L'ONU è il compare che assiste il giocoliere e ne garantisce sempre la vittoria.
Pietro Ancona
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martedì 29 marzo 2011
surreale masochismo in lingua inglese
Surreale masochismo in lingua inglese
Il segretario dell'ONU Ban Chi Moon ha presentato Napolitano all'Assemblea dell'ONU come " il grande saggio d'Europa, l'incarnazione della storia italiana.... " Lo ha anche definito "una leggenda vivente".
Può fare piacere sentire questi apprezzamenti da una autorità mondiale come il segretario dell'ONU se non facessero sorgere il dubbio che si tratti della esagerazione di una cortesia rivolta ad una persona anziana arrivata all'ONU per ricordare i 150 anni della storia d'Italia
Nelle stesse ore in cui Napolitano parlava all'ONU si riunivano inglesi, francesi ed americani con l'aggiunta della Merkel per decidere le quote del loro bottino di guerra in Libia. Gli USA hanno fatto sapere di avere speso finora 600 milioni di dollari in missili e ore di volo e naturalmente si aspettano di essere rimborsati e compensati adeguatamente.
Quindi all'apprezzamento per Napolitano non corrisponde un adeguata considerazione della Italia e del suo ruolo. Non capisco poi perchè Napolitano sia una "leggenda". La sua carriera si è svolta tutta rigorosamente dentro i Palazzi del Potere. Il suo antifascismo non è stato tale da procurargli il carcere o l'esilio come è successo a tantissimi altri come Pertini, Saragat, Nenni, Terracini. E' stato eletto nel 1953 alla Camera dei deputati e da allora è sempre stato rieletto fino alla nomina di senatore a vita e poi di Presidente della Repubblica.
Il suo discorso di ieri è stato pronunziato in lingua inglese. Certo è la lingua più conosciuta nel pianeta per via dell'espansionismo militare degli USA e della loro presenza anche nei punti più lontani dall'Occidente con basi militari. Ma credo che avrebbe fatto assai meglio se avesse parlato in lingua italiana proprio nel giorno in cui presentava il 150° anniversario della nascita della Nazione. Non è un bel vedere il Presidente di uno Stato che parla una lingua che non è la sua e neppure della Unione Europea alla quale appartiene..
Il contenuto del suo discorso è stato del tutto inaccettabile intessuto di menzogne date per
verità dogmatiche a cominciare dalla accusa a Gheddafi di massacrare il suo popolo..Gheddafi ha dovuto fronteggiare una rivolta armata di bande criminali organizzate dai francesi che a Bengasi hanno trucidato la popolazione civile rimasta fedele alla
Jamaria. Le bande criminali vengono salutate da Napolitano come il solo e vero governo della Libia attraverso la stretta di mano all'ex ambasciatore della Libia all'ONU. Una scelta che non è stata autorizzata dal Parlamento italiano e che è estranea alle norme del diritto internazionale.
Napolitano ha anche in qualche modo accettata la dottrina neocon della esportazione della "democrazia" sostenendo che non si può restare insensibili al dolore di chi soffre sotto le tirannie. In verità, in quaranta anni di jamaria presieduta da Gheddafi non abbiamo mai avuto sentore di "dolore" del popolo libico. Il popolo libico è stato il più prospero di tutta l'Africa ed ha dato da mangiare per decenni ad un gran numero di immigrati. In quanto ai diritti civili lo stesso ONU nel quale parlava Napolitano ha certificato per la Libia una situazione sicuramente migliore di quella di tutti gli Stati con i quali confina.
Ma il dato sconcertante della posizione di Napolitano è la legittimazione di un intervento militare che è chiaramente rivolto non solo contro la Libia ma anche contro l'Italia che perde una zona di investimenti e di interscambio di grande vitalità e consistenza economica. Una zona di straordinaria importanza geopolitica. Ogni missile lanciato contro Gheddafi è lanciato contro l'Italia la quale ha avuto finora in Libia una posizione superprivilegiata ma non colonialista di dominanza economica attraverso l'Eni la Finmeccanica e le sue più grandi aziende.
L'Italia avrebbe dovuto evitare la guerra. Una volta scoppiata si doveva schierare con la Libia se avesse avuto un minimo di discernimento, di amore proprio, se non fosse una "espressione geografica" in cui la classe dirigente viene legittimata dagli USA e quindi
deve inghiottire rospi enormi facendo finta di essere d'accordo. Ora non solo l'Italia dovrà assistere alla spartizione dei beni della Libia che sono anche i suoi beni, ma dovrà anche fare finta di essere d'accordo. L'ondata di ritorno della guerra sta arrivando con lo sbarco di migliaia di profughi organizzata dal governo tunisino per tenerci occupati e lontano dal teatro degli avvenimenti e giungerà con i profughi libici che per la prima volta dopo quaranta anni di serena prosperità in patria saranno costretti a varcare il Canale di Sicilia (che diventerà Canale Anglo franco americano).
In Italia, la sola forza politica di governo che aveva descritto la questione libica per quella che era, è la Lega appunto perchè Bossi non viene legittimato dall'Ambasciatore USA come la maggioranza dei suoi colleghi di governo e di opposizione. Ma, per meschinissimi calcoli interni, non ha insistito e si è limitata a fare il solito piagnucolio sugli immigrati chiedendo sfragelli che non ci saranno.
Il surreale discorso di Napolitano all'ONU non potrà nascondere la tragedia della perdita della indipendenza della Libia e la sventura dell'Italia che uscirà da questa terribile tragedia povera e pazza.
Pietro Ancona
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Il segretario dell'ONU Ban Chi Moon ha presentato Napolitano all'Assemblea dell'ONU come " il grande saggio d'Europa, l'incarnazione della storia italiana.... " Lo ha anche definito "una leggenda vivente".
Può fare piacere sentire questi apprezzamenti da una autorità mondiale come il segretario dell'ONU se non facessero sorgere il dubbio che si tratti della esagerazione di una cortesia rivolta ad una persona anziana arrivata all'ONU per ricordare i 150 anni della storia d'Italia
Nelle stesse ore in cui Napolitano parlava all'ONU si riunivano inglesi, francesi ed americani con l'aggiunta della Merkel per decidere le quote del loro bottino di guerra in Libia. Gli USA hanno fatto sapere di avere speso finora 600 milioni di dollari in missili e ore di volo e naturalmente si aspettano di essere rimborsati e compensati adeguatamente.
Quindi all'apprezzamento per Napolitano non corrisponde un adeguata considerazione della Italia e del suo ruolo. Non capisco poi perchè Napolitano sia una "leggenda". La sua carriera si è svolta tutta rigorosamente dentro i Palazzi del Potere. Il suo antifascismo non è stato tale da procurargli il carcere o l'esilio come è successo a tantissimi altri come Pertini, Saragat, Nenni, Terracini. E' stato eletto nel 1953 alla Camera dei deputati e da allora è sempre stato rieletto fino alla nomina di senatore a vita e poi di Presidente della Repubblica.
Il suo discorso di ieri è stato pronunziato in lingua inglese. Certo è la lingua più conosciuta nel pianeta per via dell'espansionismo militare degli USA e della loro presenza anche nei punti più lontani dall'Occidente con basi militari. Ma credo che avrebbe fatto assai meglio se avesse parlato in lingua italiana proprio nel giorno in cui presentava il 150° anniversario della nascita della Nazione. Non è un bel vedere il Presidente di uno Stato che parla una lingua che non è la sua e neppure della Unione Europea alla quale appartiene..
Il contenuto del suo discorso è stato del tutto inaccettabile intessuto di menzogne date per
verità dogmatiche a cominciare dalla accusa a Gheddafi di massacrare il suo popolo..Gheddafi ha dovuto fronteggiare una rivolta armata di bande criminali organizzate dai francesi che a Bengasi hanno trucidato la popolazione civile rimasta fedele alla
Jamaria. Le bande criminali vengono salutate da Napolitano come il solo e vero governo della Libia attraverso la stretta di mano all'ex ambasciatore della Libia all'ONU. Una scelta che non è stata autorizzata dal Parlamento italiano e che è estranea alle norme del diritto internazionale.
Napolitano ha anche in qualche modo accettata la dottrina neocon della esportazione della "democrazia" sostenendo che non si può restare insensibili al dolore di chi soffre sotto le tirannie. In verità, in quaranta anni di jamaria presieduta da Gheddafi non abbiamo mai avuto sentore di "dolore" del popolo libico. Il popolo libico è stato il più prospero di tutta l'Africa ed ha dato da mangiare per decenni ad un gran numero di immigrati. In quanto ai diritti civili lo stesso ONU nel quale parlava Napolitano ha certificato per la Libia una situazione sicuramente migliore di quella di tutti gli Stati con i quali confina.
Ma il dato sconcertante della posizione di Napolitano è la legittimazione di un intervento militare che è chiaramente rivolto non solo contro la Libia ma anche contro l'Italia che perde una zona di investimenti e di interscambio di grande vitalità e consistenza economica. Una zona di straordinaria importanza geopolitica. Ogni missile lanciato contro Gheddafi è lanciato contro l'Italia la quale ha avuto finora in Libia una posizione superprivilegiata ma non colonialista di dominanza economica attraverso l'Eni la Finmeccanica e le sue più grandi aziende.
L'Italia avrebbe dovuto evitare la guerra. Una volta scoppiata si doveva schierare con la Libia se avesse avuto un minimo di discernimento, di amore proprio, se non fosse una "espressione geografica" in cui la classe dirigente viene legittimata dagli USA e quindi
deve inghiottire rospi enormi facendo finta di essere d'accordo. Ora non solo l'Italia dovrà assistere alla spartizione dei beni della Libia che sono anche i suoi beni, ma dovrà anche fare finta di essere d'accordo. L'ondata di ritorno della guerra sta arrivando con lo sbarco di migliaia di profughi organizzata dal governo tunisino per tenerci occupati e lontano dal teatro degli avvenimenti e giungerà con i profughi libici che per la prima volta dopo quaranta anni di serena prosperità in patria saranno costretti a varcare il Canale di Sicilia (che diventerà Canale Anglo franco americano).
In Italia, la sola forza politica di governo che aveva descritto la questione libica per quella che era, è la Lega appunto perchè Bossi non viene legittimato dall'Ambasciatore USA come la maggioranza dei suoi colleghi di governo e di opposizione. Ma, per meschinissimi calcoli interni, non ha insistito e si è limitata a fare il solito piagnucolio sugli immigrati chiedendo sfragelli che non ci saranno.
Il surreale discorso di Napolitano all'ONU non potrà nascondere la tragedia della perdita della indipendenza della Libia e la sventura dell'Italia che uscirà da questa terribile tragedia povera e pazza.
Pietro Ancona
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lunedì 28 marzo 2011
ilpetto gonfio di Obama e l'oro vero e quello fasullo
Germania al voto
Vincono i Verdi e perdono socialdemocratici e Die Linke. Un voto anticapitalistico che punisce i cedimenti della socialdemocrazia alle politiche liberiste antioperaie ed antiwelfare e esprime dubbi sulla validità della proposta di LaFontaine che appare impacciata ed appesantita da un retaggio "governativo". Naturalmente perde la Marckel anche se, in Europa, è stata la meno aggressiva e dura dei liberisti
Obama si complimenta e gonfia il petto: Stiamo vincendo in Libia!
Ridicola esclamazione del Presidente Obama sulla Libia: "Stiamo vincendo!!". Non ci vuole certo grandissimo eroismo vincere una piccolissima nazione di sei milioni di abitanti con un tumore creato al suo interno della Superpotenza più armata del mondo! E' da veri vigliacchi aggredire popoli quasi indifesi. E' la politica USA dalla Corea ad oggi....
Non è tutto oro quello che luce nel Risorgimento Arabo
sebbene siano stati portati in piazza milioni di persone e ne sono morte a migliaia il sommovimento del nordafrica e del mediooriente è un dato complesso che va analizzato a fondo. Non è tutto oro rivoluzionario genuino quello che luce. Dagli esiti finali si capisce cosa volevano i burattinai. In Egitto ed in Tunisia lo abbiamo già saputo.In Libia lo stiamo vedendo.
Vincono i Verdi e perdono socialdemocratici e Die Linke. Un voto anticapitalistico che punisce i cedimenti della socialdemocrazia alle politiche liberiste antioperaie ed antiwelfare e esprime dubbi sulla validità della proposta di LaFontaine che appare impacciata ed appesantita da un retaggio "governativo". Naturalmente perde la Marckel anche se, in Europa, è stata la meno aggressiva e dura dei liberisti
Obama si complimenta e gonfia il petto: Stiamo vincendo in Libia!
Ridicola esclamazione del Presidente Obama sulla Libia: "Stiamo vincendo!!". Non ci vuole certo grandissimo eroismo vincere una piccolissima nazione di sei milioni di abitanti con un tumore creato al suo interno della Superpotenza più armata del mondo! E' da veri vigliacchi aggredire popoli quasi indifesi. E' la politica USA dalla Corea ad oggi....
Non è tutto oro quello che luce nel Risorgimento Arabo
sebbene siano stati portati in piazza milioni di persone e ne sono morte a migliaia il sommovimento del nordafrica e del mediooriente è un dato complesso che va analizzato a fondo. Non è tutto oro rivoluzionario genuino quello che luce. Dagli esiti finali si capisce cosa volevano i burattinai. In Egitto ed in Tunisia lo abbiamo già saputo.In Libia lo stiamo vedendo.
Le elezioni tedesche
Vincono i Verdi e perdono socialdemocratici e Die Linke. Un voto anticapitalistico che punisce i cedimenti della socialdemocrazia alle politiche liberiste antioperaie ed antiwelfare e esprime dubbi sulla validità della proposta di LaFontaine che appare impacciata ed appesantita da un retaggio "governativo". Naturalmente perde la Marckel anche se, in Europa, è stata la meno aggressiva e dura dei liberisti
Un giornalismo fazioso, falso, ipocrita. radio Tre Prima Pagina
Un giornalismo fazioso, falso, ipocrita. Radio Tre prima pagina
Caro Dottor Sofri,
bisognerebbe distinguere tra insorti e popolazione civile. Se Gheddafi si difende dagli insorti armati fino ai denti dagli inglesi e dai francesi lo fa anche per proteggere la popolazione civile dai loro massacri.
A Bengasi, per propiziare la migliore situazione allo insediamento del cosidetto "governo provvisorio" gli insorti hanno massacrato migliaia di civili ritenuti fedeli al Governo di Gheddafi.
Inoltre con la scusa di combattere i "mercenari neri" di Gheddafi uccidono tutte le persone di colore nero che hanno la disgrazia di incontrarli. Ieri sera a TG3 hanno fatto vedere uno spaventoso episodio di assalto di una folla di facinorosi contro un povero ragazzo nero. Secondo la stessa cronista, abbastanza embedded degli insorti, il ragazzo sarebbe stato portato via con un camion per essere ucciso.
Credo che gli insorti siano l'UCK kossovara della Libia. Terroristi assoldati dai petrolieri occidentali per disgregare lo Stato.
Cordiali saluti
Pietro Ancona
Caro Dottor Sofri,
bisognerebbe distinguere tra insorti e popolazione civile. Se Gheddafi si difende dagli insorti armati fino ai denti dagli inglesi e dai francesi lo fa anche per proteggere la popolazione civile dai loro massacri.
A Bengasi, per propiziare la migliore situazione allo insediamento del cosidetto "governo provvisorio" gli insorti hanno massacrato migliaia di civili ritenuti fedeli al Governo di Gheddafi.
Inoltre con la scusa di combattere i "mercenari neri" di Gheddafi uccidono tutte le persone di colore nero che hanno la disgrazia di incontrarli. Ieri sera a TG3 hanno fatto vedere uno spaventoso episodio di assalto di una folla di facinorosi contro un povero ragazzo nero. Secondo la stessa cronista, abbastanza embedded degli insorti, il ragazzo sarebbe stato portato via con un camion per essere ucciso.
Credo che gli insorti siano l'UCK kossovara della Libia. Terroristi assoldati dai petrolieri occidentali per disgregare lo Stato.
Cordiali saluti
Pietro Ancona
domenica 27 marzo 2011
Letterina alla Littizzetto che dice cose ridicole.....
Lei è una stupidella! Gheddavi veste i suoi costumi nazionali e tribali come segno della particolarità rivoluzionaria della sua azione politica e di governo come Fidel Castro porta la tuta mimetica e Mao Tze Dung portava il giubbotto azzurro. Non indossare il gessato giacca e cravatta dei sepolcri imbiancati della borghesia occidentale è una scelta di grande valenza culturale e politica.
Ma lei è una meschina e ridacchiante rotellina della propaganda occidentale dei ladroni di petrolio che si permettono di sfottere un dirigente come Gheddafi sottoposto a bombardamenti massacranti di missili all'uranio! Pensavo che fosse più seria ed intelligente specialmente dopo aver visto il suo film tv. Lei poi si guarda bene di pestare i calli ai potenti ( Chiesa, Confindustria, etc..)
Pietro Ancona
L'immigrazione spaccherà l'Italia
Le masse umane mosse in conseguenza della crisi creata artificialmente in Libia e le altre crisi del nordafrica metteranno in tensione l'Italia assai di più di quanto non abbiano fatto finora le ingiurie razziste del Nord e le politiche della destra al potere.- Fare di Lampedusa e della Sicilia immensi lagers per trattenere i migranti farà scoppiare l'Italia. Maroni non potrà fare il furbo a lungo....
Assassini al soldo dell'occidente
Un'orda di barbari assassini come i terroristi dell'UCK del Kossovo massacra la popolazione civile libica rimasta fedele al governo di Gheddavi e quanti di colore nero incontra sulla sua strada. Trattasi di lavoratori africani immigrati che non sono riusciti a tornare a casa che vengono liquidati senza tante storie con un colpo di fucile alla nuca.
Proteggere la popolazione civile dagli insorti è l'emergenza umanitaria ignorata dall'ONU, dalla stampa internazionale, dall'Europa. Dovunque arrivano gli insorti la popolazione rimasta fedele a Gheddafi viene trucidata. A Bengasi si sono contati diecimila morti. I controrivoluzionari appoggiati dall'Occidente sono la Vandea che attaccò il Governo Rivoluzionario per rimettere sul trono la dinastia reale francese....
Caro Romano,
Non le sembra che l'intervento della aviazione e delle navi della coalizione occidentale sia congegnato in funzione della conquista della Libia da parte degli insorti?
Chi ci dice che i diecimila morti denunziati dagli insorti a Bengasi non siano opera loro per fare una sorta di pulizia etnica e garantire la sicurezza del governo che gli insorti hanno insediato appunto a Bengasi?
la risoluzione dell'ONU sulla Libia dice:"E' autorizzato l'uso di tutte le misure necessarie a proteggere i civili e le aree civili popolate sotto minaccia di attacco in Libia, compresa Bengasi;" Questa frase è stata letta in funzione della protezione dei civili dalle forze di Gheddafi e non anche dagli insorti che sono responsabili del genocidio dei libici e degli africani neri che incontrano nelle zone da loro conquistate. Un'orda spaventosa di barbari commette delitti gravissimi contro l'umanità come i terroristi del UCK del Kossovo
Pietro Ancona
Lei è una stupidella! Gheddavi veste i suoi costumi nazionali e tribali come segno della particolarità rivoluzionaria della sua azione politica e di governo come Fidel Castro porta la tuta mimetica e Mao Tze Dung portava il giubbotto azzurro. Non indossare il gessato giacca e cravatta dei sepolcri imbiancati della borghesia occidentale è una scelta di grande valenza culturale e politica.
Ma lei è una meschina e ridacchiante rotellina della propaganda occidentale dei ladroni di petrolio che si permettono di sfottere un dirigente come Gheddafi sottoposto a bombardamenti massacranti di missili all'uranio! Pensavo che fosse più seria ed intelligente specialmente dopo aver visto il suo film tv. Lei poi si guarda bene di pestare i calli ai potenti ( Chiesa, Confindustria, etc..)
Pietro Ancona
L'immigrazione spaccherà l'Italia
Le masse umane mosse in conseguenza della crisi creata artificialmente in Libia e le altre crisi del nordafrica metteranno in tensione l'Italia assai di più di quanto non abbiano fatto finora le ingiurie razziste del Nord e le politiche della destra al potere.- Fare di Lampedusa e della Sicilia immensi lagers per trattenere i migranti farà scoppiare l'Italia. Maroni non potrà fare il furbo a lungo....
Assassini al soldo dell'occidente
Un'orda di barbari assassini come i terroristi dell'UCK del Kossovo massacra la popolazione civile libica rimasta fedele al governo di Gheddavi e quanti di colore nero incontra sulla sua strada. Trattasi di lavoratori africani immigrati che non sono riusciti a tornare a casa che vengono liquidati senza tante storie con un colpo di fucile alla nuca.
Proteggere la popolazione civile dagli insorti è l'emergenza umanitaria ignorata dall'ONU, dalla stampa internazionale, dall'Europa. Dovunque arrivano gli insorti la popolazione rimasta fedele a Gheddafi viene trucidata. A Bengasi si sono contati diecimila morti. I controrivoluzionari appoggiati dall'Occidente sono la Vandea che attaccò il Governo Rivoluzionario per rimettere sul trono la dinastia reale francese....
Caro Romano,
Non le sembra che l'intervento della aviazione e delle navi della coalizione occidentale sia congegnato in funzione della conquista della Libia da parte degli insorti?
Chi ci dice che i diecimila morti denunziati dagli insorti a Bengasi non siano opera loro per fare una sorta di pulizia etnica e garantire la sicurezza del governo che gli insorti hanno insediato appunto a Bengasi?
la risoluzione dell'ONU sulla Libia dice:"E' autorizzato l'uso di tutte le misure necessarie a proteggere i civili e le aree civili popolate sotto minaccia di attacco in Libia, compresa Bengasi;" Questa frase è stata letta in funzione della protezione dei civili dalle forze di Gheddafi e non anche dagli insorti che sono responsabili del genocidio dei libici e degli africani neri che incontrano nelle zone da loro conquistate. Un'orda spaventosa di barbari commette delitti gravissimi contro l'umanità come i terroristi del UCK del Kossovo
Pietro Ancona
una meschina foglia di fico
Caro Romano,
la risoluzione dell'ONU sulla Libia dice:"E' autorizzato l'uso di tutte le misure necessarie a proteggere i civili e le aree civili popolate sotto minaccia di attacco in Libia, compresa Bengasi;" Questa frase è stata letta in funzione della protezione dei civili dalle forze di Gheddafi e non anche dagli insorti che sono armati e non hanno bisogno di essere protetti.
Chi ci dice che i diecimila morti denunziati dagli insorti a Bengasi non siano opera loro per fare una sorta di pulizia etnica e garantire la sicurezza del governo che gli insorti hanno insediato appunto a Bengasi?
Chi ci dice che la caccia ai cosidetti "mercenari di Gheddafi" in effetti non sia stata una caccia alla popolazione civile rimaste fedele a Gheddafi in tutte le zone conquistate dai ribelli?
Non le sembra che l'intervento della aviazione e delle navi della coalizione occidentale sia congegnato in funzione della conquista della Libia da parte degli insorti?
La risoluzione ONU è una meschina foglia di fico applicata ad una alleanza Occidente-insorti.
Pietro Ancona
la risoluzione dell'ONU sulla Libia dice:"E' autorizzato l'uso di tutte le misure necessarie a proteggere i civili e le aree civili popolate sotto minaccia di attacco in Libia, compresa Bengasi;" Questa frase è stata letta in funzione della protezione dei civili dalle forze di Gheddafi e non anche dagli insorti che sono armati e non hanno bisogno di essere protetti.
Chi ci dice che i diecimila morti denunziati dagli insorti a Bengasi non siano opera loro per fare una sorta di pulizia etnica e garantire la sicurezza del governo che gli insorti hanno insediato appunto a Bengasi?
Chi ci dice che la caccia ai cosidetti "mercenari di Gheddafi" in effetti non sia stata una caccia alla popolazione civile rimaste fedele a Gheddafi in tutte le zone conquistate dai ribelli?
Non le sembra che l'intervento della aviazione e delle navi della coalizione occidentale sia congegnato in funzione della conquista della Libia da parte degli insorti?
La risoluzione ONU è una meschina foglia di fico applicata ad una alleanza Occidente-insorti.
Pietro Ancona
La sconfitta dell'Italia in Libia
La sconfitta dell'Italia in Libia
Bisognerebbe cominciare a fare qualche riflessione sulla "campagna" di Libia intrapresa con impressionante mobilitazione di mezzi aerei e navali dall'Occidente che è sempre capeggiato dagli USA anche se il ridicolo e pericoloso capo dell'Eliseo si scalmana e vorrebbe farne una guerra tutta sua, una vendetta personale per le centrali nucleari che Gheddafi non gli ha fatto costruire in Libia e per la enorme commessa di aerei che non sarebbe stata onorata. Gheddafi ha preferito continuare a fare affari e stringere accordi con l'Italia che gli ha salvato la vita sopra i cieli di Ustica e che da quaranta anni è presente in Libia con migliaia e migliaia di ingegneri, tecnici, imprenditori, artigiani. Dalla Libia si diparte il metanodotto, una grandiosa opera di pace che attraversa il Canale di Sicilia e da decenni rifornisce l'Italia del prezioso gas algerino. Sarkozy era ed è furioso per il quasi monopolio italiano di tantissime attività imprenditoriali di stampo non colonialistico: ha invidia per l'Eni che vorrebbe sostituire con la Total e della Finmeccanica e di tutta la miriade di imprenditori che si occupano di tantissime aspetti della vita economica del piccolo ma ricco e prospero paese: sei milioni di abitanti e tre milioni di stranieri occupati, una iperoccupazione dovuta al genio di Gheddafi e della sua amministrazione che ha fatto fare passi di gigante alla Libia mentre il resto dell'Africa boccheggia e si contorce in preda a spaventosi problemi anche di fame e mentre la Tunisia e l'Egitto offrono ai loro cittadini soltanto la via della fuga in Europa.
La prima riflessione riguarda l'Italia ed i suoi servizi segreti. L'Italia è stata colta di sorpresa mentre Usa, GB e Francia organizzavano da mesi l'insurrezione ed avevano già elaborato piani esecutivi dettagliati. L'Italia è stata esclusa da ogni informazione. Il progetto "insurrezionale" si è sviluppato con la precisione di un meccanismo ben congegnato.
Da Bengasi l'insurrezione è dilagata in tutta la Cirenaica ed ha colto di sorpresa il governo. Non ho dubbi che per realizzare questi risultati tutte le persone leali con Gheddafi della Cirenaica siano state trucidate per fare una sorta di pulizia etnica. Quando i rivoltosi parlano di diecimila morti a Bengasi attribuite a Gheddafi penso che si tratti di loro vittime sacrificate per rendere sicuro il loro controllo del governo che si sono affrettati ad insediare e che a quanto pare era già stato riconosciuto dall'Occidente.
La seconda riflessione riguarda il gruppo dirigente italiano. Ieri sera Fabrizio Cicchitto riconosceva il carattere coloniale ed antiitaliano della guerra a Gheddafi. Il governo ha sbandato e pur essendo irritato per essere stato messo di fronte a fatti "epocali" e comprendendo il reale significato della iniziativa francese non ha avuto il coraggio di schierarsi accanto alla Merkel o addirittura di assumere una posizione ancora più chiara di difesa della integrità dello Stato libico e del suo diritto di regolare le sue questioni senza interferenze esterne. Anche se il governo avesse voluto assumere un atteggiamento più consono alla tutela dei nostri interessi e della pace nel Mediterraneo non avrebbe potuto con una opposizione che fa sciacallaggio, che rimprovera a Berlusconi di avere baciato la mano di Gheddafi e che fa di tutto per segnalarsi agli USA come più fedele esecutrice della volontà imperiale. Ricordate il bombardamento di Belgrado ad opera del governo D'Alema? Il governo si è trovato stretto tra la pressione dell'Occidente e il tallonamento della sua opposizione. Ha sbandato, continua a sbandare. Intanto c'è chi ha pensato di tenerlo occupato e sotto pressione inviando in Italia migliaia e migliaia di tunisini che, all'indomani di una "rivoluzione" che defenestra BenAlì "decidono" di venire tutti in Italia.
Sembra chiaro un obiettivo strategico che la Corte Imperiale di Obama si è data: distruggere Gheddafi e l'autonomia della Libia, vendicarsi delle basi militari USA ed inglesi che Gheddafi estromise quaranta anni fa. L'Impero ha la memoria di un elefante. Non dimentica. E' chiaro che il dopo Gheddafi sarà molto americano, molto inglese e molto francese. Il popolo libico tornerà alla povertà antecedente il lungo regno della Yamarihiya. Sarà ridotto in miseria come è accaduto agli irakeni dopo l'omicidio di Sadam Hussein e l'instaurazione di un governo petainista. Il simbolo della nuova era è dato dalla presenza di una immensa base militare USA grande quanto il Vaticano che troneggia e deturpa il centro storico di Bagdad.
Ieri l'ineffabile premio Nobel per la pace Obama ha dichiarato la sua menzogna davanti al mondo: ha detto che l'intervento degli alleati ha salvato tante vite umane. Non è vero! I missili scagliati sulla Libia hanno ucciso migliaia di persone ed altre ne ucciderà l'uranio impoverito di cui sono stati caricati. Tripoli, come Kabul, come Beirut, come Belgrado,
come Bagdad, come Mogadiscio, è ridotta ad un cumulo di macerie. Tutte le infrastrutture civili sono state demolite. La ricostruzione servirà per fare arricchire le imprese che saranno scelte dagli USA. Gli inglesi finalmente potranno tornare a spadroneggiare in Libia dalla quale il coraggioso e valoroso Gheddafi li aveva cacciati via.
Il piano italo-tedesco annunziato da Frattini, ammesso che esista, non funzionerà. Arriva fuori tempo massimo. L'Italia si è squalificata per non avere saputo difendere la libertà della Libia ed i suoi vitali interessi nel mediterraneo. Si farà quello che è già stato deciso alla Casa Bianca.
Viviamo in un mondo in cui, con cadenza quasi biennale, un piccolo Stato di cultura diversa da quella occidentale viene preso in pugno e stritolato. L'Impero come Polifemo ad uno ad uno uccide e divora i compagni di Ulisse. Oggi è la volta della Libia che scompare dalla carta geografica e torna ad essere un segno geometrico tracciato sulla carta dell'Africa. Domani a chi toccherà? Sarà la volta del Venezuela o dell'Iran? Oppure della Birmania dove una cattivissima giunta militare tiene sotto controllo la signora Aung e si rifiuta di fare installare le basi militare e nucleari che servono agli USA per minacciare da presso la Cina? Succederà qualcosa in Tibet? La guerra permamente al pianeta terra è la politica degli USA. Protetti da due oceani e mai bombardati non conoscono sulla propria carne gli orrori della guerra che fanno conoscere alle loro vittime. Usano soldati professionisti reclutati nelle zone di disoccupazione del paese molti dei quali finiscono suicidi o in grandissima miseria quando ritornano in "patria". Ma le multinazionali e le banche accumulano potere e tanto tanto denaro.
