domenica 26 luglio 2009

federalismo etnico e stato di polizia

federalismo etnico e stato di polizia
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le decisione unanime del Consiglio Provinciale di Vicenza di rivendicare ai veneti le presidenze delle scuole del veneto segna l'ingresso nelle istituzioni del federalismo etnico. I Presidi debbono essere veneti. Il principio richiesto per la direzione degli istituti scolastici potrà subito o domani essere applicato ai tanti rami della pubblica amministrazione. Perchè il Provveditore alle opere pubbliche non deve essere veneto? E perchè no l'Intendente di Finanze o il comandate della regione militare? Insomma, il gruppo dirigente deve essere riservato ai nativi della regione. Agli altri immigrati da altre regioni italiane o del mondo si possono riservare i lavori subalterni, pesanti e pericolosi se proprio non se ne può fare a meno alle condizioni per gli stranieri stabilite dalle leggi sulla "sicurezza" e per tutti dal diritto del lavoro riformato dalla legge Biagi e dai recenti accordi sindacali dettati dalla Confindustria.
Questa decisione del Consiglio Provinciale vicentino introduce ufficialmente nella politica italiana la preminenza del principio di territorialità su ogni altro valore. Se il requisito richiesto è essere nati in una determinata regione per accedere agli incarichi direttivi di quella regione ogni altro valore di qualità, di merito (alla faccia della meritocrazia decantata dalla destra), di eguaglianza dei cittadini difronte alla legge della Nazione non ha più cogenza.
Il leghismo ha vinto su tutta la linea dal momento che anche l'opposizione del PD condivide le sue pretese razziste. La nascita del PD del Nord è già avvenuta attraverso l'opera similleghista di tanti amministratori da Cofferati a Domenici a Zanonato a Chiapparino, alla sindachessa di Pavia al sindaco di Livorno, a Penati
distintisi nella nobile opera di pulizia etnica di rom, lavavetri, mendicanti, senza tetto. Nelle loro città da un pezzo non si parla più dei rom. O sono fuggiti tutti lontano dell'Italia o sono chiusi nei campi di concentramento creati fuori dalle mura urbane o in galera visto che le carceri italiane stanno scoppiando certamente non per l'affluenza di
bancarottieri e falsificatori di bilanci. Zanonato ha dapprimo chiuso in un ghetto circondato da un alto muro Via Anelli; poi ne ha deportato gli abitanti ed ora credo abbia offerto l'area alla speculazione edilizia e di lusso. Sono stati stanziati trenta milioni di euro per la riqualificazione del quartiere. Piera Capitelli, sindaco PD di Pavia, ha dato luogo ad una persecuzione di famiglie rom durata settimane sfrattate dalla città inseguiti in un'area industriale dismessa (ex Snia) circondati e terrorizzati da loschi figuri armati ed impediti di muoversi. Vicende disonorevole per quanti se ne sono sporcate le mani. A Livorno sono stati arsi vivi quattro bambini rom da persone che hanno lanciato bombe molotov dall'alto del ponte sotto il quale avevano una capanna. Sono stati incriminati i loro genitori per abbandono di minori mentre l'inchiesta sugli assassini non ha fatto alcun passo avanti da mesi.Sono trascorsi due anni.
Insomma, quasi tutti gli uomini e le donne del PD del Nord da un pezzo hanno optato per le politiche leghiste
con l'adozione di metodi più o meno spicci e duri. Hanno scelto la via delle privatizzazioni dei servizi pubblici e della loro gestione. Non c'è più niente che distingua una amministrazione di "sinistra" da una di destra. Può addirittura succedere che quella di destra, per via di un sindaco più bravo e più efficiente risulti migliore o addirittura anche più "umana" di una del PD (che io chiamo di sinistra ma che di sinistra non sono più da un pezzo..) Il Pd del Nord cancella completamente ogni traccia di socialismo dai suoi programmi dalla scuola di ogni ordine e grado agli ospedali alla gestione dell'acquedotto dei trasporti urbani al rapporto con gli strati poveri della popolazione oramai abbandonati in periferie maleodoranti ed infestati da ratti dove vivono di stenti nello squallore della solitudine sociale.Nella grande disputa per l'accaparramento della segreteria nazionale PD da alcune cordate di potere non c'è neppure un residuo piccolo piccolo di "sinistra" e meno che mai socialista. Tutto si combatte attorno alle qualità del leader da scegliere. Il programma è quasi eguale a quello del PDL.
Se il PD sceglie di territorializzarsi cancellando i tratti caratteristici della identità socialista per assumere quella del liberismo più selvaggio e del razzismo (molti punti della 733 b sono stati votati al Parlamento anche dal Pd) viene meno un grande fattore di unità e di unificazione del Paese dato dall'ideologia chiamamola impropriamente di centro-sinistra o ulivista. Se non esiste più una idea nazionale di Partito ma tante idee regionali o territoriali agitate da Chiamparino o da Bassolino che cosa resta a tenere insieme l'elettorato progressista? L'Italia è stata tenuta insieme per oltre
cinquanta anni da partiti del cosidetto arco costituzionale (tutti ad eccezione dei fascisti e dei monarchici). Se
i nuovi partiti dal PDL al PD ritengono di territorializzarsi a tenere unita l'Italia resta la legislazione razzista approvata senza tante storie con voto di fiducia da un Parlamento oramai esautorato, il liberismo, la politica estera di ascarismo neocoloniale. Niente che possa far riconoscere la corrente progressista che pur ha avuto l'Italia e che a volte è arrivata ad essere quasi maggioranza a riconoscersi in un Paese sfigurato da anni di sfregi arrecati alla sua Costituzione ed alla sua cultura materiale.
Ieri a Monselice due fratelli gemelli di 65 anni con problemi psichiatrici sono stati braccati ed assediati nella loro abitazione dai Carabinieri in pieno assetto antisommossa per imporre ad uno di loro il TSO. La televisione ne riportava la cronaca con il piglio di chi descrive una grande manovra antimafia contro pericolosissimi criminali. Alla fine i due sono stati costretti a fare ciò che non volevano. Tutto è avvenuto in violazione della legge Basaglia e della legge sul TSO che lo esclude per ragioni diverse da quelle che vengono accettate e per un limitato periodo di tempo dagli interessati. Questa violenza è stata commessa nei confronti di due cittadini italiani. La morale è questa: quando si ferisce, si limita, si toglie la libertà agli altri, ai migranti ospiti di questo Paese, si ferisce, si limita e si toglie la libertà di noi tutti. L'articolo 41 bis come le lettres de cachet di Luigi XVI prevede che possa essere incrudelito per anni e comminato da due ministri. I senza tetto, senza distinzione etnica, vengono tutti schedati e si reintroduce il reato di offesa a pubblico ufficiale senza naturalmente controbilanciarlo da una rivisitazione del reato di abuso di autorità. In sostanza federalismo etnico con il federalismo fiscale dentro uno Stato sempre più poliziesco, fascista e colonialista.
Insomma, l'Italia che dovrebbe fare da contesto al federalismo non è accettabile. Non so come ci finirà e non vedo niente di buono che possa contrapporsi al centralismo fascista ed al federalismo etnico. Nel Sud il movimento di inquietudine verso le rotture del Nord è capeggiato dai peggiori figuri della destra e dello stesso PD, elementi di spicco dell'oligarchismo dell'era berlusconiana. L'unica certezza che abbiamo è che
tutto si è sfasciato...e continuerà a sfasciarsi.

Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma ha provato a sentire le ragioni della persona che lo ha proposto. Non si e' alzata una mattina e ha fatto la conta dei presidi e la verifica a quale "etnia" appartenevano. La storia che i giornali mai approfondicono e' questa e ben : tutte le regioni d' Italia anni addietro indicono su base regionale dei concorsi per presidi di scuola, le modalita' sono, il numero che ne serve piu' una certa percentuale, diciamo di scorta, mettiamo fosse il 10%, le regioni del nord rispettano il parametro indicono ad esempio un concorso per 100 + 10 presidi, altre (al sud in particolare ma non solo) non lo rispettano ed indicono concorsi (esempio) per 100 + 50. Passa qualche anno ed una legge prima governo Prodi poi ribadita dalla Gelmini, tasforma da regionale a interregionale la lista di ogni regione, il Veneto finisce i 100+10 rispettando le regole deve quindi prendersi presidi di altre regioni. Morale il 111 in lista del Veneto (regole rispettate) lo prende in quel post il 149 di un'altra regione (regole non rispettate) prende quel posto in Veneto. Se era lei il 111 non si sarebbe incavolato !!!

Anonimo ha detto...

Questa storia delle regioni del Nord ligie alla legge e del sud arruffone e truffaldino ha fatto il suo tempo.
Le cose non stanno come dice lei ma come denunzia la CGIL in un suo comunicato e anche qualche giornalista che non è diventato pennivendolo come Gad Lerner nel blog "Bastardo"-
Inoltre la motivazione del Consiglio Provinciale di Vicenza alla sua mozione è inaccettabile: dice che scegliere i veneti è indispensabile per mantenere l'alta qualità del servizio scolastico!!! E questo in offesa alla verità storica che testimonia dell'opera di civilizzazione e di acculturazione che maestri, professori presidi, provveditori, questori, prefetti etcc...etcc. del sud hanno fatto nel Nord Italia in questi anni...
Forse i vicentini hanno bisogno di qualcuno disponibile a promuovere il figlio di Bossi o suoi consimili?
Pietro Ancona