domenica 21 ottobre 2012
Ha ancora senso votare?
La reazione delle persone civili, di sinistra, democratiche alle quali ho comunicato la mia decisione di non votare alle imminenti consultazioni elettorali per la Regione Siciliana è stata quasi sempre negativa. Una di esse mi ha detto: il voto è una conquista dei nostri padri! Non possiamo non votare! Altre dicono: ma che cosa ottieni non votando? Si lascia campo libero agli altri a coloro che non la pensano come te!
Ci sono delle ragioni particolari che mi spingono legate all'autonomia siciliana, alla legge elettorale che io giudico truffaldina e fascista per il listino, il premio di maggioranza e lo sbarramento. Inoltre io credo che la Regione abbia dato una cattiva prova di sè in sessanta anni ed è stata fonte di diseguaglianza tra i siciliani. Credo che sia irriformabile perchè gravata di un debito mostruoso ed impossibilita a fare investimenti produttivi ed utili per la comunità. Penso che debba essere retrocessa a mera organizzazione amministrativa spogliata dallo involucro politico e di gran parte di quello gestionale. Ma queste sono ragioni secondarie ed aggiuntive al motivo per il quale credo che votare non serva che a prolungare un inganno, continuare a pensare che la democrazia esista quando invece è morta da un pezzo.
Il Governo agisce nel quadro di uno spazio sempre più angusto concesso dalle autorità europee.Non può fare altro che applicare in Italia le direttive che gli vengono impartite. Oggi la Merkel è arrivata a proporre una sorta di Commissario Europeo con il potere di approvare o bocciare i bilanci nazionali. Le politiche sociali e sindacali tendono tutte a privare i lavoratori dei loro diritti ed a ridurre al minimo il welfare. Hanno già tolto tantissimo alla gente e degradato la civiltà nella quale abbiamo vissuto per decenni.
Il governo traduce in decreti le sue scelte che sono prevalentemente di politica economica e non permette al Parlamento di discuterle. Chiede quasi sistematicamente il voto di fiducia. Non c'è atto significativo del potere legislativo che non sia avvenuto quasi senza discussione del testo che gli era stato proposto dal governo. Il Parlamento non serve più a niente se non a pagare gli stipendi ad un migliaio di superprivilegiati che il senso dell'onore dovrebbe spingere a dimettersi perchè la loro funzione si è svuotata. Non fanno altro che votare e nel senso voluto dal Governo!
Il sistema maggioritario ha portato in tutto l'Occidente il cosidetto "centro" in auge. I maggiori partiti tendono a diventare espressione dello stesso blocco sociale ed i partiti della classe operaia o che si ispirano al socialismo sono quasi dappertutto fuori dal parlamento e laddove ci sono non contano quasi niente.
Insomma la borghesia si è liberata delle istituzioni della democrazia. Il mercato non tollera più la democrazia! Ora siamo al punto che i banchieri ed i capitalisti intervengono sfacciatamente financo nel dibattito interno ai partiti ed appoggiano colui o coloro che sono più arrendevoli alle loro pretese.
Il Parlamento che sarà eletto nella primavera prossima non sarà scelto dallo elettorato italiano. A questo sarà proposta qualcosa che si sta cucinando nelle alte sfere dei cosidetti poteri forti e nella oligarchia euroatlantica. Quando andremo a votare tutto sarà già stato prestabilito. E allora?
Tanto vale abbandonare il mito, il condizionamento psicologico quasi ancestrale del votare. Non avere sensi di colpa, resistere alla tentazione di recarsi a votare dentro una cabina, insomma spretarsi da questa democrazia.
Quale è l'alternativa? Non so proprio quale possa essere e come si possa costruire. Ma certo questa democrazia è un cane morto in stato di avanzata decomposizione. Cominciamo ad autoorganizzarci ed autogestirci. Da cosa nascerà cosa. Elaborare il lutto per la democrazia defunta e passare avanti è la difficile strada che ci aspetta e che dovremo percorrere!
Pietro Ancona
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