Pietro Ancona
Bisognerebbe cominciare a fare qualche riflessione sulla "campagna" di Libia intrapresa con impressionante mobilitazione di mezzi aerei e navali dall'Occidente che è sempre capeggiato dagli USA anche se il ridicolo e pericoloso capo dell'Eliseo si scalmana e vorrebbe farne una guerra tutta sua, una vendetta personale per le centrali nucleari che Gheddafi non gli ha fatto costruire in Libia e per la enorme commessa di aerei che non sarebbe stata onorata. Gheddafi ha preferito continuare a fare affari e stringere accordi con l'Italia che gli ha salvato la vita sopra i cieli di Ustica e che da quaranta anni è presente in Libia con migliaia e migliaia di ingegneri, tecnici, imprenditori, artigiani. Dalla Libia si diparte il metanodotto, una grandiosa opera di pace che attraversa il Canale di Sicilia e da decenni rifornisce l'Italia del prezioso gas algerino. Sarkozy era ed è furioso per il quasi monopolio italiano di tantissime attività imprenditoriali di stampo non colonialistico: ha invidia per l'Eni che vorrebbe sostituire con la Total e della Finmeccanica e di tutta la miriade di imprenditori che si occupano di tantissime aspetti della vita economica del piccolo ma ricco e prospero paese: sei milioni di abitanti e tre milioni di stranieri occupati, una iperoccupazione dovuta al genio di Gheddafi e della sua amministrazione che ha fatto fare passi di gigante alla Libia mentre il resto dell'Africa boccheggia e si contorce in preda a spaventosi problemi anche di fame e mentre la Tunisia e l'Egitto offrono ai loro cittadini soltanto la via della fuga in Europa.
La prima riflessione riguarda l'Italia ed i suoi servizi segreti. L'Italia è stata colta di sorpresa mentre Usa, GB e Francia organizzavano da mesi l'insurrezione ed avevano già elaborato piani esecutivi dettagliati. L'Italia è stata esclusa da ogni informazione. Il progetto "insurrezionale" si è sviluppato con la precisione di un meccanismo ben congegnato.
Da Bengasi l'insurrezione è dilagata in tutta la Cirenaica ed ha colto di sorpresa il governo. Non ho dubbi che per realizzare questi risultati tutte le persone leali con Gheddafi della Cirenaica siano state trucidate per fare una sorta di pulizia etnica. Quando i rivoltosi parlano di diecimila morti a Bengasi attribuite a Gheddafi penso che si tratti di loro vittime sacrificate per rendere sicuro il loro controllo del governo che si sono affrettati ad insediare e che a quanto pare era già stato riconosciuto dall'Occidente.
La seconda riflessione riguarda il gruppo dirigente italiano. Ieri sera Fabrizio Cicchitto riconosceva il carattere coloniale ed antiitaliano della guerra a Gheddafi. Il governo ha sbandato e pur essendo irritato per essere stato messo di fronte a fatti "epocali" e comprendendo il reale significato della iniziativa francese non ha avuto il coraggio di schierarsi accanto alla Merkel o addirittura di assumere una posizione ancora più chiara di difesa della integrità dello Stato libico e del suo diritto di regolare le sue questioni senza interferenze esterne. Anche se il governo avesse voluto assumere un atteggiamento più consono alla tutela dei nostri interessi e della pace nel Mediterraneo non avrebbe potuto con una opposizione che fa sciacallaggio, che rimprovera a Berlusconi di avere baciato la mano di Gheddafi e che fa di tutto per segnalarsi agli USA come più fedele esecutrice della volontà imperiale. Ricordate il bombardamento di Belgrado ad opera del governo D'Alema? Il governo si è trovato stretto tra la pressione dell'Occidente e il tallonamento della sua opposizione. Ha sbandato, continua a sbandare. Intanto c'è chi ha pensato di tenerlo occupato e sotto pressione inviando in Italia migliaia e migliaia di tunisini che, all'indomani di una "rivoluzione" che defenestra BenAlì "decidono" di venire tutti in Italia.
Sembra chiaro un obiettivo strategico che la Corte Imperiale di Obama si è data: distruggere Gheddafi e l'autonomia della Libia, vendicarsi delle basi militari USA ed inglesi che Gheddafi estromise quaranta anni fa. L'Impero ha la memoria di un elefante. Non dimentica. E' chiaro che il dopo Gheddafi sarà molto americano, molto inglese e molto francese. Il popolo libico tornerà alla povertà antecedente il lungo regno della Yamarihiya. Sarà ridotto in miseria come è accaduto agli irakeni dopo l'omicidio di Sadam Hussein e l'instaurazione di un governo petainista. Il simbolo della nuova era è dato dalla presenza di una immensa base militare USA grande quanto il Vaticano che troneggia e deturpa il centro storico di Bagdad.
Ieri l'ineffabile premio Nobel per la pace Obama ha dichiarato la sua menzogna davanti al mondo: ha detto che l'intervento degli alleati ha salvato tante vite umane. Non è vero! I missili scagliati sulla Libia hanno ucciso migliaia di persone ed altre ne ucciderà l'uranio impoverito di cui sono stati caricati. Tripoli, come Kabul, come Beirut, come Belgrado,
come Bagdad, come Mogadiscio, è ridotta ad un cumulo di macerie. Tutte le infrastrutture civili sono state demolite. La ricostruzione servirà per fare arricchire le imprese che saranno scelte dagli USA. Gli inglesi finalmente potranno tornare a spadroneggiare in Libia dalla quale il coraggioso e valoroso Gheddafi li aveva cacciati via.
Il piano italo-tedesco annunziato da Frattini, ammesso che esista, non funzionerà. Arriva fuori tempo massimo. L'Italia si è squalificata per non avere saputo difendere la libertà della Libia ed i suoi vitali interessi nel mediterraneo. Si farà quello che è già stato deciso alla Casa Bianca.
Viviamo in un mondo in cui, con cadenza quasi biennale, un piccolo Stato di cultura diversa da quella occidentale viene preso in pugno e stritolato. L'Impero come Polifemo ad uno ad uno uccide e divora i compagni di Ulisse. Oggi è la volta della Libia che scompare dalla carta geografica e torna ad essere un segno geometrico tracciato sulla carta dell'Africa. Domani a chi toccherà? Sarà la volta del Venezuela o dell'Iran? Oppure della Birmania dove una cattivissima giunta militare tiene sotto controllo la signora Aung e si rifiuta di fare installare le basi militare e nucleari che servono agli USA per minacciare da presso la Cina? Succederà qualcosa in Tibet? La guerra permamente al pianeta terra è la politica degli USA. Protetti da due oceani e mai bombardati non conoscono sulla propria carne gli orrori della guerra che fanno conoscere alle loro vittime. Usano soldati professionisti reclutati nelle zone di disoccupazione del paese molti dei quali finiscono suicidi o in grandissima miseria quando ritornano in "patria". Ma le multinazionali e le banche accumulano potere e tanto tanto denaro.
Pietro Ancona
sabato 26 marzo 2011
L'Esercito dell'impero di Cesare e quello dell'impero di Obama
a differenza dell'esercito romano che fu strumento importante di elevazione sociale dei miles, i marines dell'impero USA sono poveri disgraziati destinati alla pazzia ed al suicidio. Statistiche su venticinque milioni di veterani danno risultati impressionanti che vale la pena di studiare per capire che cosa è oggi l'Impero e della strumentalità dello esercito di professionisti della morte rispetto le multinazionali che governano il pentagono spa.
Pietro Ancona
Morti silenziose: l’epidemia di suicidi tra i militari USA
Venerdì 13 Agosto 2010 14:13
Si verificano nella solitudine e nella segretezza tra i soldati statunitensi che combattono o hanno combattuto nelle guerre che George W. Bush ha iniziato e Barack Obama continua. Giugno è stato il mese più crudele: si sono suicidati 32 soldati, un numero superiore a quello di qualsiasi mese della guerra del Vietnam. Undici non erano in attività e sette di rimanenti prestavano servizio in Iraq e/o Afghanistan. Sono cifre ufficiali (www.defense.gov, 15-7-10). Nel 2009 si sono tolti la vita 245 soldati e la cifra sarà superiore quest’anno: 145 si sono suicidati nel primo semestre e 1713 hanno tentato senza riuscirci. Il tasso è più alto di quello corrispondente alla popolazione civile USA.
Il militare Tim Embree ha testimoniato il 25 febbraio di fronte alla Commissione per le questioni relative ai veterani della Camera dei Rappresentanti. Ha parlato a nome dei 180.000 associati dei Veterani Statunitensi dell’Iraq e dell’Afghanistan (IAVA la sua sigla in inglese), Paesi nei quali è stato mandato a combattere due volte. “L’anno passato si sono tolti la vita con le proprie mani più soldati di quelli caduti in combattimento in Afghanistan –ha detto–. La maggioranza di noi conosce un compagno che lo ha fatto tornando a casa e le cifre non includono neanche chi si suicida al termine del servizio: sono fuori dal sistema e le loro morti di solito vengono ignorate” (//iava.org, 15-7-10). Come se non fossero esseri umani, ma solo materiale di scarto.
Embree ha ricordato le cifre pubblicate dal settimanale Army Times, che divulga notizie dell’ esercito e possibilità di carriera nell’istituzione: “18 veterani si suicidano ogni giorno e si registra una media mensile di 950 tentati suicidi tra i veterani che ricevono qualche tipo di trattamento dal dipartimento federale competente (www.armytimes.com, 26-4-10)”. Si tratta di veterani di tutte le guerre che gli USA ha scatenato in terre straniere e soffrono, in generale, di PTSD. Prima lo si chiamava nevrosi da guerra o stress da combattimento o shock o con altri nomi. Il PTSD li riunisce tutti.
La pubblicazione mensile Archives of General Psychiatry ha divulgato una ricerca indipendente su 18.300 soldati esaminati a tre mesi e un anno di distanza dal loro invio in Iraq: dal 20 al 30 per cento soffrivano di PTSD e una depressione profonda colpiva il 16 per cento (//archpsyc.amaassn.org, giugno 2010). Si spiega la difficoltà dei veterani a reinserirsi nella vita civile, la violenza familiare di cui sono protagonisti, i matrimoni rotti, la tossicodipendenza e i suicidi. A fine 2009, secondo cifre del Dipartimento dei Veterani del governo, più di 537mila dei 2,04 milioni che hanno prestato servizio in Iraq e Afghanistan hanno chiesto assistenza medica (www.ptsd.va.gov, febbraio 2010).
La difficoltà si aggrava perché tornano in un Paese con una disoccupazione sempre più alta. Secondo una ricerca della IAVA, il 14,7% dei veterani sono disoccupati, un 5% al di sopra della media nazionale (//iava.org, 2-4-10). Aumenta così il numero di coloro che hanno perso la casa. Un rapporto della National Coalition for the Homeless indica che il 33% vive all’addiaccio e che un milione e mezzo corre il rischio di rimanere senza casa a causa della povertà e alla mancanza di sostegno pubblico (www.nchv.org, settembre 2009). Non sono presenti in queste cifre i veterani che físicamente non sono in grado di cercare e mantenersi un lavoro.
Kevin e George Lucey, genitori di un soldato che si è tolto la vita, hanno raccontato una delle tante storie che stanno dietro i numeri. Il 22 giugno 2004 il loro figlio Jeff, di 23 anni, si è impiccato nel seminterrato della casa (www.democracynow.org, 9-8-10). Faceva parte del corpo dei marines ed era tornato dall’Iraq a luglio dell’anno precedente. La madre ha raccontato che nel mese in cui aveva partecipato all’invasione scriveva lettere alla fidanzata nelle quali parlava delle “cose immorali” che stava facendo. Una volta a casa, Jeff cominciò a dire frasi sconnesse su Nassiriya, la città al sudest di Baghdad in cui ha avuto luogo la prima grande battaglia degli invasori contro l’esercito regolare iracheno. Un giorno ricevette sua sorella Amy con le lacrime agli occhi dicendole che era un assassino. Prima di suicidarsi, lasciò sul letto le targhette d’identificazione di due soldati iracheni che aveva ucciso anche se erano disarmati. Jeff era solito guardarle spesso.
Gli psichiatri e gli psicologi militari non hanno sufficienti conoscenze per affrontare questo disagio. Mark Russel, comandante della Marina specializzato in malattie mentali, ha scoperto che il 90% del personale che svolge queste funzioni non ha la formazione necessaria per curare il PTSD. Si limita a prescrivere farmaci come il Paxil, il Prozac o il Neurontin, che accentuano e addirittura provocano i sintomi, e a rimandare i soldati alle loro unità (www.usatoday, 17-1-07).
Lunedì scorso il presidente Obama ha dichiarato in un convegno di veterani invalidi ad Atlanta che il suo governo sta facendo il massimo sforzo per prevenire il suicidio e altre conseguenze del PTSD. Per il padre di Jeff questa è pura ipocrisia.
Juan Gelman
http://www.senzasoste.it/le-nostre-traduzioni/morti-silenziose-l-epidemia-di-suicidi-tra-i-militari-usa
Pietro Ancona
Morti silenziose: l’epidemia di suicidi tra i militari USA
Venerdì 13 Agosto 2010 14:13
Si verificano nella solitudine e nella segretezza tra i soldati statunitensi che combattono o hanno combattuto nelle guerre che George W. Bush ha iniziato e Barack Obama continua. Giugno è stato il mese più crudele: si sono suicidati 32 soldati, un numero superiore a quello di qualsiasi mese della guerra del Vietnam. Undici non erano in attività e sette di rimanenti prestavano servizio in Iraq e/o Afghanistan. Sono cifre ufficiali (www.defense.gov, 15-7-10). Nel 2009 si sono tolti la vita 245 soldati e la cifra sarà superiore quest’anno: 145 si sono suicidati nel primo semestre e 1713 hanno tentato senza riuscirci. Il tasso è più alto di quello corrispondente alla popolazione civile USA.
Il militare Tim Embree ha testimoniato il 25 febbraio di fronte alla Commissione per le questioni relative ai veterani della Camera dei Rappresentanti. Ha parlato a nome dei 180.000 associati dei Veterani Statunitensi dell’Iraq e dell’Afghanistan (IAVA la sua sigla in inglese), Paesi nei quali è stato mandato a combattere due volte. “L’anno passato si sono tolti la vita con le proprie mani più soldati di quelli caduti in combattimento in Afghanistan –ha detto–. La maggioranza di noi conosce un compagno che lo ha fatto tornando a casa e le cifre non includono neanche chi si suicida al termine del servizio: sono fuori dal sistema e le loro morti di solito vengono ignorate” (//iava.org, 15-7-10). Come se non fossero esseri umani, ma solo materiale di scarto.
Embree ha ricordato le cifre pubblicate dal settimanale Army Times, che divulga notizie dell’ esercito e possibilità di carriera nell’istituzione: “18 veterani si suicidano ogni giorno e si registra una media mensile di 950 tentati suicidi tra i veterani che ricevono qualche tipo di trattamento dal dipartimento federale competente (www.armytimes.com, 26-4-10)”. Si tratta di veterani di tutte le guerre che gli USA ha scatenato in terre straniere e soffrono, in generale, di PTSD. Prima lo si chiamava nevrosi da guerra o stress da combattimento o shock o con altri nomi. Il PTSD li riunisce tutti.
La pubblicazione mensile Archives of General Psychiatry ha divulgato una ricerca indipendente su 18.300 soldati esaminati a tre mesi e un anno di distanza dal loro invio in Iraq: dal 20 al 30 per cento soffrivano di PTSD e una depressione profonda colpiva il 16 per cento (//archpsyc.amaassn.org, giugno 2010). Si spiega la difficoltà dei veterani a reinserirsi nella vita civile, la violenza familiare di cui sono protagonisti, i matrimoni rotti, la tossicodipendenza e i suicidi. A fine 2009, secondo cifre del Dipartimento dei Veterani del governo, più di 537mila dei 2,04 milioni che hanno prestato servizio in Iraq e Afghanistan hanno chiesto assistenza medica (www.ptsd.va.gov, febbraio 2010).
La difficoltà si aggrava perché tornano in un Paese con una disoccupazione sempre più alta. Secondo una ricerca della IAVA, il 14,7% dei veterani sono disoccupati, un 5% al di sopra della media nazionale (//iava.org, 2-4-10). Aumenta così il numero di coloro che hanno perso la casa. Un rapporto della National Coalition for the Homeless indica che il 33% vive all’addiaccio e che un milione e mezzo corre il rischio di rimanere senza casa a causa della povertà e alla mancanza di sostegno pubblico (www.nchv.org, settembre 2009). Non sono presenti in queste cifre i veterani che físicamente non sono in grado di cercare e mantenersi un lavoro.
Kevin e George Lucey, genitori di un soldato che si è tolto la vita, hanno raccontato una delle tante storie che stanno dietro i numeri. Il 22 giugno 2004 il loro figlio Jeff, di 23 anni, si è impiccato nel seminterrato della casa (www.democracynow.org, 9-8-10). Faceva parte del corpo dei marines ed era tornato dall’Iraq a luglio dell’anno precedente. La madre ha raccontato che nel mese in cui aveva partecipato all’invasione scriveva lettere alla fidanzata nelle quali parlava delle “cose immorali” che stava facendo. Una volta a casa, Jeff cominciò a dire frasi sconnesse su Nassiriya, la città al sudest di Baghdad in cui ha avuto luogo la prima grande battaglia degli invasori contro l’esercito regolare iracheno. Un giorno ricevette sua sorella Amy con le lacrime agli occhi dicendole che era un assassino. Prima di suicidarsi, lasciò sul letto le targhette d’identificazione di due soldati iracheni che aveva ucciso anche se erano disarmati. Jeff era solito guardarle spesso.
Gli psichiatri e gli psicologi militari non hanno sufficienti conoscenze per affrontare questo disagio. Mark Russel, comandante della Marina specializzato in malattie mentali, ha scoperto che il 90% del personale che svolge queste funzioni non ha la formazione necessaria per curare il PTSD. Si limita a prescrivere farmaci come il Paxil, il Prozac o il Neurontin, che accentuano e addirittura provocano i sintomi, e a rimandare i soldati alle loro unità (www.usatoday, 17-1-07).
Lunedì scorso il presidente Obama ha dichiarato in un convegno di veterani invalidi ad Atlanta che il suo governo sta facendo il massimo sforzo per prevenire il suicidio e altre conseguenze del PTSD. Per il padre di Jeff questa è pura ipocrisia.
Juan Gelman
http://www.senzasoste.it/le-nostre-traduzioni/morti-silenziose-l-epidemia-di-suicidi-tra-i-militari-usa
Misteri tunisini
Tutta la vicenda Tunisia è da chiarire a cominciare dalla morte misteriosissima ed imporvvisa di BenAlì di cui non si parla. Frattini offre 2500 dollari ad ogni tunisino che rientra. Ne sono arrivati 15.000 la sua offerta è la maniera più simpatica per farne sbarcare altri 150 mila. Non capisco come mai la Lega che fa la fascista sugli immigrati non dica niente. Dopo l'annunzio di Maroni che la Libia non avrebbe fatto giungere altri immigrati, il canale si Sicilia si è riempito di barconi....Pietro Ancona
venerdì 25 marzo 2011
lettera ad un interventista "democratico"
Caro Flores D'Arcais, lei che non è pacifista ma intervent
ista mi vuole spiegare quali sono gli interessi che muovono la Francia e l'Inghilterra in questa loro generosissima campagna d'Africa contro il feroce dittatore Gheddafi?Non crede che la Shell, la Total e la multinazionale dell'acqua Suez c'entrino qualcosa?Li conosce gli interessi dell'Italia, interessi di civiltà perchè trattasi di commerci ed imprese che radicano la pace ed il benessere, che verranno spazzati via dalla vittoria della coalizione del "volenterosi"?Li conosce i dati della Libia del Colonnello Gheddafi? Età media 77 anni, mortalità infantile bassa, cultura, salari, pensioni e sicurezza sociale reddito medio 17 mila dollari e su sei milioni di abitanti tre milioni di immigrati. Lo sa che tutto questo non ci sarà più dopo il passaggio della signora Guerra e della Signora Morte e che la Libia sarà ridotta alla stregua dell'Iraq e della Somalia? In ogni caso la guerra è la sconfitta della ragione e la vittoria dell'istinto belluino peraltro non di tutte le razze animali. Se questo è il girotondismo siete anche peggiori di Berlusconi.Se c'è da stare da una parte è quella dei popoli oppressi dal colonialismo. A Gheddafi fanno pagare quaranta anni dopo la estromissione degli inglesi e degli USA dalla Libia. Voi partecipate alla vendetta ammantandola di ragioni "umanitarie". Pietro Ancona Pietro Ancona
ista mi vuole spiegare quali sono gli interessi che muovono la Francia e l'Inghilterra in questa loro generosissima campagna d'Africa contro il feroce dittatore Gheddafi?Non crede che la Shell, la Total e la multinazionale dell'acqua Suez c'entrino qualcosa?Li conosce gli interessi dell'Italia, interessi di civiltà perchè trattasi di commerci ed imprese che radicano la pace ed il benessere, che verranno spazzati via dalla vittoria della coalizione del "volenterosi"?Li conosce i dati della Libia del Colonnello Gheddafi? Età media 77 anni, mortalità infantile bassa, cultura, salari, pensioni e sicurezza sociale reddito medio 17 mila dollari e su sei milioni di abitanti tre milioni di immigrati. Lo sa che tutto questo non ci sarà più dopo il passaggio della signora Guerra e della Signora Morte e che la Libia sarà ridotta alla stregua dell'Iraq e della Somalia? In ogni caso la guerra è la sconfitta della ragione e la vittoria dell'istinto belluino peraltro non di tutte le razze animali. Se questo è il girotondismo siete anche peggiori di Berlusconi.Se c'è da stare da una parte è quella dei popoli oppressi dal colonialismo. A Gheddafi fanno pagare quaranta anni dopo la estromissione degli inglesi e degli USA dalla Libia. Voi partecipate alla vendetta ammantandola di ragioni "umanitarie". Pietro Ancona Pietro Ancona
noterelle su quello che passa il convento
Fallimento storico dell'Europa che sceglie la servitù atlantica , liberista e clericale
Che delusione l'unione europea! Cerca il suo punto di compromesso politico il più vicino possibile a quanto ordina il prepotente ed ignorante e sanguinario zio Sam. L'allargamento a ventisette stati ne ha appesantito i caratteri illiberali antioperai e sanfedisti. E' un carrozzone che segue gli USA in tutte le loro follie omicide e totalitarie.....
Il mondo nella mani di criminali rapinatori
Uno alla volta, uno alla volta....per carità..
Dopo la Libia chi è stato candidato alla prossima salvazione umanitaria dell'Occidente a suon di missili Cruise caricati di uranio? La Cambogia della ineffabile signora Aung che per ora ha avuto l'ordine di tenere un profilo basso in attesa della campagna di liberazione umanitaria del suo paese dalla "ferocissima" giunta militare? L'Iran che si permette di lapidare l'ineffabile Sakineh? Il Venezuela dell'antipaticone Chavez che non cede i suoi pozzi di petrolio? la Bielorussia di Lukashenko?
Urla contro Gheddafi e Berlusconi per farsi notare dall'Ambasciata USA
La ragliante "opposizione" italiana mordicchia i polpacci di Berlusconi strillandogli la sua scarsa voglia di scendere in guerra contro Gheddafi. Se fosse fatta di persone oneste dovrebbe contestare Berlusconi per avere accettato la guerra di aggressione contro La Libia e si preoccuperebbe delle conseguenze della stessa per la pace del Mediterraneo e per il disastro economico che ne verrà all'Italia.
Il Portogallo (PIGS) pagherà il pizzo
I paesi che non possono essere bombardati e depredati del loro petrolio debbono comunque pagare il pizzo ai banchieri che hanno in pugno la Casa Bianca e con essa il mondo: dopo l'Irlanda e la Grecia il Portogallo è stato condannato alla somma di 75 miliardi di euro che dovrà pagare caricata da interessi usurai. In lista d'attesa la Spagna e poi naturalmente l'Italia alla quale vengono sottratti da subito trenta miliardi di interscambio con la Libia
Che delusione l'unione europea! Cerca il suo punto di compromesso politico il più vicino possibile a quanto ordina il prepotente ed ignorante e sanguinario zio Sam. L'allargamento a ventisette stati ne ha appesantito i caratteri illiberali antioperai e sanfedisti. E' un carrozzone che segue gli USA in tutte le loro follie omicide e totalitarie.....
Il mondo nella mani di criminali rapinatori
Uno alla volta, uno alla volta....per carità..
Dopo la Libia chi è stato candidato alla prossima salvazione umanitaria dell'Occidente a suon di missili Cruise caricati di uranio? La Cambogia della ineffabile signora Aung che per ora ha avuto l'ordine di tenere un profilo basso in attesa della campagna di liberazione umanitaria del suo paese dalla "ferocissima" giunta militare? L'Iran che si permette di lapidare l'ineffabile Sakineh? Il Venezuela dell'antipaticone Chavez che non cede i suoi pozzi di petrolio? la Bielorussia di Lukashenko?
Urla contro Gheddafi e Berlusconi per farsi notare dall'Ambasciata USA
La ragliante "opposizione" italiana mordicchia i polpacci di Berlusconi strillandogli la sua scarsa voglia di scendere in guerra contro Gheddafi. Se fosse fatta di persone oneste dovrebbe contestare Berlusconi per avere accettato la guerra di aggressione contro La Libia e si preoccuperebbe delle conseguenze della stessa per la pace del Mediterraneo e per il disastro economico che ne verrà all'Italia.
Il Portogallo (PIGS) pagherà il pizzo
I paesi che non possono essere bombardati e depredati del loro petrolio debbono comunque pagare il pizzo ai banchieri che hanno in pugno la Casa Bianca e con essa il mondo: dopo l'Irlanda e la Grecia il Portogallo è stato condannato alla somma di 75 miliardi di euro che dovrà pagare caricata da interessi usurai. In lista d'attesa la Spagna e poi naturalmente l'Italia alla quale vengono sottratti da subito trenta miliardi di interscambio con la Libia
martedì 22 marzo 2011
intervista a Mohammed Hassan, profondo conoscitore mondo arabo (l'ernesto)
Libia: rivolta popolare, guerra civile o aggressione militare?
di Gregory Lalieu e Michel Collon
su www.michelcollon.info del 12/03/2011
Mohammed Hassan (*) risponde alle domande di Investig'Action ...
da Michel Collon - http://michelcollon.info/Libye-revolte-populaire-guerre.html?lang=fr
Traduzione dal francese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
7 marzo 2011
Dopo tre settimane, le truppe fedeli al colonnello Gheddafi si affrontano con le forze di opposizione ad est. Dopo Ben Ali e Mubarak, Gheddafi sarà il prossimo dittatore a cadere? Quello che sta accadendo in Libia è simile alle rivolte popolari in Tunisia ed Egitto? Come comprendere le avventure e le inversioni di rotta del colonnello? Perché la NATO si prepara alla guerra? Che differenza c'è tra un arabo buono e uno cattivo? In questo nuovo capitolo della nostra serie Comprendere il mondo musulmano, Mohammed Hassan (*) risponde alle domande di Investig'Action ...
Intervista di Lalieu Gregory & Michel Collon
- Dopo la Tunisia e l'Egitto, la rivoluzione araba avrebbe raggiunto la Libia?
Quello che sta accadendo in Libia è diverso. In Tunisia ed Egitto era evidente la mancanza di libertà. Sono state le deplorevoli condizioni sociali che hanno spinto in realtà i giovani a ribellarsi. Tunisini ed egiziani non avevano la possibilità di intravedere un futuro.
In Libia, il regime di Muammar Gheddafi è corrotto, monopolizza una gran parte della ricchezza e ha sempre represso severamente ogni contestazione. Ma le condizioni sociali dei libici sono migliori rispetto ai paesi vicini. L'aspettativa di vita in Libia è la più alta dell'Africa. Il sistema sanitario e l'istruzione sono adeguati. La Libia è anche uno dei primi paesi africani ad aver sradicato la malaria. Ma ci sono anche marcate disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza, il PIL pro capite è di circa $ 11.000. Uno dei più alti nel mondo arabo. Non ci sono in Libia le stesse condizioni oggettive che hanno portato alle rivolte popolari in Tunisia e in Egitto.
- Come si fa a spiegare allora quello che accadendo in Libia?
Per comprendere l'attualità, dobbiamo collocarla nel suo contesto storico. La Libia era una volta una provincia ottomana. Nel 1835, la Francia s'impadronì dell'Algeria. Inoltre il governatore egiziano Muhammad Ali, sotto il protettorato dell'Impero Ottomano, conduceva una politica sempre più indipendente. Da una parte i francesi in Algeria e dall'altra Mohamed Ali in Egitto, gli Ottomani temevano di perdere il controllo della regione: hanno quindi inviato le loro truppe in Libia.
A quel tempo, la fratellanza dei Senussiti esercitava una forte influenza nel paese. Era stata fondata da Sayid Mohammed Ibn Ali as Senussi, un algerino che, dopo aver studiato nel suo paese e in Marocco, andò a predicare la sua visione dell'islam in Tunisia e Libia. All'inizio del 19° secolo Senussi cominciò a riscuotere un grande seguito, ma non era ben accolto da alcune autorità religiose ottomane che ne criticavano i sermoni. Dopo un viaggio in Egitto e La Mecca, Senussi decise di ritirarsi definitivamente in Cirenaica, nella Libia orientale.
La sua confraternita vi si sviluppò: percepiva tasse, risolveva i conflitti tra tribù, ecc. Disponeva anche di un proprio esercito e offriva i suoi servigi per scortare le carovane dei mercanti in transito. Questa fratellanza dei Senussiti divenne il governo de facto della Cirenaica, estendendo la sua influenza anche nel nord del Ciad. Ma successivamente le potenze coloniali europee si stabilirono in Africa, dividendo la parte sub-sahariana del continente. Ciò ebbe un impatto negativo per Senussi. L'invasione della Libia da parte dell'Italia intaccò seriamente l'egemonia della fratellanza nella regione.
