Pietro Ancona
" A da veni baffon!"
C'è una sorta di reazione di sgomento superstizioso quando si cita positivamente Stalin. E' la stessa reazione che si riscontra quando si cita negativamente Padre Pio di Pietralcina che, seppur santificato a furore del popolo dei suoi numerosi fan, fu assai discusso dalla Chiesa ed in qualche modo subito di mala voglia. Una identica reazione se si loda Stalin e se si critica Padre Pio. La stessa superstizione.
C'è una responsabilità storica del gruppo dirigente comunista non più bolscevico del XX Congresso. Immaginatevi al posto di Togliatti, Gramsci,Terracini, Scoccimarro Secchia persone come Bersani, D'Alema, Veltroni, Camusso, Napolitano. Insomma la corrente migliorista del PCUS ha preso il sopravvento e i dirigenti della potente Unione Sovietica non accettavano più come Stalin di ricevere un modesto compenso mentre oramai amministravano ricchezze e risorse immense. Per quanti privilegi potesse avere la Nomenclatura essi erano ben misera cosa in confronto a quelli ai quali agognavano le cricche radunate attorno a Kruscev e poi trenta anni dopo attorno a Gorbacev. La direzione di un immenso Stato ne aveva fatto dei borghesi senza averne però i vantaggi che hanno i dirigenti delle "democrazie" occidentali. Lo stalinismo era il massimo di idealità e di spiritualità nella gestione dello stato comunista. Una gestione di persone che guadagnavano al massimo tre o quattro volte quanto un operaio. Il kruscevismo è stato un colpo di stato borghese dentro il comunismo fatto dal suo stesso ceto dirigente! Stalin aveva capito che questo era possibile che accadesse ma probabilmente era oramai troppo anziano per potere mettere in salvo il potere bolscevico da nuovi borghesi.
Guardate la fine miserevole fatta da Gorbacev ridotto a vendersi come un prodotto pubblicitario, come la prova della impossibilità del comunismo. Gorbacev che nel constatare quanti danni ha prodotto all'URSS non ha ancora avuto l'onestà di farsi una pubblica autocritica e dire: "ho sbagliato".
Migliaia di neoricchi russi che gozzovigliano negli alberghi più lussuosi dello Occidente, personaggi che possiedono venti anni dopo la caduta del comunismo patrimoni di miliardi e miliardi di rubli mentre la società russa subisce una sorta di regressione antropologica con una terribile diminuzione di natalità e migliaia e migliaia di poveri non hanno casa e d'inverno muoiono per strada, centinaia di migliaia di bambini abbandonati in Bielorussia, Ucraina, Georgia sono la terribile prova di quanto fosse avvelenato il pomo della libertà offerto da Gorbacev e dal sicario degli USA Eltsin al popolo russo. Solo un ritorno all'etica bolscevica del comunismo edificato da Lenin e da Stalin può ridare speranza non solo ai russi ma all'umanità per la quale Stalin era un faro, un punto di speranza. "A da veni baffon" tornerà a spingere un movimento per recuperare gli ideali del comunismo, la sua etica umanitaria superiore a quella di qualsiasi religione.
Desidero chiudere ricordando le parole di Pietro Nenni e di Rodolfo Morandi nel ricordo che fecero sull'Avanti! del marzo 1953 di Giuseppe Stalin: "L'umanità ha perduto un grande condottiero di pace e di libertà!"
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1 commento:
tanto di cappello,Pietro,sono (siamo)in pochi ad avere il coraggio di scrivere verità evidenti ma da censurare,come i danni prodotti dal PCI altrettanto evidenti ed altrettanto censurati, i risultati li abbiamo sotto gli occhi,un PCI che nella sua graduale e subdola metamorfosi ha partorito il peggior presidente nella storia della repubblica italiana
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