- Nel 2008 l'Italia ha versato un risarcimento alla Libia per i crimini coloniali. La colonizzazione era stata così terribile? O Berlusconi voleva ingraziarsi per concludere accordi commerciali con Gheddafi?
La colonizzazione della Libia fu atroce. Nel 20° secolo, un gruppo fascistoide iniziò a diffondere la propaganda che sosteneva che l'Italia, sconfitta dall'esercito etiopico nella battaglia di Adua del 1896, doveva ripristinare la regola del primato bianco sul continente nero. Occorreva lavare l'onta della sconfitta inflitta dai barbari sulla grande nazione civilizzata. Questa propaganda affermava che la Libia era un paese selvaggio, abitato da nomadi arretrati e che conveniva agli italiani stabilirsi in questa regione piacevole, con un paesaggio da cartolina.
L'invasione della Libia ha portato alla guerra italo-turca del 1911, un conflitto particolarmente cruento che si concluse un anno dopo con la vittoria dell'Italia. Tuttavia, la potenza europea controllava la regione della tripolitania mentre doveva affrontare una dura resistenza nel resto del paese, in particolare in Cirenaica. Il clan dei Senussiti appoggiava Omar Al-Mukhtar, che conduceva una guerra di guerriglia tra grotte e montagne. Inflisse gravi danni all'esercito italiano, seppur meglio equipaggiato e numericamente superiore.
Infine, nei primi anni Trenta, l'Italia di Mussolini prese misure aggressive per eliminare la resistenza. La repressione si fece estremamente feroce e uno dei suoi principali macellai, il generale Rodolfo Graziani scrisse: "I soldati italiani erano convinti che fosse loro affidata una missione nobile e civilizzatrice. (...) Dovevano adempire a questo dovere umano a prescindere dal suo prezzo. (...) Se i libici non si convincevano della fondatezza di ciò che veniva loro proposto, gli italiani avrebbero dovuto condurre una lotta sistematica e distruggere tutto il popolo libico per raggiungere la pace, la pace eterna...".
Nel 2008, Silvio Berlusconi ha versato un risarcimento alla Libia per i crimini coloniali. Naturalmente era un passo interessato: Berlusconi era disposto a ingraziarsi Gheddafi per concludere accordi economici. Tuttavia, non c'è dubbio che il popolo libico avesse sofferto terribilmente per il colonialismo. E parlare di genocidio non sarebbe esagerato.
- In che modo la Libia ha conquistato la sua indipendenza?
Mentre i colonizzatori reprimevano la resistenza in Cirenaica, il capo dei Senussiti, Idriss, si esiliò in Egitto per negoziare con gli inglesi. Dopo la seconda guerra mondiale, l'impero coloniale europeo fu gradualmente smantellato e la Libia divenne indipendente nel 1951. Supportato dalla Gran Bretagna, Idris prese il potere. Tuttavia, parte della borghesia libica influenzata dal nazionalismo arabo che si stava sviluppando al Cairo, desiderava che la Libia fosse riunificata all'Egitto. Ma le potenze imperialiste non volevano si sviluppasse una grande nazione araba: decisero quindi di sostenere l'indipendenza della Libia collocandovi a capo un loro fantoccio, Idriss.
- Re Idris rispose alle attese?
Certamente. Al momento dell'indipendenza le tre regioni che compongono la Libia - Tripolitania, Cirenaica e Fezzan - si sono trovate unificate in un sistema federale. Ma occorre tener presente che il territorio libico è tre volte più grande della Francia. A causa della mancanza di infrastrutture, i confini di questo territorio non potevano essere definiti chiaramente. Nel 1951 il paese contava appena un milione di abitanti. Inoltre le tre regioni avevano una cultura da poco unificata e una storia molto diversa. Infine, il paese mancava di strade che consentissero collegamenti tra le regioni. In effetti la Libia era in una fase molto arretrata, non una vera nazione.
- Puoi chiarire meglio questo concetto?
Lo Stato-nazione è un concetto legato allo sviluppo della borghesia e del capitalismo. In Europa durante il Medioevo, la borghesia capitalistica voleva sviluppare le sue attività su vasta scala ma era ostacolata dai vincoli del sistema feudale. I territori erano frammentati in molte entità di ridotte dimensioni che imponevano ai commercianti di pagare molti dazi per consegnare le merci da un luogo all'altro. Oltre ai vari privilegi che dovevano essere acquistati dai signori feudali. Tutti questi ostacoli sono stati rimossi dalle rivoluzioni borghesi del capitalismo che hanno portato alla creazione degli stati-nazione con grandi mercati interni senza barriere.
Ma la nazione libica fu creata mentre era ancora in una fase pre-capitalista. Mancava di infrastrutture, gran parte della popolazione era nomade e impossibile da controllare, le divisioni erano molto forti nella società, la schiavitù era praticata ancora ... Inoltre, il re Idris non aveva intenzione di sviluppare il paese. Era totalmente dipendente dagli aiuti statunitensi e britannici.
- Perché la Gran Bretagna e gli Stati Uniti lo sostenevano? Per il petrolio?
Nel 1951, il petrolio libico non era ancora stato scoperto. Ma gli inglesi avevano basi militari in questo paese che occupa una posizione strategica per il controllo del Mar Rosso e del Mediterraneo.
Solo nel 1954 un ricco texano, Nelson Bunker Hunt, scoprì il petrolio in Libia. All'epoca il petrolio arabo era quotato a circa 90 centesimi al barile. Ma il petrolio libico era acquistato a 30 centesimi al barile, tanto era arretrato il paese. Era probabilmente il più povero d'Africa.
- Gli introiti del commercio del petrolio come erano utilizzati?
Re Idris e il suo clan, i Senussiti, si arricchirono personalmente. Ridistribuirono anche una parte dei proventi del petrolio ai capi di altre tribù per allentare le tensioni. Crebbe una piccola élite attorno al commercio del petrolio e furono costruite alcune infrastrutture principalmente sulla costa mediterranea, interessata dal commercio con l'esterno. Ma le zone rurali, nel cuore del paese rimasero estremamente povere e schiere di miserabili si ammassavano nelle baraccopoli intorno alle città. Ciò è continuato fino al 1969, quando tre ufficiali rovesciarono il re. Tra questi, Gheddafi.
- Come è possibile che la rivoluzione sia venuta da ufficiali dell'esercito?
In un paese profondamente segnato da divisioni tribali, l'esercito era in realtà l'unica istituzione nazionale. La Libia esisteva in quanto tale solo attraverso l'esercito. Inoltre, i Senussiti di re Idris disponevano di una loro milizia. Ma nell'esercito nazionale si trovavano giovani libici provenienti da diverse regioni e tribù.
Gheddafi inizialmente apparteneva a un gruppo nasseriano, ma quando si rese conto che tale formazione non sarebbe stata in grado di rovesciare la monarchia, si arruolò nell'esercito. I tre ufficiali che deposero re Idris erano stati fortemente influenzato da Nasser. Anche Gamal Abdel Nasser era un ufficiale dell'esercito egiziano che rovesciò re Faruk. Ispirato dal socialismo, Nasser si oppose all'ingerenza delle potenze neocoloniali e auspicava l'unità del mondo arabo. Inoltre nazionalizzò il Canale di Suez, in precedenza amministrato da Francia e Gran Bretagna, attirando l'ira e i bombardamenti dell'Occidente nel 1956.
Il panarabismo rivoluzionario di Nasser aveva avuto un effetto significativo in Libia, in particolare nell'esercito e su Gheddafi. Gli ufficiali libici autori del colpo di stato del 1969 seguirono la stessa linea di Nasser.
- Quali sono stati gli effetti della rivoluzione in Libia?
Gheddafi aveva due opzioni. O lasciare il petrolio libico nelle mani delle compagnie occidentali come fece il re Idriss. La Libia sarebbe allora diventata come una di quelle monarchie petrolifere del Golfo, dove è praticata ancora la schiavitù, dove le donne non hanno diritti e dove gli architetti europei possono sbizzarrirsi a costruire torri stravaganti dai costi astronomici, finanziate dalla ricchezza dei popoli arabi. O seguire una via indipendente dal potere neo-coloniale. Gheddafi ha scelto la seconda opzione, ha nazionalizzato il petrolio libico, provocando la collera degli imperialisti.
Negli anni '50 si diffuse una storiella alla Casa Bianca durante l'amministrazione Eisenhower che in seguito si sviluppò in una vera e propria teoria politica sotto Reagan. Come distinguere l'arabo buono da quello malvagio? L'arabo buono è quello che esegue ciò che gli Stati Uniti comandano. In cambio, riceve aeromobili, è autorizzato a depositare i proprio soldi in Svizzera, è invitato a Washington, ecc. Eisenhower e Reagan davano un nome a questi arabi dabbene: i re dell'Arabia Saudita e della Giordania, gli sceicchi e gli emiri del Kuwait e del Golfo, lo Scià di Persia, il re del Marocco e, naturalmente, il re Idris di Libia. Gli arabi cattivi? Coloro che non obbediscono a Washington: Nasser, Gheddafi, in seguito anche Saddam...
- E Gheddafi...
Gheddafi non è un arabo cattivo perché ha fatto sparare sulla folla. Hanno fatto la stessa cosa in Arabia Saudita o nel Bahrain e i leader di questi paesi ricevono tutti gli onori dell'Occidente. Ma Gheddafi è un cattivo arabo perché ha nazionalizzato le compagnie petrolifere che gli occidentali consideravano proprie, almeno fino alla rivoluzione del 69. In questo modo Gheddafi ha fatto cambiamenti positivi in Libia per le infrastrutture, l'istruzione, la sanità, la condizione femminile, ecc.
- Gheddafi rovescia la monarchia, nazionalizza il petrolio, si oppone al potere imperialista e porta cambiamenti positivi in Libia. Eppure, quarant'anni dopo, è un dittatore corrotto che reprime l'opposizione e apre nuovamente le porte del paese alle multinazionali occidentali. Come si spiega questo cambiamento?
Fin dall'inizio, Gheddafi ha contestato la grandi potenze coloniali e ha generosamente sostenuto vari movimenti di liberazione nel mondo. Penso che fu grande per questo. Ma per completezza, va anche osservato che il colonnello era anticomunista. Nel 1971 fece tornare un aereo che trasportava sudanesi dissidenti comunisti in patria dove furono giustiziati dal presidente Nimeiri.
In effetti, Gheddafi non ebbe mai una grande visione. La sua fu una rivoluzione nazionalista borghese e istituì in Libia un capitalismo di Stato. Per capire la deriva del suo regime occorre tenere conto del contesto sfavorevole ma anche degli errori personale del colonnello.
In primo luogo, abbiamo visto che Gheddafi era partito dal nulla in Libia. Il paese era molto arretrato. Non c'era gente istruita o una forte classe operaia che sostenesse la rivoluzione. La maggior parte di coloro che avevano ricevuto un'istruzione facevano parte della élite che svendevano le ricchezze libiche alle potenze neocoloniali. Ovviamente, queste persone non sostennero la rivoluzione e la maggior parte di loro lasciarono il paese per organizzare l'opposizione all'estero.
Inoltre, gli ufficiali libici che rovesciarono il re Idris erano stati fortemente influenzati da Nasser. Egitto e Libia intendevano istituire un partenariato strategico. Ma la morte di Nasser nel 1970 fece cadere il progetto e l'Egitto è divenne un paese controrivoluzionario, allineato con l'Occidente. Il nuovo presidente egiziano Anwar al-Sadat, si avvicinò agli Stati Uniti: liberalizzò gradualmente l'economia e si alleò con Israele. Anche con la Libia scoppio un breve conflitto nel 1977. Immaginate la situazione di Gheddafi: il paese che lo aveva ispirato e con cui doveva concludere un'alleanza strategia improvvisamente diventava suo nemico!
Contestuale un altro fattore sfavorì la rivoluzione libica: il significativo calo dei prezzi del petrolio negli anni '80. Nel 1973, nel quadro della guerra arabo-israeliana, i paesi produttori di petrolio decisero l'embargo, con i prezzi del petrolio alle stelle. L'embargo ha causato il primo trasferimento importante di ricchezza dal Nord al Sud. Ma negli anni '80 si verificò quella che potremmo definire una controrivoluzione petrolifera orchestrata da Reagan e dai sauditi. L'Arabia Saudita ha aumentato la sua produzione di petrolio notevolmente e invaso il mercato, causando un drastico calo dei prezzi. Il barile è passato da 35 dollari al barile a 8 dollari.
- L'Arabia Saudita non si è data la zappa sui piedi?
In effetti ci fu un impatto negativo per l'economia saudita. Ma il petrolio non è il fattore più importante per l'Arabia Saudita. Il suo rapporto con gli Stati Uniti è fondamentale, così come il sostegno di Washington, che permette alla dinastia saudita di rimanere al potere.
Questa marea di petrolio che ha inondato i mercati ha avuto conseguenze devastanti per molti paesi produttori di petrolio che si indebitarono. E tutto questo è successo solo dieci anni dopo l'ascesa al potere di Gheddafi. Il leader libico, partito da zero, vedeva sciogliersi come neve al sole l'unico mezzo a sua disposizione per costruire qualcosa, a causa del calo dei prezzi del petrolio.
Si noti inoltre che questa controrivoluzione petrolifera ha accelerato il crollo dell'URSS, allora impantanato in Afghanistan. Con il crollo del blocco sovietico, la Libia perse il suo principale sostegno politico e si ritrovò isolata sulla scena internazionale. Un isolamento che crebbe quando l'amministrazione Reagan mise la Libia nella lista degli Stati terroristi e impose una serie di sanzioni.
- Cosa ne è degli errori commessi da Gheddafi?
Come ho detto, non è stato un grande idealista. La teoria sviluppata attorno al suo Libro verde è una miscela di antimperialismo, di islamismo, di nazionalismo, di capitalismo di stato e altre cose ancora. Oltre alla sua mancanza di visione politica, Gheddafi ha inizialmente commesso un grave errore attaccando il Ciad negli anni '70. Il Ciad è il quinto paese più grande dell'Africa e il colonnello, considerando senza dubbio che la Libia era troppo piccola per le sue ambizioni megalomani, ha annesso la striscia di Aozou. E' vero che, storicamente, la Confraternita dei Senussiti esercitava la sua influenza fino in questa regione. E nel 1935, il ministro degli esteri francese Pierre Laval, volle accordarsi con Mussolini proponendogli la striscia di Aozou. Ma alla fine, Mussolini si avvicinò a Hitler e l'accordo rimase lettera morta.
Gheddafi ha tuttavia voluto annettersi il territorio e s'è e impegnato in una lotta di potere con Parigi in questa ex colonia francese. Infine, gli Stati Uniti, la Francia, l'Egitto, il Sudan e le altre forze reazionarie della regione, hanno sostenuto l'esercito del Ciad che costrinse alla ritirata le truppe libiche. Migliaia di soldati e grandi quantità di armi furono catturate. Il presidente del Ciad, Habré, vendette questi soldati all'amministrazione Reagan e la CIA li utilizzò come mercenari in Kenya e in America Latina.
Ma l'errore più grande della rivoluzione libica è di avere puntato tutto sulle risorse petrolifere. Infatti, le risorse umane sono la più grande ricchezza di un paese. Non è possibile la riuscita di una rivoluzione se non si sviluppano concordia nazionale, giustizia sociale e una equa distribuzione della ricchezza.
Ma il colonnello non ha mai eliminato la discriminazione ancestrale in Libia. Come mobilitare la popolazione se non si mostra che i libici, a prescindere dalla loro appartenenza etnica o tribale, sono tutti uguali e possono lavorare insieme per il bene della nazione? La maggioranza della popolazione libica è araba, parla la stessa lingua e condivide la stessa religione. La diversità etnica non è molto significativa. Era possibile eliminare le discriminazioni e mobilitare la popolazione.
Gheddafi è stato egualmente incapace di educare il popolo della Libia sulle questioni della rivoluzione. Egli non ha elevato il livello di coscienza politica dei suoi cittadini e non ha sviluppato partiti per sostenere la rivoluzione.
- Eppure, sulla scia del suo Libro verde del 1975, ha introdotto i comitati popolari, una sorta di democrazia diretta.
Questo tentativo di democrazia diretta è stata influenzata da concetti marxisti-leninisti. Ma questi comitati popolari in Libia non si basavano su alcuna analisi politica, nessuna chiara ideologia. E' stato un fallimento. Gheddafi non ha più sviluppato un partito politico per sostenere la sua rivoluzione. Infine, si è allontanato dal popolo. La rivoluzione libica è diventato il progetto di una persona. Tutto ruotava intorno al capo carismatico lontano dalla realtà. E quando aumenta il distacco tra un leader e il suo popolo, la sicurezza e la repressione vanno a riempire il vuoto. Gli eccessi sono aumentati, la corruzione è cresciuta notevolmente e le divisioni tribali si sono cristallizzate.
Oggi queste divisioni riaffiorano nella crisi libica. Parte della gioventù in Libia è stanca della dittatura ed è influenzata dagli eventi in Tunisia e in Egitto. Ma questi sentimenti popolari sono manipolati dall'opposizione dell'Est del paese che reclama la sua fetta di torta, la distribuzione della ricchezza è molto irregolare sotto il regime di Gheddafi. Ben presto, le contraddizioni reali usciranno allo scoperto.
Nessuno sa, del resto, molto di questo movimento di opposizione. Chi sono? Qual è il loro programma? Se vogliono davvero una rivoluzione democratica, perché sono ritornate le bandiere del re Idriss, simboli di un tempo in cui la Cirenaica è stata la provincia dominante del paese? Hanno chiesto il parere agli altri libici? Si può parlare di movimento democratico, quando questi oppositori massacrano i neri della regione? Chi fa parte dell'opposizione in un paese, se è patriottico e intende rovesciare il governo, lo fa in modo corretto. Non si crea una guerra civile nel proprio paese facendogli correre il rischio di una balcanizzazione.
- Pensi che sarebbe quindi più una guerra civile derivante dai conflitti tra clan libici?
E' peggio, credo. Ci sono stati conflitti tra le tribù, ma non hanno mai raggiunto una tale scala. Qui, gli Stati Uniti contribuiscono alle tensioni al fine di intervenire militarmente in Libia. Fin dai primi giorni della rivolta, il Segretario di Stato Hillary Clinton si è offerto di fornire armi agli oppositori. In un primo tempo, l'opposizione organizzata nel Consiglio Nazionale ha rifiutato ogni ingerenza da parte delle potenze straniere, perché sapeva che avrebbe screditato il suo movimento. Ma oggi, alcuni oppositori chiedono un intervento armato.
Dal momento che il conflitto è scoppiato, Obama ha detto che tutte le opzioni sono possibili e il Senato degli Stati Uniti ha esortato la comunità internazionale ad adottare una no-fly zone sopra il territorio della Libia, che sarebbe un vero e proprio atto di guerra. Inoltre, la portaerei nucleare USS Enterprise, che si trova nel Golfo di Aden per combattere la pirateria, è risalita fino alle coste libiche. Due navi anfibie, la USS Kearsarge e USS Ponce, con a bordo migliaia di marines e flotte di elicotteri da combattimento, sono state posizionate nel Mediterraneo.
La scorsa settimana, Louis Michel, ex Commissario europeo per lo Sviluppo e gli aiuti umanitari dell'Unione europea, si è chiesto con forza durante un programma televisivo quale governo avrebbe il coraggio di impedire davanti al proprio parlamento la necessità di intervenire militarmente in Libia. Ma Louis Michel non si è mai appellato a un tale intervento in Egitto e Bahrain. Perché?
- La repressione non è più violenta in Libia?
La repressione fu molto violenta in Egitto, ma la NATO non ha mai posizionato le navi da guerra lungo la costa dell'Egitto a minacciare Mubarak. E' stato solo esortato a trovare una soluzione democratica!
Per la Libia, si deve stare molto attenti con le informazioni che riceviamo. Un giorno si parla di 2.000 morti e il giorno dopo, il bilancio viene aggiornato a 300. Si è detto che all'inizio della crisi che Gheddafi aveva bombardato il proprio popolo, ma l'esercito russo, che monitora la situazione da satellite, ha ufficialmente negato queste informazioni. Se la NATO si prepara a intervenire militarmente in Libia, possiamo essere sicuri che i media mainstream diffonderanno la solita guerra di propaganda.
In effetti, la stessa cosa è successa in Romania con Ceausescu. La vigilia di Natale del 1989, il primo ministro belga Wilfried Martens ha tenuto un discorso in televisione sostenendo che le forze di sicurezza di Ceausescu avevano appena ucciso 12.000 persone. Era falso. Ma le immagini della celebre tomba di Timisoara hanno ugualmente fatto il giro del mondo. Dovevano dimostrare la violenza indiscriminata del Presidente rumeno. Più tardi è emerso che questi fatti sono stati una messa in scena: i cadaveri furono prelevati da una camera mortuaria e messi in scena per impressionare i giornalisti. Hanno anche detto che i comunisti avevano avvelenato l'acqua e che mercenari siriani e palestinesi erano presenti in Romania e addirittura che Ceausescu aveva addestrato degli orfani per farne macchine per uccidere. E' stata pura propaganda per destabilizzare il regime.
Alla fine, Ceausescu e sua moglie sono stati uccisi dopo un processo farsa durato 55 minuti. Naturalmente, come Gheddafi, il presidente rumeno non era un chierichetto. Ma che cosa è successo da allora? La Romania è diventata una semi-colonia d'Europa. La manodopera a basso costo viene sfruttata. Molti servizi sono stati privatizzati a favore delle imprese occidentali e sono inaccessibili per gran parte della popolazione. E ora, ogni anno, molti romeni vanno a piangere sulla tomba di Ceausescu. La dittatura era una cosa terribile, ma da quando il paese è economicamente distrutto, è peggio!
- Perché gli Stati Uniti vogliono rovesciare Gheddafi? Negli ultimi dieci anni il colonnello è divenuto frequentabile dall'Occidente e ha privatizzato una gran parte dell'economia libica a beneficio delle società occidentali.
Bisogna analizzare questi avvenimenti alla luce dei nuovi rapporti di forza nel mondo. Le potenze imperialiste sono in declino mentre le altre forze sono in piena espansione. Recentemente, la Cina ha offerto di acquistare il debito portoghese! In Grecia, la popolazione è sempre più ostile verso questa UE che viene percepita come una copertura dell'imperialismo tedesco. Gli stessi sentimenti sono in crescita in Europa orientale. Inoltre, gli Stati Uniti hanno attaccato l'Iraq per impadronirsi del petrolio, ma alla fine, solo una compagnia USA ne approfitta e il resto è sfruttato da imprese malesi e cinesi. In breve, l'imperialismo è in crisi.
Inoltre, la rivoluzione tunisina ha notevolmente sorpreso l'Occidente. La caduta di Mubarak ancora di più. Washington sta cercando di recuperare questi movimenti popolari, ma il controllo gli sfugge. In Tunisia, il primo ministro Mohamed Ghannouchi, un puro prodotto della dittatura di Ben Ali, doveva assicurare la transizione e dare l'illusione del cambiamento. Ma la determinazione del popolo lo ha costretto a dimettersi. In Egitto, gli Stati Uniti contano sull'esercito per mantenere un sistema accettabile. Ma ho ricevuto informazioni che confermano che nelle innumerevoli caserme militari sparse in tutto il paese, dei giovani ufficiali si organizzano in comitati rivoluzionari in solidarietà con il popolo egiziano. Essi avrebbero anche fatto arrestare alcuni degli ufficiali coinvolti nel regime di Mubarak.
La regione potrebbe sfuggire al controllo degli Stati Uniti. Intervenire in Libia permetterebbe a Washington di spezzare questo movimento rivoluzionario e di evitare che esso si estenda nel resto del mondo arabo e nell'Africa. Da una settimana dei giovani sono in rivolta in Burkina Faso ma i media non ne parlano. Non più che delle manifestazioni in Iraq.
L'altro pericolo per gli Stati Uniti è di veder emergere dei governi antimperialisti in Tunisia e in Egitto. In questo caso, Gheddafi non sarebbe più isolato e potrebbe rivedere gli accordi con l'Occidente. Libia, Egitto e Tunisia potrebbero unirsi e formare un blocco antimperialista. Con tutte le risorse a loro disposizione, comprese le grandi riserve di valuta estera di Gheddafi, questi tre paesi potrebbero diventare una grande potenza nella regione. Probabilmente più importante della Turchia.
- Tuttavia, Gheddafi aveva sostenuto Ben Ali in Tunisia, quando il popolo si è ribellato.
Questo dimostra quanto egli è debole, isolato e scollegato dalla realtà. Ma i rapporti di forza mutati nella regione potrebbero cambiare la situazione. Gheddafi potrebbe cambiare idea e non sarebbe la prima volta.
- Come potrebbe evoversi la situazione in Libia?
Le potenze occidentali e il cosiddetto movimento d'opposizione hanno respinto la proposta di mediazione di Chavez, lasciando intendere che non vogliono una soluzione pacifica. Ma gli effetti di un intervento NATO sarà disastroso. Abbiamo visto che cosa ha fatto in Kosovo o in Afghanistan.
Inoltre, l'aggressione militare potrebbe promuovere l'ingresso in Libia di gruppi islamici che potrebbero impadronirsi di importanti arsenali. Al-Qaeda potrebbe infiltrarsi e fare della Libia un secondo Iraq. Inoltre, ci sono già gruppi armati in Niger che nessuno sembra controllare. La loro influenza potrebbe estendersi in Libia, Ciad, Mali, Algeria ... In effetti, preparando un intervento militare, l'imperialismo sta aprendo le porte dell'inferno!
In conclusione, il popolo libico merita di meglio di questo movimento di opposizione che ha fatto precipitare il paese nel caos. Avrebbe bisogno di un vero movimento democratico per rimpiazzare il regime di Gheddafi e instaurare la giustizia sociale.
In ogni caso, i libici non meritano un'aggressione militare. Le forze imperialiste sembrano indirizzate ad avviare un'offensiva controrivoluzionaria nel mondo arabo. Attaccare la Libia è la loro soluzione d'urgenza... che gli ricadrebbe addosso.
* Mohamed Hassan è uno specialista di geopolitica e del mondo arabo. Nato ad Addis Abeba (Etiopia), ha partecipato ai movimenti studenteschi nel quadro della rivoluzione socialista del 1974 nel suo paese. Ha studiato scienze politiche in Egitto, prima di specializzarsi nel campo dell’amministrazione pubblica a Bruxelles. Negli anni '90, come diplomatico del suo paese di origine ha operato a Washington, Pechino e Bruxelles. Co-autore de “L'Irak sous l'occupation” (EPO, 2003), ha anche partecipato alla redazione di pubblicazioni concernenti il nazionalismo arabo e i movimenti islamici, e sul nazionalismo fiammingo. Hassan è uno dei più profondi conoscitori contemporanei del mondo arabo e musulmano.
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Che cosa è TELESUR?
di Gregory Lalieu e Michel Collon
su www.michelcollon.info del 12/03/2011
Mohammed Hassan (*) risponde alle domande di Investig'Action ...
da Michel Collon - http://michelcollon.info/Libye-revolte-populaire-guerre.html?lang=fr
Traduzione dal francese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
7 marzo 2011
Dopo tre settimane, le truppe fedeli al colonnello Gheddafi si affrontano con le forze di opposizione ad est. Dopo Ben Ali e Mubarak, Gheddafi sarà il prossimo dittatore a cadere? Quello che sta accadendo in Libia è simile alle rivolte popolari in Tunisia ed Egitto? Come comprendere le avventure e le inversioni di rotta del colonnello? Perché la NATO si prepara alla guerra? Che differenza c'è tra un arabo buono e uno cattivo? In questo nuovo capitolo della nostra serie Comprendere il mondo musulmano, Mohammed Hassan (*) risponde alle domande di Investig'Action ...
Intervista di Lalieu Gregory & Michel Collon
- Dopo la Tunisia e l'Egitto, la rivoluzione araba avrebbe raggiunto la Libia?
Quello che sta accadendo in Libia è diverso. In Tunisia ed Egitto era evidente la mancanza di libertà. Sono state le deplorevoli condizioni sociali che hanno spinto in realtà i giovani a ribellarsi. Tunisini ed egiziani non avevano la possibilità di intravedere un futuro.
In Libia, il regime di Muammar Gheddafi è corrotto, monopolizza una gran parte della ricchezza e ha sempre represso severamente ogni contestazione. Ma le condizioni sociali dei libici sono migliori rispetto ai paesi vicini. L'aspettativa di vita in Libia è la più alta dell'Africa. Il sistema sanitario e l'istruzione sono adeguati. La Libia è anche uno dei primi paesi africani ad aver sradicato la malaria. Ma ci sono anche marcate disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza, il PIL pro capite è di circa $ 11.000. Uno dei più alti nel mondo arabo. Non ci sono in Libia le stesse condizioni oggettive che hanno portato alle rivolte popolari in Tunisia e in Egitto.
- Come si fa a spiegare allora quello che accadendo in Libia?
Per comprendere l'attualità, dobbiamo collocarla nel suo contesto storico. La Libia era una volta una provincia ottomana. Nel 1835, la Francia s'impadronì dell'Algeria. Inoltre il governatore egiziano Muhammad Ali, sotto il protettorato dell'Impero Ottomano, conduceva una politica sempre più indipendente. Da una parte i francesi in Algeria e dall'altra Mohamed Ali in Egitto, gli Ottomani temevano di perdere il controllo della regione: hanno quindi inviato le loro truppe in Libia.
A quel tempo, la fratellanza dei Senussiti esercitava una forte influenza nel paese. Era stata fondata da Sayid Mohammed Ibn Ali as Senussi, un algerino che, dopo aver studiato nel suo paese e in Marocco, andò a predicare la sua visione dell'islam in Tunisia e Libia. All'inizio del 19° secolo Senussi cominciò a riscuotere un grande seguito, ma non era ben accolto da alcune autorità religiose ottomane che ne criticavano i sermoni. Dopo un viaggio in Egitto e La Mecca, Senussi decise di ritirarsi definitivamente in Cirenaica, nella Libia orientale.
La sua confraternita vi si sviluppò: percepiva tasse, risolveva i conflitti tra tribù, ecc. Disponeva anche di un proprio esercito e offriva i suoi servigi per scortare le carovane dei mercanti in transito. Questa fratellanza dei Senussiti divenne il governo de facto della Cirenaica, estendendo la sua influenza anche nel nord del Ciad. Ma successivamente le potenze coloniali europee si stabilirono in Africa, dividendo la parte sub-sahariana del continente. Ciò ebbe un impatto negativo per Senussi. L'invasione della Libia da parte dell'Italia intaccò seriamente l'egemonia della fratellanza nella regione.
- Nel 2008 l'Italia ha versato un risarcimento alla Libia per i crimini coloniali. La colonizzazione era stata così terribile? O Berlusconi voleva ingraziarsi per concludere accordi commerciali con Gheddafi?
La colonizzazione della Libia fu atroce. Nel 20° secolo, un gruppo fascistoide iniziò a diffondere la propaganda che sosteneva che l'Italia, sconfitta dall'esercito etiopico nella battaglia di Adua del 1896, doveva ripristinare la regola del primato bianco sul continente nero. Occorreva lavare l'onta della sconfitta inflitta dai barbari sulla grande nazione civilizzata. Questa propaganda affermava che la Libia era un paese selvaggio, abitato da nomadi arretrati e che conveniva agli italiani stabilirsi in questa regione piacevole, con un paesaggio da cartolina.
L'invasione della Libia ha portato alla guerra italo-turca del 1911, un conflitto particolarmente cruento che si concluse un anno dopo con la vittoria dell'Italia. Tuttavia, la potenza europea controllava la regione della tripolitania mentre doveva affrontare una dura resistenza nel resto del paese, in particolare in Cirenaica. Il clan dei Senussiti appoggiava Omar Al-Mukhtar, che conduceva una guerra di guerriglia tra grotte e montagne. Inflisse gravi danni all'esercito italiano, seppur meglio equipaggiato e numericamente superiore.
Infine, nei primi anni Trenta, l'Italia di Mussolini prese misure aggressive per eliminare la resistenza. La repressione si fece estremamente feroce e uno dei suoi principali macellai, il generale Rodolfo Graziani scrisse: "I soldati italiani erano convinti che fosse loro affidata una missione nobile e civilizzatrice. (...) Dovevano adempire a questo dovere umano a prescindere dal suo prezzo. (...) Se i libici non si convincevano della fondatezza di ciò che veniva loro proposto, gli italiani avrebbero dovuto condurre una lotta sistematica e distruggere tutto il popolo libico per raggiungere la pace, la pace eterna...".
Nel 2008, Silvio Berlusconi ha versato un risarcimento alla Libia per i crimini coloniali. Naturalmente era un passo interessato: Berlusconi era disposto a ingraziarsi Gheddafi per concludere accordi economici. Tuttavia, non c'è dubbio che il popolo libico avesse sofferto terribilmente per il colonialismo. E parlare di genocidio non sarebbe esagerato.
- In che modo la Libia ha conquistato la sua indipendenza?
Mentre i colonizzatori reprimevano la resistenza in Cirenaica, il capo dei Senussiti, Idriss, si esiliò in Egitto per negoziare con gli inglesi. Dopo la seconda guerra mondiale, l'impero coloniale europeo fu gradualmente smantellato e la Libia divenne indipendente nel 1951. Supportato dalla Gran Bretagna, Idris prese il potere. Tuttavia, parte della borghesia libica influenzata dal nazionalismo arabo che si stava sviluppando al Cairo, desiderava che la Libia fosse riunificata all'Egitto. Ma le potenze imperialiste non volevano si sviluppasse una grande nazione araba: decisero quindi di sostenere l'indipendenza della Libia collocandovi a capo un loro fantoccio, Idriss.
- Re Idris rispose alle attese?
Certamente. Al momento dell'indipendenza le tre regioni che compongono la Libia - Tripolitania, Cirenaica e Fezzan - si sono trovate unificate in un sistema federale. Ma occorre tener presente che il territorio libico è tre volte più grande della Francia. A causa della mancanza di infrastrutture, i confini di questo territorio non potevano essere definiti chiaramente. Nel 1951 il paese contava appena un milione di abitanti. Inoltre le tre regioni avevano una cultura da poco unificata e una storia molto diversa. Infine, il paese mancava di strade che consentissero collegamenti tra le regioni. In effetti la Libia era in una fase molto arretrata, non una vera nazione.
- Puoi chiarire meglio questo concetto?
Lo Stato-nazione è un concetto legato allo sviluppo della borghesia e del capitalismo. In Europa durante il Medioevo, la borghesia capitalistica voleva sviluppare le sue attività su vasta scala ma era ostacolata dai vincoli del sistema feudale. I territori erano frammentati in molte entità di ridotte dimensioni che imponevano ai commercianti di pagare molti dazi per consegnare le merci da un luogo all'altro. Oltre ai vari privilegi che dovevano essere acquistati dai signori feudali. Tutti questi ostacoli sono stati rimossi dalle rivoluzioni borghesi del capitalismo che hanno portato alla creazione degli stati-nazione con grandi mercati interni senza barriere.
Ma la nazione libica fu creata mentre era ancora in una fase pre-capitalista. Mancava di infrastrutture, gran parte della popolazione era nomade e impossibile da controllare, le divisioni erano molto forti nella società, la schiavitù era praticata ancora ... Inoltre, il re Idris non aveva intenzione di sviluppare il paese. Era totalmente dipendente dagli aiuti statunitensi e britannici.
- Perché la Gran Bretagna e gli Stati Uniti lo sostenevano? Per il petrolio?
Nel 1951, il petrolio libico non era ancora stato scoperto. Ma gli inglesi avevano basi militari in questo paese che occupa una posizione strategica per il controllo del Mar Rosso e del Mediterraneo.
Solo nel 1954 un ricco texano, Nelson Bunker Hunt, scoprì il petrolio in Libia. All'epoca il petrolio arabo era quotato a circa 90 centesimi al barile. Ma il petrolio libico era acquistato a 30 centesimi al barile, tanto era arretrato il paese. Era probabilmente il più povero d'Africa.
- Gli introiti del commercio del petrolio come erano utilizzati?
Re Idris e il suo clan, i Senussiti, si arricchirono personalmente. Ridistribuirono anche una parte dei proventi del petrolio ai capi di altre tribù per allentare le tensioni. Crebbe una piccola élite attorno al commercio del petrolio e furono costruite alcune infrastrutture principalmente sulla costa mediterranea, interessata dal commercio con l'esterno. Ma le zone rurali, nel cuore del paese rimasero estremamente povere e schiere di miserabili si ammassavano nelle baraccopoli intorno alle città. Ciò è continuato fino al 1969, quando tre ufficiali rovesciarono il re. Tra questi, Gheddafi.
- Come è possibile che la rivoluzione sia venuta da ufficiali dell'esercito?
In un paese profondamente segnato da divisioni tribali, l'esercito era in realtà l'unica istituzione nazionale. La Libia esisteva in quanto tale solo attraverso l'esercito. Inoltre, i Senussiti di re Idris disponevano di una loro milizia. Ma nell'esercito nazionale si trovavano giovani libici provenienti da diverse regioni e tribù.
Gheddafi inizialmente apparteneva a un gruppo nasseriano, ma quando si rese conto che tale formazione non sarebbe stata in grado di rovesciare la monarchia, si arruolò nell'esercito. I tre ufficiali che deposero re Idris erano stati fortemente influenzato da Nasser. Anche Gamal Abdel Nasser era un ufficiale dell'esercito egiziano che rovesciò re Faruk. Ispirato dal socialismo, Nasser si oppose all'ingerenza delle potenze neocoloniali e auspicava l'unità del mondo arabo. Inoltre nazionalizzò il Canale di Suez, in precedenza amministrato da Francia e Gran Bretagna, attirando l'ira e i bombardamenti dell'Occidente nel 1956.
Il panarabismo rivoluzionario di Nasser aveva avuto un effetto significativo in Libia, in particolare nell'esercito e su Gheddafi. Gli ufficiali libici autori del colpo di stato del 1969 seguirono la stessa linea di Nasser.
- Quali sono stati gli effetti della rivoluzione in Libia?
Gheddafi aveva due opzioni. O lasciare il petrolio libico nelle mani delle compagnie occidentali come fece il re Idriss. La Libia sarebbe allora diventata come una di quelle monarchie petrolifere del Golfo, dove è praticata ancora la schiavitù, dove le donne non hanno diritti e dove gli architetti europei possono sbizzarrirsi a costruire torri stravaganti dai costi astronomici, finanziate dalla ricchezza dei popoli arabi. O seguire una via indipendente dal potere neo-coloniale. Gheddafi ha scelto la seconda opzione, ha nazionalizzato il petrolio libico, provocando la collera degli imperialisti.
Negli anni '50 si diffuse una storiella alla Casa Bianca durante l'amministrazione Eisenhower che in seguito si sviluppò in una vera e propria teoria politica sotto Reagan. Come distinguere l'arabo buono da quello malvagio? L'arabo buono è quello che esegue ciò che gli Stati Uniti comandano. In cambio, riceve aeromobili, è autorizzato a depositare i proprio soldi in Svizzera, è invitato a Washington, ecc. Eisenhower e Reagan davano un nome a questi arabi dabbene: i re dell'Arabia Saudita e della Giordania, gli sceicchi e gli emiri del Kuwait e del Golfo, lo Scià di Persia, il re del Marocco e, naturalmente, il re Idris di Libia. Gli arabi cattivi? Coloro che non obbediscono a Washington: Nasser, Gheddafi, in seguito anche Saddam...
- E Gheddafi...
Gheddafi non è un arabo cattivo perché ha fatto sparare sulla folla. Hanno fatto la stessa cosa in Arabia Saudita o nel Bahrain e i leader di questi paesi ricevono tutti gli onori dell'Occidente. Ma Gheddafi è un cattivo arabo perché ha nazionalizzato le compagnie petrolifere che gli occidentali consideravano proprie, almeno fino alla rivoluzione del 69. In questo modo Gheddafi ha fatto cambiamenti positivi in Libia per le infrastrutture, l'istruzione, la sanità, la condizione femminile, ecc.
- Gheddafi rovescia la monarchia, nazionalizza il petrolio, si oppone al potere imperialista e porta cambiamenti positivi in Libia. Eppure, quarant'anni dopo, è un dittatore corrotto che reprime l'opposizione e apre nuovamente le porte del paese alle multinazionali occidentali. Come si spiega questo cambiamento?
Fin dall'inizio, Gheddafi ha contestato la grandi potenze coloniali e ha generosamente sostenuto vari movimenti di liberazione nel mondo. Penso che fu grande per questo. Ma per completezza, va anche osservato che il colonnello era anticomunista. Nel 1971 fece tornare un aereo che trasportava sudanesi dissidenti comunisti in patria dove furono giustiziati dal presidente Nimeiri.
In effetti, Gheddafi non ebbe mai una grande visione. La sua fu una rivoluzione nazionalista borghese e istituì in Libia un capitalismo di Stato. Per capire la deriva del suo regime occorre tenere conto del contesto sfavorevole ma anche degli errori personale del colonnello.
In primo luogo, abbiamo visto che Gheddafi era partito dal nulla in Libia. Il paese era molto arretrato. Non c'era gente istruita o una forte classe operaia che sostenesse la rivoluzione. La maggior parte di coloro che avevano ricevuto un'istruzione facevano parte della élite che svendevano le ricchezze libiche alle potenze neocoloniali. Ovviamente, queste persone non sostennero la rivoluzione e la maggior parte di loro lasciarono il paese per organizzare l'opposizione all'estero.
Inoltre, gli ufficiali libici che rovesciarono il re Idris erano stati fortemente influenzati da Nasser. Egitto e Libia intendevano istituire un partenariato strategico. Ma la morte di Nasser nel 1970 fece cadere il progetto e l'Egitto è divenne un paese controrivoluzionario, allineato con l'Occidente. Il nuovo presidente egiziano Anwar al-Sadat, si avvicinò agli Stati Uniti: liberalizzò gradualmente l'economia e si alleò con Israele. Anche con la Libia scoppio un breve conflitto nel 1977. Immaginate la situazione di Gheddafi: il paese che lo aveva ispirato e con cui doveva concludere un'alleanza strategia improvvisamente diventava suo nemico!
Contestuale un altro fattore sfavorì la rivoluzione libica: il significativo calo dei prezzi del petrolio negli anni '80. Nel 1973, nel quadro della guerra arabo-israeliana, i paesi produttori di petrolio decisero l'embargo, con i prezzi del petrolio alle stelle. L'embargo ha causato il primo trasferimento importante di ricchezza dal Nord al Sud. Ma negli anni '80 si verificò quella che potremmo definire una controrivoluzione petrolifera orchestrata da Reagan e dai sauditi. L'Arabia Saudita ha aumentato la sua produzione di petrolio notevolmente e invaso il mercato, causando un drastico calo dei prezzi. Il barile è passato da 35 dollari al barile a 8 dollari.
- L'Arabia Saudita non si è data la zappa sui piedi?
In effetti ci fu un impatto negativo per l'economia saudita. Ma il petrolio non è il fattore più importante per l'Arabia Saudita. Il suo rapporto con gli Stati Uniti è fondamentale, così come il sostegno di Washington, che permette alla dinastia saudita di rimanere al potere.
Questa marea di petrolio che ha inondato i mercati ha avuto conseguenze devastanti per molti paesi produttori di petrolio che si indebitarono. E tutto questo è successo solo dieci anni dopo l'ascesa al potere di Gheddafi. Il leader libico, partito da zero, vedeva sciogliersi come neve al sole l'unico mezzo a sua disposizione per costruire qualcosa, a causa del calo dei prezzi del petrolio.
Si noti inoltre che questa controrivoluzione petrolifera ha accelerato il crollo dell'URSS, allora impantanato in Afghanistan. Con il crollo del blocco sovietico, la Libia perse il suo principale sostegno politico e si ritrovò isolata sulla scena internazionale. Un isolamento che crebbe quando l'amministrazione Reagan mise la Libia nella lista degli Stati terroristi e impose una serie di sanzioni.
- Cosa ne è degli errori commessi da Gheddafi?
Come ho detto, non è stato un grande idealista. La teoria sviluppata attorno al suo Libro verde è una miscela di antimperialismo, di islamismo, di nazionalismo, di capitalismo di stato e altre cose ancora. Oltre alla sua mancanza di visione politica, Gheddafi ha inizialmente commesso un grave errore attaccando il Ciad negli anni '70. Il Ciad è il quinto paese più grande dell'Africa e il colonnello, considerando senza dubbio che la Libia era troppo piccola per le sue ambizioni megalomani, ha annesso la striscia di Aozou. E' vero che, storicamente, la Confraternita dei Senussiti esercitava la sua influenza fino in questa regione. E nel 1935, il ministro degli esteri francese Pierre Laval, volle accordarsi con Mussolini proponendogli la striscia di Aozou. Ma alla fine, Mussolini si avvicinò a Hitler e l'accordo rimase lettera morta.
Gheddafi ha tuttavia voluto annettersi il territorio e s'è e impegnato in una lotta di potere con Parigi in questa ex colonia francese. Infine, gli Stati Uniti, la Francia, l'Egitto, il Sudan e le altre forze reazionarie della regione, hanno sostenuto l'esercito del Ciad che costrinse alla ritirata le truppe libiche. Migliaia di soldati e grandi quantità di armi furono catturate. Il presidente del Ciad, Habré, vendette questi soldati all'amministrazione Reagan e la CIA li utilizzò come mercenari in Kenya e in America Latina.
Ma l'errore più grande della rivoluzione libica è di avere puntato tutto sulle risorse petrolifere. Infatti, le risorse umane sono la più grande ricchezza di un paese. Non è possibile la riuscita di una rivoluzione se non si sviluppano concordia nazionale, giustizia sociale e una equa distribuzione della ricchezza.
Ma il colonnello non ha mai eliminato la discriminazione ancestrale in Libia. Come mobilitare la popolazione se non si mostra che i libici, a prescindere dalla loro appartenenza etnica o tribale, sono tutti uguali e possono lavorare insieme per il bene della nazione? La maggioranza della popolazione libica è araba, parla la stessa lingua e condivide la stessa religione. La diversità etnica non è molto significativa. Era possibile eliminare le discriminazioni e mobilitare la popolazione.
Gheddafi è stato egualmente incapace di educare il popolo della Libia sulle questioni della rivoluzione. Egli non ha elevato il livello di coscienza politica dei suoi cittadini e non ha sviluppato partiti per sostenere la rivoluzione.
- Eppure, sulla scia del suo Libro verde del 1975, ha introdotto i comitati popolari, una sorta di democrazia diretta.
Questo tentativo di democrazia diretta è stata influenzata da concetti marxisti-leninisti. Ma questi comitati popolari in Libia non si basavano su alcuna analisi politica, nessuna chiara ideologia. E' stato un fallimento. Gheddafi non ha più sviluppato un partito politico per sostenere la sua rivoluzione. Infine, si è allontanato dal popolo. La rivoluzione libica è diventato il progetto di una persona. Tutto ruotava intorno al capo carismatico lontano dalla realtà. E quando aumenta il distacco tra un leader e il suo popolo, la sicurezza e la repressione vanno a riempire il vuoto. Gli eccessi sono aumentati, la corruzione è cresciuta notevolmente e le divisioni tribali si sono cristallizzate.
Oggi queste divisioni riaffiorano nella crisi libica. Parte della gioventù in Libia è stanca della dittatura ed è influenzata dagli eventi in Tunisia e in Egitto. Ma questi sentimenti popolari sono manipolati dall'opposizione dell'Est del paese che reclama la sua fetta di torta, la distribuzione della ricchezza è molto irregolare sotto il regime di Gheddafi. Ben presto, le contraddizioni reali usciranno allo scoperto.
Nessuno sa, del resto, molto di questo movimento di opposizione. Chi sono? Qual è il loro programma? Se vogliono davvero una rivoluzione democratica, perché sono ritornate le bandiere del re Idriss, simboli di un tempo in cui la Cirenaica è stata la provincia dominante del paese? Hanno chiesto il parere agli altri libici? Si può parlare di movimento democratico, quando questi oppositori massacrano i neri della regione? Chi fa parte dell'opposizione in un paese, se è patriottico e intende rovesciare il governo, lo fa in modo corretto. Non si crea una guerra civile nel proprio paese facendogli correre il rischio di una balcanizzazione.
- Pensi che sarebbe quindi più una guerra civile derivante dai conflitti tra clan libici?
E' peggio, credo. Ci sono stati conflitti tra le tribù, ma non hanno mai raggiunto una tale scala. Qui, gli Stati Uniti contribuiscono alle tensioni al fine di intervenire militarmente in Libia. Fin dai primi giorni della rivolta, il Segretario di Stato Hillary Clinton si è offerto di fornire armi agli oppositori. In un primo tempo, l'opposizione organizzata nel Consiglio Nazionale ha rifiutato ogni ingerenza da parte delle potenze straniere, perché sapeva che avrebbe screditato il suo movimento. Ma oggi, alcuni oppositori chiedono un intervento armato.
Dal momento che il conflitto è scoppiato, Obama ha detto che tutte le opzioni sono possibili e il Senato degli Stati Uniti ha esortato la comunità internazionale ad adottare una no-fly zone sopra il territorio della Libia, che sarebbe un vero e proprio atto di guerra. Inoltre, la portaerei nucleare USS Enterprise, che si trova nel Golfo di Aden per combattere la pirateria, è risalita fino alle coste libiche. Due navi anfibie, la USS Kearsarge e USS Ponce, con a bordo migliaia di marines e flotte di elicotteri da combattimento, sono state posizionate nel Mediterraneo.
La scorsa settimana, Louis Michel, ex Commissario europeo per lo Sviluppo e gli aiuti umanitari dell'Unione europea, si è chiesto con forza durante un programma televisivo quale governo avrebbe il coraggio di impedire davanti al proprio parlamento la necessità di intervenire militarmente in Libia. Ma Louis Michel non si è mai appellato a un tale intervento in Egitto e Bahrain. Perché?
- La repressione non è più violenta in Libia?
La repressione fu molto violenta in Egitto, ma la NATO non ha mai posizionato le navi da guerra lungo la costa dell'Egitto a minacciare Mubarak. E' stato solo esortato a trovare una soluzione democratica!
Per la Libia, si deve stare molto attenti con le informazioni che riceviamo. Un giorno si parla di 2.000 morti e il giorno dopo, il bilancio viene aggiornato a 300. Si è detto che all'inizio della crisi che Gheddafi aveva bombardato il proprio popolo, ma l'esercito russo, che monitora la situazione da satellite, ha ufficialmente negato queste informazioni. Se la NATO si prepara a intervenire militarmente in Libia, possiamo essere sicuri che i media mainstream diffonderanno la solita guerra di propaganda.
In effetti, la stessa cosa è successa in Romania con Ceausescu. La vigilia di Natale del 1989, il primo ministro belga Wilfried Martens ha tenuto un discorso in televisione sostenendo che le forze di sicurezza di Ceausescu avevano appena ucciso 12.000 persone. Era falso. Ma le immagini della celebre tomba di Timisoara hanno ugualmente fatto il giro del mondo. Dovevano dimostrare la violenza indiscriminata del Presidente rumeno. Più tardi è emerso che questi fatti sono stati una messa in scena: i cadaveri furono prelevati da una camera mortuaria e messi in scena per impressionare i giornalisti. Hanno anche detto che i comunisti avevano avvelenato l'acqua e che mercenari siriani e palestinesi erano presenti in Romania e addirittura che Ceausescu aveva addestrato degli orfani per farne macchine per uccidere. E' stata pura propaganda per destabilizzare il regime.
Alla fine, Ceausescu e sua moglie sono stati uccisi dopo un processo farsa durato 55 minuti. Naturalmente, come Gheddafi, il presidente rumeno non era un chierichetto. Ma che cosa è successo da allora? La Romania è diventata una semi-colonia d'Europa. La manodopera a basso costo viene sfruttata. Molti servizi sono stati privatizzati a favore delle imprese occidentali e sono inaccessibili per gran parte della popolazione. E ora, ogni anno, molti romeni vanno a piangere sulla tomba di Ceausescu. La dittatura era una cosa terribile, ma da quando il paese è economicamente distrutto, è peggio!
- Perché gli Stati Uniti vogliono rovesciare Gheddafi? Negli ultimi dieci anni il colonnello è divenuto frequentabile dall'Occidente e ha privatizzato una gran parte dell'economia libica a beneficio delle società occidentali.
Bisogna analizzare questi avvenimenti alla luce dei nuovi rapporti di forza nel mondo. Le potenze imperialiste sono in declino mentre le altre forze sono in piena espansione. Recentemente, la Cina ha offerto di acquistare il debito portoghese! In Grecia, la popolazione è sempre più ostile verso questa UE che viene percepita come una copertura dell'imperialismo tedesco. Gli stessi sentimenti sono in crescita in Europa orientale. Inoltre, gli Stati Uniti hanno attaccato l'Iraq per impadronirsi del petrolio, ma alla fine, solo una compagnia USA ne approfitta e il resto è sfruttato da imprese malesi e cinesi. In breve, l'imperialismo è in crisi.
Inoltre, la rivoluzione tunisina ha notevolmente sorpreso l'Occidente. La caduta di Mubarak ancora di più. Washington sta cercando di recuperare questi movimenti popolari, ma il controllo gli sfugge. In Tunisia, il primo ministro Mohamed Ghannouchi, un puro prodotto della dittatura di Ben Ali, doveva assicurare la transizione e dare l'illusione del cambiamento. Ma la determinazione del popolo lo ha costretto a dimettersi. In Egitto, gli Stati Uniti contano sull'esercito per mantenere un sistema accettabile. Ma ho ricevuto informazioni che confermano che nelle innumerevoli caserme militari sparse in tutto il paese, dei giovani ufficiali si organizzano in comitati rivoluzionari in solidarietà con il popolo egiziano. Essi avrebbero anche fatto arrestare alcuni degli ufficiali coinvolti nel regime di Mubarak.
La regione potrebbe sfuggire al controllo degli Stati Uniti. Intervenire in Libia permetterebbe a Washington di spezzare questo movimento rivoluzionario e di evitare che esso si estenda nel resto del mondo arabo e nell'Africa. Da una settimana dei giovani sono in rivolta in Burkina Faso ma i media non ne parlano. Non più che delle manifestazioni in Iraq.
L'altro pericolo per gli Stati Uniti è di veder emergere dei governi antimperialisti in Tunisia e in Egitto. In questo caso, Gheddafi non sarebbe più isolato e potrebbe rivedere gli accordi con l'Occidente. Libia, Egitto e Tunisia potrebbero unirsi e formare un blocco antimperialista. Con tutte le risorse a loro disposizione, comprese le grandi riserve di valuta estera di Gheddafi, questi tre paesi potrebbero diventare una grande potenza nella regione. Probabilmente più importante della Turchia.
- Tuttavia, Gheddafi aveva sostenuto Ben Ali in Tunisia, quando il popolo si è ribellato.
Questo dimostra quanto egli è debole, isolato e scollegato dalla realtà. Ma i rapporti di forza mutati nella regione potrebbero cambiare la situazione. Gheddafi potrebbe cambiare idea e non sarebbe la prima volta.
- Come potrebbe evoversi la situazione in Libia?
Le potenze occidentali e il cosiddetto movimento d'opposizione hanno respinto la proposta di mediazione di Chavez, lasciando intendere che non vogliono una soluzione pacifica. Ma gli effetti di un intervento NATO sarà disastroso. Abbiamo visto che cosa ha fatto in Kosovo o in Afghanistan.
Inoltre, l'aggressione militare potrebbe promuovere l'ingresso in Libia di gruppi islamici che potrebbero impadronirsi di importanti arsenali. Al-Qaeda potrebbe infiltrarsi e fare della Libia un secondo Iraq. Inoltre, ci sono già gruppi armati in Niger che nessuno sembra controllare. La loro influenza potrebbe estendersi in Libia, Ciad, Mali, Algeria ... In effetti, preparando un intervento militare, l'imperialismo sta aprendo le porte dell'inferno!
In conclusione, il popolo libico merita di meglio di questo movimento di opposizione che ha fatto precipitare il paese nel caos. Avrebbe bisogno di un vero movimento democratico per rimpiazzare il regime di Gheddafi e instaurare la giustizia sociale.
In ogni caso, i libici non meritano un'aggressione militare. Le forze imperialiste sembrano indirizzate ad avviare un'offensiva controrivoluzionaria nel mondo arabo. Attaccare la Libia è la loro soluzione d'urgenza... che gli ricadrebbe addosso.
* Mohamed Hassan è uno specialista di geopolitica e del mondo arabo. Nato ad Addis Abeba (Etiopia), ha partecipato ai movimenti studenteschi nel quadro della rivoluzione socialista del 1974 nel suo paese. Ha studiato scienze politiche in Egitto, prima di specializzarsi nel campo dell’amministrazione pubblica a Bruxelles. Negli anni '90, come diplomatico del suo paese di origine ha operato a Washington, Pechino e Bruxelles. Co-autore de “L'Irak sous l'occupation” (EPO, 2003), ha anche partecipato alla redazione di pubblicazioni concernenti il nazionalismo arabo e i movimenti islamici, e sul nazionalismo fiammingo. Hassan è uno dei più profondi conoscitori contemporanei del mondo arabo e musulmano.
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Fare la guerra con Gheddafi non contro Gheddafi
Fare la guerra con Gheddafi non contro Gheddafi
pubblicata da Pietro Ancona il giorno martedì 22 marzo 2011 alle ore 12.58
Fare la guerra con Gheddafi e non contro Gheddafi
Ci sono cose che riscattano un uomo di tante sue colpe e di tante suoi piccoli o grandi vizi. Mi hanno molto colpito le parole di Berlusconi dedicate a Gheddafi. " Sono molto addolorato per lui, quanto succede in Libia mi colpisce personalmente." Naturalmente per avere detto questo sarà morsicato ai polpacci dai tanti sciacalli e sciacalletti della politica italiana, pieni di veleno razzista contro colui che chiamano spregiativamente raiss. Berlusconi ha avuto la debolezza di avere aderito alla risoluzione dell'ONU anche se lo ha fatto masticando amaro. Non era in condizioni di contrapporsi nettamente alla Casa Bianca ed ai suoi voleri che sono legge in tutto l'Occidente ed anche all'ONU diventato un ufficio ratifica delle deliberazioni degli USA. Tuttavia sa bene come sanno tutti che la sconfitta di Gheddafi sarà la sconfitta stessa dell'Italia che finora ha goduto di straordinari privilegi politici ed economici in Libia. La Francia ha sempre invidiato il ruolo dell'Eni e della Finmeccanica e l'interscambio italo-libico di quasi trenta miliardi di euro l'anno. Sarkozy scalpita e sgomita dentro l'alleanza del branco di squali accampato nel golfo della Sirte per farci fuori al più presto e mettere il rubinetto anche al metanodotto che ci porta da trenta anni il prezioso gas dalla Algeria. In quanto agli USA che mostrano l'onnipotenza del loro esercito e non si vergognano di infierire contro un piccolo popolo hanno inaugurato una politica che vorrebbero spacciare di prudenza e di saggezza. . Obama parla poco e si mostra quasi "coinvolto" più che artefice della aggressione colonialista alla Libia. Dice da sempre che Gheddafi se ne deve andare e nello stesso tempo ha ottenuto il suo deferimento al tribunale dei Crimini di Guerra che gli USA ritengono di non riconoscere per loro. Nel primo giorno di assedio alla Libia ha scaraventato una apocalittica quantità di missili sulle infrastrutture civili e militari secondo la tecnica di ridurre all'età della pietra quanto di civile si trova nel raggio di questi terribili ordigni. Solo questo lancio è costato oltre cento milioni di dollari. I missili sono tutti armati di uranio impoverito al fine di diffondere il cancro nella popolazione e di manomettere le generazioni future. Nasceranno mostriciattoli al posto dei bellissimi bambini berberi o beduini di oggi! Obama è intervenuto in Libia ed ha orchestrato tutto
perchè non ha mai gradito il rapporto privilegiato tra Italia-Libia e Russia che avrebbe dato vita ad un progetto grandioso di oleodotti e metanodotti con il gravissimo difetto di essere estraneo ed indipendente dai progetti americani
dell'establiscement occidentali. Ma i vestiti di Gheddafi hanno tutti un grande valore simbolico come la tuta mimetica di Fidel Castro ed il camiciotto azzurro di Mao. Sottolineano il carattere eversivo e rivoluzionario dell'uomo che li indossa.. La Libia di Gheddafi è passato da un milione di abitanti del 1969 ai sei milioni di oggi, la vita media è di 77 anni, la mortalità infantile bassa forse migliore di quella USA, il reddito procapite di 17 mila dollari, il welfare tra i migliori del mondo. A questo è servito il petrolio: a migliorare la condizione di sei milioni di persone che danno pane e lavoro a tre milioni di stranieri come se l'Italia desse lavoro a trenta milioni di immigrati!!
Dopo questa guerra non ci sarà più niente di tutto questo e milioni di persone dovranno decidere se morire di fame o tentare l'avventura dell'attraversamento del mare.Il Nord Africa privato del centro di forza economica e di stabilità della Libia diventerà un inferno come si vede dall'esodo continuo dei tunisini verso l'Italia. Irak docet! L'opposizione italiana piuttosto che farsi carico di una analisi corretta di quanto sta accadendo e di prendere le misure necessarie non trova di meglio che criticare Berlusconi secondo strizzando l'occhio agli Usa come a dire "vedete, se ci fossimo noi saremmo più attenti alle vostre direttive." Napolitano si comporta come garante dell'atlantismo più becero dei sepolcri imbiancati della guerra fredda. Per lui la cosa più importante è uscire da questa vicenda senza fare arrabbiare gli USA. IL resto non conta!
Insomma, spero che il governo trovi modo di sganciarsi da questa sporca avventura di petrolio e di sangue e, una volta tanto nella storia di questo Paese, di non essere Maramaldo, voltagabbana, specialmente quanto i mafiosi occidentali ci vogliono con loro togliendoci anche il pane di bocca.
Pietro Ancona
pubblicata da Pietro Ancona il giorno martedì 22 marzo 2011 alle ore 12.58
Fare la guerra con Gheddafi e non contro Gheddafi
Ci sono cose che riscattano un uomo di tante sue colpe e di tante suoi piccoli o grandi vizi. Mi hanno molto colpito le parole di Berlusconi dedicate a Gheddafi. " Sono molto addolorato per lui, quanto succede in Libia mi colpisce personalmente." Naturalmente per avere detto questo sarà morsicato ai polpacci dai tanti sciacalli e sciacalletti della politica italiana, pieni di veleno razzista contro colui che chiamano spregiativamente raiss. Berlusconi ha avuto la debolezza di avere aderito alla risoluzione dell'ONU anche se lo ha fatto masticando amaro. Non era in condizioni di contrapporsi nettamente alla Casa Bianca ed ai suoi voleri che sono legge in tutto l'Occidente ed anche all'ONU diventato un ufficio ratifica delle deliberazioni degli USA. Tuttavia sa bene come sanno tutti che la sconfitta di Gheddafi sarà la sconfitta stessa dell'Italia che finora ha goduto di straordinari privilegi politici ed economici in Libia. La Francia ha sempre invidiato il ruolo dell'Eni e della Finmeccanica e l'interscambio italo-libico di quasi trenta miliardi di euro l'anno. Sarkozy scalpita e sgomita dentro l'alleanza del branco di squali accampato nel golfo della Sirte per farci fuori al più presto e mettere il rubinetto anche al metanodotto che ci porta da trenta anni il prezioso gas dalla Algeria. In quanto agli USA che mostrano l'onnipotenza del loro esercito e non si vergognano di infierire contro un piccolo popolo hanno inaugurato una politica che vorrebbero spacciare di prudenza e di saggezza. . Obama parla poco e si mostra quasi "coinvolto" più che artefice della aggressione colonialista alla Libia. Dice da sempre che Gheddafi se ne deve andare e nello stesso tempo ha ottenuto il suo deferimento al tribunale dei Crimini di Guerra che gli USA ritengono di non riconoscere per loro. Nel primo giorno di assedio alla Libia ha scaraventato una apocalittica quantità di missili sulle infrastrutture civili e militari secondo la tecnica di ridurre all'età della pietra quanto di civile si trova nel raggio di questi terribili ordigni. Solo questo lancio è costato oltre cento milioni di dollari. I missili sono tutti armati di uranio impoverito al fine di diffondere il cancro nella popolazione e di manomettere le generazioni future. Nasceranno mostriciattoli al posto dei bellissimi bambini berberi o beduini di oggi! Obama è intervenuto in Libia ed ha orchestrato tutto
perchè non ha mai gradito il rapporto privilegiato tra Italia-Libia e Russia che avrebbe dato vita ad un progetto grandioso di oleodotti e metanodotti con il gravissimo difetto di essere estraneo ed indipendente dai progetti americani
Dopo questa guerra non ci sarà più niente di tutto questo e milioni di persone dovranno decidere se morire di fame o tentare l'avventura dell'attraversamento del mare.Il Nord Africa privato del centro di forza economica e di stabilità della Libia diventerà un inferno come si vede dall'esodo continuo dei tunisini verso l'Italia. Irak docet! L'opposizione italiana piuttosto che farsi carico di una analisi corretta di quanto sta accadendo e di prendere le misure necessarie non trova di meglio che criticare Berlusconi secondo strizzando l'occhio agli Usa come a dire "vedete, se ci fossimo noi saremmo più attenti alle vostre direttive." Napolitano si comporta come garante dell'atlantismo più becero dei sepolcri imbiancati della guerra fredda. Per lui la cosa più importante è uscire da questa vicenda senza fare arrabbiare gli USA. IL resto non conta!
Insomma, spero che il governo trovi modo di sganciarsi da questa sporca avventura di petrolio e di sangue e, una volta tanto nella storia di questo Paese, di non essere Maramaldo, voltagabbana, specialmente quanto i mafiosi occidentali ci vogliono con loro togliendoci anche il pane di bocca.
Pietro Ancona
lunedì 21 marzo 2011
protesta con TG3 per la campagna bellicista
Cara Signora Berlinguer,
potrebbe essere più rispettosa del Presidente Gheddafi in questo momento soggetto a bombe all'uranio di mille chili ciascuna che tentano di perforare il cemento che ancora lo protegge. Chiamarlo Raiss, caricando sulle ss finali è distinguerlo come inferiore degli altri capi di Stato ed assimilarlo magari ai capi delle tonnare che tirano la camera della morte.
La camera della morte è tirata dall'Occidente e dai Grandi criminali Obama, Camerun e Sarkozy accorsi come banditi nella baia della Sirte pèr rapinare la Libia del petrolio che Gheddafi ha usato per dare al suo popolo uno dei più alti welfare del mondo.
Ma parlare con voi è tempo perso. Siete embedded e dovete accreditare la tesi del tiranno cattivo a cui bisogna tirare il collo per salvare purissimi eroi maltrattati tanto maltrattati che avevano conquistato militarmente quasi tutta la Libia.
L'unica soddisfazione che ho di questa vicenda è che il venire meno dei proventi e dei commerci della Libia farà regredire l'Italia ai tempi della fame quella che spinge Pinocchio a mangiare i torsoli.
Dal momento che lei è una persona intelligente e colta non dubito che sia in malafede per la versione che sta dando di questo raccapricciante episodio di colonialismo.
Pietro Ancona
Ps, Berlusconi ha fatto con Gheddafi quello avrebbero dovuto fare a suo tempo i presidenti di centro sinistra più portati a bombardare le città per conto degli USA come ha fatto Gheddafi. E inoltre si informi sugli accordi triangolari con la Russia e la Libia che avrebbero fatto dell'Italia un centro mondiale al livello degli USA. Si faccia cercare i documenti contenuti nell'incontro tra Medvedev e Napolitano.
potrebbe essere più rispettosa del Presidente Gheddafi in questo momento soggetto a bombe all'uranio di mille chili ciascuna che tentano di perforare il cemento che ancora lo protegge. Chiamarlo Raiss, caricando sulle ss finali è distinguerlo come inferiore degli altri capi di Stato ed assimilarlo magari ai capi delle tonnare che tirano la camera della morte.
La camera della morte è tirata dall'Occidente e dai Grandi criminali Obama, Camerun e Sarkozy accorsi come banditi nella baia della Sirte pèr rapinare la Libia del petrolio che Gheddafi ha usato per dare al suo popolo uno dei più alti welfare del mondo.
Ma parlare con voi è tempo perso. Siete embedded e dovete accreditare la tesi del tiranno cattivo a cui bisogna tirare il collo per salvare purissimi eroi maltrattati tanto maltrattati che avevano conquistato militarmente quasi tutta la Libia.
L'unica soddisfazione che ho di questa vicenda è che il venire meno dei proventi e dei commerci della Libia farà regredire l'Italia ai tempi della fame quella che spinge Pinocchio a mangiare i torsoli.
Dal momento che lei è una persona intelligente e colta non dubito che sia in malafede per la versione che sta dando di questo raccapricciante episodio di colonialismo.
Pietro Ancona
Ps, Berlusconi ha fatto con Gheddafi quello avrebbero dovuto fare a suo tempo i presidenti di centro sinistra più portati a bombardare le città per conto degli USA come ha fatto Gheddafi. E inoltre si informi sugli accordi triangolari con la Russia e la Libia che avrebbero fatto dell'Italia un centro mondiale al livello degli USA. Si faccia cercare i documenti contenuti nell'incontro tra Medvedev e Napolitano.
appunti sulla democrazia degenerata
Con il concorso di tutti la democrazia in Italia ha subito trasformazioni radicali che è meglio se chiamiamo sfregi e tralignamenti velenosi verso forme di mercatismo politico.Ha accentuato al suo interno le possibilità di manipolazione degli oligarchi segretari di partito o "governatori" o sindaci o presidenti di province. I segretari di partito hanno il potere di comporre le liste che propongono ai loro elettorati. Prendere o lasciare. Se sei di questo o quel partito non puoi che votare la lista che ti viene proposta nella tua circoscrizione. I capi delle amministrazioni regionali possono farsi dei listini e cioè persone che saranno automaticamente elette se verrà eletto il Governatore. La Binetti a Milano è stata eletta con questo sistema. Inoltre se per una qualche ragione il Presidente o il Sindaco decadono dalla loro carica decade con loro l'intero consiglio comunale. Insomma l'organo "legislativo" dipende come l'esecutivo dal capo dello ente. E questo imbastardisce, ribalta, l'idea della tripartizione dei poteri che sta a fondamento della democrazia per cui il massimo potere democratico è l'assemblee che vigila sull'Esecutivo. Inoltre, se una formazione politica non raggiunge il 4 o il 5 per cento dei voti viene esclusa dalla rappresentanza. Una norma assurda che lede il diritto di voto e che taglia fuori tutte le correnti politiche minoritarie esistenti in un paese per favorire rassemblement di due schieramenti o tre al massimo che si fronteggiano per l'alternanza. Questo sistema basato sulla conquista del "centro" da entrambi gli schieramenti ne appiattisce ed omologa i programmi politici. Haforse qualcosa di diverso il Pdl dal PDI?
La elezione diretta del Sindaco o del Governatore è demagogia che ha il solo effetto di sconvolgere ed annichilire il potere delle assemblee.
Bisogna aggiungere a tutto questo la professionalizzazione della politica dovuta ad indennità corrisposte ad ogni ordine di eletti dalla circoscrizione al parlamento. La politica è diventata business, occasione per impiegarsi a tempo pieno ricavandone di che vivere per se e per il "pacchetto" di optional che il "politico" si porta dietro: segretaria, autista, a volte consulente. Le indennità delle cariche esecutive di assessori o ministri sono diventate altamente appetibili.
pietro ancona
La elezione diretta del Sindaco o del Governatore è demagogia che ha il solo effetto di sconvolgere ed annichilire il potere delle assemblee.
Bisogna aggiungere a tutto questo la professionalizzazione della politica dovuta ad indennità corrisposte ad ogni ordine di eletti dalla circoscrizione al parlamento. La politica è diventata business, occasione per impiegarsi a tempo pieno ricavandone di che vivere per se e per il "pacchetto" di optional che il "politico" si porta dietro: segretaria, autista, a volte consulente. Le indennità delle cariche esecutive di assessori o ministri sono diventate altamente appetibili.
pietro ancona
spèigolature sulla crisi libica in facebook
L'interventismo
L'interventismo è una vecchia malattia del socialismo europeo. Ma non era mai stato rivolto verso operazioni di stampo coloniale come questa contro la Libia. E contro l'Italia, aggiungo, perchè l'Italia aveva da quaranta anni un meraviglioso rapporto alla pari dal quale ricava prosperità ricchezza lavoro. Circa trenta miliardi annui ...di interscambio. Gheddavi è un valoroso e geniale dirigente del suo popolo. Migliore dei sepolcri imbiancati della classe dirigente europea e dei suoi ruffianelli dei massmedia. Usciremo dalla guerra contro Gheddafi con le ossa rotte, più poveri, molto più poveri ed anche disonorati per la maramaldesca giravolta del nostro governo. Provo pena per l'Unità, giornale dei comunisti e di Antonio Gramsci che scrive cose meno vere di quelle che scrive Libero. Libero ha detto che la Francia ci soffia tutto. E per giunta che avremo una invasione di gente fino ad oggi serena e prospera con Gheddafi da domani morti di fame che è successo alla irakeni.
In commento della Rossandra che scrive su Micro Mega
le argomentazioni della rossanda sono ridicole e astoriche. Perchè la Libia dovrebbe essere rimproverata perchè non conosce la tripartizione dei poteri? Perchè dovrebbe conoscerla? Forse che un giorno prima di Gheddafi non era immersa nel truce colonialismo italiano e poi in quello inglese? C'è molto razzismo nell'analisi di Rossanda che evidentemente scrive guardando gli interessi di israele. Come fa ad essere una sorta di mostro sacro della sinistra una persona che giustifica i bombardamenti di un piccolo popolo che Gheddafi ha redendo dalla povertà (si vada a leggere i fondamentali dell'economia e del welfare libici) è davvero un mistero! Credo che senta anche moltissimo l'influenza della Francia spocchiosa e stronza di Sarkozy.
Che venga un cancro agli inglesi!
Lunga vita al colonnello Gheddavi incarnazione della Libia postcoloniale prospera pacifica amica dell'Italia alla quale ha dato petrolio, gas, migliaia di investimenti e di posti di lavoro. Lunga viva a Gheddafi ai suoi figli alla Libia e che venga un cancro agli inglesi che dichiarano di volerlo uccidere come hanno fatto gli israeliani con Arafat e gli Usa con Sadam Hussein.
Flores d'Arcais e Rossana Rossanda
E' mille volte da preferire la posizione di Bossi e di Feltri che raccontano la verità sulla Libia e sull'aggressione imperialistica che l'ipocrita accorrere accanto ad insorti spacciati per libertatori come fanno Flores d'Arcais e l'ineffabile signora Rossanda.
Entrambi fanno finta di ignorare che gli insorti sono una longa mano degli USA e di israele e che l'obiettivo è l'uccisione di Gheddafi e con lui della Libia libera ed indipendente. La Libia dovrà fare la fine della Jugoslavia, dello Iraq, della Somalia, dolore, desolazione e miseria laddove finora c'era stato prosperità.
Da questa sinistra è meglio dimettersi. Specie quando fa finta di ignorare che con la Libia morrà pure l'Italia che da quaranta anni ha uno scambio non colonialistico di risorse, produzioni, benessere. Qualcosa come trenta miliardi annui di euro.
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it
L'interventismo è una vecchia malattia del socialismo europeo. Ma non era mai stato rivolto verso operazioni di stampo coloniale come questa contro la Libia. E contro l'Italia, aggiungo, perchè l'Italia aveva da quaranta anni un meraviglioso rapporto alla pari dal quale ricava prosperità ricchezza lavoro. Circa trenta miliardi annui ...di interscambio. Gheddavi è un valoroso e geniale dirigente del suo popolo. Migliore dei sepolcri imbiancati della classe dirigente europea e dei suoi ruffianelli dei massmedia. Usciremo dalla guerra contro Gheddafi con le ossa rotte, più poveri, molto più poveri ed anche disonorati per la maramaldesca giravolta del nostro governo. Provo pena per l'Unità, giornale dei comunisti e di Antonio Gramsci che scrive cose meno vere di quelle che scrive Libero. Libero ha detto che la Francia ci soffia tutto. E per giunta che avremo una invasione di gente fino ad oggi serena e prospera con Gheddafi da domani morti di fame che è successo alla irakeni.
In commento della Rossandra che scrive su Micro Mega
le argomentazioni della rossanda sono ridicole e astoriche. Perchè la Libia dovrebbe essere rimproverata perchè non conosce la tripartizione dei poteri? Perchè dovrebbe conoscerla? Forse che un giorno prima di Gheddafi non era immersa nel truce colonialismo italiano e poi in quello inglese? C'è molto razzismo nell'analisi di Rossanda che evidentemente scrive guardando gli interessi di israele. Come fa ad essere una sorta di mostro sacro della sinistra una persona che giustifica i bombardamenti di un piccolo popolo che Gheddafi ha redendo dalla povertà (si vada a leggere i fondamentali dell'economia e del welfare libici) è davvero un mistero! Credo che senta anche moltissimo l'influenza della Francia spocchiosa e stronza di Sarkozy.
Che venga un cancro agli inglesi!
Lunga vita al colonnello Gheddavi incarnazione della Libia postcoloniale prospera pacifica amica dell'Italia alla quale ha dato petrolio, gas, migliaia di investimenti e di posti di lavoro. Lunga viva a Gheddafi ai suoi figli alla Libia e che venga un cancro agli inglesi che dichiarano di volerlo uccidere come hanno fatto gli israeliani con Arafat e gli Usa con Sadam Hussein.
Flores d'Arcais e Rossana Rossanda
E' mille volte da preferire la posizione di Bossi e di Feltri che raccontano la verità sulla Libia e sull'aggressione imperialistica che l'ipocrita accorrere accanto ad insorti spacciati per libertatori come fanno Flores d'Arcais e l'ineffabile signora Rossanda.
Entrambi fanno finta di ignorare che gli insorti sono una longa mano degli USA e di israele e che l'obiettivo è l'uccisione di Gheddafi e con lui della Libia libera ed indipendente. La Libia dovrà fare la fine della Jugoslavia, dello Iraq, della Somalia, dolore, desolazione e miseria laddove finora c'era stato prosperità.
Da questa sinistra è meglio dimettersi. Specie quando fa finta di ignorare che con la Libia morrà pure l'Italia che da quaranta anni ha uno scambio non colonialistico di risorse, produzioni, benessere. Qualcosa come trenta miliardi annui di euro.
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
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domenica 20 marzo 2011
Crimini contro l'umanità "umanitari"
.
Come faremo morire di cancro i sopravvissuti ai bombardamenti ed alterato la genetica della popolazione che sarà popolata di mostri
Missili Cruise all’uranio impoverito sulla Libia
Un primo studio di impatto ambientale e sulla salute
Massimo Zucchetti
Politecnico di Torino, Italia
zucchetti@polito.it
Riassunto
I cruise lanciati sulla Libia contengono Uranio impoverito. Sono state calcolate le conseguenze dell'inquinamento radioattivo. Fino a seimila morti
Introduzione
Le questioni che riguardano l’Uranio impoverito e la sua tossicità hanno talvolta, negli anni recenti, esulato dal campo della scienza. Lo scrivente[1] si occupa di radioprotezione da circa un ventennio e di uranio impoverito dal 1999. Dopo un’esperienza di pubblicazione di lavori scientifici su riviste, atti di convegni internazionali e conferenze in Italia, sul Uranio impoverito, questo articolo cerca di fare una stima del possibile impatto ambientale e sulla salute dell’uso di uranio impoverito nella guerra di Libia (2011). Notizie riguardanti il suo utilizzo sono apparse nei mezzi di informazione fin dall’inizio del conflitto.[2]
Per le sue peculiari caratteristiche fisiche, in particolare la densità che lo rende estremamente penetrante, ma anche il basso costo (il DU costa alla produzione circa 2$ al kg) e la scomodità di trattarlo come rifiuto radioattivo, il DU ha trovato eccellenti modalità di utilizzo in campo militare.
Se adeguatamente trattata, la lega U-Ti costituisce un materiale molto efficace per la costruzione di penetratori ad energia cinetica, dense barre metalliche che possono perforare una corazza quando sono sparate contro di essa ad alta velocità.
Il processo di penetrazione polverizza la maggior parte dell'Uranio che esplode in frammenti incandescenti (combustione violenta a quasi 5000 °C) quando colpisce l'aria dall'altra parte della corazzatura perforata, aumentandone l'effetto distruttivo. Tale proprietà è detta “piroforicità”, per fare un esempio, la caratteristica dello zolfo dei fiammiferi. Quindi, oltre alla elevata densità, anche la piroforicità rende il DU un materiale di grande interesse per queste applicazioni, in particolare come arma incendiaria (API: Armour Piercing Incendiary cioè penetratore di armature incendiario).
Infine, in fase di impatto sull’obiettivo, la relativa durezza del DU (in lega con il Titanio) fornisce al proiettile capacità autoaffilanti: in altre parole, il proiettile non si “appiattisce” contro la corazza che deve sfondare, formando una “testa piatta” – come fa ad esempio un proiettile di Pb – ma mantiene la sua forma affusolata fino alla completa frammentazione, senza quindi perdere le proprietà penetranti.
In battaglia il DU è sicuramente stato impiegato nella Guerra del Golfo del 1991, durante i bombardamenti NATO/ONU sulla Repubblica Serba di Bosnia nel settembre 1995, sulla Jugoslavia nella primavera 1999; in questo secolo, durante lattacco all’Afghanistan e successivamente ancora in Iraq nel 2003.
L’uso di dispositivi al DU nelle guerre in Somalia ed in Bosnia centrale e centro-orientale (soprattutto ampie aree intorno a Sarajevo) negli anni ‘90, in Palestina ed in poligoni di tiro di competenza delle forze militari NATO, è ancora incompletamente documentato[3].
Tra gli armamenti che usano DU, citiamo anche il missile Cruise Tomahawk il cui utilizzo durante la guerra nei Balcani della primavera 1999, pur non ammesso dalla NATO è stato confermato da ritrovamenti in loco e da fonti della Unione Europea[4].
D’altra parte, nel decalogo degli ufficiali, consegnato a tutti gli uomini in divisa spediti in Kosovo, vi erano delle raccomandazioni da seguire alla lettera, circa la presenza di Uranio impoverito sul territorio e in particolare nei missili Cruiese Tomahawk. L’introduzione recita così:
«I veicoli ed i materiali dell’esercito serbo in Kosovo possono costituire una minaccia alla salute dei militari e dei civili che ne dovessero venire a contatto. I veicoli e gli equipaggiamenti trovati distrutti, danneggiati o abbandonati devono essere ispezionati e maneggiati solamente da personale qualificato. I pericoli possono derivare dall’Uranio impoverito in conseguenza dei danni dovuti alla campagna di bombardamento NATO relativamente a mezzi colpiti direttamente o indirettamente. Inoltre, i collimatori contengono tritio e le strumentazioni e gli indicatori possono essere trattati con vernice radioattiva, pericolosa per chi dovesse accedere ai mezzi per ispezionarli». Seguono consigli su come evitare l’esposizione all’Uranio impoverito. Testuale: «Evitate ogni mezzo o materiale che sospettate essere stato colpito da munizioni contenenti Uranio impoverito o missili da crociera Tomahawk. Non raccogliere o collezionare munizioni con DU trovare sul terreno. Informate immediatamente il vostro comando circa l’area che ritenete contaminata. Ovunque siate delimitate l’area contaminata con qualsiasi materiale trovato in loco. Se vi trovate in un’area contaminata indossate come minimo la maschera ed i guanti di protezione. Provvedete a un’ottima igiene personale. Lavate frequentemente il corpo e i vestiti».
Le valutazioni sulla quantità di DU utilizzato nei missili Cruise divergono.
In particolare, essi variano, nelle diverse fonti, fra valori intorno ai 3 kg, per andare invece fino a 400 kili circa. In nota si ha una compilazione delle diverse fonti reperibili su questo aspetto, assai importante ai fini della stima dell’impatto ambientale.[5]
Le prevedibili smentite sulla presenza di Uranio in questi missili si scontrano con la pubblicistica sopra riportata, ed anche su fonti di origine militare[6]
Questa grossa variabilita’ nei dati puo’ essere facilmente spiegata. Alcuni Cruise sono con testata appesantita all’uranio impoverito, altri no. Anche quegli altri, tuttavia, hanno uranio impoverito non nella testata del missile, ma nelle ali, come stabilizzatore durante il volo.
Allora possiamo definire due casi
WORST CASE: Cruise all’Uranio nella testata. Assumiamo 400 kili di DU.
BEST CASE: Cruise NON all’Uranio nella testata. Assumiamo 3 kili di DU nelle ali.
Calcolo di impatto ambientale e sulla salute
Nell’ampia letteratura dedidcata dall’autore al problema Uranio Impoverito [7] era gia’ stato affrontato un calcolo di contaminazione radioattiva da Uranio dovuto ai missili Cruise, in particolare quelli lanciati sulla Bosnia nel 1995. Lo studio e’ reperibile anche su internet, oltre che sulla rivista scientifica Tribuna Biologica e Medica.[8], [9].
Riprendendo i modelli utilizzati nell’articolo citato, si puo’ dedurre quale è la situazione di teatro, sui luoghi di inalazione, con un calcolo inteso solo ad accertare se, in almeno un caso realistico, l'ordine di grandezza delle dosi in gioco non permetta di trascurare il problema.
Consideriamo l'impatto di un missile Cruise Tomahawk che porti 3 kg (best case), oppure 400 kg (worst case) di DU.
L'impatto produce una nuvola di detriti di varie dimensioni, dopo combustione violenta a circa 5000°C. Il pulviscolo è, come detto, composto da particelle di dimensioni nel range [0.5 - 5] micron. Tra 500 e 1000 metri dall'impatto si possono respirare nubi con densità sufficiente a causare dosi rilevanti, composte da particelle che hanno una massa da circa 0.6 a circa 5 nanogrammi (6-50x10-10 g). E' stata effettuata una stima mediante il codice di calcolo di dose GENII[10], trascurando gli effetti dovuti all'incendio e considerando soltanto l'esposizione per una inalazione di un'ora dovuta al semplice rilascio del materiale, non considerando alcuni fattori che potrebbero far ulteriormente crescere l'esposizione. In un'ora si può inalare pulviscolo radioattivo proveniente dalla nube in quantità già notevoli.
Occorre tener conto che i moti fluidodinamici del corpo atmosferico (direzione e velocità del vento, gradiente verticale di temperatura, etc.) possono causare, in angoli solidi relativamente piccoli, concentrazioni dell'inquinante anche parecchi ordini di grandezza superiori a quelli che si avrebbero con un calcolo di dispersione uniforme, che non ha senso in questo scenario. Gruppo critico, in questo caso, sono proprio quelle persone "investite" dalla nube di pulviscolo.
Un missile che colpisce il bersaglio può prendere fuoco e disperdere polveri ossidate nell’ambiente, secondo la stima delle probabilità che verra’ in questo lavoro.
Circa il 70% del DU, contenuto nei missili che si suppone vadano sempre a segno, essendo “intelligenti”, brucia. Di questo, circa la metà sono ossidi solubili.
La granulometria delle particelle costituenti la polvere di ossido di DU appartiene totalmente alle poveri respirabili, e vengono anche create polveri ultrafini. In particolare, il diametro delle particelle è in questo caso più fine rispetto alle polveri di uranio di origine industriale, comuni nell’ambito dell’industria nucleare. Si parla delle grande maggioranza delle polveri contenuta nel range [1-10] micron, con una parte rilevante con diametro inferiore al micron.
Per quanto riguarda il destino delle polveri di DU nel corpo umano, la via di assunzione principale è – come noto - l’inalazione. Come detto, parte delle polveri sono solubili e parte insolubili nei fluidi corporei.
Date le caratteristiche degli ossidi di DU di origine militare, occorre rilevare come esse abbiano comportamento differente rispetto alle polveri industriali di uranio. Si può comunque ancora supporre, secondo ICRP[11] che circa il 60% dell’inalato venga depositato nel sistema respiratorio, il resto viene riesalato.
Si può assumere che circa il 25% delle particole di diametro intorno a 1 micron vengano ritenute per lungo periodo nei polmoni, mentre il resto si deposita nei tratti aerei superiori, passa nel sistema digerente e da qui viene eliminato per la maggior parte attraverso le vie urinarie, mentre piccole parti passano ad accumularsi nelle ossa .
Del 25% di micro-particelle ritenute nei polmoni, circa la metà si comporta come un materiale di classe M secondo ICRP, ovvero è lentamente solubile nei fluidi corporei, mentre il resto è insolubile.
Questo tipo di comportamento e di esposizione non è stato studiato in nessuna situazione precedente di esposizione ad alfa emettitori nei polmoni, riscontrate in ambito civile. La modalità di esposizione è quindi molto differente da quelle sulla base delle quali si sono ricavate le equivalenze dose-danno in radioprotezione.
Non è pertanto del tutto corretto – sebbene costituisca un punto di riferimento - estrapolare valutazioni di rischio per esposizione a questo tipo di micro-polveri radioattive dai dati ricavati per i minatori di uranio, e neppure ovviamente dagli alto-irraggiati di Hiroshima e Nagasaki. Gli standard di radioprotezione dell’ICRP si basano su queste esperienze, e pertanto possono portare a sottostime del rischio in questo caso.
Passando poi ad altro tipo di tossicità rispetto a quella radiologica, è poi plausibile che:
- vista la componente fine ed ultrafine delle polveri di DU d’origine militare,
- vista la tossicità chimica dell’uranio,
la contaminazione ambientale da ossidi di DU di origine militare abbia tossicità sia chimica che radiologica: deve essere valutato l’effetto sinergico di queste due componenti.
In altre parole, la radioattività e la tossicità chimica dell'uranio impoverito potrebbero agire insieme creando un effetto “cocktail” che aumenta ulteriormente il rischio.
Si mette poi in risalto il fatto che il clima arido della Libia favorisce la dispersione nell'aria delle particelle di uranio impoverito, che possono venire respirate dai civili per anni. Il meccanismo principale di esposizione a medio-lungo termine riguarda la risospensione di polveri e la conseguente inalazione.
La metodologia e le assunzioni relative a questo modello sono già state pubblicate in altri lavori dell’autore[12] ai quali si rimanda. Vengono messe in evidenza qui soltanto le rifiniture e variazioni rispetto al modello applicato e già pubblicato, ed in particolare:
- Il calcolo di impegno di dose è a 70 anni e non più a 50 anni, secondo quanto raccomandato da ICRP.
- Si sono utilizzati dati per ora approssimati sulla distribuzione della popolazione intorno ai punti di impatto, che tengono anche conto dell’utilizzo principale dei proiettili al DU in aree popolate.
I risultati del modello possono essere così riassunti:
- CEDE (Dose collettiva): 370 mSvp in 70 y, per 1 kg di DU ossidato e disperso nell’ambiente.
- CEDE annuale massima nel primo anno (76 mSvp), cui segue il secondo anno (47 mSvp) e il terzo (33 mSvp).
- La via di esposizione è tutta da inalazione di polveri. L’organo bersaglio sono i polmoni (97.5% del contributo alla CEDE).
- Fra i nuclidi responsabili, 83% della CEDE è da U238, ed il 14% da U234
Per quanto riguarda la quantità totale di DU ossidato disperso nell’ambiente, si parte per questa valutazione dai dati riportati dalla stampa internazionale: nel primo giorno di guerra, circa 112 missili Cruise hanno impattato sul suolo libico[13]. Quanti missili verranno sparati prima della fine della guerra? Non e’ dato saperlo, faremo un’assunzione di circa 1000 missili sparati, e in ogni caso i valori che verranno stimati saranno variabili con una semplice proporzione.
Se tutti i missili fossero “privi” di DU, si avrebbe comunque una quantita’ di:
1000 * 3 = 3000 kili = 3 Tonnellate di DU (best case)
Se tutti i missili fossero con testate al DU avremmo una quantita’ fino a
400.000 kili = 400 tonnellate di DU.
Si confronti questo dato con le 10-15 Tonnellate di DU sparate nel Kossovo nel 1999 per valutarne la gravita’.
Si supponga che circa il 70% dell’uranio bruci e venga disperso nell’ambiente, arrivando così ad una stima della quantità di ossidi di DU dispersa pari a circa 2,1 tonnellate (best case) e 280 tonnellate (worst case).
Questo permette di stimare pertanto una CEDE (dose collettiva) per tutta la popolazione pari a:
Best case: 370 mSvp/kg * 2100 kg = 780 Svp circa.
Worst case: 370 mSvp/kg * 280.000 kg = 104000 Svp circa
Ribadiamo come non sia del tutto corretto – sebbene costituisca un punto di riferimento - estrapolare valutazioni di rischio per esposizione a questo tipo di micro-polveri radioattive dagli standard di radioprotezione dell’ICRP, che sono quelli adottati dal codice GEN II.
Se tuttavia applichiamo anche qui il coefficiente del 6% Sv-1 per il rischio di insorgenza di tumori, otteniamo circa
Best case: circa 50 casi di tumore in più, previsti in 70 anni.
Worst case: circa 6200 casi di tumore in più, previsti in 70 anni.
Conclusioni
I rischi da esposizione ad uranio impoverito della popolazione della Libia in seguito all’uso di questo materiale nella guerra del 2011 sono stati valutati con un approccio il più possibile ampio, cercando di tenere in conto alcuni recenti risultati di studi nel settore.
Questo tipo di esposizione non è stato studiato in nessuna situazione precedente di esposizione ad alfa emettitori nei polmoni, riscontrate in ambito civile.
Tuttavia, la valutazione fatta delle dosi e del rischio conseguente alle due situazioni (Cruise “senza uranio” o “con uranio”) permette di trarre alcuni conclusioni.
Nel primo caso (best case), il numero di tumori attesi e’ molto esiguo d assolutamente non rilevante dal punto di vista statistico. Questa difficoltà statistica – come è appena ovvio rimarcare – nulla ha a che vedere con una assoluzione di questa pratica, una sua accettazione, o meno che mai con una asserzione di scarsa rilevanza o addirittura di innocuità.
Nel secondo caso (worst case), invece, siamo di fronte ad un numero di insorgente tumorali pari ad alcune migliaia. Queste potrebbero tranquillamente essere rilevabili a livello epidemiologico e destano, indubbiamente, forte preoccupazione.
Occorre, percio, che gli eserciti che bombardano la Libia chiariscano con prove certe, e non asserzioni di comodo, la presenza o meno, e in che quantita’, di uranio nei loro missili.
In passato, ci sono state smentite “ufficiali” della presenza di uranio nei missili Cruise[14], ma proveniendo esse da ambienti militari, l’autore si permette di considerarle, come minimo, con una certa cautela.
Sulla base dei dati a nostra disposizione, le stime sull’andamento dei casi di tumore nei prossimi anni in Libia a causa di questa pratica totalmente ingiustificata sono assolutamente preoccupanti. La discussione sull’incidenza relativa di ognuno degli agenti teratogeni utilizzati in una guerra (Chimici, radioattivi, etc.) ci pare – ad un certo livello – poco significativa ed anche, sia consentita come riflessione conclusiva, poco rispettosa di un dato di fatto: i morti in Libia a cuasa di questo attacco superano e supereranno di gran lunga qualunque cifra che possa venire definita “un giusto prezzo da pagare”.
E’ importante infine raccogliere dati e ricerche – e ve ne sono moltissimi - nel campo degli effetti delle “nuove guerre” su uomo e ambiente; bisogna mostrare come le armi moderne, per nulla chirurgiche, producano dei danni inaccettabili; occorre studiate cosa hanno causato, a uomini e ambiente che le hanno subite, le guerre “umanitarie” a partire dal 1991.
[1] Professore di prima fascia in “Impianti Nucleari” presso il Politecnico di Torino, titolare dei corsi di “Sicurezza e Analisi di Rischio” e “Protezione dalle Radiazioni”.
[2] http://contropiano.dyndns.org/en/archive/archivio-news/item/296-uranio-impoverito-nei-tomahawk-sulla-libia
[3] Zajic V.S., 1999. Review of radioactivity, military use and health effects of DU: http://members.tripod.com/vzajic
; Liolos Th. E.(1999) , Assessing the risk from the Depleted Uranium Weapons used in Operation Allied Forces, Science and Global Security, Volume 8:2, pp.162 (1999); Bukowski, G., Lopez, D.A. and McGehee, F.M., (1993) "Uranium Battlefields Home and Abroad: Depleted Uranium Use by the U.S. Department of Defense" March 1993, pp.166, published by Citizen Alert and Rural Alliance for Military Accountability.
[4] Satu Hassi, Ministro dell’Ambiente Finlandese, ha inviato una lettera ai suoi pari grado nella UE, comunicando che la maggior parte dei 1500 missili sparati sulla Serbia, compreso il Kosovo, contenevano circa 3 kg di DU ognuno. Tra le altre cose, il ministro, nella lettera, fa un appello alla Commissione europea e ai suoi colleghi ministri dell’ambiente a prendere iniziative in favore del bando del DU.
[5] Varie fonti sulla presenza e quantita’ di DU nei missili Cruise Tomahawk
http://www.eoslifework.co.uk/pdfs/DU2102A3b.pdfhttp://www.nadir.org/nadir/initiativ/mrta/ipan22.htmhttp://web.peacelink.it/tematiche/disarmo/u238/documenti/uranio_impoverito.htmlhttp://www.bandepleteduranium.org/en/a/60.htmlhttp://www.mail-archive.com/news@antic.org/msg01570.htmlhttp://www.atlanticfreepress.com/news/1/12146-pentagon-dirty-bombers-depleted-uranium-in-the-usa.htmlhttp://vzajic.tripod.com/3rdchapter.htmlhttp://www.prorev.com/du.htmhttp://www.envirosagainstwar.org/know/read.php?itemid=1712http%3A%2F%2Fcseserv.engr.scu.edu%2FStudentWebPages%2FIPesic%2FResearchPaper.htmhttp%3A%2F%2Fworldpol.wordpress.com%2F2007%2F11%2F19%2Fdepleted-uranium-ethics-of-the-silver-bullet-by-iliya-pesic%2FZajic, Vladimir S. “Review of Radioactivity, Military Use, and Health Effects of Depleted Uranium” [1 August, 1999]. 2/27/2002.
[6] While the US Navy claims that they have replaced the MK149-2 Phalanx round with a DU penetrator by the MK149-4 Phalanx round with a tungsten penetrator (with the DU round remaining in the inventory), new types of DU ammunition are being developed for other weapons systems, such as the M919 rounds for Bradley fighting vehicles. Depleted uranium is also placed into the tips of the Tomahawk land-attack cruise missiles (TLAM) during test flights to provide weight and stability. The TLAM missile has a range of 680 nautical miles (1,260 km) and is able to carry a conventional warhead of 1000 lb. (454 kg). Older warheads were steel encased. In order to increase the missile range to 1,000 nautical miles (1,850 km), the latest Tomahawk cruise missiles carry a lighter 700 lb. (318 kg) warhead WDU-36 developed in 1993, which is encased in titanium with a depleted uranium tip
[7] M.Zucchetti, 'Measurements of Radioactive Contamination in Kosovo Battlefields due to the use of Depleted Uranium Weapons By Nato Forces'', Proc. 20th Conf. of the Nuclear Societies in Israel, Dead Sea (Israel), dec. 1999, p.282.
M.Cristaldi, A.Di Fazio, C.Pona, A.Tarozzi, M.Zucchetti “Uranio impoverito (DU). Il suo uso nei Balcani, le sue conseguenze sul territorio e la popolazione”, Giano, n.36 (sett-dic. 2000), pp. 11-31.
M.Zucchetti, ‘Caratterizzazione dell’Uranio impoverito e pericolosità per inalazione’, Giano, n.36 (sett-dic. 2000), pp. 33-44.
M.Cristaldi P.Angeloni, F.Degrassi, F.Iannuzzelli, A.Martocchia, L.Nencini, C.Pona, S.Salerno, M.Zucchetti. Conseguenze ambientali ed effetti patogeni dell'uso di Uranio Impoverito nei dispositivi bellici. Tribuna Biologica e Medica, 9 (1-2), Gennaio-Giugno 2001: 29-41.
M. Zucchetti, “Military Use of Depleted Uranium: a Model for Assessment of Atmospheric Pollution and Health Effects in the Balkans”, 11th International Symposium on "Environmental Pollution And Its Impact On Life In The Mediterranean Region", MESAEP, Lymassol, Cyprus, October 2001, p.25.
M. Zucchetti “Some Facts On Depleted Uranium (DU), Its Use In The Balkans And Its Effects On The Health Of Soldiers And Civilian Population”, Proc. Int. Conf. NURT2001, L'Avana (Cuba), oct. 2001, p.31.
M. Zucchetti, M. Azzati "Environmental Pollution and Population Health Effects in the Quirra Area, Sardinia Island (Italy)", 12th International Symposium on Environmental Pollution and its Impact on Life in the Mediterranean Region, Antalya (Turkey), October 2003, p. 190, ISBN 975-288-621-3.
M.Zucchetti, R. Chiarelli ‘Environmental Diffusion of DU. Application of Models and Codes for Assessment of Atmospheric Pollution and Health Effects’, Convegno ‘Uranio Impoverito. Stato delle Conoscenze e Prospettive di Ricerca’, Istituto Superiore di Sanità (Roma) Ottobre 2004.
R. Chiarelli, M.Zucchetti, ‘Effetti sanitari dell’uranio impoverito in Iraq’, Convegno ‘La Prevenzione Primaria dei Tumori di Origine Professionale ed Ambientale’, Genova, Novembre 2004. Poster reperibile al sito: http://registri.istge.it/italiano/eventi/poster%20n°25.htmR. Chiarelli, M.Zucchetti, ‘Applicazione di modelli e codici di dose alla popolazione alla dispersione ambientale di Uranio impoverito’, Convegno ‘La Prevenzione Primaria dei Tumori di Origine Professionale ed Ambientale’, Genova, Novembre 2004. Poster reperibile al sito: http://registri.istge.it/italiano/eventi/poster%20n°26.htm
M. Zucchetti, "Environmental Pollution and Population Health Effects in the Quirra Area, Sardinia Island (Italy) and the Depleted Uranium Case", J. Env. Prot. And Ecology 1, 7 (2006) 82-92.
M. Zucchetti, “Scenari di esposizione futura In Iraq: convivere con l’uranio impoverito” in: M.Zucchetti (a cura di) “Il male invisibile sempre più visibile”, Odradek, Roma, giugno 2005, pp. 81-98.
M. Zucchetti, “Uranio impoverito. Con elementi di radioprotezione ed utilizzo delle radiazioni ionizzanti”, CLUT, Torino, febbraio 2006. ISBN 88-7992-225-4.
M.Zucchetti “Depleted Uranium”, European Parliament, GiethoornTen Brink bv, Meppel (Holland), 2009. ISBN 978-90-9024147-0
[8] http://web.peacelink.it/tematiche/disarmo/u238/documenti/uranio_impoverito.html
[9] Cristaldi M. et al., Conseguenze ambientali ed effetti patogeni dell'uso di Uranio Impoverito nei dispositivi bellici. Tribuna Biologica e Medica, 9 (1-2), Gennaio-Giugno 2001: 29-41.
[10] Si tratta di un codice elaborato da un laboratorio statunitense, riconosciuto ed utilizzato a livello internazionale. Si veda la referenza: B.A.Napier et al. (1990), GENII - The Hanford Environmental Radiation Dosimetry Software System, PNL-6584, Pacific Northwest Laboratories (USA). Può venire in questo caso utilizzato solo per una stima delle dosi da inalazione, vista la particolarità dello scenario in esame.
[11] ICRP, 1995. Age-dependent Doses to Members of the Public from Intake of Radionuclides: Part 3 - Ingestion Dose Coefficients. Publication 69 Annals of the ICRP. 25 (no 1).
[12] M.Zucchetti, ‘Caratterizzazione dell’Uranio impoverito e pericolosità per inalazione’, Giano, n.36 (sett-dic. 2000), pp. 33-44; R.Chiarelli, M.Zucchetti, ‘Applicazione di modelli e codici di dose alla popolazione alla dispersione ambientale di Uranio impoverito’, Convegno ‘La Prevenzione Primaria dei Tumori di Origine Professionale ed Ambientale’, Genova, Nov.2004. http://registri.istge.it/italiano/eventi/poster%20n°26.htm
[13] http://abcnews.go.com/International/libya-international-military-coalition-launch-assault-gadhafi-forces/story?id=13174246
[14] ME Kilpatrick, “No depleted uranium in cruise missiles or Apache helicopter munitions – comment on an article by Durante and Publiese,” Health Physics, June 2002; 82(6): 905; Chief of the Radiation Protection Division, Air Force Medical Operations Agency, e-mail message, Subject: "Cruise Missiles," May 6, 1999; Head of Radiological Controls and Health Branch, Chief of Navy Operations, e-mail message, Subject: "NO DU in Navy Cruise Missiles," August 4, 199
Missili Cruise all’uranio impoverito sulla Libia
Un primo studio di impatto ambientale e sulla salute
Massimo Zucchetti
Politecnico di Torino, Italia
zucchetti@polito.it
Riassunto
I cruise lanciati sulla Libia contengono Uranio impoverito. Sono state calcolate le conseguenze dell'inquinamento radioattivo. Fino a seimila morti
Introduzione
Le questioni che riguardano l’Uranio impoverito e la sua tossicità hanno talvolta, negli anni recenti, esulato dal campo della scienza. Lo scrivente[1] si occupa di radioprotezione da circa un ventennio e di uranio impoverito dal 1999. Dopo un’esperienza di pubblicazione di lavori scientifici su riviste, atti di convegni internazionali e conferenze in Italia, sul Uranio impoverito, questo articolo cerca di fare una stima del possibile impatto ambientale e sulla salute dell’uso di uranio impoverito nella guerra di Libia (2011). Notizie riguardanti il suo utilizzo sono apparse nei mezzi di informazione fin dall’inizio del conflitto.[2]
Per le sue peculiari caratteristiche fisiche, in particolare la densità che lo rende estremamente penetrante, ma anche il basso costo (il DU costa alla produzione circa 2$ al kg) e la scomodità di trattarlo come rifiuto radioattivo, il DU ha trovato eccellenti modalità di utilizzo in campo militare.
Se adeguatamente trattata, la lega U-Ti costituisce un materiale molto efficace per la costruzione di penetratori ad energia cinetica, dense barre metalliche che possono perforare una corazza quando sono sparate contro di essa ad alta velocità.
Il processo di penetrazione polverizza la maggior parte dell'Uranio che esplode in frammenti incandescenti (combustione violenta a quasi 5000 °C) quando colpisce l'aria dall'altra parte della corazzatura perforata, aumentandone l'effetto distruttivo. Tale proprietà è detta “piroforicità”, per fare un esempio, la caratteristica dello zolfo dei fiammiferi. Quindi, oltre alla elevata densità, anche la piroforicità rende il DU un materiale di grande interesse per queste applicazioni, in particolare come arma incendiaria (API: Armour Piercing Incendiary cioè penetratore di armature incendiario).
Infine, in fase di impatto sull’obiettivo, la relativa durezza del DU (in lega con il Titanio) fornisce al proiettile capacità autoaffilanti: in altre parole, il proiettile non si “appiattisce” contro la corazza che deve sfondare, formando una “testa piatta” – come fa ad esempio un proiettile di Pb – ma mantiene la sua forma affusolata fino alla completa frammentazione, senza quindi perdere le proprietà penetranti.
In battaglia il DU è sicuramente stato impiegato nella Guerra del Golfo del 1991, durante i bombardamenti NATO/ONU sulla Repubblica Serba di Bosnia nel settembre 1995, sulla Jugoslavia nella primavera 1999; in questo secolo, durante lattacco all’Afghanistan e successivamente ancora in Iraq nel 2003.
L’uso di dispositivi al DU nelle guerre in Somalia ed in Bosnia centrale e centro-orientale (soprattutto ampie aree intorno a Sarajevo) negli anni ‘90, in Palestina ed in poligoni di tiro di competenza delle forze militari NATO, è ancora incompletamente documentato[3].
Tra gli armamenti che usano DU, citiamo anche il missile Cruise Tomahawk il cui utilizzo durante la guerra nei Balcani della primavera 1999, pur non ammesso dalla NATO è stato confermato da ritrovamenti in loco e da fonti della Unione Europea[4].
D’altra parte, nel decalogo degli ufficiali, consegnato a tutti gli uomini in divisa spediti in Kosovo, vi erano delle raccomandazioni da seguire alla lettera, circa la presenza di Uranio impoverito sul territorio e in particolare nei missili Cruiese Tomahawk. L’introduzione recita così:
«I veicoli ed i materiali dell’esercito serbo in Kosovo possono costituire una minaccia alla salute dei militari e dei civili che ne dovessero venire a contatto. I veicoli e gli equipaggiamenti trovati distrutti, danneggiati o abbandonati devono essere ispezionati e maneggiati solamente da personale qualificato. I pericoli possono derivare dall’Uranio impoverito in conseguenza dei danni dovuti alla campagna di bombardamento NATO relativamente a mezzi colpiti direttamente o indirettamente. Inoltre, i collimatori contengono tritio e le strumentazioni e gli indicatori possono essere trattati con vernice radioattiva, pericolosa per chi dovesse accedere ai mezzi per ispezionarli». Seguono consigli su come evitare l’esposizione all’Uranio impoverito. Testuale: «Evitate ogni mezzo o materiale che sospettate essere stato colpito da munizioni contenenti Uranio impoverito o missili da crociera Tomahawk. Non raccogliere o collezionare munizioni con DU trovare sul terreno. Informate immediatamente il vostro comando circa l’area che ritenete contaminata. Ovunque siate delimitate l’area contaminata con qualsiasi materiale trovato in loco. Se vi trovate in un’area contaminata indossate come minimo la maschera ed i guanti di protezione. Provvedete a un’ottima igiene personale. Lavate frequentemente il corpo e i vestiti».
Le valutazioni sulla quantità di DU utilizzato nei missili Cruise divergono.
In particolare, essi variano, nelle diverse fonti, fra valori intorno ai 3 kg, per andare invece fino a 400 kili circa. In nota si ha una compilazione delle diverse fonti reperibili su questo aspetto, assai importante ai fini della stima dell’impatto ambientale.[5]
Le prevedibili smentite sulla presenza di Uranio in questi missili si scontrano con la pubblicistica sopra riportata, ed anche su fonti di origine militare[6]
Questa grossa variabilita’ nei dati puo’ essere facilmente spiegata. Alcuni Cruise sono con testata appesantita all’uranio impoverito, altri no. Anche quegli altri, tuttavia, hanno uranio impoverito non nella testata del missile, ma nelle ali, come stabilizzatore durante il volo.
Allora possiamo definire due casi
WORST CASE: Cruise all’Uranio nella testata. Assumiamo 400 kili di DU.
BEST CASE: Cruise NON all’Uranio nella testata. Assumiamo 3 kili di DU nelle ali.
Calcolo di impatto ambientale e sulla salute
Nell’ampia letteratura dedidcata dall’autore al problema Uranio Impoverito [7] era gia’ stato affrontato un calcolo di contaminazione radioattiva da Uranio dovuto ai missili Cruise, in particolare quelli lanciati sulla Bosnia nel 1995. Lo studio e’ reperibile anche su internet, oltre che sulla rivista scientifica Tribuna Biologica e Medica.[8], [9].
Riprendendo i modelli utilizzati nell’articolo citato, si puo’ dedurre quale è la situazione di teatro, sui luoghi di inalazione, con un calcolo inteso solo ad accertare se, in almeno un caso realistico, l'ordine di grandezza delle dosi in gioco non permetta di trascurare il problema.
Consideriamo l'impatto di un missile Cruise Tomahawk che porti 3 kg (best case), oppure 400 kg (worst case) di DU.
L'impatto produce una nuvola di detriti di varie dimensioni, dopo combustione violenta a circa 5000°C. Il pulviscolo è, come detto, composto da particelle di dimensioni nel range [0.5 - 5] micron. Tra 500 e 1000 metri dall'impatto si possono respirare nubi con densità sufficiente a causare dosi rilevanti, composte da particelle che hanno una massa da circa 0.6 a circa 5 nanogrammi (6-50x10-10 g). E' stata effettuata una stima mediante il codice di calcolo di dose GENII[10], trascurando gli effetti dovuti all'incendio e considerando soltanto l'esposizione per una inalazione di un'ora dovuta al semplice rilascio del materiale, non considerando alcuni fattori che potrebbero far ulteriormente crescere l'esposizione. In un'ora si può inalare pulviscolo radioattivo proveniente dalla nube in quantità già notevoli.
Occorre tener conto che i moti fluidodinamici del corpo atmosferico (direzione e velocità del vento, gradiente verticale di temperatura, etc.) possono causare, in angoli solidi relativamente piccoli, concentrazioni dell'inquinante anche parecchi ordini di grandezza superiori a quelli che si avrebbero con un calcolo di dispersione uniforme, che non ha senso in questo scenario. Gruppo critico, in questo caso, sono proprio quelle persone "investite" dalla nube di pulviscolo.
Un missile che colpisce il bersaglio può prendere fuoco e disperdere polveri ossidate nell’ambiente, secondo la stima delle probabilità che verra’ in questo lavoro.
Circa il 70% del DU, contenuto nei missili che si suppone vadano sempre a segno, essendo “intelligenti”, brucia. Di questo, circa la metà sono ossidi solubili.
La granulometria delle particelle costituenti la polvere di ossido di DU appartiene totalmente alle poveri respirabili, e vengono anche create polveri ultrafini. In particolare, il diametro delle particelle è in questo caso più fine rispetto alle polveri di uranio di origine industriale, comuni nell’ambito dell’industria nucleare. Si parla delle grande maggioranza delle polveri contenuta nel range [1-10] micron, con una parte rilevante con diametro inferiore al micron.
Per quanto riguarda il destino delle polveri di DU nel corpo umano, la via di assunzione principale è – come noto - l’inalazione. Come detto, parte delle polveri sono solubili e parte insolubili nei fluidi corporei.
Date le caratteristiche degli ossidi di DU di origine militare, occorre rilevare come esse abbiano comportamento differente rispetto alle polveri industriali di uranio. Si può comunque ancora supporre, secondo ICRP[11] che circa il 60% dell’inalato venga depositato nel sistema respiratorio, il resto viene riesalato.
Si può assumere che circa il 25% delle particole di diametro intorno a 1 micron vengano ritenute per lungo periodo nei polmoni, mentre il resto si deposita nei tratti aerei superiori, passa nel sistema digerente e da qui viene eliminato per la maggior parte attraverso le vie urinarie, mentre piccole parti passano ad accumularsi nelle ossa .
Del 25% di micro-particelle ritenute nei polmoni, circa la metà si comporta come un materiale di classe M secondo ICRP, ovvero è lentamente solubile nei fluidi corporei, mentre il resto è insolubile.
Questo tipo di comportamento e di esposizione non è stato studiato in nessuna situazione precedente di esposizione ad alfa emettitori nei polmoni, riscontrate in ambito civile. La modalità di esposizione è quindi molto differente da quelle sulla base delle quali si sono ricavate le equivalenze dose-danno in radioprotezione.
Non è pertanto del tutto corretto – sebbene costituisca un punto di riferimento - estrapolare valutazioni di rischio per esposizione a questo tipo di micro-polveri radioattive dai dati ricavati per i minatori di uranio, e neppure ovviamente dagli alto-irraggiati di Hiroshima e Nagasaki. Gli standard di radioprotezione dell’ICRP si basano su queste esperienze, e pertanto possono portare a sottostime del rischio in questo caso.
Passando poi ad altro tipo di tossicità rispetto a quella radiologica, è poi plausibile che:
- vista la componente fine ed ultrafine delle polveri di DU d’origine militare,
- vista la tossicità chimica dell’uranio,
la contaminazione ambientale da ossidi di DU di origine militare abbia tossicità sia chimica che radiologica: deve essere valutato l’effetto sinergico di queste due componenti.
In altre parole, la radioattività e la tossicità chimica dell'uranio impoverito potrebbero agire insieme creando un effetto “cocktail” che aumenta ulteriormente il rischio.
Si mette poi in risalto il fatto che il clima arido della Libia favorisce la dispersione nell'aria delle particelle di uranio impoverito, che possono venire respirate dai civili per anni. Il meccanismo principale di esposizione a medio-lungo termine riguarda la risospensione di polveri e la conseguente inalazione.
La metodologia e le assunzioni relative a questo modello sono già state pubblicate in altri lavori dell’autore[12] ai quali si rimanda. Vengono messe in evidenza qui soltanto le rifiniture e variazioni rispetto al modello applicato e già pubblicato, ed in particolare:
- Il calcolo di impegno di dose è a 70 anni e non più a 50 anni, secondo quanto raccomandato da ICRP.
- Si sono utilizzati dati per ora approssimati sulla distribuzione della popolazione intorno ai punti di impatto, che tengono anche conto dell’utilizzo principale dei proiettili al DU in aree popolate.
I risultati del modello possono essere così riassunti:
- CEDE (Dose collettiva): 370 mSvp in 70 y, per 1 kg di DU ossidato e disperso nell’ambiente.
- CEDE annuale massima nel primo anno (76 mSvp), cui segue il secondo anno (47 mSvp) e il terzo (33 mSvp).
- La via di esposizione è tutta da inalazione di polveri. L’organo bersaglio sono i polmoni (97.5% del contributo alla CEDE).
- Fra i nuclidi responsabili, 83% della CEDE è da U238, ed il 14% da U234
Per quanto riguarda la quantità totale di DU ossidato disperso nell’ambiente, si parte per questa valutazione dai dati riportati dalla stampa internazionale: nel primo giorno di guerra, circa 112 missili Cruise hanno impattato sul suolo libico[13]. Quanti missili verranno sparati prima della fine della guerra? Non e’ dato saperlo, faremo un’assunzione di circa 1000 missili sparati, e in ogni caso i valori che verranno stimati saranno variabili con una semplice proporzione.
Se tutti i missili fossero “privi” di DU, si avrebbe comunque una quantita’ di:
1000 * 3 = 3000 kili = 3 Tonnellate di DU (best case)
Se tutti i missili fossero con testate al DU avremmo una quantita’ fino a
400.000 kili = 400 tonnellate di DU.
Si confronti questo dato con le 10-15 Tonnellate di DU sparate nel Kossovo nel 1999 per valutarne la gravita’.
Si supponga che circa il 70% dell’uranio bruci e venga disperso nell’ambiente, arrivando così ad una stima della quantità di ossidi di DU dispersa pari a circa 2,1 tonnellate (best case) e 280 tonnellate (worst case).
Questo permette di stimare pertanto una CEDE (dose collettiva) per tutta la popolazione pari a:
Best case: 370 mSvp/kg * 2100 kg = 780 Svp circa.
Worst case: 370 mSvp/kg * 280.000 kg = 104000 Svp circa
Ribadiamo come non sia del tutto corretto – sebbene costituisca un punto di riferimento - estrapolare valutazioni di rischio per esposizione a questo tipo di micro-polveri radioattive dagli standard di radioprotezione dell’ICRP, che sono quelli adottati dal codice GEN II.
Se tuttavia applichiamo anche qui il coefficiente del 6% Sv-1 per il rischio di insorgenza di tumori, otteniamo circa
Best case: circa 50 casi di tumore in più, previsti in 70 anni.
Worst case: circa 6200 casi di tumore in più, previsti in 70 anni.
Conclusioni
I rischi da esposizione ad uranio impoverito della popolazione della Libia in seguito all’uso di questo materiale nella guerra del 2011 sono stati valutati con un approccio il più possibile ampio, cercando di tenere in conto alcuni recenti risultati di studi nel settore.
Questo tipo di esposizione non è stato studiato in nessuna situazione precedente di esposizione ad alfa emettitori nei polmoni, riscontrate in ambito civile.
Tuttavia, la valutazione fatta delle dosi e del rischio conseguente alle due situazioni (Cruise “senza uranio” o “con uranio”) permette di trarre alcuni conclusioni.
Nel primo caso (best case), il numero di tumori attesi e’ molto esiguo d assolutamente non rilevante dal punto di vista statistico. Questa difficoltà statistica – come è appena ovvio rimarcare – nulla ha a che vedere con una assoluzione di questa pratica, una sua accettazione, o meno che mai con una asserzione di scarsa rilevanza o addirittura di innocuità.
Nel secondo caso (worst case), invece, siamo di fronte ad un numero di insorgente tumorali pari ad alcune migliaia. Queste potrebbero tranquillamente essere rilevabili a livello epidemiologico e destano, indubbiamente, forte preoccupazione.
Occorre, percio, che gli eserciti che bombardano la Libia chiariscano con prove certe, e non asserzioni di comodo, la presenza o meno, e in che quantita’, di uranio nei loro missili.
In passato, ci sono state smentite “ufficiali” della presenza di uranio nei missili Cruise[14], ma proveniendo esse da ambienti militari, l’autore si permette di considerarle, come minimo, con una certa cautela.
Sulla base dei dati a nostra disposizione, le stime sull’andamento dei casi di tumore nei prossimi anni in Libia a causa di questa pratica totalmente ingiustificata sono assolutamente preoccupanti. La discussione sull’incidenza relativa di ognuno degli agenti teratogeni utilizzati in una guerra (Chimici, radioattivi, etc.) ci pare – ad un certo livello – poco significativa ed anche, sia consentita come riflessione conclusiva, poco rispettosa di un dato di fatto: i morti in Libia a cuasa di questo attacco superano e supereranno di gran lunga qualunque cifra che possa venire definita “un giusto prezzo da pagare”.
E’ importante infine raccogliere dati e ricerche – e ve ne sono moltissimi - nel campo degli effetti delle “nuove guerre” su uomo e ambiente; bisogna mostrare come le armi moderne, per nulla chirurgiche, producano dei danni inaccettabili; occorre studiate cosa hanno causato, a uomini e ambiente che le hanno subite, le guerre “umanitarie” a partire dal 1991.
[1] Professore di prima fascia in “Impianti Nucleari” presso il Politecnico di Torino, titolare dei corsi di “Sicurezza e Analisi di Rischio” e “Protezione dalle Radiazioni”.
[2] http://contropiano.dyndns.org/en/archive/archivio-news/item/296-uranio-impoverito-nei-tomahawk-sulla-libia
[3] Zajic V.S., 1999. Review of radioactivity, military use and health effects of DU: http://members.tripod.com/vzajic
; Liolos Th. E.(1999) , Assessing the risk from the Depleted Uranium Weapons used in Operation Allied Forces, Science and Global Security, Volume 8:2, pp.162 (1999); Bukowski, G., Lopez, D.A. and McGehee, F.M., (1993) "Uranium Battlefields Home and Abroad: Depleted Uranium Use by the U.S. Department of Defense" March 1993, pp.166, published by Citizen Alert and Rural Alliance for Military Accountability.
[4] Satu Hassi, Ministro dell’Ambiente Finlandese, ha inviato una lettera ai suoi pari grado nella UE, comunicando che la maggior parte dei 1500 missili sparati sulla Serbia, compreso il Kosovo, contenevano circa 3 kg di DU ognuno. Tra le altre cose, il ministro, nella lettera, fa un appello alla Commissione europea e ai suoi colleghi ministri dell’ambiente a prendere iniziative in favore del bando del DU.
[5] Varie fonti sulla presenza e quantita’ di DU nei missili Cruise Tomahawk
http://www.eoslifework.co.uk/pdfs/DU2102A3b.pdfhttp://www.nadir.org/nadir/initiativ/mrta/ipan22.htmhttp://web.peacelink.it/tematiche/disarmo/u238/documenti/uranio_impoverito.htmlhttp://www.bandepleteduranium.org/en/a/60.htmlhttp://www.mail-archive.com/news@antic.org/msg01570.htmlhttp://www.atlanticfreepress.com/news/1/12146-pentagon-dirty-bombers-depleted-uranium-in-the-usa.htmlhttp://vzajic.tripod.com/3rdchapter.htmlhttp://www.prorev.com/du.htmhttp://www.envirosagainstwar.org/know/read.php?itemid=1712http%3A%2F%2Fcseserv.engr.scu.edu%2FStudentWebPages%2FIPesic%2FResearchPaper.htmhttp%3A%2F%2Fworldpol.wordpress.com%2F2007%2F11%2F19%2Fdepleted-uranium-ethics-of-the-silver-bullet-by-iliya-pesic%2FZajic, Vladimir S. “Review of Radioactivity, Military Use, and Health Effects of Depleted Uranium” [1 August, 1999]. 2/27/2002.
[6] While the US Navy claims that they have replaced the MK149-2 Phalanx round with a DU penetrator by the MK149-4 Phalanx round with a tungsten penetrator (with the DU round remaining in the inventory), new types of DU ammunition are being developed for other weapons systems, such as the M919 rounds for Bradley fighting vehicles. Depleted uranium is also placed into the tips of the Tomahawk land-attack cruise missiles (TLAM) during test flights to provide weight and stability. The TLAM missile has a range of 680 nautical miles (1,260 km) and is able to carry a conventional warhead of 1000 lb. (454 kg). Older warheads were steel encased. In order to increase the missile range to 1,000 nautical miles (1,850 km), the latest Tomahawk cruise missiles carry a lighter 700 lb. (318 kg) warhead WDU-36 developed in 1993, which is encased in titanium with a depleted uranium tip
[7] M.Zucchetti, 'Measurements of Radioactive Contamination in Kosovo Battlefields due to the use of Depleted Uranium Weapons By Nato Forces'', Proc. 20th Conf. of the Nuclear Societies in Israel, Dead Sea (Israel), dec. 1999, p.282.
M.Cristaldi, A.Di Fazio, C.Pona, A.Tarozzi, M.Zucchetti “Uranio impoverito (DU). Il suo uso nei Balcani, le sue conseguenze sul territorio e la popolazione”, Giano, n.36 (sett-dic. 2000), pp. 11-31.
M.Zucchetti, ‘Caratterizzazione dell’Uranio impoverito e pericolosità per inalazione’, Giano, n.36 (sett-dic. 2000), pp. 33-44.
M.Cristaldi P.Angeloni, F.Degrassi, F.Iannuzzelli, A.Martocchia, L.Nencini, C.Pona, S.Salerno, M.Zucchetti. Conseguenze ambientali ed effetti patogeni dell'uso di Uranio Impoverito nei dispositivi bellici. Tribuna Biologica e Medica, 9 (1-2), Gennaio-Giugno 2001: 29-41.
M. Zucchetti, “Military Use of Depleted Uranium: a Model for Assessment of Atmospheric Pollution and Health Effects in the Balkans”, 11th International Symposium on "Environmental Pollution And Its Impact On Life In The Mediterranean Region", MESAEP, Lymassol, Cyprus, October 2001, p.25.
M. Zucchetti “Some Facts On Depleted Uranium (DU), Its Use In The Balkans And Its Effects On The Health Of Soldiers And Civilian Population”, Proc. Int. Conf. NURT2001, L'Avana (Cuba), oct. 2001, p.31.
M. Zucchetti, M. Azzati "Environmental Pollution and Population Health Effects in the Quirra Area, Sardinia Island (Italy)", 12th International Symposium on Environmental Pollution and its Impact on Life in the Mediterranean Region, Antalya (Turkey), October 2003, p. 190, ISBN 975-288-621-3.
M.Zucchetti, R. Chiarelli ‘Environmental Diffusion of DU. Application of Models and Codes for Assessment of Atmospheric Pollution and Health Effects’, Convegno ‘Uranio Impoverito. Stato delle Conoscenze e Prospettive di Ricerca’, Istituto Superiore di Sanità (Roma) Ottobre 2004.
R. Chiarelli, M.Zucchetti, ‘Effetti sanitari dell’uranio impoverito in Iraq’, Convegno ‘La Prevenzione Primaria dei Tumori di Origine Professionale ed Ambientale’, Genova, Novembre 2004. Poster reperibile al sito: http://registri.istge.it/italiano/eventi/poster%20n°25.htmR. Chiarelli, M.Zucchetti, ‘Applicazione di modelli e codici di dose alla popolazione alla dispersione ambientale di Uranio impoverito’, Convegno ‘La Prevenzione Primaria dei Tumori di Origine Professionale ed Ambientale’, Genova, Novembre 2004. Poster reperibile al sito: http://registri.istge.it/italiano/eventi/poster%20n°26.htm
M. Zucchetti, "Environmental Pollution and Population Health Effects in the Quirra Area, Sardinia Island (Italy) and the Depleted Uranium Case", J. Env. Prot. And Ecology 1, 7 (2006) 82-92.
M. Zucchetti, “Scenari di esposizione futura In Iraq: convivere con l’uranio impoverito” in: M.Zucchetti (a cura di) “Il male invisibile sempre più visibile”, Odradek, Roma, giugno 2005, pp. 81-98.
M. Zucchetti, “Uranio impoverito. Con elementi di radioprotezione ed utilizzo delle radiazioni ionizzanti”, CLUT, Torino, febbraio 2006. ISBN 88-7992-225-4.
M.Zucchetti “Depleted Uranium”, European Parliament, GiethoornTen Brink bv, Meppel (Holland), 2009. ISBN 978-90-9024147-0
[8] http://web.peacelink.it/tematiche/disarmo/u238/documenti/uranio_impoverito.html
[9] Cristaldi M. et al., Conseguenze ambientali ed effetti patogeni dell'uso di Uranio Impoverito nei dispositivi bellici. Tribuna Biologica e Medica, 9 (1-2), Gennaio-Giugno 2001: 29-41.
[10] Si tratta di un codice elaborato da un laboratorio statunitense, riconosciuto ed utilizzato a livello internazionale. Si veda la referenza: B.A.Napier et al. (1990), GENII - The Hanford Environmental Radiation Dosimetry Software System, PNL-6584, Pacific Northwest Laboratories (USA). Può venire in questo caso utilizzato solo per una stima delle dosi da inalazione, vista la particolarità dello scenario in esame.
[11] ICRP, 1995. Age-dependent Doses to Members of the Public from Intake of Radionuclides: Part 3 - Ingestion Dose Coefficients. Publication 69 Annals of the ICRP. 25 (no 1).
[12] M.Zucchetti, ‘Caratterizzazione dell’Uranio impoverito e pericolosità per inalazione’, Giano, n.36 (sett-dic. 2000), pp. 33-44; R.Chiarelli, M.Zucchetti, ‘Applicazione di modelli e codici di dose alla popolazione alla dispersione ambientale di Uranio impoverito’, Convegno ‘La Prevenzione Primaria dei Tumori di Origine Professionale ed Ambientale’, Genova, Nov.2004. http://registri.istge.it/italiano/eventi/poster%20n°26.htm
[13] http://abcnews.go.com/International/libya-international-military-coalition-launch-assault-gadhafi-forces/story?id=13174246
[14] ME Kilpatrick, “No depleted uranium in cruise missiles or Apache helicopter munitions – comment on an article by Durante and Publiese,” Health Physics, June 2002; 82(6): 905; Chief of the Radiation Protection Division, Air Force Medical Operations Agency, e-mail message, Subject: "Cruise Missiles," May 6, 1999; Head of Radiological Controls and Health Branch, Chief of Navy Operations, e-mail message, Subject: "NO DU in Navy Cruise Missiles," August 4, 1999.9.
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Come faremo morire di cancro i sopravvissuti ai bombardamenti ed alterato la genetica della popolazione che sarà popolata di mostri
Missili Cruise all’uranio impoverito sulla Libia
Un primo studio di impatto ambientale e sulla salute
Massimo Zucchetti
Politecnico di Torino, Italia
zucchetti@polito.it
Riassunto
I cruise lanciati sulla Libia contengono Uranio impoverito. Sono state calcolate le conseguenze dell'inquinamento radioattivo. Fino a seimila morti
Introduzione
Le questioni che riguardano l’Uranio impoverito e la sua tossicità hanno talvolta, negli anni recenti, esulato dal campo della scienza. Lo scrivente[1] si occupa di radioprotezione da circa un ventennio e di uranio impoverito dal 1999. Dopo un’esperienza di pubblicazione di lavori scientifici su riviste, atti di convegni internazionali e conferenze in Italia, sul Uranio impoverito, questo articolo cerca di fare una stima del possibile impatto ambientale e sulla salute dell’uso di uranio impoverito nella guerra di Libia (2011). Notizie riguardanti il suo utilizzo sono apparse nei mezzi di informazione fin dall’inizio del conflitto.[2]
Per le sue peculiari caratteristiche fisiche, in particolare la densità che lo rende estremamente penetrante, ma anche il basso costo (il DU costa alla produzione circa 2$ al kg) e la scomodità di trattarlo come rifiuto radioattivo, il DU ha trovato eccellenti modalità di utilizzo in campo militare.
Se adeguatamente trattata, la lega U-Ti costituisce un materiale molto efficace per la costruzione di penetratori ad energia cinetica, dense barre metalliche che possono perforare una corazza quando sono sparate contro di essa ad alta velocità.
Il processo di penetrazione polverizza la maggior parte dell'Uranio che esplode in frammenti incandescenti (combustione violenta a quasi 5000 °C) quando colpisce l'aria dall'altra parte della corazzatura perforata, aumentandone l'effetto distruttivo. Tale proprietà è detta “piroforicità”, per fare un esempio, la caratteristica dello zolfo dei fiammiferi. Quindi, oltre alla elevata densità, anche la piroforicità rende il DU un materiale di grande interesse per queste applicazioni, in particolare come arma incendiaria (API: Armour Piercing Incendiary cioè penetratore di armature incendiario).
Infine, in fase di impatto sull’obiettivo, la relativa durezza del DU (in lega con il Titanio) fornisce al proiettile capacità autoaffilanti: in altre parole, il proiettile non si “appiattisce” contro la corazza che deve sfondare, formando una “testa piatta” – come fa ad esempio un proiettile di Pb – ma mantiene la sua forma affusolata fino alla completa frammentazione, senza quindi perdere le proprietà penetranti.
In battaglia il DU è sicuramente stato impiegato nella Guerra del Golfo del 1991, durante i bombardamenti NATO/ONU sulla Repubblica Serba di Bosnia nel settembre 1995, sulla Jugoslavia nella primavera 1999; in questo secolo, durante lattacco all’Afghanistan e successivamente ancora in Iraq nel 2003.
L’uso di dispositivi al DU nelle guerre in Somalia ed in Bosnia centrale e centro-orientale (soprattutto ampie aree intorno a Sarajevo) negli anni ‘90, in Palestina ed in poligoni di tiro di competenza delle forze militari NATO, è ancora incompletamente documentato[3].
Tra gli armamenti che usano DU, citiamo anche il missile Cruise Tomahawk il cui utilizzo durante la guerra nei Balcani della primavera 1999, pur non ammesso dalla NATO è stato confermato da ritrovamenti in loco e da fonti della Unione Europea[4].
D’altra parte, nel decalogo degli ufficiali, consegnato a tutti gli uomini in divisa spediti in Kosovo, vi erano delle raccomandazioni da seguire alla lettera, circa la presenza di Uranio impoverito sul territorio e in particolare nei missili Cruiese Tomahawk. L’introduzione recita così:
«I veicoli ed i materiali dell’esercito serbo in Kosovo possono costituire una minaccia alla salute dei militari e dei civili che ne dovessero venire a contatto. I veicoli e gli equipaggiamenti trovati distrutti, danneggiati o abbandonati devono essere ispezionati e maneggiati solamente da personale qualificato. I pericoli possono derivare dall’Uranio impoverito in conseguenza dei danni dovuti alla campagna di bombardamento NATO relativamente a mezzi colpiti direttamente o indirettamente. Inoltre, i collimatori contengono tritio e le strumentazioni e gli indicatori possono essere trattati con vernice radioattiva, pericolosa per chi dovesse accedere ai mezzi per ispezionarli». Seguono consigli su come evitare l’esposizione all’Uranio impoverito. Testuale: «Evitate ogni mezzo o materiale che sospettate essere stato colpito da munizioni contenenti Uranio impoverito o missili da crociera Tomahawk. Non raccogliere o collezionare munizioni con DU trovare sul terreno. Informate immediatamente il vostro comando circa l’area che ritenete contaminata. Ovunque siate delimitate l’area contaminata con qualsiasi materiale trovato in loco. Se vi trovate in un’area contaminata indossate come minimo la maschera ed i guanti di protezione. Provvedete a un’ottima igiene personale. Lavate frequentemente il corpo e i vestiti».
Le valutazioni sulla quantità di DU utilizzato nei missili Cruise divergono.
In particolare, essi variano, nelle diverse fonti, fra valori intorno ai 3 kg, per andare invece fino a 400 kili circa. In nota si ha una compilazione delle diverse fonti reperibili su questo aspetto, assai importante ai fini della stima dell’impatto ambientale.[5]
Le prevedibili smentite sulla presenza di Uranio in questi missili si scontrano con la pubblicistica sopra riportata, ed anche su fonti di origine militare[6]
Questa grossa variabilita’ nei dati puo’ essere facilmente spiegata. Alcuni Cruise sono con testata appesantita all’uranio impoverito, altri no. Anche quegli altri, tuttavia, hanno uranio impoverito non nella testata del missile, ma nelle ali, come stabilizzatore durante il volo.
Allora possiamo definire due casi
WORST CASE: Cruise all’Uranio nella testata. Assumiamo 400 kili di DU.
BEST CASE: Cruise NON all’Uranio nella testata. Assumiamo 3 kili di DU nelle ali.
Calcolo di impatto ambientale e sulla salute
Nell’ampia letteratura dedidcata dall’autore al problema Uranio Impoverito [7] era gia’ stato affrontato un calcolo di contaminazione radioattiva da Uranio dovuto ai missili Cruise, in particolare quelli lanciati sulla Bosnia nel 1995. Lo studio e’ reperibile anche su internet, oltre che sulla rivista scientifica Tribuna Biologica e Medica.[8], [9].
Riprendendo i modelli utilizzati nell’articolo citato, si puo’ dedurre quale è la situazione di teatro, sui luoghi di inalazione, con un calcolo inteso solo ad accertare se, in almeno un caso realistico, l'ordine di grandezza delle dosi in gioco non permetta di trascurare il problema.
Consideriamo l'impatto di un missile Cruise Tomahawk che porti 3 kg (best case), oppure 400 kg (worst case) di DU.
L'impatto produce una nuvola di detriti di varie dimensioni, dopo combustione violenta a circa 5000°C. Il pulviscolo è, come detto, composto da particelle di dimensioni nel range [0.5 - 5] micron. Tra 500 e 1000 metri dall'impatto si possono respirare nubi con densità sufficiente a causare dosi rilevanti, composte da particelle che hanno una massa da circa 0.6 a circa 5 nanogrammi (6-50x10-10 g). E' stata effettuata una stima mediante il codice di calcolo di dose GENII[10], trascurando gli effetti dovuti all'incendio e considerando soltanto l'esposizione per una inalazione di un'ora dovuta al semplice rilascio del materiale, non considerando alcuni fattori che potrebbero far ulteriormente crescere l'esposizione. In un'ora si può inalare pulviscolo radioattivo proveniente dalla nube in quantità già notevoli.
Occorre tener conto che i moti fluidodinamici del corpo atmosferico (direzione e velocità del vento, gradiente verticale di temperatura, etc.) possono causare, in angoli solidi relativamente piccoli, concentrazioni dell'inquinante anche parecchi ordini di grandezza superiori a quelli che si avrebbero con un calcolo di dispersione uniforme, che non ha senso in questo scenario. Gruppo critico, in questo caso, sono proprio quelle persone "investite" dalla nube di pulviscolo.
Un missile che colpisce il bersaglio può prendere fuoco e disperdere polveri ossidate nell’ambiente, secondo la stima delle probabilità che verra’ in questo lavoro.
Circa il 70% del DU, contenuto nei missili che si suppone vadano sempre a segno, essendo “intelligenti”, brucia. Di questo, circa la metà sono ossidi solubili.
La granulometria delle particelle costituenti la polvere di ossido di DU appartiene totalmente alle poveri respirabili, e vengono anche create polveri ultrafini. In particolare, il diametro delle particelle è in questo caso più fine rispetto alle polveri di uranio di origine industriale, comuni nell’ambito dell’industria nucleare. Si parla delle grande maggioranza delle polveri contenuta nel range [1-10] micron, con una parte rilevante con diametro inferiore al micron.
Per quanto riguarda il destino delle polveri di DU nel corpo umano, la via di assunzione principale è – come noto - l’inalazione. Come detto, parte delle polveri sono solubili e parte insolubili nei fluidi corporei.
Date le caratteristiche degli ossidi di DU di origine militare, occorre rilevare come esse abbiano comportamento differente rispetto alle polveri industriali di uranio. Si può comunque ancora supporre, secondo ICRP[11] che circa il 60% dell’inalato venga depositato nel sistema respiratorio, il resto viene riesalato.
Si può assumere che circa il 25% delle particole di diametro intorno a 1 micron vengano ritenute per lungo periodo nei polmoni, mentre il resto si deposita nei tratti aerei superiori, passa nel sistema digerente e da qui viene eliminato per la maggior parte attraverso le vie urinarie, mentre piccole parti passano ad accumularsi nelle ossa .
Del 25% di micro-particelle ritenute nei polmoni, circa la metà si comporta come un materiale di classe M secondo ICRP, ovvero è lentamente solubile nei fluidi corporei, mentre il resto è insolubile.
Questo tipo di comportamento e di esposizione non è stato studiato in nessuna situazione precedente di esposizione ad alfa emettitori nei polmoni, riscontrate in ambito civile. La modalità di esposizione è quindi molto differente da quelle sulla base delle quali si sono ricavate le equivalenze dose-danno in radioprotezione.
Non è pertanto del tutto corretto – sebbene costituisca un punto di riferimento - estrapolare valutazioni di rischio per esposizione a questo tipo di micro-polveri radioattive dai dati ricavati per i minatori di uranio, e neppure ovviamente dagli alto-irraggiati di Hiroshima e Nagasaki. Gli standard di radioprotezione dell’ICRP si basano su queste esperienze, e pertanto possono portare a sottostime del rischio in questo caso.
Passando poi ad altro tipo di tossicità rispetto a quella radiologica, è poi plausibile che:
- vista la componente fine ed ultrafine delle polveri di DU d’origine militare,
- vista la tossicità chimica dell’uranio,
la contaminazione ambientale da ossidi di DU di origine militare abbia tossicità sia chimica che radiologica: deve essere valutato l’effetto sinergico di queste due componenti.
In altre parole, la radioattività e la tossicità chimica dell'uranio impoverito potrebbero agire insieme creando un effetto “cocktail” che aumenta ulteriormente il rischio.
Si mette poi in risalto il fatto che il clima arido della Libia favorisce la dispersione nell'aria delle particelle di uranio impoverito, che possono venire respirate dai civili per anni. Il meccanismo principale di esposizione a medio-lungo termine riguarda la risospensione di polveri e la conseguente inalazione.
La metodologia e le assunzioni relative a questo modello sono già state pubblicate in altri lavori dell’autore[12] ai quali si rimanda. Vengono messe in evidenza qui soltanto le rifiniture e variazioni rispetto al modello applicato e già pubblicato, ed in particolare:
- Il calcolo di impegno di dose è a 70 anni e non più a 50 anni, secondo quanto raccomandato da ICRP.
- Si sono utilizzati dati per ora approssimati sulla distribuzione della popolazione intorno ai punti di impatto, che tengono anche conto dell’utilizzo principale dei proiettili al DU in aree popolate.
I risultati del modello possono essere così riassunti:
- CEDE (Dose collettiva): 370 mSvp in 70 y, per 1 kg di DU ossidato e disperso nell’ambiente.
- CEDE annuale massima nel primo anno (76 mSvp), cui segue il secondo anno (47 mSvp) e il terzo (33 mSvp).
- La via di esposizione è tutta da inalazione di polveri. L’organo bersaglio sono i polmoni (97.5% del contributo alla CEDE).
- Fra i nuclidi responsabili, 83% della CEDE è da U238, ed il 14% da U234
Per quanto riguarda la quantità totale di DU ossidato disperso nell’ambiente, si parte per questa valutazione dai dati riportati dalla stampa internazionale: nel primo giorno di guerra, circa 112 missili Cruise hanno impattato sul suolo libico[13]. Quanti missili verranno sparati prima della fine della guerra? Non e’ dato saperlo, faremo un’assunzione di circa 1000 missili sparati, e in ogni caso i valori che verranno stimati saranno variabili con una semplice proporzione.
Se tutti i missili fossero “privi” di DU, si avrebbe comunque una quantita’ di:
1000 * 3 = 3000 kili = 3 Tonnellate di DU (best case)
Se tutti i missili fossero con testate al DU avremmo una quantita’ fino a
400.000 kili = 400 tonnellate di DU.
Si confronti questo dato con le 10-15 Tonnellate di DU sparate nel Kossovo nel 1999 per valutarne la gravita’.
Si supponga che circa il 70% dell’uranio bruci e venga disperso nell’ambiente, arrivando così ad una stima della quantità di ossidi di DU dispersa pari a circa 2,1 tonnellate (best case) e 280 tonnellate (worst case).
Questo permette di stimare pertanto una CEDE (dose collettiva) per tutta la popolazione pari a:
Best case: 370 mSvp/kg * 2100 kg = 780 Svp circa.
Worst case: 370 mSvp/kg * 280.000 kg = 104000 Svp circa
Ribadiamo come non sia del tutto corretto – sebbene costituisca un punto di riferimento - estrapolare valutazioni di rischio per esposizione a questo tipo di micro-polveri radioattive dagli standard di radioprotezione dell’ICRP, che sono quelli adottati dal codice GEN II.
Se tuttavia applichiamo anche qui il coefficiente del 6% Sv-1 per il rischio di insorgenza di tumori, otteniamo circa
Best case: circa 50 casi di tumore in più, previsti in 70 anni.
Worst case: circa 6200 casi di tumore in più, previsti in 70 anni.
Conclusioni
I rischi da esposizione ad uranio impoverito della popolazione della Libia in seguito all’uso di questo materiale nella guerra del 2011 sono stati valutati con un approccio il più possibile ampio, cercando di tenere in conto alcuni recenti risultati di studi nel settore.
Questo tipo di esposizione non è stato studiato in nessuna situazione precedente di esposizione ad alfa emettitori nei polmoni, riscontrate in ambito civile.
Tuttavia, la valutazione fatta delle dosi e del rischio conseguente alle due situazioni (Cruise “senza uranio” o “con uranio”) permette di trarre alcuni conclusioni.
Nel primo caso (best case), il numero di tumori attesi e’ molto esiguo d assolutamente non rilevante dal punto di vista statistico. Questa difficoltà statistica – come è appena ovvio rimarcare – nulla ha a che vedere con una assoluzione di questa pratica, una sua accettazione, o meno che mai con una asserzione di scarsa rilevanza o addirittura di innocuità.
Nel secondo caso (worst case), invece, siamo di fronte ad un numero di insorgente tumorali pari ad alcune migliaia. Queste potrebbero tranquillamente essere rilevabili a livello epidemiologico e destano, indubbiamente, forte preoccupazione.
Occorre, percio, che gli eserciti che bombardano la Libia chiariscano con prove certe, e non asserzioni di comodo, la presenza o meno, e in che quantita’, di uranio nei loro missili.
In passato, ci sono state smentite “ufficiali” della presenza di uranio nei missili Cruise[14], ma proveniendo esse da ambienti militari, l’autore si permette di considerarle, come minimo, con una certa cautela.
Sulla base dei dati a nostra disposizione, le stime sull’andamento dei casi di tumore nei prossimi anni in Libia a causa di questa pratica totalmente ingiustificata sono assolutamente preoccupanti. La discussione sull’incidenza relativa di ognuno degli agenti teratogeni utilizzati in una guerra (Chimici, radioattivi, etc.) ci pare – ad un certo livello – poco significativa ed anche, sia consentita come riflessione conclusiva, poco rispettosa di un dato di fatto: i morti in Libia a cuasa di questo attacco superano e supereranno di gran lunga qualunque cifra che possa venire definita “un giusto prezzo da pagare”.
E’ importante infine raccogliere dati e ricerche – e ve ne sono moltissimi - nel campo degli effetti delle “nuove guerre” su uomo e ambiente; bisogna mostrare come le armi moderne, per nulla chirurgiche, producano dei danni inaccettabili; occorre studiate cosa hanno causato, a uomini e ambiente che le hanno subite, le guerre “umanitarie” a partire dal 1991.
[1] Professore di prima fascia in “Impianti Nucleari” presso il Politecnico di Torino, titolare dei corsi di “Sicurezza e Analisi di Rischio” e “Protezione dalle Radiazioni”.
[2] http://contropiano.dyndns.org/en/archive/archivio-news/item/296-uranio-impoverito-nei-tomahawk-sulla-libia
[3] Zajic V.S., 1999. Review of radioactivity, military use and health effects of DU: http://members.tripod.com/vzajic
; Liolos Th. E.(1999) , Assessing the risk from the Depleted Uranium Weapons used in Operation Allied Forces, Science and Global Security, Volume 8:2, pp.162 (1999); Bukowski, G., Lopez, D.A. and McGehee, F.M., (1993) "Uranium Battlefields Home and Abroad: Depleted Uranium Use by the U.S. Department of Defense" March 1993, pp.166, published by Citizen Alert and Rural Alliance for Military Accountability.
[4] Satu Hassi, Ministro dell’Ambiente Finlandese, ha inviato una lettera ai suoi pari grado nella UE, comunicando che la maggior parte dei 1500 missili sparati sulla Serbia, compreso il Kosovo, contenevano circa 3 kg di DU ognuno. Tra le altre cose, il ministro, nella lettera, fa un appello alla Commissione europea e ai suoi colleghi ministri dell’ambiente a prendere iniziative in favore del bando del DU.
[5] Varie fonti sulla presenza e quantita’ di DU nei missili Cruise Tomahawk
http://www.eoslifework.co.uk/pdfs/DU2102A3b.pdfhttp://www.nadir.org/nadir/initiativ/mrta/ipan22.htmhttp://web.peacelink.it/tematiche/disarmo/u238/documenti/uranio_impoverito.htmlhttp://www.bandepleteduranium.org/en/a/60.htmlhttp://www.mail-archive.com/news@antic.org/msg01570.htmlhttp://www.atlanticfreepress.com/news/1/12146-pentagon-dirty-bombers-depleted-uranium-in-the-usa.htmlhttp://vzajic.tripod.com/3rdchapter.htmlhttp://www.prorev.com/du.htmhttp://www.envirosagainstwar.org/know/read.php?itemid=1712http%3A%2F%2Fcseserv.engr.scu.edu%2FStudentWebPages%2FIPesic%2FResearchPaper.htmhttp%3A%2F%2Fworldpol.wordpress.com%2F2007%2F11%2F19%2Fdepleted-uranium-ethics-of-the-silver-bullet-by-iliya-pesic%2FZajic, Vladimir S. “Review of Radioactivity, Military Use, and Health Effects of Depleted Uranium” [1 August, 1999]. 2/27/2002.
[6] While the US Navy claims that they have replaced the MK149-2 Phalanx round with a DU penetrator by the MK149-4 Phalanx round with a tungsten penetrator (with the DU round remaining in the inventory), new types of DU ammunition are being developed for other weapons systems, such as the M919 rounds for Bradley fighting vehicles. Depleted uranium is also placed into the tips of the Tomahawk land-attack cruise missiles (TLAM) during test flights to provide weight and stability. The TLAM missile has a range of 680 nautical miles (1,260 km) and is able to carry a conventional warhead of 1000 lb. (454 kg). Older warheads were steel encased. In order to increase the missile range to 1,000 nautical miles (1,850 km), the latest Tomahawk cruise missiles carry a lighter 700 lb. (318 kg) warhead WDU-36 developed in 1993, which is encased in titanium with a depleted uranium tip
[7] M.Zucchetti, 'Measurements of Radioactive Contamination in Kosovo Battlefields due to the use of Depleted Uranium Weapons By Nato Forces'', Proc. 20th Conf. of the Nuclear Societies in Israel, Dead Sea (Israel), dec. 1999, p.282.
M.Cristaldi, A.Di Fazio, C.Pona, A.Tarozzi, M.Zucchetti “Uranio impoverito (DU). Il suo uso nei Balcani, le sue conseguenze sul territorio e la popolazione”, Giano, n.36 (sett-dic. 2000), pp. 11-31.
M.Zucchetti, ‘Caratterizzazione dell’Uranio impoverito e pericolosità per inalazione’, Giano, n.36 (sett-dic. 2000), pp. 33-44.
M.Cristaldi P.Angeloni, F.Degrassi, F.Iannuzzelli, A.Martocchia, L.Nencini, C.Pona, S.Salerno, M.Zucchetti. Conseguenze ambientali ed effetti patogeni dell'uso di Uranio Impoverito nei dispositivi bellici. Tribuna Biologica e Medica, 9 (1-2), Gennaio-Giugno 2001: 29-41.
M. Zucchetti, “Military Use of Depleted Uranium: a Model for Assessment of Atmospheric Pollution and Health Effects in the Balkans”, 11th International Symposium on "Environmental Pollution And Its Impact On Life In The Mediterranean Region", MESAEP, Lymassol, Cyprus, October 2001, p.25.
M. Zucchetti “Some Facts On Depleted Uranium (DU), Its Use In The Balkans And Its Effects On The Health Of Soldiers And Civilian Population”, Proc. Int. Conf. NURT2001, L'Avana (Cuba), oct. 2001, p.31.
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M.Zucchetti, R. Chiarelli ‘Environmental Diffusion of DU. Application of Models and Codes for Assessment of Atmospheric Pollution and Health Effects’, Convegno ‘Uranio Impoverito. Stato delle Conoscenze e Prospettive di Ricerca’, Istituto Superiore di Sanità (Roma) Ottobre 2004.
R. Chiarelli, M.Zucchetti, ‘Effetti sanitari dell’uranio impoverito in Iraq’, Convegno ‘La Prevenzione Primaria dei Tumori di Origine Professionale ed Ambientale’, Genova, Novembre 2004. Poster reperibile al sito: http://registri.istge.it/italiano/eventi/poster%20n°25.htmR. Chiarelli, M.Zucchetti, ‘Applicazione di modelli e codici di dose alla popolazione alla dispersione ambientale di Uranio impoverito’, Convegno ‘La Prevenzione Primaria dei Tumori di Origine Professionale ed Ambientale’, Genova, Novembre 2004. Poster reperibile al sito: http://registri.istge.it/italiano/eventi/poster%20n°26.htm
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[8] http://web.peacelink.it/tematiche/disarmo/u238/documenti/uranio_impoverito.html
[9] Cristaldi M. et al., Conseguenze ambientali ed effetti patogeni dell'uso di Uranio Impoverito nei dispositivi bellici. Tribuna Biologica e Medica, 9 (1-2), Gennaio-Giugno 2001: 29-41.
[10] Si tratta di un codice elaborato da un laboratorio statunitense, riconosciuto ed utilizzato a livello internazionale. Si veda la referenza: B.A.Napier et al. (1990), GENII - The Hanford Environmental Radiation Dosimetry Software System, PNL-6584, Pacific Northwest Laboratories (USA). Può venire in questo caso utilizzato solo per una stima delle dosi da inalazione, vista la particolarità dello scenario in esame.
[11] ICRP, 1995. Age-dependent Doses to Members of the Public from Intake of Radionuclides: Part 3 - Ingestion Dose Coefficients. Publication 69 Annals of the ICRP. 25 (no 1).
[12] M.Zucchetti, ‘Caratterizzazione dell’Uranio impoverito e pericolosità per inalazione’, Giano, n.36 (sett-dic. 2000), pp. 33-44; R.Chiarelli, M.Zucchetti, ‘Applicazione di modelli e codici di dose alla popolazione alla dispersione ambientale di Uranio impoverito’, Convegno ‘La Prevenzione Primaria dei Tumori di Origine Professionale ed Ambientale’, Genova, Nov.2004. http://registri.istge.it/italiano/eventi/poster%20n°26.htm
[13] http://abcnews.go.com/International/libya-international-military-coalition-launch-assault-gadhafi-forces/story?id=13174246
[14] ME Kilpatrick, “No depleted uranium in cruise missiles or Apache helicopter munitions – comment on an article by Durante and Publiese,” Health Physics, June 2002; 82(6): 905; Chief of the Radiation Protection Division, Air Force Medical Operations Agency, e-mail message, Subject: "Cruise Missiles," May 6, 1999; Head of Radiological Controls and Health Branch, Chief of Navy Operations, e-mail message, Subject: "NO DU in Navy Cruise Missiles," August 4, 199
Missili Cruise all’uranio impoverito sulla Libia
Un primo studio di impatto ambientale e sulla salute
Massimo Zucchetti
Politecnico di Torino, Italia
zucchetti@polito.it
Riassunto
I cruise lanciati sulla Libia contengono Uranio impoverito. Sono state calcolate le conseguenze dell'inquinamento radioattivo. Fino a seimila morti
Introduzione
Le questioni che riguardano l’Uranio impoverito e la sua tossicità hanno talvolta, negli anni recenti, esulato dal campo della scienza. Lo scrivente[1] si occupa di radioprotezione da circa un ventennio e di uranio impoverito dal 1999. Dopo un’esperienza di pubblicazione di lavori scientifici su riviste, atti di convegni internazionali e conferenze in Italia, sul Uranio impoverito, questo articolo cerca di fare una stima del possibile impatto ambientale e sulla salute dell’uso di uranio impoverito nella guerra di Libia (2011). Notizie riguardanti il suo utilizzo sono apparse nei mezzi di informazione fin dall’inizio del conflitto.[2]
Per le sue peculiari caratteristiche fisiche, in particolare la densità che lo rende estremamente penetrante, ma anche il basso costo (il DU costa alla produzione circa 2$ al kg) e la scomodità di trattarlo come rifiuto radioattivo, il DU ha trovato eccellenti modalità di utilizzo in campo militare.
Se adeguatamente trattata, la lega U-Ti costituisce un materiale molto efficace per la costruzione di penetratori ad energia cinetica, dense barre metalliche che possono perforare una corazza quando sono sparate contro di essa ad alta velocità.
Il processo di penetrazione polverizza la maggior parte dell'Uranio che esplode in frammenti incandescenti (combustione violenta a quasi 5000 °C) quando colpisce l'aria dall'altra parte della corazzatura perforata, aumentandone l'effetto distruttivo. Tale proprietà è detta “piroforicità”, per fare un esempio, la caratteristica dello zolfo dei fiammiferi. Quindi, oltre alla elevata densità, anche la piroforicità rende il DU un materiale di grande interesse per queste applicazioni, in particolare come arma incendiaria (API: Armour Piercing Incendiary cioè penetratore di armature incendiario).
Infine, in fase di impatto sull’obiettivo, la relativa durezza del DU (in lega con il Titanio) fornisce al proiettile capacità autoaffilanti: in altre parole, il proiettile non si “appiattisce” contro la corazza che deve sfondare, formando una “testa piatta” – come fa ad esempio un proiettile di Pb – ma mantiene la sua forma affusolata fino alla completa frammentazione, senza quindi perdere le proprietà penetranti.
In battaglia il DU è sicuramente stato impiegato nella Guerra del Golfo del 1991, durante i bombardamenti NATO/ONU sulla Repubblica Serba di Bosnia nel settembre 1995, sulla Jugoslavia nella primavera 1999; in questo secolo, durante lattacco all’Afghanistan e successivamente ancora in Iraq nel 2003.
L’uso di dispositivi al DU nelle guerre in Somalia ed in Bosnia centrale e centro-orientale (soprattutto ampie aree intorno a Sarajevo) negli anni ‘90, in Palestina ed in poligoni di tiro di competenza delle forze militari NATO, è ancora incompletamente documentato[3].
Tra gli armamenti che usano DU, citiamo anche il missile Cruise Tomahawk il cui utilizzo durante la guerra nei Balcani della primavera 1999, pur non ammesso dalla NATO è stato confermato da ritrovamenti in loco e da fonti della Unione Europea[4].
D’altra parte, nel decalogo degli ufficiali, consegnato a tutti gli uomini in divisa spediti in Kosovo, vi erano delle raccomandazioni da seguire alla lettera, circa la presenza di Uranio impoverito sul territorio e in particolare nei missili Cruiese Tomahawk. L’introduzione recita così:
«I veicoli ed i materiali dell’esercito serbo in Kosovo possono costituire una minaccia alla salute dei militari e dei civili che ne dovessero venire a contatto. I veicoli e gli equipaggiamenti trovati distrutti, danneggiati o abbandonati devono essere ispezionati e maneggiati solamente da personale qualificato. I pericoli possono derivare dall’Uranio impoverito in conseguenza dei danni dovuti alla campagna di bombardamento NATO relativamente a mezzi colpiti direttamente o indirettamente. Inoltre, i collimatori contengono tritio e le strumentazioni e gli indicatori possono essere trattati con vernice radioattiva, pericolosa per chi dovesse accedere ai mezzi per ispezionarli». Seguono consigli su come evitare l’esposizione all’Uranio impoverito. Testuale: «Evitate ogni mezzo o materiale che sospettate essere stato colpito da munizioni contenenti Uranio impoverito o missili da crociera Tomahawk. Non raccogliere o collezionare munizioni con DU trovare sul terreno. Informate immediatamente il vostro comando circa l’area che ritenete contaminata. Ovunque siate delimitate l’area contaminata con qualsiasi materiale trovato in loco. Se vi trovate in un’area contaminata indossate come minimo la maschera ed i guanti di protezione. Provvedete a un’ottima igiene personale. Lavate frequentemente il corpo e i vestiti».
Le valutazioni sulla quantità di DU utilizzato nei missili Cruise divergono.
In particolare, essi variano, nelle diverse fonti, fra valori intorno ai 3 kg, per andare invece fino a 400 kili circa. In nota si ha una compilazione delle diverse fonti reperibili su questo aspetto, assai importante ai fini della stima dell’impatto ambientale.[5]
Le prevedibili smentite sulla presenza di Uranio in questi missili si scontrano con la pubblicistica sopra riportata, ed anche su fonti di origine militare[6]
Questa grossa variabilita’ nei dati puo’ essere facilmente spiegata. Alcuni Cruise sono con testata appesantita all’uranio impoverito, altri no. Anche quegli altri, tuttavia, hanno uranio impoverito non nella testata del missile, ma nelle ali, come stabilizzatore durante il volo.
Allora possiamo definire due casi
WORST CASE: Cruise all’Uranio nella testata. Assumiamo 400 kili di DU.
BEST CASE: Cruise NON all’Uranio nella testata. Assumiamo 3 kili di DU nelle ali.
Calcolo di impatto ambientale e sulla salute
Nell’ampia letteratura dedidcata dall’autore al problema Uranio Impoverito [7] era gia’ stato affrontato un calcolo di contaminazione radioattiva da Uranio dovuto ai missili Cruise, in particolare quelli lanciati sulla Bosnia nel 1995. Lo studio e’ reperibile anche su internet, oltre che sulla rivista scientifica Tribuna Biologica e Medica.[8], [9].
Riprendendo i modelli utilizzati nell’articolo citato, si puo’ dedurre quale è la situazione di teatro, sui luoghi di inalazione, con un calcolo inteso solo ad accertare se, in almeno un caso realistico, l'ordine di grandezza delle dosi in gioco non permetta di trascurare il problema.
Consideriamo l'impatto di un missile Cruise Tomahawk che porti 3 kg (best case), oppure 400 kg (worst case) di DU.
L'impatto produce una nuvola di detriti di varie dimensioni, dopo combustione violenta a circa 5000°C. Il pulviscolo è, come detto, composto da particelle di dimensioni nel range [0.5 - 5] micron. Tra 500 e 1000 metri dall'impatto si possono respirare nubi con densità sufficiente a causare dosi rilevanti, composte da particelle che hanno una massa da circa 0.6 a circa 5 nanogrammi (6-50x10-10 g). E' stata effettuata una stima mediante il codice di calcolo di dose GENII[10], trascurando gli effetti dovuti all'incendio e considerando soltanto l'esposizione per una inalazione di un'ora dovuta al semplice rilascio del materiale, non considerando alcuni fattori che potrebbero far ulteriormente crescere l'esposizione. In un'ora si può inalare pulviscolo radioattivo proveniente dalla nube in quantità già notevoli.
Occorre tener conto che i moti fluidodinamici del corpo atmosferico (direzione e velocità del vento, gradiente verticale di temperatura, etc.) possono causare, in angoli solidi relativamente piccoli, concentrazioni dell'inquinante anche parecchi ordini di grandezza superiori a quelli che si avrebbero con un calcolo di dispersione uniforme, che non ha senso in questo scenario. Gruppo critico, in questo caso, sono proprio quelle persone "investite" dalla nube di pulviscolo.
Un missile che colpisce il bersaglio può prendere fuoco e disperdere polveri ossidate nell’ambiente, secondo la stima delle probabilità che verra’ in questo lavoro.
Circa il 70% del DU, contenuto nei missili che si suppone vadano sempre a segno, essendo “intelligenti”, brucia. Di questo, circa la metà sono ossidi solubili.
La granulometria delle particelle costituenti la polvere di ossido di DU appartiene totalmente alle poveri respirabili, e vengono anche create polveri ultrafini. In particolare, il diametro delle particelle è in questo caso più fine rispetto alle polveri di uranio di origine industriale, comuni nell’ambito dell’industria nucleare. Si parla delle grande maggioranza delle polveri contenuta nel range [1-10] micron, con una parte rilevante con diametro inferiore al micron.
Per quanto riguarda il destino delle polveri di DU nel corpo umano, la via di assunzione principale è – come noto - l’inalazione. Come detto, parte delle polveri sono solubili e parte insolubili nei fluidi corporei.
Date le caratteristiche degli ossidi di DU di origine militare, occorre rilevare come esse abbiano comportamento differente rispetto alle polveri industriali di uranio. Si può comunque ancora supporre, secondo ICRP[11] che circa il 60% dell’inalato venga depositato nel sistema respiratorio, il resto viene riesalato.
Si può assumere che circa il 25% delle particole di diametro intorno a 1 micron vengano ritenute per lungo periodo nei polmoni, mentre il resto si deposita nei tratti aerei superiori, passa nel sistema digerente e da qui viene eliminato per la maggior parte attraverso le vie urinarie, mentre piccole parti passano ad accumularsi nelle ossa .
Del 25% di micro-particelle ritenute nei polmoni, circa la metà si comporta come un materiale di classe M secondo ICRP, ovvero è lentamente solubile nei fluidi corporei, mentre il resto è insolubile.
Questo tipo di comportamento e di esposizione non è stato studiato in nessuna situazione precedente di esposizione ad alfa emettitori nei polmoni, riscontrate in ambito civile. La modalità di esposizione è quindi molto differente da quelle sulla base delle quali si sono ricavate le equivalenze dose-danno in radioprotezione.
Non è pertanto del tutto corretto – sebbene costituisca un punto di riferimento - estrapolare valutazioni di rischio per esposizione a questo tipo di micro-polveri radioattive dai dati ricavati per i minatori di uranio, e neppure ovviamente dagli alto-irraggiati di Hiroshima e Nagasaki. Gli standard di radioprotezione dell’ICRP si basano su queste esperienze, e pertanto possono portare a sottostime del rischio in questo caso.
Passando poi ad altro tipo di tossicità rispetto a quella radiologica, è poi plausibile che:
- vista la componente fine ed ultrafine delle polveri di DU d’origine militare,
- vista la tossicità chimica dell’uranio,
la contaminazione ambientale da ossidi di DU di origine militare abbia tossicità sia chimica che radiologica: deve essere valutato l’effetto sinergico di queste due componenti.
In altre parole, la radioattività e la tossicità chimica dell'uranio impoverito potrebbero agire insieme creando un effetto “cocktail” che aumenta ulteriormente il rischio.
Si mette poi in risalto il fatto che il clima arido della Libia favorisce la dispersione nell'aria delle particelle di uranio impoverito, che possono venire respirate dai civili per anni. Il meccanismo principale di esposizione a medio-lungo termine riguarda la risospensione di polveri e la conseguente inalazione.
La metodologia e le assunzioni relative a questo modello sono già state pubblicate in altri lavori dell’autore[12] ai quali si rimanda. Vengono messe in evidenza qui soltanto le rifiniture e variazioni rispetto al modello applicato e già pubblicato, ed in particolare:
- Il calcolo di impegno di dose è a 70 anni e non più a 50 anni, secondo quanto raccomandato da ICRP.
- Si sono utilizzati dati per ora approssimati sulla distribuzione della popolazione intorno ai punti di impatto, che tengono anche conto dell’utilizzo principale dei proiettili al DU in aree popolate.
I risultati del modello possono essere così riassunti:
- CEDE (Dose collettiva): 370 mSvp in 70 y, per 1 kg di DU ossidato e disperso nell’ambiente.
- CEDE annuale massima nel primo anno (76 mSvp), cui segue il secondo anno (47 mSvp) e il terzo (33 mSvp).
- La via di esposizione è tutta da inalazione di polveri. L’organo bersaglio sono i polmoni (97.5% del contributo alla CEDE).
- Fra i nuclidi responsabili, 83% della CEDE è da U238, ed il 14% da U234
Per quanto riguarda la quantità totale di DU ossidato disperso nell’ambiente, si parte per questa valutazione dai dati riportati dalla stampa internazionale: nel primo giorno di guerra, circa 112 missili Cruise hanno impattato sul suolo libico[13]. Quanti missili verranno sparati prima della fine della guerra? Non e’ dato saperlo, faremo un’assunzione di circa 1000 missili sparati, e in ogni caso i valori che verranno stimati saranno variabili con una semplice proporzione.
Se tutti i missili fossero “privi” di DU, si avrebbe comunque una quantita’ di:
1000 * 3 = 3000 kili = 3 Tonnellate di DU (best case)
Se tutti i missili fossero con testate al DU avremmo una quantita’ fino a
400.000 kili = 400 tonnellate di DU.
Si confronti questo dato con le 10-15 Tonnellate di DU sparate nel Kossovo nel 1999 per valutarne la gravita’.
Si supponga che circa il 70% dell’uranio bruci e venga disperso nell’ambiente, arrivando così ad una stima della quantità di ossidi di DU dispersa pari a circa 2,1 tonnellate (best case) e 280 tonnellate (worst case).
Questo permette di stimare pertanto una CEDE (dose collettiva) per tutta la popolazione pari a:
Best case: 370 mSvp/kg * 2100 kg = 780 Svp circa.
Worst case: 370 mSvp/kg * 280.000 kg = 104000 Svp circa
Ribadiamo come non sia del tutto corretto – sebbene costituisca un punto di riferimento - estrapolare valutazioni di rischio per esposizione a questo tipo di micro-polveri radioattive dagli standard di radioprotezione dell’ICRP, che sono quelli adottati dal codice GEN II.
Se tuttavia applichiamo anche qui il coefficiente del 6% Sv-1 per il rischio di insorgenza di tumori, otteniamo circa
Best case: circa 50 casi di tumore in più, previsti in 70 anni.
Worst case: circa 6200 casi di tumore in più, previsti in 70 anni.
Conclusioni
I rischi da esposizione ad uranio impoverito della popolazione della Libia in seguito all’uso di questo materiale nella guerra del 2011 sono stati valutati con un approccio il più possibile ampio, cercando di tenere in conto alcuni recenti risultati di studi nel settore.
Questo tipo di esposizione non è stato studiato in nessuna situazione precedente di esposizione ad alfa emettitori nei polmoni, riscontrate in ambito civile.
Tuttavia, la valutazione fatta delle dosi e del rischio conseguente alle due situazioni (Cruise “senza uranio” o “con uranio”) permette di trarre alcuni conclusioni.
Nel primo caso (best case), il numero di tumori attesi e’ molto esiguo d assolutamente non rilevante dal punto di vista statistico. Questa difficoltà statistica – come è appena ovvio rimarcare – nulla ha a che vedere con una assoluzione di questa pratica, una sua accettazione, o meno che mai con una asserzione di scarsa rilevanza o addirittura di innocuità.
Nel secondo caso (worst case), invece, siamo di fronte ad un numero di insorgente tumorali pari ad alcune migliaia. Queste potrebbero tranquillamente essere rilevabili a livello epidemiologico e destano, indubbiamente, forte preoccupazione.
Occorre, percio, che gli eserciti che bombardano la Libia chiariscano con prove certe, e non asserzioni di comodo, la presenza o meno, e in che quantita’, di uranio nei loro missili.
In passato, ci sono state smentite “ufficiali” della presenza di uranio nei missili Cruise[14], ma proveniendo esse da ambienti militari, l’autore si permette di considerarle, come minimo, con una certa cautela.
Sulla base dei dati a nostra disposizione, le stime sull’andamento dei casi di tumore nei prossimi anni in Libia a causa di questa pratica totalmente ingiustificata sono assolutamente preoccupanti. La discussione sull’incidenza relativa di ognuno degli agenti teratogeni utilizzati in una guerra (Chimici, radioattivi, etc.) ci pare – ad un certo livello – poco significativa ed anche, sia consentita come riflessione conclusiva, poco rispettosa di un dato di fatto: i morti in Libia a cuasa di questo attacco superano e supereranno di gran lunga qualunque cifra che possa venire definita “un giusto prezzo da pagare”.
E’ importante infine raccogliere dati e ricerche – e ve ne sono moltissimi - nel campo degli effetti delle “nuove guerre” su uomo e ambiente; bisogna mostrare come le armi moderne, per nulla chirurgiche, producano dei danni inaccettabili; occorre studiate cosa hanno causato, a uomini e ambiente che le hanno subite, le guerre “umanitarie” a partire dal 1991.
[1] Professore di prima fascia in “Impianti Nucleari” presso il Politecnico di Torino, titolare dei corsi di “Sicurezza e Analisi di Rischio” e “Protezione dalle Radiazioni”.
[2] http://contropiano.dyndns.org/en/archive/archivio-news/item/296-uranio-impoverito-nei-tomahawk-sulla-libia
[3] Zajic V.S., 1999. Review of radioactivity, military use and health effects of DU: http://members.tripod.com/vzajic
; Liolos Th. E.(1999) , Assessing the risk from the Depleted Uranium Weapons used in Operation Allied Forces, Science and Global Security, Volume 8:2, pp.162 (1999); Bukowski, G., Lopez, D.A. and McGehee, F.M., (1993) "Uranium Battlefields Home and Abroad: Depleted Uranium Use by the U.S. Department of Defense" March 1993, pp.166, published by Citizen Alert and Rural Alliance for Military Accountability.
[4] Satu Hassi, Ministro dell’Ambiente Finlandese, ha inviato una lettera ai suoi pari grado nella UE, comunicando che la maggior parte dei 1500 missili sparati sulla Serbia, compreso il Kosovo, contenevano circa 3 kg di DU ognuno. Tra le altre cose, il ministro, nella lettera, fa un appello alla Commissione europea e ai suoi colleghi ministri dell’ambiente a prendere iniziative in favore del bando del DU.
[5] Varie fonti sulla presenza e quantita’ di DU nei missili Cruise Tomahawk
http://www.eoslifework.co.uk/pdfs/DU2102A3b.pdfhttp://www.nadir.org/nadir/initiativ/mrta/ipan22.htmhttp://web.peacelink.it/tematiche/disarmo/u238/documenti/uranio_impoverito.htmlhttp://www.bandepleteduranium.org/en/a/60.htmlhttp://www.mail-archive.com/news@antic.org/msg01570.htmlhttp://www.atlanticfreepress.com/news/1/12146-pentagon-dirty-bombers-depleted-uranium-in-the-usa.htmlhttp://vzajic.tripod.com/3rdchapter.htmlhttp://www.prorev.com/du.htmhttp://www.envirosagainstwar.org/know/read.php?itemid=1712http%3A%2F%2Fcseserv.engr.scu.edu%2FStudentWebPages%2FIPesic%2FResearchPaper.htmhttp%3A%2F%2Fworldpol.wordpress.com%2F2007%2F11%2F19%2Fdepleted-uranium-ethics-of-the-silver-bullet-by-iliya-pesic%2FZajic, Vladimir S. “Review of Radioactivity, Military Use, and Health Effects of Depleted Uranium” [1 August, 1999]. 2/27/2002.
[6] While the US Navy claims that they have replaced the MK149-2 Phalanx round with a DU penetrator by the MK149-4 Phalanx round with a tungsten penetrator (with the DU round remaining in the inventory), new types of DU ammunition are being developed for other weapons systems, such as the M919 rounds for Bradley fighting vehicles. Depleted uranium is also placed into the tips of the Tomahawk land-attack cruise missiles (TLAM) during test flights to provide weight and stability. The TLAM missile has a range of 680 nautical miles (1,260 km) and is able to carry a conventional warhead of 1000 lb. (454 kg). Older warheads were steel encased. In order to increase the missile range to 1,000 nautical miles (1,850 km), the latest Tomahawk cruise missiles carry a lighter 700 lb. (318 kg) warhead WDU-36 developed in 1993, which is encased in titanium with a depleted uranium tip
[7] M.Zucchetti, 'Measurements of Radioactive Contamination in Kosovo Battlefields due to the use of Depleted Uranium Weapons By Nato Forces'', Proc. 20th Conf. of the Nuclear Societies in Israel, Dead Sea (Israel), dec. 1999, p.282.
M.Cristaldi, A.Di Fazio, C.Pona, A.Tarozzi, M.Zucchetti “Uranio impoverito (DU). Il suo uso nei Balcani, le sue conseguenze sul territorio e la popolazione”, Giano, n.36 (sett-dic. 2000), pp. 11-31.
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M.Cristaldi P.Angeloni, F.Degrassi, F.Iannuzzelli, A.Martocchia, L.Nencini, C.Pona, S.Salerno, M.Zucchetti. Conseguenze ambientali ed effetti patogeni dell'uso di Uranio Impoverito nei dispositivi bellici. Tribuna Biologica e Medica, 9 (1-2), Gennaio-Giugno 2001: 29-41.
M. Zucchetti, “Military Use of Depleted Uranium: a Model for Assessment of Atmospheric Pollution and Health Effects in the Balkans”, 11th International Symposium on "Environmental Pollution And Its Impact On Life In The Mediterranean Region", MESAEP, Lymassol, Cyprus, October 2001, p.25.
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M. Zucchetti, M. Azzati "Environmental Pollution and Population Health Effects in the Quirra Area, Sardinia Island (Italy)", 12th International Symposium on Environmental Pollution and its Impact on Life in the Mediterranean Region, Antalya (Turkey), October 2003, p. 190, ISBN 975-288-621-3.
M.Zucchetti, R. Chiarelli ‘Environmental Diffusion of DU. Application of Models and Codes for Assessment of Atmospheric Pollution and Health Effects’, Convegno ‘Uranio Impoverito. Stato delle Conoscenze e Prospettive di Ricerca’, Istituto Superiore di Sanità (Roma) Ottobre 2004.
R. Chiarelli, M.Zucchetti, ‘Effetti sanitari dell’uranio impoverito in Iraq’, Convegno ‘La Prevenzione Primaria dei Tumori di Origine Professionale ed Ambientale’, Genova, Novembre 2004. Poster reperibile al sito: http://registri.istge.it/italiano/eventi/poster%20n°25.htmR. Chiarelli, M.Zucchetti, ‘Applicazione di modelli e codici di dose alla popolazione alla dispersione ambientale di Uranio impoverito’, Convegno ‘La Prevenzione Primaria dei Tumori di Origine Professionale ed Ambientale’, Genova, Novembre 2004. Poster reperibile al sito: http://registri.istge.it/italiano/eventi/poster%20n°26.htm
M. Zucchetti, "Environmental Pollution and Population Health Effects in the Quirra Area, Sardinia Island (Italy) and the Depleted Uranium Case", J. Env. Prot. And Ecology 1, 7 (2006) 82-92.
M. Zucchetti, “Scenari di esposizione futura In Iraq: convivere con l’uranio impoverito” in: M.Zucchetti (a cura di) “Il male invisibile sempre più visibile”, Odradek, Roma, giugno 2005, pp. 81-98.
M. Zucchetti, “Uranio impoverito. Con elementi di radioprotezione ed utilizzo delle radiazioni ionizzanti”, CLUT, Torino, febbraio 2006. ISBN 88-7992-225-4.
M.Zucchetti “Depleted Uranium”, European Parliament, GiethoornTen Brink bv, Meppel (Holland), 2009. ISBN 978-90-9024147-0
[8] http://web.peacelink.it/tematiche/disarmo/u238/documenti/uranio_impoverito.html
[9] Cristaldi M. et al., Conseguenze ambientali ed effetti patogeni dell'uso di Uranio Impoverito nei dispositivi bellici. Tribuna Biologica e Medica, 9 (1-2), Gennaio-Giugno 2001: 29-41.
[10] Si tratta di un codice elaborato da un laboratorio statunitense, riconosciuto ed utilizzato a livello internazionale. Si veda la referenza: B.A.Napier et al. (1990), GENII - The Hanford Environmental Radiation Dosimetry Software System, PNL-6584, Pacific Northwest Laboratories (USA). Può venire in questo caso utilizzato solo per una stima delle dosi da inalazione, vista la particolarità dello scenario in esame.
[11] ICRP, 1995. Age-dependent Doses to Members of the Public from Intake of Radionuclides: Part 3 - Ingestion Dose Coefficients. Publication 69 Annals of the ICRP. 25 (no 1).
[12] M.Zucchetti, ‘Caratterizzazione dell’Uranio impoverito e pericolosità per inalazione’, Giano, n.36 (sett-dic. 2000), pp. 33-44; R.Chiarelli, M.Zucchetti, ‘Applicazione di modelli e codici di dose alla popolazione alla dispersione ambientale di Uranio impoverito’, Convegno ‘La Prevenzione Primaria dei Tumori di Origine Professionale ed Ambientale’, Genova, Nov.2004. http://registri.istge.it/italiano/eventi/poster%20n°26.htm
[13] http://abcnews.go.com/International/libya-international-military-coalition-launch-assault-gadhafi-forces/story?id=13174246
[14] ME Kilpatrick, “No depleted uranium in cruise missiles or Apache helicopter munitions – comment on an article by Durante and Publiese,” Health Physics, June 2002; 82(6): 905; Chief of the Radiation Protection Division, Air Force Medical Operations Agency, e-mail message, Subject: "Cruise Missiles," May 6, 1999; Head of Radiological Controls and Health Branch, Chief of Navy Operations, e-mail message, Subject: "NO DU in Navy Cruise Missiles," August 4, 1999.9.
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